L'inno Jesu dulcis memoria, pur essendo composto in una lingua ormai desueta, è custode di una promessa ancora in grado di sorprendere chiunque si lasci avvicinare e, quasi, toccare dal suo "segreto". Non si tratta infatti, in primo luogo, di capire qualcosa che non risulta chiaro alla mente, bensì di sperimentare una "presenza" inattesa, la sola capace di sciogliere quel nodo interiore che è sorgente perenne di inquietudine. La bellezza semplice del testo, la vivacità delle sue immagini, la linea musicale sobria e pacata hanno, nel loro insieme, una sorprendente capacità di suscitare sentimenti di serenità e di pace. Ma la particolare profondità di questi effetti non si spiega a partire soltanto dal testo o dal canto o dalle immagini evocate, e nemmeno dall'insieme di tutte queste cose, bensì, appunto, a motivo del "segreto" che questo inno custodisce e che invita a scoprire.
Perché i papi da un certo momento hanno scritto encicliche sociali? Prima di allora, la Chiesa non aveva un insegnamento in materia? È la società che rende cattivo l'uomo o viceversa? Per rispondere a queste domande occorre seguire, enciclica dopo enciclica e senza trascurare il Concilio Vaticano II, il tragitto del magistero pontificio rispetto alle problematiche sociali degli ultimi due secoli. Ne emerge un pensiero sempre attuale, capace di interpretare i singoli momenti storici e di proporre risposte che hanno spesso anticipato le migliori acquisizioni della cultura contemporanea. La fraternità e la solidarietà tra i singoli e tra i popoli, la pace come frutto della giustizia, i diritti dell'uomo che precedono gli ordinamenti degli stati, l'equità come fondamento della giustizia e della legalità, il valore del lavoro come occasione per la realizzazione personale e sociale di sé, la sussidiarietà come condizione di una soggettività sociale più ricca, il bene comune invece degli interessi di parte, i diritti educativi della famiglia di fronte allo stato e l'impegno delle religioni a favore della pace perché «solo la pace è santa e nessuna violenza può essere perpetrata in nome di Dio, perché profanerebbe il suo Nome» (Francesco), anche grazie al magistero sociale cattolico, sono ideali ormai acquisiti da larga parte dell'umanità, spesso sanciti nelle convenzioni internazionali.
Il perdono è la dimostrazione più evidente dell’onnipotenza e dell’amore del Padre, che Gesù ha rivelato nella sua vicenda terrena. La misericordia divina riveste un significato particolare nella vita e nell’itinerario spirituale di Papa Francesco e con lei, come ricordato nella Lettera Apostolica Misericordia et Misera, anche “il Sacramento della Riconciliazione ha bisogno di ritrovare il suo posto centrale nella vita cristiana”. Servendosi quasi completamente delle parole del Pontefice, con questo volume, la Penitenzieria Apostolica intende offrire un supporto alla Confessione e alle Indulgenze. Al suo interno sono contenute indicazioni per il fedele – su che cos’è la confessione, come confessarsi, su come prepararsi al sacramento della confessione, l’Atto di Dolore – per il confessore e un piccolo focus su cosa sono le Indulgenze e come si ottengono.
Il volume è arricchito dai commenti del Santo Padre alle parabole: La peccatrice che bacia i piedi di Gesù (Lc 7,36-50), L’adultera perdonata (Gv 8,1-11), la Parabola del servo spietato (Mt 18,21-35).
Il presente volume contiene l’Istruzione Ad resurgendum cum Christo circa la sepoltura dei defunti e la conservazione delle ceneri in caso di cremazione, della Congregazione per la Dottrina della Fede (15 agosto2016). Il testo è preceduto da una Presentazione di S.E. mons. Luis Ladaria, S.I., Prefetto, che ne sottolinea sinteticamente i punti salienti.
Il documento è accompagnato da alcuni articoli di esperti (Serge Thomas Bonino, O.P., Bruno Esposito, O.P., Angel Rodríguez Luño, Antonio Miralles, Romano Penna), i quali portano la loro attenzione sui risvolti biblici, teologici, liturgici e pastorali connessi a tale Istruzione.
Con questo volume la Congregazione per la Dottrina della Fede ha inteso ribadire le ragioni dottrinali e pastorali per la preferenza della sepoltura dei defunti e ha emanato norme per quanto riguarda la conservazione delle ceneri in caso di cremazione.
Costituzione Apostolica circa le Università' e le Facoltà Ecclesiastiche.
Nella lettera ai consacrati in occasione dell'anno della vita consacrata papa Francesco scriveva che occorre "guardare il passato con gratitudine". Raccontare la propria storia è indispensabile per tenere viva l'identità, per rinsaldare l'unità della famiglia e il senso di appartenenza dei suoi membri. Questo libro intende offrire un contributo alla storia della catechesi presentando l'evoluzione storica della Congregazione della dottrina cristiana dai suoi inizi (1592) fino ai giorni nostri.
Edición bilingüe con el texto latino de la edición crítica leonina.
Traducción y anotaciones por una comisión de PP. Dominicos presidida por Francisco Barbado Viejo, OP.
Este undécimo volumen comprende: Tratado del Verbo encarnado, versión Francisco José Ayala, OP; introducciones Manuel Cuervo, OP.
Reimpresión de la edición de 1960.
«Sin la verdad, el hombre se mueve en el vacío, su existencia se convierte en una aventura desorientada y su emplazamiento en el mundo resulta inviable» (CEE, Instrucción pastoral La verdad os hará libres, 1990)
543 voci, di cui 118 nuove, per l’:opera più: completa nel suo genere: un ":databank": indispensabile e aggiornato per tutti coloro che sono interessati agli aspetti più: delicati e discussi della bioetica e della sessuologia. Hanno collaborato 373 specialisti, i più: noti esperti italiani e stranieri degli ambiti trattati: docenti, medici, giuristi, filosofi, teologi, psicologi, umanisti, sociologi, ecologisti, esperti in scienze della famiglia... Contributi scientifici ma di portata sociale, per un'ampia diffusione anche in ambito pastorale: la serietà: dell’:impianto generale, la declinazione delle singole tematiche e la chiarezza espositiva ne consigliano la consultazione anche agli educatori e alle famiglie.
In Occidente facciamo volentieri a meno di Dio: ci sentiamo maggiorenni, indipendenti. Per i non credenti è positivo che Dio venga finalmente detronizzato. Per i credenti più critici – quelli che non si trascinano in una fede abitudinaria, senza mordente – diviene invece pressante la domanda su chi abbia occupato quei troni, rimasti vuoti. Non lontano da noi, poi, dei combattenti disposti a tutto si richiamano con ostinazione a un Dio che scende in battaglia al loro fianco per spargere terrore su di un mondo degenere e infedele. La contraddizione è stridente e suscita tanti interrogativi.
Gli autori indagano allora qui temi e atteggiamenti che caratterizzano il dubbio e la mancanza di fede oggi. Lo fanno mettendosi a nudo e offrendo uno spaccato della loro storia personale: portano nella riflessione le situazioni più disparate. All’incredulità accordano un significato purificatore per la fede. Una certa dose di scetticismo, cautela, reticenza nel professare la propria fede può essere salutare là dove certezze granitiche e inattaccabili divengono un’arma in mano a quanti si mascherano da credenti.
Ogni fede che incorpora al proprio interno una mancanza di fede evita forzature e diventa più solida e matura.
«Non accontentatevi di piccoli sogni, ma sognate in grande.» L’ha chiesto papa Francesco agli studenti universitari durante la sua visita a Bologna nell’ottobre 2017, ma è come se l’avesse chiesto a tutti i giovani che ogni mattina varcano l’ingresso delle loro Università carichi di preoccupazioni per l’esame imminente e di speranze per il loro avvenire.
Il Papa incoraggia l’Università a essere ancora culla di una cultura di speranza e di pace, affidandole tre diritti per rinnovare il sogno di un nuovo umanesimo: il diritto alla cultura, come coltivazione di un senso critico opposto ai «teatrini dell’indignazione»; il diritto alla speranza, come contrasto alle «frasi fatte dei populismi» e al «dilagare inquietante e redditizio di false notizie»; e infine il diritto alla pace come diritto di tutti a comporre i conflitti senza violenza.
Tre docenti, introdotti da una riflessione di don Marco Cianci, danno una lettura originale e coraggiosa del messaggio del Papa, che è insieme promessa e responsabilità.
Un piccolo e agile strumento per la preghiera e la meditazione degli educatori che hanno soprattutto a che fare con i preadolescenti e gli adolescenti. Dieci appuntamenti con don Tonino Bello, che visse intensamente il Vangelo nella sua scelta preferenziale per i poveri, operando con passione e tenacia per promuovere pace e giustizia. Dando sempre fiducia ai giovani, seppe suscitare in loro entusiasmo e desiderio di dare la vita secondo il comandamento dell'amore. Un esempio per gli educatori che non vogliono perdere l'occasione per rinnovare il loro impegno, traducendolo in una forma di servizio più consapevole.