Il 26 luglio 2014 papa Francesco si è recato a Caserta per una breve visita alla diocesi, in una terra devastata dalla corruzione e dalle emergenze ambientali. La città di Caserta è simbolo di tutte le periferie che vivono nel mondo la catastrofe umana dell’inquinamento sistemico e del degrado morale. Di fronte ad esse Francesco rinuncia a generiche condanne e scontate raccomandazioni lasciando a tutti un compito impegnativo affermando: “Non lasciatevi rubare la speranza”. A partire da questo appello gli autori riflettono su chi sono i ladri della speranza, quali illusionismi utilizzano per rubarla e cosa fare per prevenire questi furti, ne viene fuori un programma di vita che si fonda sulla formazione di coscienze libere e autonome, capaci di resistere al male, ai suoi miraggi e alle tentazioni di nuovi regimi di cristianità.
"Voi siete la luce del mondo", disse Gesù ai suoi discepoli. "Quando gli uomini vedranno le vostre opere buone, renderanno gloria a Dio". Nella tradizione cristiana, i santi sono esempi luminosi di fede. Le loro storie raccontano di come le loro semplici vite siano state trasformate in maniera straordinaria.
Il volume, primo di una collana dedicata alla Storia della Chiesa trapanese, è frutto dei lavori di una Giornata di Studio che si è svolta a Trapani nell'ottobre del 2014 in occasione del 170° anniversario della fondazione della Diocesi. Un primo passo che delinea il contesto in cui è stata eretta la Diocesi e le sue origini ma anche il metodo del Progetto che qui prende le mosse: un percorso di ricerca scientifico e sistematico che con la guida sicura di specialisti sostenga la passione per la coscienza della storia e sappia trasmetterla ai giovani, protagonisti veri di questo progetto, essenzialmente pedagogico e non accademico. "In un mondo sempre più globalizzato - spiega il vescovo Pietro Maria Fragnelli - Trapani avverte la necessità di risalire le proprie origini ecclesiali e sociali. È un lavoro non scontato, perché si può essere tentati di accontentarsi di cose spendibili più facilmente sul piano spettacolare o su operazioni di facciata. Siamo chiamati ad entrare e trascendere, desiderosi di arrivare ad un registro comune e condiviso per offrire alla gente del nostro territorio quelle "ragioni più alte" che dicono il cammino del popolo cristiano nel trapanese". Contributi di: Filippo Burgarella, Pietro Maria Fragnelli, Stefania La Via, Cettina Militello, Liborio Palmeri, Pietro Pisciotta, Santina Sambito, Gaetano Zito.
Quali furono i fattori che determinarono una nuova percezione dei Bagaudi - i contadini responsabili delle violente rivolte divampate nelle campagne galliche e iberiche tra III e V secolo -, descritti dalle fonti, prima, come nemici dell'Impero e "briganti", poi come "cultori della fede cristiana" e martiri? Per rispondere a questo interrogativo l'indagine ripercorre gli snodi attraverso i quali, tra Tarda Antichità e Alto Medioevo, prese lentamente forma l'idea di una "Bagaudia martirologica". Senza trascurare l'esame delle presunte affinità tra i ribelli e i movimenti dell'"eversione religiosa" tardoantica (soprattutto i Circoncellioni d'Africa), l'autore ricostruisce le tappe fondamentali di un tragitto di "lungo periodo", durante il quale i cristianesimi occidentali fornirono soluzioni discordanti a problematiche come il valore da attribuire al martirio "cum et sine cruore", al culto dei santi e al sacrificio dei martiri militari. La cristianizzazione della Bagaudia rappresenta, dunque, un fenomeno paradigmatico, il cui studio può facilitare il vaglio delle trasformazioni che caratterizzarono il pensiero cristiano durante un'età inquieta, permettendo, al contempo, di isolare e valutare sia le persistenze, sia le cesure rispetto alla riflessione teologica dei secoli precedenti.
Quando Gesù raccontava parabole, la gente gli si radunava attorno impaziente di ascoltarle. Alcune erano semplici racconti - di contadini, pastori, pescatori, massaie - altre mettevano in rilievo le debolezze e i difetti di sacerdoti e re. Ognuna conteneva un significato più profondo: cosa vuol dire fare parte del regno di Dio. Perfette per essere lette ad alta voce o da soli, le parabole raccontate da Bob Hartman entusiasmeranno un gran numero di lettori conservando tutta la saggezza e la vivacità di quelle originali. Età di lettura: da 3 anni.
Vi consegno in queste pagine come un piccolo vademecum del primo tratto di cammino che si apre davanti a noi. Queste pagine, che contengono le prime parole del vostro vescovo, i primi discorsi e le prime omelie alla diletta Chiesa panormitana. Parole che grazie alla unzione che abbiamo ricevuto sono state capaci di 'farci appartenere', di farci percepire sentimenti comuni, di farci convergere verso una unanimità di sentimenti e di prospettive ecclesiali essenziali, che insieme dobbiamo chiedere la grazia al Signore di assimilare.
I testi evangelici della Settimana Santa riportati in questo volumetto, insieme al breve commento che li accompagna, offrono un'ulteriore possibilità di approfondire e meditare il grande mistero dell'amore del Padre che si rende visibile in Cristo Gesù. L'autore delinea i tratti di una "Chiesa della Misericordia", motivando il cammino a cui l'intera comunità ecclesiale oggi è chiamata. Per don Antonio, vivere accanto a chi è ai margini della società vuol dire salire al Calvario e rinnovarsi nella Pasqua. Si comprende così che il Cristo che si china sui piedi dei suoi "amici" non fa preferenze, ma rivela la sua attenzione verso coloro che apparentemente non avrebbero bisogno di aiuto. È Cristo di tutti, che con la sua salvezza oltrepassa i confini del cuore, come il Padre misericordioso della parola.
Come nasce la fede in YHWH? Quando è diventato il solo Dio d'Israele? Perché esige la guerra o il sacrificio umano? Muovendo dalla lettura di alcuni testi del Pentateuco, si prende atto che monoteismo e coscienza dell'elezione procedono di pari passo. Tra diacronia e teologia, nella consapevolezza che l'incontro/scontro con altre divinità ha affinato la percezione di YHWH, si individuano i complessi processi teologici che determinano la fede monoteistica: assimilazione, opposizione e riduzione.
Questa storia è scritta per trasfigurare la storia. Giona è inviato a salvare il Nemico per sovvertire una mentalità, scuotere un mondo di sentimenti feriti, con la sua forza persuasiva e fascinosa, godibile e divertente. La potenza evocatrice e provocatoria del racconto vuole trasformare i lettori e, attraverso di loro, il mondo in cui vivono. Per ebrei e cristiani (e tutti coloro che condividono la saggezza del libro) si profila una missione di riconciliazione in un mondo ferito dalla malvagità e dalla violenza. "Il libro combina un'analisi esegetica storico-critica con una attenta e chiara analisi narrativa. Si aggiunga una grande capacità di scoprire le tracce di intertestualità presenti nel libro di Giona. Nuova è la lettura teologica di Giona fatta alla luce del procedimento profetico del rîb, della disputa giudiziale: Dio accusa il nemico, in realtà per perdonarlo. Il libro di Marino ci svela così tutta l'attualità di un piccolo testo biblico" (dalla Prefazione di Luca Mazzinghi)
Il metodo scientifico ha permesso alla teologia di entrare e permanere nelle università. La sapiente attualizzazione della Scrittura, nella semplicità delle forme e nella freschezza dello Spirito, non ha mancato di contraddistinguere l'opera di molti santi che hanno unito la loro teologia alla predicazione universitaria e parrocchiale. Tommaso e Newman hanno saputo mediare efficacemente la parola di Dio attraverso la loro scienza e la loro santità di vita.
Il testo costituisce uno studio sull'insegnamento cristologia di Pietro Lombardo condotto alla luce della teologia del suo contesto. In modo specifico, è analizzato il pensiero di tre importanti autori del XII secolo come: Abelardo, Ugo di San Vittore e Gilberto di Poiters, che assieme al Maestro delle Sentenze daranno l'avvio a quella rivoluzione teologica che porterà alla nascita della scolastica del XIII secolo. La ricerca, in particolare, si sofferma sulla cosiddetta dottrina del "nichilismo cristologia", un'eresia condannata da Alessandro III che ancora oggi viene troppo facilmente attribuita all'insegnamento del Maestro. Divenuto il manuale di base della teologia e commentate per quattro secoli le Sentenze di Pietro Lombardo formeranno la mens teologica dei più grandi pensatori dei secoli successivi tra cui Alberto Magno, Tommaseo, Bonaventura e tanti altri.
L'opera presenta l'attuale apostolato del clero castrense, nelle sue dimensioni di servizio parrocchiale, cura spirituale e pastorale di ambito. Trattandosi di un'azione spesso "nascosta" erto le mura delle caserme e da alcuni forse non compresa, è sembrato utile far conoscere come realmente essa si svolga. Anche per questo, il testo si conclude presentando il "messaggio di pace" offerto, anche recentemente, da questa Chiesa ai fedeli militari.