Più rapido del signor Bianconiglio, più imprevedibile delle collere della Regina di Cuori, più esclusivo del sorriso del Gatto del Cheshire è il mondo dei quanti che la fisica del Novecento ha rivelato a ricercatori che confessavano di "non credere ai propri occhi", cioè a quello che con formule ed esperimenti stavano dimostrando. Eppure la sconcertante realtà della microfisica è alla base della stessa fisica degli oggetti quotidiani in cui abitualmente ci muoviamo e persino dell'architettura delle galassie dell'universo. Ricalcado le orme del grande Carroll, Gilmore presenta una moderna Alice anch'essa sospesa tra piccolo e grande, capace di guidarci con straordinaria abilità nel paese delle meraviglie della fisica dei quanti.
Secondo Foucault, la filosofia francese del dopoguerra si sarebbe potuta suddividere in due grandi correnti antitetiche: la filosofia dell'esperienza soggettiva e la filosofia della scienza e della razionalità. Se Sartre fu il capofila della prima, Canguilhem lo fu della seconda. "Il normale e il patologico", appartenente alla fase matura del pensiero del filosofo e autentico classico del pensiero scientifico del nostro secolo, si colloca a metà strada tra filosofia e scienza e porta un originale contributo alla messa a fuoco delle differenze dei due concetti che costituiscono il titolo dell'opera, rintracciando le origini e le modalità secondo le quali si sono sviluppati nella fisiologia e nella biologia del XIX e XX secolo.
Che cos'è la vita? L'Autore prova a rispondere applicando i metodi della fisica quantistica allo studio delle molecole viventi di interesse genetico.
La storia della fisica del XX secolo è stata vissuta dall'autore in prima linea, così egli ci porta a conoscere i momenti più significativi, quali la nascita della fisica moderna negli anni '20 o la corsa alla costruzione della bomba atomica. L'autore, professore emerito di fisica al MIT, è noto nel mondo come leader scientifico, oltre che per i suoi contributi alla fisica quantistica.
La biologia molecolare, impadronitasi della medicina e dell'agricoltura, diventa una questione sociale e giuridico-politica. Fin dove si può spingere il potere dei biologi è la domanda alla quale l'autore, docente al Collège de France e all'Istitut Pasteur, tenta di rispondere mentre il dibattito sulla bioetica infiamma gli animi.