Dalle tecniche più semplici all'uso di strumentazioni tecnologiche avanzate, i temi e i metodi per la documentazione e lo studio dei manufatti antichi, in una guida chiara, ricca di esempi, che unisce la teoria alla pratica del rilievo archeologico nei diversi contesti.
Pompei, con oltre due milioni di visitatori all'anno, è uno dei più importanti siti archeologici italiani. La mostra "Storie da un'eruzione. Pompei Ercolano Oplontis" al Museo Archeologico Nazionale di Napoli è l'occasione per osservare in anteprima i ritrovamenti delle più recenti campagne di scavo. Gli studi e l'apparato iconografico riportano l'antichità a una dimensione umana, con la ricostruzione delle "storie" degli individui travolti dall'eruzione. Il volume è la guida alla mostra omonima (Napoli, Museo Archeologico Nazionale, 20 marzo - 31 agosto 2003; Bruxelles, Museés Royaux d'Art et d'Histoire, 8 ottobre 2003 - 8 febbraio 2004).
Il volume ricapitola gli aspetti essenziali della vicenda di Troia: vicenda che non è solo quella di una città reale, ma anche di un potente mito letterario, che perdura attraverso i secoli fino a noi. Storia di una città antica e storia di un mito letterario e anche storia di un'avventura dell'archeologia moderna, a partire dalla discutibile e famosa spedizione di un dilettante come Heinrich Schliemann.
L'Egitto ha dato vita a una civiltà eccezionalmente progredita, una delle culture più antiche, potenti, durevoli e tecnicamente avanzate che il mondo abbia mai conosciuto. Questo volume presenta un'accurata selezione cronologica arricchita da una tavola sinottica dei principali eventi storici, delle più belle opere d'arte prodotte nell'arco di un periodo che va dal 4000 a.C. circa al 200 d.C., quando l'Egitto era una provincia dell'Impero romano. Una raccolta che illustra come l'arte egizia, pur essendo definita da caratteristiche rimaste invariate nei secoli, presenti una grande varietà di misure, tematiche e tipologie di oggetti che spaziano da templi e piramidi monumentali a piccoli e delicati gioielli, passando per dipinti e sculture.
Una raccolta di studi sulle iscrizioni paleocristiane per riscoprire le nostre origini cristiane. Le iscrizioni paleocristiane sono una fonte preziosa per conoscere meglio tanti aspetti della societa cristiana dei primi secoli. Gli studi qui raccolti ne sono una prova eloquente: le testimonianze epigrafiche fanno emergere molti elementiutili e talvolta inediti sulla lingua usata dai fedeli di allora, sulla loro religiosita, sulla loro vita affettiva, sulle loro concezioni della morte, ma anche sulla loro composizione sociale e su tanti altri particolari, di cui nessun documento ufficiale ha mai fatto cenno. Attraverso questi saggi, frutto di una attivita scientifica ormai trentennale dell'autore, il lettore potra compiere un viaggio suggestivo e interessante alla riscoperta delle nostre origini cristiane.
Il volume offre una sintesi di tutto ciò che attiene allo spettacolo nelle varie forme presenti in Magna Grecia e in Sicilia nel periodo che va dall'età arcaica agli anni della conquista romana. In esso sono raccolte fonti letterarie ed epigrafiche, produzioni artigianali e architetture, comprese tra il VII e il I secolo a.C., concernenti quella che fu senza dubbio una delle espressioni più alte della cultura antica occidentale.
A partire dalla prima metà dell'Ottocento, fino ad anni recenti, sono state rinvenute, in vari sepolcri della Magna Grecia, di Creta e della Tessaglia, alcune sottilissime lamine d'oro, databili fra il IV e il II secolo a.C., che recano le "istruzioni destinate a guidare nel suo itinerario oltremondano l'anima che è stata debitamente iniziata a una dottrina misterica". Iniziazione sulla quale il mondo antico è riuscito a mantenere un impenetrabile segreto. In questo libro Pugliese Carratelli fa il punto sulle diverse interpretazioni che negli anni si sono succedute e avanza l'ipotesi che la maggior parte di queste iscrizioni siano intimamente legate alla scuola di Pitagora.
La Torre di Babele è un enigma archeologico, un simbolo del mondo dell'architettura, nonché un mito fondamentale della nostra civiltà. Quest'opera di Vicari prende le mosse dall'analisi dei resti risalenti al VII-VI secolo a.C.; passa poi a considerare la funzione della mitica ziggurat babilonese servendosi del testo di Erodoto che ha mutato, nell'immaginario collettivo, la Torre da quadrata a rampa spiraliforme. Infine, affronta l'aspetto mitologico connesso a questa leggendaria costruzione, la molteplicità di significati e di sensi che sono scaturiti dal racconto biblico della Genesi. Conclude l'opera una visione nel mondo dell'arte e un dibattito legato alla confusione e alla confluenza delle lingue.