1936. È un anno speciale per Pablo Picasso. In fuga dai troppi amori e dalla troppa intensità di Parigi, cerca rifugio in Costa Azzurra, a Juan-Les-Pins, dove il cielo è incredibilmente blu e il mare pieno di sfumature smeraldo. Qui si stabilisce per un po', in incognito, riprendendo finalmente a dipingere dopo una lunga pausa. E proprio in questo periodo, per la prima volta, una ragazza con i capelli neri fa capolino nei suoi quadri. Nessuno ha mai saputo chi fosse. Come nessuno ha mai indovinato cosa successe davvero a Picasso in quella breve e misteriosa parentesi della sua vita. Ondine, folti capelli neri e la freschezza dei suoi diciassette anni, lavora nel Café Paradis, piccolo ristorantino gestito da sua madre, e la sua vita a Juan-Les-Pins è stata scossa finora da un solo terremoto: il primo amore. Quando un misterioso sconosciuto che viene da Parigi prende in affitto una delle ville della città, è lei la prescelta per portargli il pranzo a domicilio. E così che Ondine incontrerà il grande genio dell'arte, e grazie ai quadri, come al comune amore per la cucina, tra i due nascerà una particolarissima amicizia, che cambierà Ondine per sempre. Un'amicizia i cui effetti dureranno nel tempo, tanto che, due generazioni dopo, la sua nipote Céline, make-up artist a Los Angeles, deciderà di intraprendere un viaggio proprio nei luoghi dell'incontro tra la sua nonna Ondine e Picasso, alla scoperta del passato della sua famiglia, e di se stessa.
Nel gennaio del 2011, al primo incontro del seminario sull'Odissea tenuto da suo figlio Daniel, mescolato alle matricole diciottenni siede Jay Mendelsohn, matematico e ricercatore scientifico all'epoca ottantunenne. «Sarà un incubo», pensa Daniel a fine mattinata, quando appare chiaro che Jay non si atterrà al ruolo di silenzioso uditore che aveva immaginato per lui. Il vecchio Mendelsohn è cresciuto nel Bronx ed era ragazzo durante la guerra. Detesta la debolezza e il raggiro, valuta le cose in base alla fatica per ottenerle e la sua sola fede è nelle scienze esatte. Non può non aver da ridire sulla figura di Odisseo, il polytropos, l'uomo dalle molte svolte, ma anche dai molti trucchi, lacrime, aiuti divini, donne. «Non capisco perché dovremmo considerarlo un grande erooooe», ripete Jay per lo stupore divertito degli studenti. Eppure, settimana dopo settimana, affronta le tre ore di viaggio da Long Island al Bard College per apprendere dalla voce di suo figlio delle Vacche del Sole e di Penelope e del nostos. E va oltre: quando Daniel, quasi per gioco, gli propone una crociera nel Mediterraneo che ripercorra i luoghi dell'epopea, Jay acconsente. Per Daniel è un'esperienza pregna di rivelazioni: per mano a suo padre capisce appieno lo sgomento dell'Ade; nei ricordi coniugali del vecchio genitore ritrova la forza dell'homophrosyne, il «pensare allo stesso modo», e in quell'uomo inaspettatamente tanto aperto e socievole, in classe come a bordo, non riconosce forse un Odisseo dalle molte svolte?
Corea, 1943. Hana è una pescatrice di perle, una professione che si trasmette da madre a figlia, donne fiere e indipendenti. È cresciuta sotto il dominio giapponese, non conosce altro. Ed è felice quando nasce una sorellina, Emiko, perché con lei potrà condividere le acque del mare che bagnano l'isola di Jeju, la loro casa. Ma i suoi sogni si infrangono il giorno in cui, per salvare Emiko da un destino atroce, viene catturata e deportata in Manciuria. Lì, lontana dalla famiglia e da tutto ciò che conosceva, verrà imprigionata in una casa chiusa gestita dall'esercito giapponese. Ma una figlia del mare non può arrendersi senza lottare, e Hana sa che dovrà fare ricorso a tutte le sue forze per riconquistare la libertà e tornare a casa. Corea del Sud, 2011. Emiko ha trascorso gli ultimi sessant'anni della sua vita cercando di dimenticare il sacrificio di sua sorella, ma non potrà mai trovare la pace continuando a fuggire dal passato. I suoi figli e il suo Paese vivono ormai una vita serena... Ma lei riuscirà a superare le conseguenze della guerra e a perdonare se stessa?
La verità che emerge da questi quattordici racconti di Ottessa Moshfegh, apparsi sulle migliori riviste americane di letteratura, è soprattutto nel modo in cui il grottesco e l'oltraggioso sono pervasi di tenerezza e compassione. Tutti i personaggi della raccolta vorrebbero essere persone migliori. Tutti tentano di riconnettersi agli altri e, inevitabilmente, inciampano nei loro stessi impulsi, nelle loro stesse insicurezze esistenziali. E agli occhi dell'autrice questo forse non è un male, al contrario, è la tragicomica, struggente bellezza dell'esistenza. Ecco allora insegnanti che trovano nel consumo di stupefacenti un inatteso sollievo dal soffocante mondo della scuola, vedovi che rimpiazzano la moglie con una molto più appassionante collezione di piante grasse, donne che non riescono a spiegarsi la propria irresistibile attrazione per uomini davvero infrequentabili, futuri padri spaventati dal loro destino, gemelli convinti di provenire da altri pianeti che architettano piani micidiali per far ritorno a casa. Con una scrittura limpida e veloce, Ottessa Moshfegh ci offre quattordici storie tenere e divertenti, nichilisticamente compassionevoli per raccontare altrettante esistenze perdute, tra autoinganni, morti improvvise e molto humour nero. Perché il mondo è un posto difficile e la vita è in effetti complicata, e proprio in questa fragile idea possiamo trovare la forza per continuare ad affrontare le improbabili sfide della vita.
Nella riserva degli indiani ojibwe, le famiglie di due sorelle si preparano ai festeggiamenti natalizi, quando una tragedia si abbatte su di loro: un giorno, andando a caccia di un cervo di cui ha seguito le tracce per tutta l'estate, il cognato di Peter, Landreaux, vede finalmente sbucare da un bosco la sua preda, spara, ma quando si avvicina scopre di aver ucciso non l'animale ma Dusty, suo nipote. L'uccisione del bambino getta nella disperazione i genitori e pone l'altra coppia davanti a un dilemma: secondo le antiche tradizioni indiane, chi priva una famiglia di un figlio può riparare affidandole un ragazzo equivalente. Chi meglio del figlio dell'assassino potrà alleviare in qualche modo il dolore di Peter e Nola? LaRose viene quindi "ceduto" agli zii, nella speranza che questo valga anche a placare ogni sentimento di vendetta...
La rubrica "Taccuino di un vecchio sporcaccione" debutta sulle riviste underground statunitensi nel maggio del 1967. Cronista di eccezione è Charles Bukowski, che in questa raccolta - estrapolata dalle sue migliori pagine - ci accompagna con la consueta lucidità dissacrante dai rivoluzionari anni sessanta ai disincantati anni ottanta. Gli scenari cambiano ma Bukowski rimane sempre fedele e leale a se stesso. È Bukowski, bellezza! Bukowski! E non ci si può fare niente, se non amarlo e continuare a leggerlo.
È un pomeriggio come molti altri, e Joan, dopo essere andata a prendere Lincoln all'asilo, come sempre s'inventa qualcosa per far passare più in fretta il pomeriggio. Il museo della scienza, la biblioteca, lo zoo. Oggi la scelta cade su quest'ultimo. È la passione di Lincoln, stare sulla sabbia nella Fossa dei Dinosauri e inscenare battaglie e avventure, cattivi contro buoni, vita contro morte. Joan lo guarda e intanto pensa che se li ricorderà, questi pomeriggi col peso di suo figlio sulle ginocchia e intorno una sensazione che somiglia all'euforia. Intanto le ore passano e presto è l'imbrunire. Lo zoo sta per chiudere. Gli animali vanno a dormire. Ma i loro versi non sono l'unica cosa che si sente. All'improvviso, nell'aria immobile, c'è un rumore secco. Uno schiocco, seguito da un altro subito dopo. Sembrano palloncini che scoppiano. Invece sono spari. E in un momento, tutte le paure più remote diventano concrete: il terrore per il suo bambino, la paura di perderlo. Lo zoo è in mano ai terroristi, con dentro tutti gli animali, e Joan, col suo bambino di quattro anni, dovrà nascondersi, e allo stesso tempo preservare suo figlio da tutto ciò che li aspetta, fargli credere che si tratti solo di un gioco. Perché essere madre è anche vedere il mondo con gli occhi dell'unica creatura al mondo che sarà per sempre parte di te.
La giornalista Delaney Wright sta per diventare una vera e propria star, perché è lei a occuparsi del processo più discusso del momento. Le soddisfazioni professionali non riescono però a distoglierla da un pensiero fisso: scoprire la vera identità della madre biologica, che non ha mai conosciuto. Al processo, intanto, l'imputata Betsy Grant, accusata di aver ucciso il ricchissimo marito, rifiuta il patteggiamento, ben decisa invece a provare la propria innocenza. Il corso della giustizia però prende una piega imprevista: le prove contro Betsy sembrano diventare schiaccianti, e Delaney rimane la sua unica salvezza, la sola persona che le creda. Mentre il tempo brucia.
Costruita per una clientela esclusiva, la Queen Charlotte sta salpando dal porto sul fiume Hudson per la sua crociera inaugurale. A bordo della bellissima nave salgono personaggi famosi, ricche signore, fortunati vincitori di biglietti premio e alcuni brillanti speaker che allieteranno le giornate dei viaggiatori con le loro conferenze. L'atmosfera è sfarzosa, come in certi romanzi alla Agatha Christie, e la traversata promette di essere splendida. Anche perché si dice che una delle passeggere, Lady Emily Haywood, indosserà per la prima volta l'inestimabile collana di smeraldi che pare sia appartenuta a Cleopatra. E che, secondo la leggenda, reca con sé una maledizione: chi la porta in mare non vivrà abbastanza da tornare a riva. Naturalmente, nessuno crede a quella vecchia storia. Sennonché, a tre giorni dalla partenza, Lady Em è ritrovata cadavere e la collana è scomparsa. La lista dei sospetti è lunga, ma chi è il vero colpevole? L'assistente devota? Il giovane avvocato che voleva convincere Lady Em a rendere il collier all'Egitto, suo proprietario legittimo? O Celia Kilbride, l'esperta di pietre preziose amica della vecchia signora? Per fortuna, a indagare sono due infallibili quanto fortunati investigatori, che si trovano lì per festeggiare il loro quarantacinquesimo anniversario di matrimonio: Alvirah e Will Meehan, questa volta, dovranno districare una matassa più intricata che mai.
Pochi mesi dopo la premiazione agli Oscar di «Rosemary's Baby», la moglie incinta del regista Polanski, l'attrice Sharon Tate, e altre quattro persone vengono barbaramente uccise. Siamo nell'agosto del 1969. La polizia non scopre nessun movente, se non apparentemente le tracce di un rituale satanico. Due giorni dopo, stessa sorte capita a una coppia di facoltosi coniugi di Los Angeles. Il terrore s'impadronisce della California. Nessuna pista - gioco, droga, vendetta - porta a risultati concreti. Solo un caso porta alla verità. Gli assassini sono dei giovani cittadini statunitensi (con una forte componente femminile) che da un paio d'anni conducono una vita errabonda nel Topanga Canyon sotto la guida di Charles Manson. Sempre ai margini della legge, più volte arrestati, questi giovani avevano dato vita a una comune dai costumi liberi, strettamente coesa intorno al suo leader, cui tributavano un'obbedienza e un'adorazione totali. Che cosa abbia potuto trasformare questi giovani hippie in una banda di assassini e quali fossero le cause dell'ascendente di Charles Manson - un personaggio inquietante che di volta in volta si proclamava Satana e Cristo, che aveva avuto un'infanzia terribile ma che era anche un musicista vero tanto da ispirare Dennis Wilson, fondatore dei Beach Boys - è quanto Ed Sanders si propone di spiegare in questo libro.
Che cosa accomuna una ragazza che non si arrende e un seducente uomo in nero? Una cosa preziosa: una scatola in mogano coperta da una serie di bottoni colorati. Ma che cosa ottenere premendoli dipende solo da lei.
Gwendy Peterson ha dodici anni e vive a Castle Rock, una cittadina piccola e timorata di Dio. È cicciottella e per questo vittima del bullo della scuola, che è riuscito a farla prendere in giro da metà dei compagni. Per sfuggire alla persecuzione, Gwendy corre tutte le mattine sulla Scala del Suicidio (un promontorio sopraelevato che prende il nome da un tragico evento avvenuto anni prima), a costo di arrivare in cima senza fiato. Ha un piano per l'estate: correre tanto da diventare così magra che l'odioso stronzetto non le darà più fastidio. Un giorno, mentre boccheggia per riprendere il respiro, Gwendy è sorpresa da una presenza inaspettata: un singolare uomo in nero. Alto, gli occhi azzurri, un lungo pastrano che fa a pugni con la temperatura canicolare, l'uomo si presenta educatamente: è Mr. Farris, e la osserva da un pezzo. Come tutti i bambini, Gwendy si è sentita mille volte dire di non dare confidenza agli sconosciuti, ma questo sembra davvero speciale, dolce e convincente. E ha un regalo per lei, che è una ragazza tanto coscienziosa e responsabile. Una scatola, la sua scatola. Un bell'oggetto di mogano antico e solido, coperto da una serie di bottoni colorati. Che cosa ottenere premendoli dipende solo da Gwendy. Nel bene e nel male.
Ci avete fatto caso? Le tariffe crescono sempre di più: l'acqua dell'89 per cento negli ultimi 6 anni, i trasporti del 30 per cento negli ultimi 13 anni, alcune autostrade addirittura del 200 per cento negli ultimi 14 anni. Eppure in cambio abbiamo servizi sempre peggiori: treni insicuri e superaffollati, autobus in ritardo, rubinetti a secco, cumuli di immondizia sotto casa, discariche a cielo aperto, ponti che crollano in autostrada. I cittadini, ormai, ne hanno le tasche piene dei disagi. E intanto gli Avvoltoi, quelli che si divorano il Paese alla faccia nostra, hanno le tasche piene dei nostri soldi. Dietro i servizi che non funzionano, infatti, non ci sono solo la casualità e la solita italica propensione all'inefficienza. Ci sono anche tante persone che si arricchiscono. Ed è proprio per questo che i servizi continuano a non funzionare: perché a troppi conviene che vada avanti così. Avvoltoi è un viaggio inedito e clamoroso tra le vere ragioni dei nostri disagi quotidiani. I treni non funzionano? Il ras delle ferrovie pugliesi, però, ha accumulato un tesoro di 180 milioni di euro. I rifiuti sono un problema? Ma all'intermediario del Veneto rendono 3,5 milioni di euro in pochi giorni. I rubinetti sono a secco? Eppure i liquidi continuano a scorrere nelle tasche dei manager romani che guadagnano anche 200.000 euro al mese. Per i trasporti pubblici spendiamo 6000 euro al minuto come contribuenti, più i biglietti che paghiamo da utenti. Com'è possibile che il servizio sia poi così scadente? Com'è possibile che ogni anno mettiamo in circolazione nelle nostre città 200 autobus usati? Perché noi dobbiamo avere gli autobus usati e altri Paesi europei, invece, quelli nuovi? Forse perché noi buttiamo i soldi in consulenze d'oro, per esempio i 3 milioni di euro che hanno arricchito l'allegra famigliola (mamma, padre e figlio) incaricata di sistemare l'archivio storico delle malandate Ferrovie del Sud Est? Com'è possibile che in Sicilia l'acqua passi da una società privata all'altra senza mai arrivare nelle case? Chi sono i fortunati che invece non si trovano mai con le tasche a secco? E perché dobbiamo continuare ad arricchire i Paperoni delle autostrade, da Gavio a Benetton, che ogni anno per gentile concessione dello Stato ci sfilano dal portafoglio 5 miliardi di euro? Perché continuiamo a regalare loro il casello dalle uova d'oro? Questa inchiesta svela per la prima volta, e con un linguaggio comprensibile a chiunque, gli interessi nascosti che stanno depredando la nostra vita quotidiana. Quello, insomma, che ogni giorno ci ruba tempo, salute, soldi e serenità. Il libro è stato scritto con una speranza: se tante persone lo leggeranno e ne parleranno, forse qualcosa potrebbe cominciare a cambiare. Gli Avvoltoi di tutti i luoghi e di tutte le epoche, infatti, hanno un unico grande alleato: l'oscurità. Portarli alla luce e guardarli in faccia significa già cominciare a sconfiggerli. O, per lo meno, cominciare a sconfiggere la tentazione di diventare come loro.