L'autore, professore a Princeton e studioso di letteratura medievale, analizza gli snodi storico-critici dello studio della letteratura europea medievale.
Il racconto di Ronza è incentrato sul ritorno alla terra delle origini (le Prealpi e le Alpi intorno al Lago Maggiore) e a domande da lungo tempo trascurate di un manager di successo.
Georges Bernanos (Parigi 1888-1948) ebbe un'educazione religiosa che lo avvicinò in un primo momento ai circoli cattolico-nazionalisti dell'Action francaise, dai quali però si staccò nel 1932. Esordì come scrittore nel 1926 con il romanzo Sotto il sole di Satana e nel 1936 pubblicò il Diario di un parroco di campagna. Dal 1934 al 1937 soggiornò in Spagna e, in aperta denuncia al franchismo, scrisse I grandi cimiteri sotto la luna. Durante la seconda guerra mondiale svolse attività giornalistica in Brasile a favore della Francia libera. Varie opere uscirono postume, fra cui i Dialoghi delle carmelitane. Questa monografia critica analizza la vita di Bernanos, la singole opere, i temi e motivi, fornendo inoltre una bibliografia.
Il protagonista, un eremita dai capelli ormai bianchi, rianima una sera tre figure di amici di gioventù. Il primo è stato terrorista e poi muratore in Francia: rievoca il primo assassinio commesso dal complice-amico. Con intensa drammaticità parla della violenza. Il secondo ha scelto la strada della vita religiosa che lo porterà in Africa, dove uomini, animali e cose hanno "il sapore dell'aceto" e per questo del dolore. Il terzo è un vagabondo, sempre provvisorio, di passaggio in un'esistenza che non dà requie. Violenza, dolore e vagabondaggio sono elementi comuni a tutti i tre personaggi che, nel loro insieme, compongono un affresco amaro e profondo della condizione umana dell'ultimo ventennio.