Come è possibile pregare, se si vive nel mondo? Le cose, le situazioni, le persone, possono essere continui piccoli “spunti quotidiani”, che ci parlano dell’Autore?
In queste pagine il lettore troverà tanti semplici suggerimenti ed esempi, che cercano di rispondere a queste e ad altre domande, tipiche di chi vuole essere credente ed avere un continuo rapporto di amore con Dio, pur vivendo da laico, in mezzo al mondo di oggi.
Stefania Perna, laureata in lettere classiche, dottorato in letteratura cristiana antica su sant’Ambrogio (presso l’università di Bari, città in cui vive con il marito e tre figli), docente di lettere di ruolo, diplomata in pianoforte superiore, ha al suo attivo molte pubblicazioni, alcune come critico musicale e molte altre come credente.
Affascinata soprattutto dallo scoprire il legame profondo tra fede e vita quotidiana, ha scritto un libro all’anno, a iniziare da una trilogia che ha avuto rapida e notevole diffusione: “50 preghiere per cercatori di speranza” (Effatà, 2013), “Strada facendo: tutti sogni o tutti segni?” (Cantagalli, 2015), “Diario di Elena – quarant’anni: perdersi o ritrovarsi?” (Ancora, 2016). Ha poi continuato a scrivere pubblicando “Con tutto l’amore possibile. Il desiderio senza tempo di don Antonio Spalatro” (Effatà, 2017), “Diario ad alta quota” (Parva, 2018) e “Tra i tornanti dell’anima. In cammino con la parola” (Edizioni Segno, 2019).
Benvenuto nella fattoria! Gli animati ti aspettano per insegnarti nuove parole e mostrarti dove vivono: il cane nella cuccia, la gallina nel pollaio, la mucca nella stalla... A ciascuno la propria casa! Età di lettura: da 2 anni.
Benvenuto nel bosco! Gli animali ti aspettano per insegnarti nuove parole e mostrarti dove vivono: la talpa nelle gallerie, la volpe nella tana, lo scoiattolo sull'albero... A ciascuno la propria casa! Età di lettura: da 2 anni.
Abbiamo un manuale d’istruzioni per tutto ormai, ci mancava proprio quello per vivere nel mondo senza essere del mondo. Le regole da sole non bastano, ma come diceva San Bendetto da Norcia, aiutano a dirigere «la vita di quelli che obbediscono».
Quando e come pregare, come si sta a tavola, il lavoro, l’importanza dell’essere stanziali, il bel dormire, il silenzio, l’esercizio dell’autorità, questi sono alcuni elementi da non trascurare per fare funzionare al meglio un cattolico nel mondo,
Quindi per mangiare, riposare, pregare, educare, lavorare, divertirsi… ci vogliono le istruzioni!
Ecco il necessario libretto di 100 pagine da tenere sempre a portata di mano, seguendo la Regola di San Benedetto.
Hai presente quando la radio passa la canzone che ascoltavi sempre alle superiori, e ti immaginavi nel futuro, libero e felice di fare quel che volevi... be', se a sentirla il cuore ti si stringe e alla fine devi cambiare stazione, vuol dire che in quel futuro qualcosa non è andato come sognavi. Così è per Fabio, che ha ventiquattro anni e studia giurisprudenza. La materia non lo entusiasma per niente, ma una serie di circostanze lo ha condotto lì, e lui non ha avuto la forza di opporsi. Perciò procede stancamente, fin quando - siamo nel 1998 - per evitare il servizio militare obbligatorio viene spedito in un ospizio per preti in cima ai monti. Qua il direttore è un ex missionario ottantenne ruvido e lunatico, che non esce dalla sua stanza perché non gli interessa più nulla, e tratta male tutti tranne Gina, una ragazza che si crede una gallina. Diversi come sono, qualcosa in comune Fabio e don Basagni ce l'hanno: la passione per il ciclismo. Così iniziano a guardare insieme il Giro d'Italia, e trovano in Marco Pantani l'incarnazione di un sogno. Un uomo coraggioso, tormentato e solo, che si confronta con campioni colossali che hanno il loro punto di forza nella prudenza e nel controllo della corsa. Pantani invece non fa tanti calcoli, lui dà retta all'istinto e compie sforzi immani che gli permettono di spostare il confine, "il terribile confine tra il possibile e l'impossibile, tra quel che vorremmo fare e quel che si può". Grazie a questa meravigliosa follia, Fabio e don Basagni troveranno in sé un'audacia sepolta, e metteranno in discussione l'esistenza solida e affidabile che ormai erano abituati a sopportare. Fabio Genovesi ci racconta cosa vuol dire credere in qualcosa. Qualsiasi cosa. Che sia però magica, e ci accenda, spingendoci avanti o da qualsiasi parte, senza progetti o direzioni già tracciate. Si rischia di cadere, sì, ma quando alla radio passeranno la canzone della nostra adolescenza allora, cantandola a squarciagola coi finestrini abbassati, di sicuro voleremo.
«La lampadina del proiettore è saltata in pieno Fellini. Minne e io stavamo guardando Amarcord a letto. "Oh, no, cazzo!" Ho piazzato una sedia sopra un tavolo e sono andato all'assalto di quell'arnese per cambiare la lampadina fulminata. Un gran botto, la casa si è spenta, sono franato giù con tutta la mia impalcatura e non mi sono più rialzato. Mia moglie mi ha visto morto ai piedi del letto coniugale. Nel frattempo io rivivevo la mia vita. Pare succeda spesso. Ma non si svolgeva esattamente come l'avevo vissuta.» (D.P.)
QualityLand è un paese dove domina la qualità, e la tecnologia risolve ogni problema. I robot aiutano nelle faccende domestiche e sul lavoro, senza nemmeno doverglielo chiedere, e quando hanno anche solo un difettuccio, be', si demoliscono e se ne acquistano di nuovi. Le persone, classificate in livelli dal sistema, non devono neppure preoccuparsi di cercare l'anima gemella, perché ci pensa un programma informatico a elaborare miliardi di informazioni e a far incontrare i due soggetti con la massima affinità possibile. Sembra tutto semplice e perfetto, finché un giorno Peter, titolare di un negozio di rottamazione di robot, riceve tramite un drone un prodotto che è sicuro di non desiderare e decide di fare di tutto per restituirlo. Ma se Peter ha ragione, allora l'algoritmo che ha fatto in modo che gli fosse recapitato ha torto e così vengono meno le fondamenta stesse di QualityLand. Spassoso e distopico, l'avventuroso romanzo di Kling fa riflettere sul futuro e sul presente. In un futuro prossimo dove tutti i processi decisionali sono automatizzati, un uomo ha la sfrontatezza di fare una scelta autonoma. Con conseguenze globali.
QualityLand è un paese dove domina la qualità, e la tecnologia risolve ogni problema. I robot aiutano nelle faccende domestiche e sul lavoro, senza nemmeno doverglielo chiedere, e quando hanno anche solo un difettuccio, be', si demoliscono e se ne acquistano di nuovi. Le persone, classificate in livelli dal sistema, non devono neppure preoccuparsi di cercare l'anima gemella, perché ci pensa un programma informatico a elaborare miliardi di informazioni e a far incontrare i due soggetti con la massima affinità possibile. Sembra tutto semplice e perfetto, finché un giorno Peter, titolare di un negozio di rottamazione di robot, riceve tramite un drone un prodotto che è sicuro di non desiderare e decide di fare di tutto per restituirlo. Ma se Peter ha ragione, allora l'algoritmo che ha fatto in modo che gli fosse recapitato ha torto e così vengono meno le fondamenta stesse di QualityLand. Spassoso e distopico, l'avventuroso romanzo di Kling fa riflettere sul futuro e sul presente. In un futuro prossimo dove tutti i processi decisionali sono automatizzati, un uomo ha la sfrontatezza di fare una scelta autonoma. Con conseguenze globali.
Da oltre vent'anni gli autori di questo libro lavorano per fornire uno strumento completo e definitivo per lo studio delle neuroscienze del comportamento. Questo ha significato soprattutto confrontarsi con nuove informazioni e scoperte, con una mole enorme di pubblicazioni scientifiche e con un numero sempre maggiore di dettagli neurali. La trattazione attinge infatti alle ricerche compiute da un gruppo composito di scienziati, che comprende psicologi, anatomisti, biochimici, endocrinologi, ingegneri, genetisti, immunologi, neurologi, fisiologi, biologi evoluzionisti e zoologi. Le conoscenze dei singoli ambiti disciplinari vengono poi integrate secondo quattro differenti approcci: descrittivo, comparativo/evoluzionistico, meccanicistico e applicativo/clinico. La quarta edizione italiana di "Psicologia biologica" accoglie i progressi compiuti dalla disciplina, con un'enfasi sugli aspetti neurofisiologici, e li integra in un progetto didattico che ha dimostrato negli anni la sua efficacia, grazie a uno stile accessibile, a una scansione ordinata e a esempi in grado di stimolare la curiosità degli studenti. Gli argomenti nuovi trattati in questa edizione vanno dai più recenti metodi di scansione celebrale per visualizzare la Tau e l'amiloide per la malattia di Alzheimer, al crescente consenso verso un modello della memoria a due processi (familiarità e ricordo esplicito), dall'uso dei DREDDS o della tecnica del patch-clamp, alle intuizioni sui meccanismi del dolore scaturite dallo studio sul veleno dello scorpione. La struttura del testo è caratterizzata da: una storia in apertura di capitolo, per introdurre l'argomento attraverso il racconto di un'esperienza reale, che sarà compresa più a fondo man mano che si procede nella lettura; le schede sulle ricerche d'avanguardia, per esplorare i casi più interessanti e «di frontiera»; una sintesi illustrata a fine capitolo, dove ogni argomento riassunto è collegato a una figura, che può rappresentare strutture o processi; le letture consigliate al termine della teoria, in tutti i capitoli; un ricco glossario in appendice. Infine, l'opera è accompagnata da risorse multimediali integrate. Nel testo sono richiamate le animazioni, che sono disponibili sul sito e nell'ebook, ma anche visualizzabili sullo smartphone scaricando l'app "Guarda!".
La Costituzione dell’Italia repubblicana offre, a livello europeo, una delle più complete protezioni della libertà religiosa, ma l’attuazione legislativa del progetto costituzionale è parziale. L’Italia è conosciuta per il suo modello concordatario, esteso dalla Costituzione anche alle confessioni diverse dalla cattolica, ma non tutti sanno che, per le comunità religiose prive di accordi con lo Stato, l’unica legislazione fruibile risale al 1929. Una normativa così datata e così fuori asse rispetto ai principi costituzionali, per quanto corretta nel tempo dalla Consulta, si è rivelata sempre più inadeguata a soddisfare le crescenti e nuove istanze, sia individuali che collettive, di libertà religiosa. I vari tentativi di approdare a una nuova legge generale sulla libertà religiosa non hanno avuto, a oggi, esito positivo. Restano così in larga misura inevase molte delle domande di libertà che emergono da un contesto religioso e culturale sempre più caratterizzato, anche in Italia, in senso pluralistico. A tali domande prova a rispondere la «Proposta» di legge pubblicata in questo volume, elaborata da Sara Domianello, Alessandro Ferrari, Pierangela Floris e Roberto Mazzola, con il coordinamento di Roberto Zaccaria. La «Proposta» prende in carico più istanze di libertà, individuali e comunitarie, investe diverse tematiche (tra le quali l’assistenza spirituale, l’associazionismo religioso, l’uguale libertà di tutte le confessioni) e scaturisce da un ampio confronto del Gruppo di lavoro con comunità religiose, associazioni non confessionali, giuristi, politici e rappresentanti istituzionali.
Roberto Zaccaria, già professore ordinario di Diritto costituzionale nell’Università degli Studi di Firenze, è presidente del Consiglio italiano per i rifugiati. Sara Domianello è professore ordinario di Diritto ecclesiastico e di Diritto canonico nell’Università degli Studi di Messina. Alessandro Ferrari è professore ordinario di Diritto ecclesiastico e di Diritto canonico nell’Università degli Studi dell’Insubria. Pierangela Floris è professore ordinario di Diritto ecclesiastico e di Diritto canonico nell’Università degli Studi di Cagliari. Roberto Mazzola è professore ordinario di Diritto ecclesiastico europeo e di Diritto interculturale nell’Università degli Studi del Piemonte Orientale.
Che tipo di democrazia è la democrazia populista? Da non confondersi con i regimi dittatoriali e autoritari, il populismo – nella prospettiva dell’autrice – va considerato una variante del governo rappresentativo, basata sul rapporto diretto tra un leader e il «suo popolo», rivendicato come «vero» contro l’establishment. Il rischio democratico non risiede allora nella domanda di espansione della democrazia, o nell’enfasi posta sul richiamo al popolo, ma nella selettività con cui il leader individua il suo popolo, facendone un’arma di parte da brandire contro l’altro. Il popolo dei populisti di fatto rifugge dall’inclusività e dalla generalità del popolo sovrano. Un contributo illuminante alla comprensione di un atteggiamento e di una prassi politica segnati da un crescente successo.
Nadia Urbinati è professore ordinario di Teoria politica alla Columbia University di New York. Collabora a diversi quotidiani nazionali; tra i suoi libri ricordiamo «Democrazia in diretta. Le nuove sfide alla rappresentanza» (Feltrinelli, 2013), «Democrazia sfigurata. Il popolo tra verità e opinione» (Egea, 2014) e «Utopia Europa» (Castelvecchi, 2019).
«Cinque minuti. Cinque minuti di ragionamenti da esseri umani». È il tempo di lettura richiesto da ciascun brano in questa incursione di Giampiero Mughini nel nostro passato recente. Ma al ritmo breve della cronaca, a quindici anni dall'esperienza di commentatore quotidiano di fatti e misfatti nazionali per il «Foglio», l'autore sovrappone il tempo più lungo e profondo della Storia, rileggendosi da par suo e riuscendo nell'impresa di raccontare la società e la politica italiana da una prospettiva spiazzante. Con l'essenzialità di poche righe, consapevole che «scrivere breve breve è infinitamente più efficace, ma anche infinitamente più difficile», mette in luce aspetti inediti di un periodo cruciale che va dalla guerra in Iraq alla prima elezione di Napolitano a presidente della Repubblica, da Calciopoli alla vittoria degli azzurri ai Campionati del mondo di Berlino, rivelando connessioni insospettabili e sorprendenti analogie. A emergere è il ritratto di un Paese che oscilla tra l'orgoglio identitario urlato nei cori da stadio e l'ironia imbarazzata di fronte alle contraddizioni di un'«Italietta» fatta di soubrette, politici, calciatori e giornalisti, una galleria in cui talento e mostruosità, grandioso e patetico sono indistinguibili. Senza pregiudizi e senza bandiere, Mughini ci regala una risata liberatoria mostrando il grottesco del nostro presente, e provocandoci con una domanda finale: chi siamo, e che Paese è il nostro?