“Gesù non ha inventato la croce, l’ha trovata anch’Egli sul proprio cammino come ogni uomo. La novità che Egli ha inventato è stata quella di mettere nella croce un germe di amore. Così la croce è diventata la strada che porta alla vita. La croce è messaggio di amore, sorgente di calore trasformante per l’uomo. È la croce di Gesù, quella croce che oggi noi adoreremo e baceremo, quella croce che però prima ancora abbraccia ciascuno di noi e ci affida un incarico:... ci invita a seminare anche in esse, come Egli ha fatto per primo, il germe dell’amore e della speranza”.
“Gesù non ha inventato la croce, l’ha trovata anch’Egli sul proprio cammino come ogni uomo. La novità che Egli ha inventato è stata quella di mettere nella croce un germe di amore. Così la croce è diventata la strada che porta alla vita. La croce è messaggio di amore, sorgente di calore trasformante per l’uomo. È la croce di Gesù, quella croce che oggi noi adoreremo e baceremo, quella croce che però pri- ma ancora abbraccia ciascuno di noi e ci affida un incarico:... ci invita a seminare anche in esse, come Egli ha fatto per primo, il germe dell’amore e della speranza”.
Uno strumento ormai classico e atteso per vivere il tempo della Quaresima, pensato per la celebrazione comunitaria ma anche personale. Le meditazioni a commento che arricchiscono lo schema tradizionale della Via crucis sono attinte dalle opere di Carlo Maria Martini edite da Àncora.
All'inizio degli anni '90 l'Italia è attraversata dalla scossa che andrà sotto il nome di Tangentopoli. Un brutto nome per una brutta storia. Che riguarderà da vicino la città di Milano e ugualmente da vicino il mondo della comunicazione. Campagne pubblicitarie e professionisti noti vengono messi sotto accusa, coinvolti da elementi emersi a carico di politici e ministri. Nello stesso periodo, significativamente tra il 1991 e il 1992, il cardinale Carlo Maria Martini, arcivescovo di Milano, attraverso lo strumento delle lettere pastorali e in altre occasioni di riflessione pubblica, affronta in modo meno congiunturale e più mirato al rapporto tra persone e valori le questioni della comunicazione e dei mass media. Dedicherà due testi ("Effatà" nel 1991 e "Il lembo del mantello" nel 1992) a queste problematiche. A lui si rivolgono quindi i pubblicitari italiani raccolti nella Associazione Tecnici Pubblicitari per aprire nella sede di Assolombarda a Milano una conferenza dedicata al rapporto tra etica e comunicazione per segnalare spunti critici e autocritici alla realtà professionale e alla società. Martini accetta di aprire quei lavori, affiancato da un rappresentante laico delle istituzioni che da alcuni anni svolgeva, come direttore generale dell'informazione a Palazzo Chigi, un riconosciuto lavoro di professionalizzazione e modernizzazione nel settore pubblico, Stefano Rolando.
Il testo del card. Carlo Maria Martini è un commento profondo e semplice alla Costituzione 'Dei Verbum' sulla Divina Rivelazione, promulgata da Paolo VI con tutti i Padri Conciliari il 18 novembre 1965.
Carlo Maria Martini ha segnato un'epoca nella storia della Chiesa. La sua scomparsa ha tenuto per giorni le prime pagine dei quotidiani e le aperture dei telegiornali. Almeno duecentomila persone, credenti e non credenti, hanno partecipato all'ultimo saluto all'arcivescovo. Come si spiega un affetto tanto profondo? La gente è accorsa "perché ha colto che in Martini il cuore dell'uomo veniva prima della pur importante teologia; la misericordia e la comprensione, la capacità di interrogarsi e di mettersi in discussione ispiravano l'approccio del cardinale, mai il giudizio o l'erigersi in cattedra". Martini è stato un profeta del nostro tempo, ha saputo cioè interpretarlo, esserne coscienza critica, indicare delle mete. La volontà di raggiungere tutti è stata il filo conduttore della sua missione, il dialogo la parola-chiave del suo ministero: con i terroristi, quando Milano era frontiera dei terribili "anni di piombo"; con le altre confessioni cristiane, come presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali europee; con tutte le religioni, in particolare quella ebraica; con il pensiero laico, attraverso l'iniziativa della "Cattedra dei non credenti"; con l'uomo contemporaneo e le sue inquietudini; con una scienza in grado ormai di ridisegnare i confini della vita e della morte. Per questo suo "stile", per l'instancabile propensione al confronto, l'arcivescovo di Milano è stato amato e avversato, sognato o temuto come possibile pontefice.
Immagini e parole di Carlo Maria Martini, per ventidue anni alla guida della diocesi di Milano, per ricordare la figura e l'opera di un grande uomo di Chiesa. Appassionato e attento conoscitore della Sacra Scrittura; pastore lungimirante della più grande diocesi del mondo, il cardinal Martini ha lasciato un'impronta indelebile e ricchissima, che ha toccato il cuore e la vita di uomini e donne, giovani e adulti di ogni età, estrazione sociale, cultura e credo religioso, ben oltre i confini del territorio ambrosiano e italiano. Il cardinale è colto in questa selezione di scatti fotografici nelle sue relazioni quotidiane, nei momenti rituali e in altri più "popolari" di cui sono stati intessuti i lunghi anni del ministero ambrosiano. Ma sono soprattutto le sue parole, qui selezionate con cura e grande affetto, a documentare almeno in parte lo spessore di una riflessione a 360 gradi sulle "cose di Dio" e su quelle che toccano nella carne l'intera umanità. Lettere pastorali, meditazioni, riflessioni e discorsi del cardinal Martini hanno in sé una lungimiranza di sguardo sul nostro tempo, sulle sue incognite e potenzialità, nutrito sempre di grande passione per l'uomo e il suo cammino verso la felicità piena, nel totale affidamento alla sapienza di Dio, da saper parlare a chiunque abbia il cuore aperto e desideroso di verità.
Il volume raccoglie alcune indicazioni sulla liturgia espresse dall'arcivescovo Carlo Maria Martini nel tempo del suo episcopato milanese. Riascoltare le sue riflessioni di grandissimo valore, orientate a far maturare i frutti della riforma conciliare, può aiutare ancora oggi pastori e fedeli laici a individuare possibili percorsi di crescita spirituale. Al lettore le parole dell'arcivescovo emerito di Milano sono ridonate come originale e perspicuo commento della Costituzione Sacrosanctum Concilium, nel cinquantesimo anno dalla sua pubblicazione.
Il 31 agosto 2012 è scomparso il cardinale Carlo Maria Martini: un uomo da sempre al servizio della Chiesa, per la quale auspicava un'apertura all'ascolto, alla modernità, al cambiamento; uno dei pochi capaci di un dialogo reale con il mondo laico e con le sue problematiche. Che ne sarà del suo insegnamento? Monsignor Luigi Bettazzi, don Andrea Gallo, Vito Mancuso e Giuliano Pisapia hanno avuto modo di conoscerlo durante la propria vita, e oggi ci offrono la loro testimonianza sulla figura e l'eredità del cardinale, affrontando attraverso il suo ricordo i temi più attuali del dibattito civile e religioso contemporaneo. Prefazione di Ignazio Marino.
Il pomeriggio del 31 agosto 2012 Carlo Maria Martini è entrato nella luce piena del Signore risorto. Questo volume - il secondo di un "trittico" di pubblicazioni che il Seminario di Milano ha progettato per onorare anniversari significativi, legati alla sua persona - diventa così occasione per cominciare a raccoglierne l'eredità. Il testo ha per oggetto gli atteggiamenti fondamentali che sostengono un cammino di discernimento vocazionale e contiene interventi inediti, rivolti alle varie comunità del Seminario, ma di valido aiuto anche per giovani e ragazze, alla ricerca della volontà di Dio sulla propria vita. Gli interventi di Martini sono accompagnati da una serie di studi di docenti del Seminario che li inquadrano dal punto di vista storico e cercano di metterne in luce la fecondità sotto il profilo spirituale e psico-pedagogico. Conclude il volume una testimonianza di mons. Gianfranco Poma, il cui rettorato fu interamente svolto sotto l'episcopato di Martini.
Lo scopo di questo libro, che raccoglie le letture dei salmi proposte dal cardinale Martini, è quello di aiutare chiunque lo desideri ad avvicinare le preghiere del salterio. Nelle diverse situazioni il cardinale ha utilizzato il metodo della "lectio divina" per rileggere con maggiore profondità il testo dei salmi e mostrare come quste antiche preghiere possano scendere nel profondo di ogni persona "come una spada a due tagli". Ogni capitolo del libro presenta il testo del salmo seguito dall'intervento del cardinale. La "lectio divina" non occupa mai troppe pagine e così ciascun salmo può diventare un'occasione per vivere un momento di sosta nel corso della giornata, in cui leggere un testo e poi lasciare spazio ad un tempo di silenzio, seguendo in questo modo un invito che il cardinale ha proposto in divese occasioni.
Il cardinal Martini tratteggia il percorso che ogni uomo può affrontare per scegliere di vivere la fede cristiana. Attraverso la ricca filigrana della Lettera ai Romani, Martini riflette sul come usare le parole antiche della Scrittura per comunicare oggi i contenuti eterni e universali del messaggio d'amore di Gesù. Occorre non distanziarsi dal vocabolario biblico ed evangelico, ma ridirlo in maniera comprensibile, quasi colloquiale, affinché l'essenza dell'annuncio arrivi a tutti. È un lavoro lungo e impegnativo, che presuppone di aver interiorizzato tutto il messaggio a cui - con profonda libertà interiore - si è scelto di aderire. È un profondo scavo in se stessi, che richiede di essere talmente penetrati dal Mistero di Gesù da poterlo raccontare in tutte le forme possibili, sia quelle più classiche sia quelle più moderne, senza tradire il pensiero fondamentale.