Che cosa può accadere a una donna che sogna di accoppiarsi con un leone? E cosa ne sarà di un uomo che in sogno siede su un tappeto? Edda Bresciani, professore ordinario di Egittologia dell'Università di Pisa, direttore di fortunate missioni archeologiche in Egitto, conduce il lettore nel misterioso mondo dei sogni egiziani e delle loro interpretazioni.
La tradizione classica non consiste nella fedeltà a un testo fondativo, nella consegna di un patrimonio dato per immutabile: è invece traduzione, trasmissione, traslazione, trascrizione, travisamento. La sopravvivenza delle forme, dei testi, delle idee e dei miti antichi, è affidata al tenace desiderio di una misura "classica" e alla plasticità di un codice culturale che si perpetua attraverso meccanismi di manipolazione, di riuso. E l'originale è, da sempre, assente: una statua romana di Antinoo usata come testimonial per la pubblicità di un profumo "classico"; un'Ultima Cena di Socrate-Cristo in un mosaico tardo-antico; la figura di Eracle come allegoria della salvezza cristiana; Meleagro figura del corpo di Cristo.
Scavi archeologici e approcci interdisciplinari che sfruttano le più moderne tecniche scientifiche, insieme alla capacità di decifrare le fonti geroglifiche, consentono oggi di fare luce su molti aspetti di vita quotidiana nella terra dei faraoni e di far rivivere numerosi protagonisti di una storia millenaria. È possibile così ripercorrere la vita di sacerdoti, operai, ricostruire le dinastie dei regnanti e persino affrontare veri gialli storici, come quello della morte di uno dei più noti protagonisti della storia d'Egitto, il giovane Tutankhamon. Nella piana di Giza riemergono tracce in grado di gettare luce sul mistero che da millenni avvolge la costruzione delle piramidi.
La terracotta era nell'antichità il materiale più diffuso per la realizzazione di vasi e recipienti. Accanto ai vasi di ceramica d'uso, grezzi e non decorati, esisteva una ceramica fine che i vasai decoravano con ornamenti di rara profondità e complessità espressiva. A partire dal Mille a.C. le officine ceramiche greche produssero vasi di terracotta la cui forma e decorazione variò nel tempo. Questo volume ricostruisce il percorso evolutivo dell'arte greca e recepisce gl studi condotti sull'iconologia e sul significato rituale, pratico o simbolico di questa attività preziosa per comprendere non soltanto la cultura e la società greche, ma anche per ricostruirne gli aspetti della vita quotidiana.
L’archeologo che si occupa della primitiva età della Chiesa è uno scienziato che cerca di comprenderne la storia antica e l’originaria evoluzione e si concentra, sui luoghi, sui monumenti, sugli oggetti di coloro che sono stati prima di noi. L’analisi di una regione, lo studio di una chiesa o di una catacomba, l’esame di un manufatto gli consentono di ricostruire la vita dei cristiani che abitarono quel luogo, gli permettono di avere informazioni sulle loro abitudini e sui loro costumi, gli lasciano capire come davano forma ai loro strumenti di lavoro, come li preparavano, come li usavano.
Questo libro nasce con l’intenzione di raccogliere gli indirizzi di studio, le ricerche e l’idea di archeologia cristiana maturati nei recenti decenni. Nel pensiero attuale questa disciplina è ricostruzione della vivente produzione delle comunità primitive nel periodo compreso dalle origini fino a papa Gregorio Magno; espressione della società (organizzazione, vita materiale, economia e cultura) e insieme forma di un pensiero profondo, di emozioni, bisogni, paure e aspirazioni che accomunarono i cristiani antichi di ogni dove.
Il lavoro, nel presentare la grande messe di nomi, luoghi, teorie e temi, intende dare una visione d’insieme che permetta di entrare in una viva comunicazione con i primi credenti, così da conoscere e capire lo sviluppo delle primitive comunità cristiane.
Giovanni Liccardo vive a S. Giorgio a Cremano (Na). Conseguita la laurea in Filosofia a Napoli e vinto il concorso per l’assegnazione di una borsa di studio al Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana, nel 1990 ha ottenuto il dottorato, discutendo la tesi in Epigrafia classica e cristiana Inscriptiones christianae neapolitanae certae et incertae originis. Dirige corsi di Storia della Chiesa e di Archeologia biblica e cristiana allo Studio Teologico Redemptor hominis di Benevento e allo Studio Filosofico Teologico Giovanni Paolo II di Salerno; insegna anche all’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Capua (Ce) e di Angri (Na). Oltre a numerosi articoli per importanti periodici, ha al suo attivo diversi studi, tra cui Presenze cristiane nell’antica Capua (Museo Provinciale Campano, Capua 1999) e Vita quotidiana a Napoli prima del medioevo (Tempolungo, Napoli 1999), con il quale ha meritato nel 2000 il Premio letterario “Città di Cimitile” come migliore opera sull’arte paleocristiana in Italia. Ha pubblicato: Le catacombe di Napoli (Roma 1995), Napoli sotterranea (Roma 2000) e I grandi musei di Napoli (Roma 2002).
Il volume propone una rilettura dello studio dedicato alla Colonna Traiana, fondamentale per la questione dell'originalità dell'arte romana, in cui si delinea la personalità di un suo protagonista assoluto: il "Maestro delle imprese di Traiano". Una campagna fotografica dei rilievi illustra con efficacia i passi di questa storia per immagini, scelti da Bianchi Bandinelli.
Oltre che dalle piramidi, la testimonianza suggestiva del culto dei morti dell'antico Egitto è costituita dalle tombe dei faraoni nella Valle dei Re. Splendide per la ricchezza dei tesori che contengono, per le decorazioni che le abbelliscono, per la profonda simbologia che celano, esse rappresentano una fonte inesauribile per la conoscenza della concezione egizia dell'aldilà e fanno della Valle dei Re uno dei luoghi più importanti sotto il profilo della storia della cultura e del pensiero. Ci conduce alla scoperta di questo mondo affascinante uno dei più autorevoli egittologi, Erik Hornung, che con l'aiuto di numerose illustrazioni descrive e cataloga le tombe reali e ci svela il significato dei principali libri religiosi della spiritualità egizia.
"Gli Incas costruirono la più grandiosa strada del mondo e anche la più lunga..., che passa per vallate profonde e montagne altissime, su cime nevose, cascate d'acqua, attraverso la roccia viva e lungo le sponde di sinuosi torrenti... e, a intervalli regolari, si trovano luoghi di sosta, depositi di provviste e Templi del Sole." Nel 1548 un soldato spagnolo descriveva così l'ampia strada lastricata di pietra che, quattrocento anni dopo, l'archeologo Victor von Hagen decise di ritrovare e restituire al suo antico splendore. Questo libro è il resoconto della sua avventura.