Perché alcuni processi che avvengono in certe zone del nostro cervello danno origine al "mondo della coscienza" dove è racchiuso tutto ciò che noi sentiamo, sappiamo e siamo? Illustrando i meccanismi fisici e chimici del corpo umano e analizzando le ipotesi scientifiche e filosofiche formulate al riguardo, il Premio Nobel per la medicina Gerald Edelman e lo psichiatra Giulio Tononi costituiscono una vera e propria teoria della coscienza.
Il 2000 è stato proclamato dall'Unesco Anno mondiale della matematica. I "numeri celebri" vogliono andare contro corrente e invogliare alla conoscenza della matematica attraverso descrizioni rapide e divertenti di categorie di numeri sconosciute: saltano fuori così, da una specie di cappello magico, numeri fortunati, intoccabili, amichevoli, interessanti, mirabili e così via per arrivare anche a numeri iperreali, surreali, titanici, inaccessibili e persino soprannaturali.
"Sento quindi sono". Potrebbe essere il motto di questo libro, dove Damasio prosegue sulla via intrapresa con "L'errore di Cartesio". Qui si tratta di avvicinarsi alla "coscienza", nel senso di consapevolezza, attraverso l'emozione. Ma come farlo con rigore scientifico? Come sottoporre l'esperienza più volatile e multiforme, tutta in prima persona, ai più sottili criteri della scienza, che sono tutti in terza persona? Tale interrogativo si pone oggi agli scienziati che hanno posto la coscienza al centro delle loro ricerche. In questo libro l'autore mescola e sovrappone l'analisi al livello neurofisiologico e quella al livello psicologico, trattando alcuni casi clinici e delineando i tratti di una teoria generale della coscienza.
Dennett parte dalla domanda metafisica più importante: cos'è la mente, e chi la possiede? La risposta è affidata a una esposizione dell'evoluzione della vita sulla Terra, ricostruita come una successione di tappe che hanno portato l'uomo a interagire prima con l'ambiente, poi con gli altri, infine con se stesso, creando un "linguaggio della mente" che è il pensiero. Questa teoria apre la porta a nuove domande: la via del pensiero è aperta anche ad altre specie animali? Il pensiero sintetico dei computer è simile a quello dell'uomo?
In questo libro, un grande matematico e fisico, affronta il tema affascinante della Mente: la nostra mente, e cioè il funzionamento del cervello umano, e l'intelligenza artificiale.
In "Come pensa il cervello", Walter J. Freeman delinea una mappa della mente, procedendo dalle singole cellule nervose e dai loro aggregati cooperativi, fino all'emergere di configurazioni cerebrali complesse. Basandosi sui recenti sviluppi tecnici e sulle teorie del caos e della dinamica nonlineare, Freeman mostra come il cervello crei intenzioni e significati. L'autore scopre in questo modo nuove risposte agli antichi interrogativi filosofici sul libero arbitrio e sulla responsabilità individuale. La nuova sintesi di neuroscienze e filosofia proposta da Freeman indica come la capacità di scegliere sia una proprietà essenziale e inalienabile del cervello e come tutto ciò sia il fondamento per lo sviluppo degli individui e delle società.
Questa storia ha inizio quando George Adamson, guardiacaccia di una riserva in Kenya, si trova costretto ad uccidere una leonessa. Comprende subito che l'animale ha lasciato tre cuccioli e decide di prenderli con sé. I cuccioli vengono svezzati da Joy, moglie del guardiacaccia, che stabilisce un particolare feeling con la più piccola, Elsa, destinata a rimanere con gli Adamson fino a quando non diventerà autonoma. Elsa è vissuta in libertà e a stretto contatto con l'uomo fino all'età di tre anni per poi essere restituita, dai suoi genitori adottivi, allo stato brado. Questa esperienza, qui raccontata da una dei suoi protagonisti, ha rivelato la possibilità di un rapporto diverso fra uomo e natura.
Il volume analizza l'atteggiamento della cultura umanistica di un secolo intero nei confronti della tecnica e fornisce una mappa per muoversi al suo interno. Si ferma sui maggiori filosofi che l'hanno tematizzata e su quella folla di intellettuali e letterati che ne hanno parlato: vengono indagati perciò la sociologia del primo Novecento e la fantascienza, la cultura della crisi, la grande narrativa e le utopie negative. Un tema centrale è il rapporto fra tecnica e politica: da un lato infatti la tecnica è stata considerata strettamente connessa all'idea di democrazia, dall'altra è stata (ed è tuttora) vista come l'incarnazione di un totalitarismo aggiornato con i tempi. Presentazione di Gianni Vattimo.
"I capitoli che compongono il libro hanno per oggetto la nuova astronomia, le osservazioni compiute con il cannocchiale e il microscopio, il principio di inerzia, gli esperimenti sul vuoto, la circolazione del sangue, le grandi conquiste del calcolo ecc., ma accanto a questi argomenti i vari capitoli sono anche volti a esporre le grandi idee e i grandi temi che furono centrali nel corso di quella 'rivoluzione': il rifiuto della concezione sacerdotale o ermetica del sapere, la nuova valutazione della tecnica, il carattere ipotetico o realistico della nostra conoscenza del mondo, i tentativi di impiegare i modelli della filosofia meccanica, l'introduzione della dimensione del tempo nella considerazione dei fatti naturali." (Dalla premessa)
Queste sono le prime lezioni di Feynman - saranno seguite da "Sei pezzi meno facili" - e partono da zero. Si dice di cos'è fatta la materia, atomi in moto, che sotto la materia c'è dell'altro, il mondo quantistico e i suoi paradossi. L'autore riesce a dare il senso dell'evolversi della fisica nel secolo appena trascorso, mettendone in luce il legame con le altre scienze. Ad ogni lettura cade una buccia della magica cipolla e si apre un nuovo affascinante scenario.