La Vita Hieronymi Savonarolae, scritta in latino nei primi decenni del 1500, è maturata in un ambiente di discepoli e sostenitori del frate. La biografia è un'opera complessa in cui apologia e narrazione agiografica si intrecciano per manifestare la verità e lasciarne testimonianza ai posteri. Il Savonarola conosciuto da G.F. Pico non è solo il profeta per la riforma della Chiesa, ma è il santo taumaturgo, artefice di tale riforma. L'idea del Savonarola mandato da Dio a restaurare la Chiesa diviene esplicita nella redazione definitiva della Vita in cui è argomentato il puntuale parallelismo tra la storia di Cristo e quella di Savonarola.
"In Teresa Bracco brilla la castità, difesa e testimoniata fino al martirio. Quell'atteggiamento coraggioso era la logica conseguenza d'una ferma volontà di mantenersi fedele a Cristo, secondo il proposito manifestato a più riprese". Queste le parole pronunciate da Giovanni Paolo II alla cerimonia di beatificazione della giovane piemontese (1924-1944) che, durante un rastrellamento tedesco, fu sequestrata da un soldato. Piuttosto che cedere alle sue brutuali intenzioni, preferì morire per mano dello stesso soldato. Il libretto illustrato racconta con stile avvincente la storia di questa ragazza.
Carlo Acutis è un ragazzo della porta accanto con tante passioni. Cosa succederebbe se un preadolescente oggi incontrasse online il giovane beato? Un incontro inaspettato, quasi uno scontro all'inizio, si trasforma in un'amicizia virtuale e virtuosa tra adolescenti che, tra le normali crisi dell'età piena di incertezze e allo stesso tempo di desideri, vivono questo tempo della vita. Tra le pagine si intrecciano le due giovani storie, quella di Carlo e di una ragazza, che dialogano di ciò che conta davvero: i sogni, l'amore, lo studio, il futuro, Dio, internet. Alcune pagine aiuteranno i lettori a fermarsi e gestire le «impostazioni» della loro vita, come sul cellulare. Età di lettura: da 10 anni.
Madre Speranza di Gesù, al secolo María Josefa Alhama Valera, è stata una religiosa e mistica spagnola, nata nel 1893. Fondatrice delle Congregazioni delle Ancelle dell'Amore Misericordioso e dei Figli dell'Amore Misericordioso. Morta a Todi nel 1983. Proclamata beata dalla Chiesa cattolica il 31 maggio 2014 con cerimonia presieduta da papa Francesco.
A Napoli, tra il 1522 e il 1540, prese forma la Cittadella degli Incurabili, uno dei massimi centri propulsori della riforma religiosa del Cinquecento. A fondarla fu Maria Lorenza Longo, una vedova spagnola che non solo aprì un ospedale per gli indigenti impossibilitati a curarsi dalla «malattia del secolo», la sifilide, ma diede vita anche a una spezieria per sperimentare nuove cure e realizzare farmaci; appoggiò opere di assistenza per i malati mentali, per le famiglie dei condannati a morte, per le prostitute, per le donne incinte. Fondò, infine, l'ordine delle monache Cappuccine. Si ritirò quindi nel monastero da lei voluto, Santa Maria in Gerusalemme, dove ancora oggi le monache ne conservano le spoglie e la memoria. Presentazione di Mimmo Battaglia, arcivescovo di Napoli.
In questi giorni ero in visita a varie comunità cristiane della diocesi. La diocesi di Rumbek non è proprio come quelle italiane. Ha un territorio molto vasto che si percorre con grosse Toyota Land Cruisers. Ha strade che potremmo meglio definire come piste di terra battuta piene di dossi e buche. Al passaggio si alza un polverone che copre tutto. Se si viaggia dopo una pioggia, bisogna saper sguazzare nel fango evitando le pozze più profonde. E dopo chilometri e ore di viaggio si incontra la vita del villaggio, la gioia dell'incontro dopo tanta attesa. All'ingresso di ogni villaggio ho trovato un gran numero di persone a darmi il benvenuto sotto il sole cocente. Era da dodici anni che non vedevano il loro vescovo. La loro gioia era straripante e si è dimostrata fino all'eccesso con grande rullio di tamburi, canti a squarciagola e il sacrificio un bel numero di tori. In ogni villaggio sono entrato lasciando alle spalle un povero animale sgozzato la cui carne viene divisa dalla gente come segno che l'ospite è una benedizione per tutti specie
i più miseri. E ogni villaggio è diventato poi luogo di incontro, di ascolto, di testimonianza e di preghiera che si fa rendimento di grazie.
dall'introduzione di MONS. CHRISTIAN CARLASSARE
Il beato Bertolo Longo, uomo di preghiera e di azione, fu tra quei cattolici che cercarono nella pietà, assieme all'ascesi dell'anima, il fermento capace di trasformare la città terrena. In anni in cui il dissidio tra Stato e Chiesa turbava le coscienze di ecclesiastici e di uomini politici sinceramente credenti, egli coniugò una incondizionata fedeltà alla Chiesa e al papa con la lealtà allo Stato italiano. Da queste pagine, scritte con severo rigore filologico, emerge un'immagine del fondatore del Santuario e della nuova Pompei del tutto inedita: quella di un protagonista della società e del cattolicesimo del suo tempo.
Il volume offre un elenco di tutti i santi e beati giovani. Come ricorda il Cardinale Amato nella sua Presentazione del volume: «Sant'Ambrogio diceva: «Ogni età è matura per Cristo». Il martirio, come la santità, non conosce età. Dal tempo dei Santi Innocenti fino ad oggi sono innumerevoli i santi giovani, siano essi martiri o confessori. La lista dei santi giovani è lunga, come fa fede questo prezioso studio, opera accurata di Mons. Maurizio Tagliaferri e della dottoressa Judith Borer. La lettura di queste pagine mostra come la santità giovanile sia presente in tutti i continenti e parla tutte le lingue del mondo. Il Vangelo, infatti, è una buona notizia per tutti. Ed è questo il messaggio che oggi ci consegnano questi giovani santi. Essi invitano a essere fieri del nostro battesimo, a essere coerenti con la nostra identità cristiana, senza paura e senza rispetto umano. Questi giovani non sono "uomini vuoti", senza prospettive e senza ideali. Sono invece persone piene, colme di grazia divina e di straripante esemplarità umana. La lettura di queste pagine infonda entusiasmo nelle famiglie e negli educatori, chiamati al grande compito della formazione cristiana dei giovani alla scuola del Vangelo, fonte autentica di umanità».
Come afferma l'autore nella premessa al libro, questo scritto non è una biografia ma sono semplici deduzioni ricavate dalla lettura della corrispondenza e dai documenti rinvenuti. Cecilia Cremonesi è la classica figura di donna aderente a quelle leggi divine che riescono a fare di una persona ordinaria una persona straordinaria. E questa è la strada da battere per giungere alla santità. Cecilia Cremonesi nasce il 13 maggio del 1921 e assapora subito l amaro calice del dolore: infatti due anni dopo la sua nascita muore la mamma. Si prenderanno cura di lei le sorelle più grandi. A 16 anni, Cecilia si scontra con un altro muro contraendo una malattia cosiddetta inguaribile. Seguiranno altri lutti e altre situazioni in cui la dimensione umana e spirituale verranno messe a dura prova. Ad ogni modo, l incontro con il beato Luigi Novarese consentirà a Cecilia di non vivere una vita passivamente da malata bisognosa solo di carità; la sua sofferenza diverrà base sicura del suo apostolato, trasformandosi in strumento di salvezza e attiva partecipazione al piano di Redenzione del Signore. Una testimonianza che diventa testamento spirituale laddove proprio Cecilia si rivolge a ogni ammalato dicendo: non soffrire passivamente, ma unisciti al sacrificio di Cristo e così potrai dare valore ad ogni attimo del tuo dolore; la sofferenza è una via sulla quale si può anche incontrare Dio.
Attraverso lo studio e l'analisi delle lettere di padre Pio a una sua figlia spirituale gli autori evidenziano il metodo del santo nel condurre la direzione spirituale e la catechesi a distanza di quasi sessant'anni dalla morte e venti dalla canonizzazione. Nell'arco ben delimitato di due anni si vede come padre Pio prende per mano l'anima da lui diretta e la conduce fino alla perfezione stabilita da Dio. Il carteggio avviene tra il santo e la nobildonna foggiana Raffaellina Cerase vissuta tra fine ottocento e inizi del novecento.
È il 1923 e ad Argenta, piccolo comune vicino Ferrara, viene dato il via alle iscrizioni all'Opera Nazionale Barilla. L'iniziativa non riscuote successo, solo un ragazzo del paese aderisce. I fascisti cercano un capro espiatorio e lo trovano in don Giovanni Minzoni, il sacerdote che gestiva l'associazionismo di stampo cattolico. Hanno così inizio le minacce e le intimidazioni a cui Minzoni risponde così: «Faccio del bene, ai cuori ed alle intelligenze, al popolano come al ricco, non per merito mio, ma per grazia divina, e, se la mia missione è contrastata, allora fiero insorgo a protestare, poiché la Religione non ammette servilismi, ma il martirio...». Parole profetiche, perché il 23 agosto dello stesso anno il sacerdote viene aggredito da due squadristi fascisti che facevano capo a Italo Balbo e muore per le ferite riportate. Questo volume raccoglie parte dei suoi scritti contro il fascismo e sul tema dell'educazione.
Cosa rimane dell'eredità spirituale di Natuzza Evolo? Quali significati dare ai fenomeni che hanno accompagnato la sua vita? Come interpretare quella sorta di Bibbia vivente che era diventato il suo stesso corpo? Zanini conduce il lettore a scoprire il mondo interiore della mistica di Paravati, ricostruendo la relazione decisiva tra la storia personale e la vicenda interiore di una donna che continua a invitare ad alzare gli occhi al cielo. Natuzza fu come una maestra che prende per mano i credenti e indica la strada della vera sapienza. È la pedagoga di Dio, una Bibbia sempre aperta alla pagina giusta, quella che ciascuno di noi cerca per dare una risposta alle proprie inquietudini.