La rivergination si fa per evitare la svalutation e incentivare la devolution. È l'ultima moda della chirurgia estetica: qualche minuto e voilà, ci si ritrova candide e immacolate stile prima comunione. Un po' come quando vuoi vendere la macchina e azzeri il contachilometri per farla sembrare nuova. Questa è solo una delle ultime follie della nostra cronaca quotidiana che Luciana Littizzetto affronta, strapazza e, con una strepitosa catarsi comica, trasforma in irresistibili gioielli di umorismo. Fra gli altri obiettivi della sua raffinata perfidia ci sono ovviamente gli uomini: quelli a cui non devi chiedere mai perché tanto è inutile, quelli che in pigiama sembrano pepiere da pizzeria e quelli che si alzano a metà "ciupa dance" per leggere un sms. Ma anche, da donna a donna, consigli per pippe calzearete alle prese con l'esperienza traumatica dell'imbefanimento. Un capolavoro di satira, che sa cogliere come nessun altro gli aspetti privati delle faccende pubbliche e quelli comuni delle nostre vite private. E quando leggendo ci si accorge che sì, è proprio come è successo a noi, ecco che si scatena il miracolo del comico. E allora si ride davvero.
A dispetto di quanto ci raccontano le antologie scolastiche, Dante rideva eccome. E bisbocciava mezzo ubriaco in osteria sfidando gli amici con rime poco ortodosse ispirate alle loro mogli. Petrarca, saputello e sempre roso dall'invidia, era amico di quel simpatico sporcaccione di Boccaccio, che amava le donne carnose e carnali e a loro dedicava le sue novelle. Amava le donne, soprattutto se sposate, anche Foscolo, che con quella sua aria imbronciata e irrisolta le conquistava una dopo l'altra. E se in molti sogghignano anche solo a sentir parlare del rapporto fra Pascoli e la sorella, forse pochi sanno che il "fanciullino" Giovanni si trasformò in un detective da fiction televisiva per risolvere il giallo della cavallina storna. E, infine, il dubbio che ha tormentato generazioni di studenti: d'Annunzio, poi, quella costola se la tolse davvero? In queste pagine ci sono tutti i big della storia della letteratura italiana, più qualche gruppo nelle Nuove proposte, come i Comico-realisti, i Futuristi, gli Scapigliati. Uno dopo l'altro, i grandi autori studiati a scuola vengono raccontati nei loro aspetti più insoliti e quotidiani, tirati giù per la giacchetta dal piedistallo e messi in mutande, fino a farli sembrare magnificamente simili a noi. E fra un aneddoto e una battuta, la passione per la letteratura finisce per travolgere il lettore proprio nel bel mezzo di una risata.
Il volume presenta barzellette e brevi storie umoristiche - con particolare attenzione al mondo religioso ed ecclesiastico - raccolte per tematiche disposte in ordine alfabetico. Questa pratica struttura consente la ricerca delle barzellette per occasioni opportune. Si spazia da "Adamo ed Eva" a "cardinali", da "famiglia" a "monache e suore", da "parroci" a "virtù" e "vizi", per citare solo alcuni dei temi affrontati.In alcuni casi, si tratta di "barzellette vere, non inventate", come precisa l'Autore, cioè scaturite da situazioni bizzarre, domande curiose, risposte argute, "catturate" direttamente dalla vita reale che, come si sa, a volte è più fantasiosa di qualsiasi barzellettiere.
La grande tradizione dell'umorismo ebraico ha trovato in Moni Ovadia una voce inconfondibile. Come scrisse Giovanni Raboni, "ci sarebbe impossibile ormai fare a meno di tutto ciò che Ovadia è riuscito in pochi anni a renderci, da remoto e straniero che era, famigliare e quasi nostro". Il mondo che Ovadia attraversa nei suoi spettacoli, con la leggerezza e il pathos di un moderno cantastorie, viene in questo libro raccontato nella sua genesi e nel suo significato. Variando tra il racconto sapienziale talmudico e il fulminante motto di spirito, tra I'excursus storico sullo shtetl e le storielle sulle ineffabili nevrosi materne della yiddish mame trapiantata a New York, Ovadia ci guida alla scoperta di un umorismo profondamente dialettico che racconta la precarietà e la naturale diversità di un popolo che nasce esiliato da se stesso e dagli altri, che coltiva le proprie radici senza una terra in cui riconoscersi. Mostrando il legame inestricabiie tra il riso ebraico e il divino, Ovadia mette in luce l'irresistibile carica anarchica e liberatrice dell'umorismo yiddish. Un umorismo che scardina l'intero patrimonio di certezze, di ideologie, di pregiudizi, in cui una comunità riconosce se stessa.
Quindici anni dopo il grande successo di "Avanzi", il programma satirico di culto dei primi anni Novanta, gli attori che avevano partecipato a quell'esperienza si ritrovano in un piccolo villaggio della Sardegna. I pescatori del luogo sono in gravi difficoltà a causa dello spopolamento del mare e il gruppo di "Avanzi" ha deciso di dare loro una mano organizzando uno spettacolo. Tra i pescatori c'è un ex operaio sindacalista, che ha sempre lottato per difendere i diritti degli altri. Dall'incontro con l'uomo gli artisti trarranno occasione per ripensare il senso del proprio itinerario personale, artistico e politico.
Il volume raccoglie lunghi segmenti degli spettacoli in teatri e palazzetti e delle trasmissioni televisive dal "Beppe Grillo Show" su RAI uno nel 1993, a "beppegrillo.it" nel 2005, nonché undici dei principali articoli pubblicati da Grillo sulla stampa italiana dal 1993 al 2006.
Il DVD raccoglie il meglio degli interventi di Luciana Littizzetto a "Che tempo che fa". Pur essendo sostanzialmente dei monologhi, l'interdizione di Fazio li ha trasformati in un battibecco lei contro lui. Il gioco delle parti fa sì che questo divertente pezzo di televisione italiana sia diventato per molti un appuntamento fisso della domenica sera. Il libro contiene, oltre ad una introduzione di Fabio Fazio, i famosi pezzi di satira di Luciana Littizzetto nei confronti di "Eminens", un cardinal Ruini divenuto suo malgrado tormentone comico.
Un cofanetto che presenta in 2 DVD e un libro, lo spettacolo teatrale di Aldo, Giovanni e Giacomo: oltre allo spettacolo diretto da Arturo Brachetti, i backstage, le prove e le gag inedite. Il libro allegato riporta il testo completo dell'opera teatrale.
Secondo l'autore, l'ignoranza è una cosa ben diversa dalla stupidità. C'è infatti un'ignoranza auspicabile, così come c'è un'ignoranza transitoria e produttiva e un'ignoranza irrimediabile. C'è un'ignoranza scolastica, dovuta a una scuola che fornisce troppe informazioni inutili, non spiega come organizzare il sapere e più che altro trasforma la vita dei suoi allievi in una tortura. C'è un'ignoranza socio-politica, legata alla "sordità" del mondo dell'informazione, che grazie ai suoi "generatori di consenso" vive di "bufale" buone per qualsiasi salotto. C'è infine un'ignoranza filosofica, che è quella di chi ripete acriticamente una visione del mondo su cui non riflette e non si fa domande.