"Questa raccolta di dodici saggi, dal 1968 al 1998, contribuisce a dare una risposta offrendo un'ampia prospettiva dei temi che, intorno alla questione centrale della filosofia del Novecento, Gadamer affronta fino agli ultimi anni, dai limiti del linguaggio alla diversità delle lingue, dal primato dell'ascolto alla corporeità della voce, dal linguaggio della metafisica al confronto tra parola e immagine, dal nesso tra rituale e linguaggio fino al gioco linguistico. Ma sarà il lettore a decidere se ci sia qui una radicalizzazione dell'ontologia universale del linguaggio oppure un ripensamento critico". (Dall'Introduzione di Donatella Di Cesare)
L'Occidente è oggi diviso. Ma all'origine di questa divisione non è il terrorismo, bensì una politica americana che ignora la legalità internazionale, relega in secondo piano l'Onu, determina la rottura con i tradizionali alleati europei. La frattura si prolunga anche all'interno degli stessi Stati Uniti e di molti paesi europei, dove sembra venir meno perfino l'accordo sui principi giuridici fondamentali. All'unilateralismo di Bush, sostiene però Habermas, si deve contrapporre un nuovo progetto cosmopolitico, che riattualizzi l'idea kantiana di "pace perpetua" e presti la dovuta attenzione al tema cruciale dei diritti umani.
Attualmente docente di filosofia politica all'Università di Pavia, Ian Carter traccia un'analisi filosofica del diritto di ogni individuo all'eguale libertà. Un diritto fondamentale capace da solo di motivare politiche sia più libertarie sia più egualitarie di quelle sostenute in genere dai progressisti liberali di oggi. Il libro è diviso in tre parti: la prima dedicata alla libertà, alla concezione liberale del suo valore e al problema della sua misurazione; la seconda dedicata alla struttura dei diritti, ai fondamenti del diritto alla libertà e al nesso con la proprietà privata; la terza dedicata all'interpretazione egualitaria di tale diritto, al rapporto con l'eguaglianza delle risorse e al ruolo della responsabilità morale del singolo.
Salvatore Natoli rilegge Foucault, a vent'anni dalla morte, e nell'introduzione spiega i motivi della sua scelta: "Foucault ha pensato in modo originale e non tanto o non solo per gli argomenti di cui trattava - mai astratti, ma radicati sempre nelle istanze del presente - ma soprattutto perché ha cambiato le modalità consuete dell'interrogare, del rispondere: in breve, ha impresso una diversa curvatura ai modi abituali di fare teoria, ha prodotto, per dirla nel suo linguaggio, un vero e proprio effetto di campo. Per questo ritengo più che mai opportuno riprendere, oggi, le fila del suo pensiero, per segnalare l'ampiezza degli effetti e mostrare quanto sia ancora fecondo per noi".
L'opera di Jean Nabert, percorsa dalla tensione tra la condizione storica, finita, e la corrente di assolutezza, l'affermazione dell'assoluto che attraversa l'esistenza. Jean Nabert e noto per le sue opere sul male, sulla finitezza, sulla solitudine; ma e anche il filosofo che ha meditato sul desiderio del divino e di Dio, desiderio che fiorisce nella speranza. Questa affonda le sue radici nell'io, l'esistenza del quale non e determinata soltanto dal succedersi delle circostanze storiche ma e definita anche dall'Assoluto che la abita. La speranza si nutre di quest'Assoluto che rivela la propria presenza svelandosi come desiderio dell'Essere. Il male, percio, non ha l'ultima parola nelle vicende umane perche, contro la violenza che con esso s'impone e che sembrerebbe annientare l'uomo, grida tale desiderio, anima d'ogni esistenza e appello lanciato da una Presenza che apre all'io la permanente possibilita della propria rigenerazione.
Una sintesi dettagliata e una valutazione critica del pensiero filosofico di Michel Henry (1922-2002). L'opera fornisce una sintesi dettagliata e una valutazione critica del pensiero filosofico di Michel Henry (1922-2002), fenomenologo francese che apre una nuova via di indagine attorno all'io e al suo rapporto con il mondo e l'assoluto.
Un viaggio nella cultura dell'agire politico nonviolento. L'universalita della pace come metodo d'azione e come modo di esistere. Questo libro presenta i percorsi filosofici di Mohandas Gandhi, Aldo Capitini e Emmanuel Levinas, tre fonti fondamentali per capire e vivere l'amore politico nonviolento. L'ipotesi che guida il volume, punta a mostrare come l'amore interpersonale possa e debba essere dilatato in forme collettive. L'autore evidenzia che la vicenda della nonviolenza vale per noi come una parabola, come un racconto che ci riguarda direttamente. Infatti non possiamo eludere la scelta tra queste possibilita: assecondare e alimentare la distruttivita che grava sulla condizione umana; consegnarsi all'illusione di chi si astiene dall'agire giudicando tutto con cinismo; o seguire la via della nonviolenza come un cammino di pace nella storia. Il volume esplora e propone le ragioni di questa terza via.
I contributi qui raccolti propongono una panoramica ricca e variegata sull'universo femminile, in un fecondo confronto tra Occidente e Oriente, tra passato e presente, attraverso la religione, la letteratura, la storia e la cultura. La novità di questo percorso è proprio nel confronto tra Oriente e Occidente, poco frequente nella letteratura sull'argomento, ma molto significativo perché permette di puntualizzare in relazione al femminile il divario teorico-pratico fra le due culture e di rilevare il contributo originale che la donna ha saputo fornire nel campo dell' elaborazione culturale.
Che cosa significa fare storia della filosofia? Chi vi si dedica si confronta con una serie di questioni metodologiche ed ermeneutiche: l'identità e la natura della filosofia; la dimensione storica entro cui situare la ricerca; la relazione, di ciascuna filosofia con gli altri sistemi di pensiero. Si tratta di questioni non scontate, che rimandano al problema della possibilità e del senso stesso di una storia della filosofia e che nei secoli hanno dato vita a diversi modelli storiografici. Nel presente saggio l'argomento viene affrontato prendendo in esame Aristotele per l'età antica, Pico della Mirandola e Agostino Steuco per l'età rinascimentale e Hegel nell' età moderna, e mettendo in luce le soluzioni diverse e originali di volta in volta indivuate come soluzione alla questione.
Questo scritto, che ha sullo sfondo l'interesse per i mutamenti politici dopo la caduta del Muro nei paesi dell'Europa orientale, mette a confronto i processi costituenti seguiti alla Rivoluzione americana e alla Rivoluzione francese. Il punto teorico che affronta riguarda due "atti linguistici", come direbbe Searle, richiamati nel titolo: argomentare e negoziare. L'obiettivo principale dell'analisi è di fare chiarezza sui rapporti tra argomentazione e negoziazione, concetti che si intrecciano con la distinzione di Habermas tra comportamento strategico (quello che massimizza i vantaggi in una situazione conflittuale) e comportamento comunicativo (quello che mira alla condivisione).
Il testo è una raccolta di saggi dei maggiori filosofi veneziani allievi di Severino che parlano del maestro e della sua opera. Tra gli altri si possono trovare i saggi di: Massimo Cacciari, Umberto Galimberti, Virgilio Melchiorre e Salvatore Veca.