Ciclicamente rispunta una teoria autoconsolatoria che sentenzia: il fascismo è finito in un preciso giorno di 79 anni fa. Per chi abbia familiarità con i tempi lunghi della storia, questa appare però, senza eccessivo sforzo mentale, come una sciocchezza. E basterebbe del resto la cronaca del settantennio che abbiamo alle spalle per convincersi della vacuità di una tale teoria. Lo riprova inoltre quotidianamente la cronaca, che certo non ci rallegra: tanto più che - come un secolo fa - non si tratta di una questione solo italiana. Del resto, tutte le principali forze politiche del Novecento, dai cattolici ai neoliberali, passando per i socialisti, vivono, uguali e diverse, e variamente denominate, nel nuovo secolo. La partita, a quanto pare, è ancora aperta.
Dalla pandemia di Covid-19 alla guerra in Ucraina, sullo sfondo dell'emergenza climatica e ambientale nella quale continuiamo ad annaspare. Siamo immersi in una crisi strutturale e sistemica - energetica, economica, politica, sanitaria - e solo con azioni immediate e decise possiamo venirne fuori. La radice dei nostri mali è un sistema energetico ormai indifendibile. Non ci salveremo con un irrealizzabile ritorno al nucleare o una tecnica ingegnosa per estrarre gas e petrolio come il fracking. È giunto il momento di sfruttare gli immensi flussi rinnovabili che la natura ci mette a disposizione. Questo libro raccoglie e aggiorna otto anni di riflessioni incredibilmente attuali sui problemi che rischiano di schiacciare la nostra civiltà. E propone soluzioni autorevoli e chiare. Per non passare da una crisi all'altra, come un incubo senza fine. Prefazione di Enrico Giovannini.
Negli ultimi anni la Turchia si è trasformata da Stato satellite dell’Occidente a nuova – e pericolosa – potenza mondiale indipendente. Come e perché è avvenuto questo cambiamento, capace di scombinare il delicato equilibrio politico globale? Quali sono le intenzioni e gli obiettivi di Erdoğan per il Paese e le relazioni internazionali? Uno dei più noti e autorevoli studiosi italiani mostra, ancora una volta, come la storia abbia tanto da insegnarci per capire il presente, e soprattutto il futuro.
L'attenzione che oggi richiama in tutto il mondo l'opera di Fernand Braudel, il grande storico francese scomparso nel 1985, va indubbiamente al di là della tradizionale accoglienza che gli é sempre stata riservata dalla comunità degli storici. Allievo e successore di Lucien Febvre alla guida della scuola delle «Annales», autore di opere centrali della storiografia di questo secolo, Braudel ha visto crescere intorno al suo lavoro, soprattutto negli ultimi anni, l'interesse degli uomini di cultura e del pubblico e vi ha preso parte attiva con numerosi interventi (annotazioni, interviste, libri di fotografie, trasmissioni televisive). Il lettore potrà trovare nel volume saggi importanti e anticipatori delle tematiche tipiche del «modello braudeliano» d'indagine storiografica.
Come si mette la mascherina? Quando va usata? Come dobbiamo lavarci le mani? Quali precauzioni possiamo prendere in casa? È opportuno assumere antibiotici? Che ruolo hanno i vaccini? A causa del Covid-19 il mondo sta affrontando oggi un allarme sanitario senza precedenti... ma è davvero così? Non tutti sanno che nel 1918 l'influenza "spagnola" fece 60 milioni di vittime e la pandemia durò 15 mesi alternando picchi e periodi di remissione. Il nuovo coronavirus SARS-CoV-2 è allora l'ultimo di una serie di virus capaci di mettere in ginocchio la sanità mondiale. Come affrontarli? Per predisporre sistemi di prevenzione efficaci, e garantire la salute di tutti, è necessario mantenere alto il livello di informazione e di attenzione: questo libro - in una nuova edizione con prefazione di Giovanni Rezza e postfazione di Monica Serafini - ci presenta i più insidiosi nemici virali e ci offre strumenti pratici per comprendere i rischi a cui siamo esposti e affrontare i pericoli senza allarmismi e con consapevolezza.
Questo libro mette in luce per quali ragioni, economiche, politiche, strategiche e culturali, l’Europa – attualmente in piena crisi – può salvarsi: se cesserà di essere “atlantica”, nel senso fazioso che questo termine ha assunto, e diventerà finalmente europea, mediterranea e continentale. Non più suddita del potente ex-alleato ma padrona dei propri destini sullo scenario mondiale.
Indice
Il virus mette in quarantena i parametri - “Frugali” nefasti - Debiti e cattivi rimedi - Der Spiegel smaschera i frugali e von der Leyen si converte - L’allarme “mafia” non è infondato - Europa “atlantica”, Europa minorata - Come l’Europa può salvare la pace - Come funziona la NATO - «Pronti in ogni momento a fare la guerra» - Il “democratometro” - L’Unione Europea non è innocente - Il socialismo e lo stregone - Liberismo malthusiano - I cani di Trump
Oggi più che mai è evidente che solo grazie alla scienza e alla ricerca è possibile tutelare e far progredire la nostra società. In che modo società e scienza si influenzano reciprocamente? Che ruolo giocano la politica e l'economia rispetto all'etica e ai valori scientifici? Prendendo spunto dalle idee del fisico Carlo Bernardini, giornalisti, sociologi, filosofi, scienziati e letterati riflettono sul mondo contemporaneo. Di ampio respiro i temi trattati: migrazioni, Comunità Europea, globalizzazione, democrazia, politiche di sviluppo, ma anche responsabilità della scienza.
Qual è l'impatto delle attività umane sul clima del nostro pianeta, e sul nostro futuro? Una brillante "avventura poliziesca" diventa strumento di una scrupolosa indagine scientifica, quanto mai attuale. È proprio vero che la Terra si sta riscaldando? L'IPCC, il comitato internazionale che si occupa dei cambiamenti climatici, sin dal 1995 ha riconosciuto che «l'uomo non manca certamente di influenzare lo stato di salute della Terra». Tuttavia, in quale misura attività specifiche producano effetti sul clima è ancora oggi fonte di dibattiti tra scienziati e politici. Di certo, dalla Rivoluzione Industriale in poi, l'utilizzo di combustibili fossili ha provocato l'immissione in atmosfera di gas che amplificano il cosiddetto "effetto serra": agendo come una sorta di coperta, tendono a surriscaldare lo strato inferiore dell'atmosfera e contribuiscono all'aumento della temperatura superficiale del pianeta. Con precisione scientifica e ironia il lettore può qui formarsi un'opinione personale sulla questione, seguendo le avventure immaginarie di un brillante e ostinato fisico che nella finzione narrativa incarna nientemeno che il consulente scientifico del Presidente degli Stati Uniti. Il protagonista visita i principali enti e laboratori scientifici disseminati ai quattro angoli del mondo, per ricostruire un quadro coerente ed esaustivo dello stato di salute della Terra. Analizzando le interazioni tra oceani, atmosfera e biosfera, il volume descrive i probabili scenari che affronteremo in un futuro sempre più vicino. Presentazione Elena Ioli.
Come ideologia politica, il liberalismo rappresenta uno degli emblemi della modernità, per come ha contribuito a definire concetti fondamentali quali libertà, democrazia, Stato e diritti individuali. Prima ancora, però, esso costituisce un ideale di uomo e di società, le cui origini risalgono all'antichità. L'autrice traccia un profilo finalmente completo e puntuale, a tratti provocatorio, del liberalismo in quan to fenomeno storico, profondamente radicato nella varietà dei contesti in cui è sorto e prosperato. Scopriamo così il ruolo che l'etica, la religione, la filosofia e l'economia, oltre che la lotta politica, hanno avuto nel forgiare l'ideale liberale, non senza pregiudizi e "miti" da sfatare. Sono tanti i significati che nel tempo sono stati attribuiti ai termini "liberalismo" e "liberale", e che Rosenblatt analizza e spiega, così da sgombrare il campo da equivoci e luoghi comuni. In un'epoca caratterizzata da populismi e sovranismi, da svolte autoritarie e guerre com merciali, da Brexit e Donald Trump, ha ancora senso parlare di liberalismo e valori liberali? Il dibattito è più acceso che mai e questo libro offre un contributo essenziale per mettere dei punti fermi e fare chiarezza sui temi più controversi. Il volume ha una prefazione di Luciano Canfora.
È su una montagna costituita anche da cattive parole e pessime retoriche che si è sedimentato, riprodotto e legittimato il razzismo quale oggi si manifesta in Italia: un sentimento di ostilità verso tutti gli estranei, i diversi, gli Altri, occupanti abusivi del "nostro territorio". In questa raccolta di brevi saggi, Annamaria Rivera porta avanti un'analisi puntale del circolo vizioso che alimenta il razzismo, attraverso riflessioni colte che colpiscono per la loro originalità e la loro attualità. Mostra così la dialettica perversa fra il razzismo istituzionale, il ruolo dei media e della propaganda, e le forme sempre più diffuse di xenofobia "popolare". Negli ultimi anni tale dialettica si è mostrata nel modo più palese (basti pensare alle ultime politiche contro l'immigrazione o ai recenti episodi di violenza raccontati dalla cronaca), e tuttavia essa ha antecedenti qui ricostruiti con precisione, per evidenziarne la lunga durata. L'autrice decostruisce inoltre pseudo-nozioni quali "razza", "etnia", "colore", "identità" e mette in luce l'apparato lessicale e comunicativo che contribuisce a riprodurre discriminazione, ineguaglianza ed emarginazione. Un'opera per riflettere su quello che sta accadendo oggi attorno a noi.