"Questo volume si rivolge a quanti avvertono il desiderio di scoprire il senso più vero del proprio essere. È una sintesi di storia della mistica rivolta ai non specialisti in materia. L'obiettivo vero dell'autrice sembra essere quello di introdurre personalmente i lettori nella vita mistica, offrendo con grande chiarezza gli strumenti e i concetti che ci consentono di promuovere la consapevolezza della nostra relazione con Dio presente nell'esistenza quotidiana e nelle piccole cose della nostra vita." (dalla presentazione)
Contenuto
Agostino di Ippona (354-430) è una figura che non smette mai di affascinare. Instancabile e inquieto ricercatore della verità, ragionatore lucido e «spietato» attira quanti non si accontentano di dogmatismi astratti ma cercano con la ragione il senso della vita, intrecciando esistenza e pensiero. Convertito dall'incontro con Cristo, diventa un credente appassionato e profondo. Il popolo di Dio lo investe prepotentemente del ministero prima di presbitero, poi di vescovo. L'epilogo della sua avventura terrena arriva in uno dei momenti più drammatici della storia: la caduta dell'impero romano. Il libretto traccia un'essenziale biografia di questo uomo così «moderno» nella sensibilità per poi offrire un'antologia commentata di brani semplici e accattivanti che, da un lato, servono a dare una conoscenza di base di questo grande personaggio, dall'altro, toccano argomenti di vita e di fede vicini all'esperienza del lettore del nostro tempo.
Destinatari
Per tutti.
Autore
Adolfo Scandurra, religioso carmelitano scalzo e sacerdote, è laureato in filosofia all'Università cattolica di Milano.
IL SAPORE DEI PADRI DELLA CHIESA NELL’ESEGESI BIBLICA di Guido Innocenzo Gargano.
A una prima lettura, l’interpretazione dei testi biblici fatta dai Padri della Chiesa può apparire datata e troppo lontana dalla sensibilità moderna e contemporanea. Essi erano infatti immersi in un contesto culturale molto diverso da quello del lettore contemporaneo, che si trova a volte nell’impossibilità di “gustare” i commenti e le intuizioni di quegli autori che hanno lasciato una profonda impronta nella storia del cristianesimo. Questo volume cerca di introdurre alla comprensione di alcuni elementi dell’ermeneutica (l’arte dell’interpretazione) propri dell’ambiente in cui si è affermato il cristianesimo,segnato dall’eredità ebraica e dalla cultura greco-romana. Lo scopo del libro è invogliare a leggere con più frutto i testi dei Padri della Chiesa,nella consapevolezza che la fede,chiave ermeneutica per eccellenza della Bibbia,rimane per tutti noi,ancora oggi,la motivazione principe del nostro interesse per quel libro che ha un “sapore” assolutamente “diverso” da tutti gli altri.
DESTINATARI
Studenti di teologia,laici impegnati,religiosi.
AUTORE
Guido Innocenzo Gargano, monaco camaldolese, ha ricoperto diversi incarichi istituzionali nella Congregazione Camaldolese e nella Congregazione per le Chiese Orientali Cattoliche. Attualmente risiede a Roma come Procuratore Generale e Priore del monastero di San Gregorio al Celio. Professore straordinario di Patrologia al Pontificio Istituto Orientale,insegna Storia dell’Esegesi dei Padri presso il Pontificio Istituto Biblico. Ha fondato i “Colloqui ebraico-cristiani di Camaldoli” e ha collaborato a diverse opere collettive e a dizionari di teologia e spiritualità. Numerosi i suoi volumi di lectio divina sui Vangeli e sulle Lettere di San Paolo.
La dottrina dei dodici apostoli è una breve e chiara esposizione della fede cristiana; un piccolo catechismo e insieme una raccolta di norme liturgiche e disciplinari. È un testo antichissimo – redatto forse in Siria verso il 50-60 d. C. – che mostra di non conoscere i Vangeli nella loro versione attuale, in quanto successivi.
Ci dà informazioni preziosissime sulle prime comunità cristiane. Tratta della formazione dei catecumeni e dei missionari; della scelta dei vescovi e dei diaconi; dei rapporti interni alle giovani e piccole Chiese; dell’importanza del lavoro svolto con serietà e impegno; della responsabilità data e richiesta all’assemblea dei fedeli.
Di massima importanza sono i brani relativi al battesimo, all’eucarestia – che aveva ancora una forma molto diversa dall’attuale – e all’agape fraterna, che all’epoca precedeva l’eucarestia.
Non conosciamo il suo autore. Il testo integrale è stato scoperto solo alla fine del 1800, all’interno di un manoscritto ritrovato a Gerusalemme. Ma l’Opera era già nota a causa delle citazioni che ne avevano fatto i Padri della Chiesa; segno che essa era, già nei primi secoli, molto diffusa per la sua autorevolezza.
La beneficenza è un dovere della vita cristiana, che ha come origine e modello la beneficenza di Dio per noi. L’amore del prossimo, infatti, ha come sua ultima radice l’amore di Dio, ossia la benevolenza di Dio per noi manifestata nella sua opera di salvezza.
Partendo da questi fondamenti teologici contenuti nella Sacra Scrittura, Cipriano espone le ragioni, la necessità e le modalità delle opere di carità, che hanno una dimensione personale ed ecclesiale.
La bontà di Dio ci ha fatto dono della salvezza in Cristo tramite il battesimo,ma ci offre un ulteriore mezzo di purificazione e di guarigione dai nostri peccati tramite la beneficenza e le elemosine, i cui vantaggi spirituali sono molteplici. Del resto, la generosità verso il prossimo è generosità verso Dio, poiché quanto è donato al povero e al bisognoso è donato a Dio.
Non si può dimenticare, infine, che il giudizio che Cristo pronuncerà sulla nostra vita verterà sull’amore che avremo negato o donato ai fratelli.
A cura di Piero Scazzoso ed Enzo Bellini
Introduzione di Giovanni Reale
Saggio integrativo di Carlo Maria Mazzucchi
Testo greco a fronte
“Della natura divina non c’è parola, né nome né conoscenza;
non è tenebra e non è luce, né errore, né verità,
e nemmeno esiste di lei in senso assoluto affermazione
o negazione, ma quando affermiamo o neghiamo le cose
che vengono dopo di lei, non affermiamo né neghiamo lei;
dal momento che supera ogni affermazione la causa
perfetta e singolare di tutte le cose, e sta al di sopra
di ogni negazione l’eccellenza di chi è sciolto assolutamente
e da tutto e sta al di sopra dell’universo.”
Il Corpus dionisiano, sintesi del neoplatonismo greco e del pensiero cristiano, è costituito da una serie di scritti: la Gerarchia celeste, la Gerarchia ecclesiastica, i Nomi divini, la Teologia mistica e Lettere. Questi scritti per certi aspetti stanno alla base della teologia medioevale di lingua latina nelle sue più svariate forme (dalla dottrina degli angeli all’ecclesiologia), in quanto furono attribuiti anacronisticamente a quel Dionigi, personaggio ateniese, convertito da San Paolo dopo il discorso all’Areopago narrato negli Atti degli Apostoli. In realtà in questi scritti è chiaramente presente un linguaggio neoplatonico molto vicino a quello di Proclo e di Damascio, il che lascia pensare a una datazione intorno alla metà del VI secolo. Furono commentati da Massimo il Confessore e da Giovanni Scoto Eriugena, e si possono considerare il punto di partenza di tutta la teologia negativa e fonte di ispirazione del misticismo cristiano medievale e moderno, da Meister Eckhart fino a Edith Stein. Dopo la scoperta in età moderna della loro inautenticità, ci si è resi conto della preminenza del pensiero neoplatonico su quello cristiano. Cristo, pur spesso citato, non trova spazio adeguato nell’impianto metafisico-teologico, in modo sorprendente. Resta un mistero se l’Autore fosse un credente che cercasse di assorbire nel pensiero cristiano il pensiero tardo-antico pagano, o se fosse un dotto filosofo che cercasse invece di assorbire nel pensiero pagano il pensiero cristiano.
Carlo Maria Mazzucchi, nel Saggio integrativo che qui presentiamo, illustra l’ipotesi rivoluzionaria secondo la quale l’Autore potrebbe essere proprio Damascio, che ha scritto questo imponente Corpus in senso anticristiano. In ogni caso, va tenuto presente il fatto che la “storia degli influssi” del Corpus dionisiaco va ben al di là degli intenti dell’Autore, e che alcune pagine rimangono esemplari, e sotto vari aspetti costituiscono punti di riferimento irreversibili.
Piero Scazzoso (1912-1975) è stato docente di Lingua e Letteratura greca all’Università Cattolica di Milano. Studiò a fondo il linguaggio e il significato del Corpus nella tradizione cristiana, soprattutto orientale. Alla traduzione delle opere del Corpus dionisiano lavorò per quindici anni (dal 1960 alla morte). Morì prima di vedere la pubblicazione della sua traduzione.
Enzo Bellini (1934-1981), è stato docente di Storia della Teologia presso l’Università Cattolica di Milano e di Patristica e Patrologia presso la Facoltà Teologica Interregionale di Milano. Era specialista del pensiero tardo-antico cristiano, cui ha dedicato una serie di lavori. Negli ultimi anni si era occupato soprattutto dell’approfondimento del pensiero metafisico-teologico espresso nel Corpus dionisiano. A lui è stato affidato il compito di preparare la pubblicazione della traduzione di Scazzoso, accompagnata dalla sua interpretazione, espressa nel nutrito Saggio introduttivo e negli imponenti apparati (prefazioni, parafrasi, note e indici).
Carlo Maria Mazzucchi è professore di Filologia Bizantina presso l’Università Cattolica di Milano, ed è un conoscitore al più alto livello nazionale e internazionale del pensiero tardo-antico e bizantino.
Giovanni Reale è uno dei massimi storici della filosofia antica. La sua sterminata produzione scientifica copre tutto l’arco del pensiero antico pagano e cristiano; ha dedicato monografie specifiche a Parmenide, Melisso, Socrate, Platone, Aristotele, Teofrasto, Pirrone, Plotino, Proclo e Agostino. La sua opera maggiore è la Storia della filosofia greca e romana in 10 volumi, pubblicata da Bompiani.
La ricchezza culturale del Medioevo nelle pagine di uno fra i massimi studiosi viventi
Qualsiasi via si percorra per studiare il medioevo, termine per altro infelice, ci si accorge dell’incomparabile ricchezza culturale che segna i suoi secoli e di quanto sia stato e continui a essere insulso il pregiudizio che lo annovera tra le epoche oscure. In realtà, esso è segnato da una ricchezza multiforme sorprendente, anche se con diversa intensità e sviluppo. Ecco la ragione del titolo Mirabile Medioevo dato a questa nuova raccolta di studi medievali di Inos Biffi, che forma il sesto volume della sua Opera Omnia.
Si tratta di saggi diversi, tra i quali risalta come primo "Al cuore della cultura medievale. Profilo di storia della teologia", nato dalle lezioni per vari anni tenute presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale. Seguono vari altri contributi, con differente materia, ma tutti espressione della figura della teologia nel medioevo: i carismi, la croce, la figura di Maria, la forma estetica e l’iconografia nel medioevo.
Fondamentale in queste pagine è il particolare risalto dato alla forma o modalità estetica della teologia medievale, nella condivisa persuasione di Étienne Gilson che: «Le cattedrali di pietra sono francesi, ma le cattedrali di idee sono italiane». Proseguendo il pensiero di Gilson, si formò la persuasione che in quelle cattedrali erano le stesse idee ad assumere la forma delle pietre, o che quelle pietre avevano il senso e la chiarezza delle idee, che traducevano un disegno: esattamente il disegno che il progettista, l’architetto, come lo scultore e il pittore e l’autore di vetrate, leggevano nella storia della salvezza e quindi nella teologia, non discompagnata dalla filosofia.
Accanto agli studi, il volume contiene la sezione dei profili, una galleria di figure che hanno popolato e impreziosito il medioevo: dall’abile e geniale Sugero di Saint- Denis; al potente e ambizioso, prima, e convertito poi fino all’effusione del sangue, Thomas Becket, assassinato nella cattedrale; alla saggia madre Dhuoda, con il suo illuminato manuale o «specchio» per l’educazione regale del figlio; al martire Arialdo, con la sua passione per la purezza e la dignità dei ministri della Chiesa; a Maria di Francia con i suoi lais.
Conclude il tutto il copioso manipolo delle recensioni di testi e di studi di argomento medievale, alle quali l’autore ha dedicato per anni tanto tempo.
Catalogo della mostra che Aosta ha dedicato al suo santo. Catalogo volto alla divulgazione della vita e dell'opera di Sant'Anselmo da Aosta, mediante la ricostruzione sintetica delle vicende umane e del pensiero di un protagonista della scena politica e intellettuale del secolo che ha visto un profondo rinnovamento della civiltà europea.
Nel corso del Commento a Matteo, Origene esprime la sintesi delle parabole e similitudini presenti nel Vangelo parlando del Cristo come Regno-in-sé. Le parabole scelte e pubblicate in questo volume sono cinque: il tesoro e la perla; la rete e lo scriba del regno dei cieli; i due debitori; gli operai nella vigna; gli invitati al banchetto.
In tutto l’arco delle parabole considerate l’Alessandrino nota la parzialità del rapporto che s’istituisce tra la parabola e il significato che essa indica simbolicamente, perché si ha come una duplice linea di inadeguatezza: dalla parte della realtà, sempre eccedente rispetto alla sua raffigurazione in immagine, come dalla parte della similitudine, da assumersi sempre selettivamente nei suoi contenuti rappresentativi; questa asimmetria tra realtà e immagine è un elemento che bene si inserisce nell’orizzonte teologico origeniano, per il quale la comprensione delle realtà divine non solo spinge costantemente la ricerca a nuovi approfondimenti, ma trascende le stesse possibilità espressive della parola umana. Le parabole diventano così diverse declinazioni dello stesso messaggio, ossia di un Dio che continua a farsi debole per potere essere accolto dalla debolezza della creatura. Un Dio che si umilia, facendosi uomo, e che, attraverso lo spiraglio che l’umanità permette, agisce con la sua potenza rigeneratrice, riconducendo l’uomo, nelle nozze escatologiche, alla sua originaria vita divina.
La disputa intorno alla libertà dell’arbitrio umano, che vede contrapposti Erasmo da Rotterdam e Martin Lutero, costituisce un momento decisivo nella storia del pensiero occidentale e della modernità.
Nello scritto di Erasmo e nella risposta di Lutero viene infatti al pettine il nodo del rapporto tra due componenti essenziali della cultura della prima età moderna: l’umanesimo e la Riforma protestante.
Vi si confrontano due distinte concezioni della libertà – prerogativa inderogabile della ragione umana per l’uno, dono divino inscindibile dalla grazia per l’altro – che, pur in conflitto, sono alla radice della moderna civiltà europea.
Per Erasmo e Lutero sono tuttavia in gioco soprattutto la salvezza degli esseri umani, il loro rapporto con Dio e il principio fondamentale di interpretazione del messaggio evangelico.
I passi scelti del De servo arbitrio luterano fanno da risposta e contraddittorio al testo integrale del De libero arbitrio di Erasmo.
Il testo, partendo dal modo in cui la Parola di Dio era compresa nella Chiesa antica, intende offrire alcune indicazioni affinché la Parola di Dio formi l’integrità della persona credente. Nel mistero di Dio c’è il Silenzio eterno del Padre che genera il Verbo e nel mistero del mondo c’è il Verbo che fa nascere tutto attraverso la sua Parola. Tutto si comprende in questo contesto di dialogo caratterizzato dal dono della vita. Anche la Scrittura va compresa così. La Parola di Dio che in essa si comunica non è mai limitata alle sue stesse parole: queste parole, di un valore infinito in sé, sono una via aperta all’incontro per permetterci di cogliere in tutto la Parola di Dio. Il Verbo incarnato è la chiave per aprire questi tesori. E poiché la Chiesa è il corpo di Cristo, in essa si immettono nel contesto sempre vivo di Cristo le parole che Lui ha pronunciato nel corso di tutta la storia della salvezza. È in questo sfondo che va collocata la nostra lettura della Bibbia perché sia efficace: una rivelazione che è sovrabbondante rispetto alle forme e ai simboli tramite i quali si esprime, una rivelazione che è comunicazione di vita e che impedisce così di fossilizzare le forme e i simboli in cui si esprime, una rivelazione che è un’unica e ininterrotta Parola viva, pronunciata alla creazione, risuonata nel corso della storia della salvezza, diventata uomo, diventata Passione e Risurrezione, che nello Spirito, celebrata nella Chiesa, consegnata nel Libro, pronunciata e ripresentata nel culto, trascina segretamente in sé, verso “il seno del Padre”, tutta l’umanità e tutto l’universo, modellando senza sosta il suo Corpo.
Indice: Un mistero che è oltre le forme della sua rivelazione * Una rivelazione che comunica la vita * I due modi principali della rivelazione: la natura e la Scrittura * Una lettura nello Spirito * Cristo chiave delle Scritture * Una lettura ecclesiale * Parola e sacramento * Tipi e simboli * Custodire la Parola * I frutti di questa lettura