Il tema della croce ritorna frequentemente nelle omelie, catechesi e interventi di papa Francesco. La croce come luogo di speranza che Gesù risveglia tra la gente umile, povera e dimenticata, quella che non conta agli occhi del mondo. Lui ha saputo consolare le miserie umane, ha mostrato il volto di misericordia di Dio, che si è abbassato per camminare con noi, come amico e fratello. Croce non significa tristezza, il cristiano non può essere mai essere triste. Al contrario, ogni cristiano è chiamato a portare un messaggio di speranza e di fiducia nella vita, un messaggio di gioia e di serenità, pur tra le grandi prove e sofferenze che ciascuno attraversa. Non la gioia del possedere tante cose, ma quella che scaturisce dall'incontro con una persona, Gesù, che è in mezzo a noi. Con lui non siamo mai soli, anche quando il cammino della vita si scontra con problemi e ostacoli che sembrano insormontabili. Noi seguiamo Gesù, ma soprattutto sappiamo che lui ci accompagna e ci carica sulle sue spalle: "Per favore, non lasciatevi rubare la speranza, quella che ci dà Gesù!". Il sussidio propone un percorso lungo le stazioni "tradizionali" della Via Crucis, accompagnati dalle parole del vescovo di Roma. Attraverso un linguaggio semplice e concreto, legato all'esperienza degli uomini e delle donne di questo tempo, fa risvegliare in noi la speranza e la fiducia nella vita. I temi sono la gioia, la tenerezza di Dio, il perdono e la consolazione, l'amore di Dio che è accanto nelle prove...
In esclusiva su La Civiltà Cattolica il colloquio tra il Papa e i Superiori Generali
«Svegliate il mondo!»: l’appello di Papa Francesco ai religiosi.
In esclusiva su La Civiltà Cattolica il colloquio tra il Papa e l’Unione superiori generali
«Bisogna formare il cuore. Altrimenti formiamo piccoli mostri. E poi questi piccoli mostri formano il popolo di Dio. Questo mi fa venire davvero la pelle d’oca»: è uno dei passaggi più forti della conversazione tra Papa Francesco e l’Unione superiori generali. Quello che il 29 novembre doveva essere un breve saluto si è trasformato in dialogo durato circa tre ore. Lo scambio improvvisato di domande e di risposte sui nodi e le sfide che oggi la vita religiosa, e l’intera Chiesa, si trovano ad affrontare viene raccontato da La Civiltà Cattolica nel numero che esce oggi alle ore 15.
Padre Antonio Spadaro, direttore della rivista della Compagnia di Gesù, su loro richiesta, era seduto tra i 120 superiori generali ricevuti da Francesco. In 15 pagine ha registrato la loro conversazione e adesso la riporta al’interno di una cronaca commentata dell’incontro, che è stata rivista dal Papa prima della sua pubblicazione.
Tra i tanti temi trattati: la complessità della vita, fatta di grazia e di peccato; l’essere profeti nel nostro mondo, la fraternità, la denuncia della “tratta delle novizie” e di atteggiamenti quali ipocrisia e fondamentalismo, l’elogio della grande decisione di Benedetto XVI nell’affrontare i casi di abuso, l’importanza dei carismi, le sfide più urgenti, il rapporto tra i religiosi e i vescovi, la necessità della tenerezza, di sapere «accarezzare i conflitti», e di una scossa capace di svegliare il nostro mondo intorpidito.
Il tema toccato all’inizio della conversazione è stato l’identità e la missione dei religiosi. «La radicalità evangelica non è solamente dei religiosi: è richiesta a tutti», dice il Papa. Eppure «i religiosi seguono il Signore in maniera speciale, in modo profetico. Io mi attendo da voi questa testimonianza. I religiosi devono essere uomini e donne capaci di svegliare il mondo». Papa Francesco non chiede ai religiosi di essere supereroi, ma testimoni: “La vita è complessa, è fatta di grazia e di peccato. Se uno non pecca, non è uomo. Un religioso che si riconosce debole e peccatore non contraddice la testimonianza che è chiamato a dare, ma anzi la rafforza».
Per spiegare quale atteggiamento chieda ai religiosi Francesco fa riferimento alla sua esperienza di gesuita: «Per capire ci dobbiamo “scollocare”, vedere la realtà da più punti di vista differenti. Dobbiamo abituarci a pensare». Ricordando una lettera del padre Pedro Arrupe, ribadisce che il religioso deve «conoscere davvero la realtà e il vissuto della gente. Se questo non avviene, allora ecco che si corre il rischio di essere astratti ideologi o fondamentalisti, e questo non è sano».
Il Papa si sofferma sul caso concreto dell’apostolato giovanile: «Chi lavora con i giovani non può fermarsi a dire cose troppo ordinate e strutturate come un trattato, perché queste cose scivolano addosso ai ragazzi. C’è bisogno di un nuovo linguaggio».
La priorità della vita consacrata, dice il Papa, è «la profezia del Regno, che non è negoziabile». La vera tentazione semmai è quella di «giocare a fare i profeti senza esserlo». Alla domanda sulla fedeltà al carisma nei tempi che cambiano Bergoglio richiama l’importanza di essere creativi, di «cercare sempre nuovi cammini» perché il carisma non diventi sterile.
Riguardo alle vocazioni in crescita nelle Chiese giovani e all’inculturazione dei carismi Francesco, dopo aver ribadito la denuncia sulla «tratta delle novizie», aggiunge: «Il carisma non è una bottiglia di acqua distillata. Bisogna viverlo con energia, rileggendolo anche culturalmente. Ma così c’è il rischio di sbagliare, direte, di commettere errori. È rischioso. Certo, certo: faremo sempre degli errori, non ci sono dubbi. Ma questo non deve frenarci». Una strada da intraprendere: la necessità di introdurre nel governo centrale degli ordini e delle Congregazioni «persone di varie culture, che esprimano modi diversi di vivere il carisma».
Francesco ha anche annunciato di aver chiesto alla competente Congregazione di riprendere in mano un paio documenti: il primo riguarda la vocazione dei fratelli e, più in generale, dei religiosi che non sono sacerdoti. Il Papa ha rilevato che non si è sviluppata una consapevolezza adeguata di questa vocazione specifica, e ha fatto riferimento a un documento che non è mai apparso, e che forse andrebbe ripreso per portarlo a compimento. Il secondo documento citato, del quale è in corso una revisione, è Mutuae relationes sul rapporto tra vescovi e religiosi nelle Chiese locali: «Noi vescovi dobbiamo capire che le persone consacrate non sono materiale di aiuto, ma sono carismi che arricchiscono le diocesi».
Ampio spazio nel dibattito è dedicato al tema della formazione e alle sue priorità: «Il fantasma da combattere è l’immagine della vita religiosa come rifugio e consolazione davanti a un mondo esterno difficile e complesso».
Ancora una volta Francesco mette in guardia dall’ipocrisia e dal clericalismo che possono minare già gli anni del noviziato: «Non si risolvono i problemi semplicemente proibendo di fare questo o quello. Serve tanto dialogo, tanto confronto». L’ipocrisia, frutto del clericalismo, «è uno dei mali più terribili». Ha inoltre elogiato la grande decisione di Benedetto XVI nell’affrontare i casi di abuso.
La formazione inoltre deve essere orientata non solamente alla crescita personale, ma alla sua prospettiva finale: il popolo di Dio, coloro ai quali saranno inviati: «Pensiamo a quei religiosi quei religiosi che hanno il cuore acido come l’aceto non sono fatti per il popolo. Insomma: non dobbiamo formare amministratori, gestori, ma padri, fratelli, compagni di cammino».
Una delle domande più pressanti fatte dai superiori è stata sulla vita fraterna dei religiosi e sul rischio di individualismo che si annida nelle comunità. «A volte è difficile vivere la fraternità, ma se non la si vive non si è fecondi». Anche il lavoro «apostolico» per il Papa può diventare una fuga dalla vita fraterna, e «se una persona non riesce a vivere la fraternità, non può vivere la vita religiosa». Il conflitto è inevitabile, ma «va assunto: non deve essere ignorato. Se coperto, esso crea una pressione e poi esplode». Papa Bergoglio, da religioso, conosce molto bene i limiti che attraversano la vita della comunità: «A volte siamo molto crudeli. Viviamo la tentazione comune di criticare per soddisfazione personale o per provocare un vantaggio personale. A volte le crisi della fraternità sono dovute a fragilità della personalità, e in questo caso è necessario richiedere l’aiuto di un professionista, di uno psicologo. Non bisogna avere paura di questo, non si deve temere di cadere necessariamente nello psicologismo. Ma mai, mai dobbiamo agire come gestori davanti al conflitto di un fratello. Dobbiamo coinvolgere il cuore». Il Papa chiede di saper «accarezzare i conflitti», vivendo come San Giuseppe, una «tenerezza eucaristica».
Infine Papa Francesco spiega cose intende per «frontiere» dell’evangelizzazione: restano quelle geografiche, ma ci sono anche «quelle simboliche sulla base dei carismi». Come priorità indica le realtà di esclusione, «dove vanno inviate le persone migliori, le più dotate»; la frontiera «culturale e quella educativa nella scuola e nell’università», ribadendo che il compito educativo è una missione «chiave, chiave, chiave!», che richiede di annunciare Cristo anche affrontando situazioni familiari inedite o complesse.
Con questo nuovo volume della collana "Le parole di Papa Francesco" la Libreria Editrice Vaticana prosegue la pubblicazione dei discorsi e delle omelie del nuovo pontefice. In particolare vengono qui raccolti i discorsi pronunciati dal Papa a partire dal suo ritorno dal viaggio a Rio De Janeiro, per la Giornata Mondiale della Gioventù, fino all'Angelus della prima domenica di Avvento.
"In questo mio primo Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace, desidero rivolgere a tutti, singoli e popoli, l'augurio di un'esistenza colma di gioia e di speranza. Nel cuore di ogni uomo e di ogni donna alberga, infatti, il desiderio di una vita piena, alla quale appartiene un anelito insopprimibile alla fraternità, che sospinge verso la comunione con gli altri, nei quali troviamo non nemici o concorrenti, ma fratelli da accogliere ed abbracciare."
Perchè il pauperismo a buon mercato rischia di mortificare la bellezza della Chiesa. Si è parlato di papa Francesco come di un ciclone. A chi non viene in mente però che un ciclone è un evento metereologico piuttosto violento, che può seminare morte e distruzione? Questo libro si propone di mettere in evidenza che la Chiesa può essere povera senza impoverirsi, perchè il rischio di un pauperismo a buon mercato è di mortificare gravemente la bellezza, che è l'unica ricchezza dei poveri. Sono tutte condivisibili le scelte di Papa Francesco?
********************* La Misericordina venduta da LibreriaColetti.it è quella ORIGINALE, importata direttamente dal produttore ufficiale polacco, autorizzato dall'arcidiocesi di Cracovia a produrla e a distribuirla in esclusiva. NB i rosari contenuti nella scatola sono di colore scuro e possono differire leggermente tra una confezione e l'altra *********************
Descrizione
Una medicina spirituale che fa arrivare la Misericordia nell’anima. Si manifesta attraverso la pace del cuore, la gioia interiore ed il desiderio di fare del bene. La sua efficacia è garantita dalle parole di Gesù.
Formato:65x90 mm
Il set comprende:
- Rosario della Divina Misericordia
- Immagine di Gesù Misericordioso
- Flyer informativo
La pratica consigliata dal Papa è quella della corona della Divina Misericordia, diffusa da Santa Faustina Kowalska, suora mistica polacca canonizzata da Giovanni Paolo II nel 2000.
Il contenuto del "bugiardino" all'interno della scatola:
1. Cos'è la Misericordina e a quale scopo viene applicata?
Misericordina è un medicinale spirituale il quale fa arrivare la misericordia nell'anima. Lo si avverte tramite la tranquillità al cuore, la gioia esterna e il desiderio di diffondere il bene.
L'efficacia del medicinale è garantita dalle parole di Gesù.
Viene applicata quando:
- desideriamo avvertire la Divina Misericordia,
- desideriamo il convertirsi dei peccatori,
- sentiamo il bisogno dell'aiuto nella decisione difficile,
- non sappiamo perdonare qualcuno,
- desideriamo la misericordia per un uomo moribondo,
- desideriamo ringraziare Dio e adorarlo per tutte le grazie ricevute.
2. Prima di applicare il medicinale:
- trova un posto tranquillo, p.e. una camera, una chiesa,
- inginocchiati, tranquillizzati, trova un'immagine di Gesù Misericordioso,
- fa' il segno della croce, guarda l'immagine e con fiducia di': Gesù, confido in te.
3. Come applicare il medicinale?
Nella profilassi si consiglia una volta al giorno, negli stati acuti tante volte quante ne senti bisogno. Applicazione uguale sia per bambini che per adulti.
4. Somministrazione del medicinale:
All'inizio:
Padre Nostro, Ave Maria, Credo
Con grani grandi:
Eterno Padre, Ti offro il Corpo e il Sangue, L'Anima e la Divinità del Tuo dilettissimo Figlio e Signore Nostro Gesù Cristo, in espiazione dei nostri peccati e di quelli del mondo intero.
Con grani piccoli:
Per la Sua dolorosa Passione, anni misericordia di noi e del mondo intero.
Per finire (3 volte):
Santo Dio, Santo Forte, Santo Immortale, abbi pietà di noi e del mondo intero.
5. Possibili effetti imprevisti e controindicazioni:
non si avvertono effetti imprevisti e controindicazioni.
E' possibile applicare insieme alle altre preghiere.
Applicazione dei santi sacramenti favorisce l'efficacia del medicinale.
6. Altre informazioni:
Durata dell'applicazione di soli 7 minuti (0,49% della giornata). Rosario è una preghiera di affidamento alla volontà divina e richiesta della misericordia divina che è maggiore di ogni qualunque peccato o problema. Per questo ognuno che chiede la misericordia, la riceve. Più ti fidi di Gesù, più ricevi da Lui. Lui è Dio Onnipotente e ti può dare tutto quello che è buono e bello.
La presente pubblicazione raccoglie le riflessioni di Mons. Lorenzo Lezzi sul magistero di Papa Francesco, proponendo un itinerario di ricerca semplice ed efficace per approfondire il messaggio del Santo Padre. Il suo percorso inizia dall'analisi dei due verbi che danno il titolo al volume, "amare" e "servire", che sintetizzano la prospettiva teologica e pastorale di Papa Francesco. Non sono sinonimi, ma ognuno incarna la grandezza di Dio e dell'uomo e le loro libertà, Dio e l'uomo infatti non sono costretti ad amare e servire, hanno deciso di impegnarsi a farlo, con la premessa fondamentale che Dio ha iniziato per primo, dando così all'uomo un esempio da seguire e il Papa sostiene appunto che ogni uomo sia chiamato ad accogliere e portare a compimento l'impegno di amare e servire.
Il presente volume contiene una selezione di omelie e lettere pastorali pronunciati da Jorge Mario Bergoglio, prima della sua elezione al soglio pontificio, quando era ancora cardinale e arcivescovo di Buenos Aires. Misericordia, missione, testimonianza, e vita sono i quattro temi principali che costituiscono il filo conduttore delle riflessioni qui raccolte e rappresentano un chiaro invito del Pontefice argentino ad agire come cattolici, assumendo così un impegno attivo per diffondere il Vangelo, la Bellezza e l'Amore di Cristo.
Il "buonasera" di papa Francesco, appena eletto pontefice il 13 marzo 2013, è stato solo l'inizio di una serie di parole, pensieri, azioni che lo hanno fatto entrare nel cuore di tutti. Vorremmo sempre ascoltare la voce di coloro a cui vogliamo bene o che stimiamo, fossero anche brevi frasi da portare con noi, da riprendere quando ne abbiamo bisogno o per donarle ad altri. Questo libro ci permette di farlo proprio con le parole di papa Francesco, offrendoci la possibilità di leggere e meditare ogni giorno un suo pensiero. Sono parole dette in vari momenti, in continenti diversi, a persone vicine e lontane; vengono consegnate al lettore come un oggetto prezioso da accogliere, perché la ricchezza e la bellezza di questi contenuti possano risplendere per tanti, per tutti. Condividete queste frasi per telefono, sui social network, via e-mail, su un biglietto di auguri: faranno bene al cuore!
Un libro che ripercorre i primi mesi di pontificato seguendo il filo rosso della "tenerezza" nei gesti e nelle parole di Papa Francesco attraverso brevi brani biblici, notizie e curiosità, frasi tratte dagli incontri pubblici ma anche omelie e tweet. er scoprire, con Papa Francesco, che Dio ci ama. Da sempre e con tenerezza infinita. Età di lettura: da 6 anni.
"La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù". Papa Francesco consegna alla Chiesa e al mondo intero la sua prima Esortazione apostolica. Un documento importantissimo, scritto dal Papa di proprio pugno, dal sapore fortemente programmatico, perché delinea il nuovo volto di Chiesa voluto da Papa Francesco. Una "Madre dal cuore aperto": povera, vicina alla gente, chiamata a cercare nuove strade e ad uscire da se stessa, per annunciare il Vangelo della misericordia a tutti gli uomini. Il documento passa in rassegna con profetica lucidità le trasformazioni in atto nella Chiesa e le sfide del mondo attuale, denunciando le tentazioni a cui tutti siamo soggetti. "No a un'economia dell'esclusione; No al pessimismo sterile; Sì alle relazioni nuove generate da Cristo", dice il Pontefice. Papa Francesco rilancia con forza la responsabilità di tutto il Popolo di Dio nell'annuncio del Vangelo, richiama la dimensione sociale dell'evangelizzazione, la necessità di mettere al centro il bene comune e la pace sociale; riafferma lo strumento del dialogo tra fede e ragione, tra Chiesa e società, tra confessioni religiose. Parole di grande attualità, che ridanno motivazione e gioia a ciascuno. Il volume contiene il testo integrale dell'Esortazione apostolica e una Introduzione e guida alla lettura di mons. Marcello Semeraro. Indici tematici a cura di Giuliano Vigini. Edizione cartonata.
È bastato poco perché papa Francesco diventasse popolare, e la chiave del suo successo è in buona misura legata alla sua arte di parlare, affidata in larga parte alle sue omelie, spesso pronunciate interamente a braccio. Omelie nelle quali il papa, con l'umiltà che lo distingue, espone pensieri e concetti comprensibili a tutti: l'odio, l'invidia e la superbia sporcano la terra, la bontà e la tenerezza non devono fare paura. Se nel nostro cuore non albergano la misericordia e la gioia del perdono, non siamo in comunione con Dio. Osservare solo i precetti della chiesa non basta: è l'amore che salva. Questo libro raccoglie le parole del papa dai giorni immediatamente successivi alla sua elezione al soglio pontificio, fino a oggi. Una testimonianza diretta di un nuovo modo di intendere la missione che lo attende e di una diversa via per arrivare al cuore dei fedeli.