Riproposta, quanto mai attuale, dell'ultima lettera enciclica del Papa Buono, testamento spirituale lasciato in eredita al mondo intero. Con la Pacem in terris il magistero di Giovanni XIII raggiunge l'apice. Pubblicata l'11 aprile 1963, meno di due mesi prima della morte del Papa, ha come tema dominante la pace fra tutte le genti fondata sulla verita, la giustizia, la liberta e sull'amore. La lettera, veramente ecumenica, e di ampio respiro evangelico e sociale, e spazia con aperture coraggiose: sulla questione della coesistenza, sull'invito a distinguere fra errore ed errante, sui rapporti fra le comunita politiche con regimi a ideologie analoghe o differenziate, sul dovere di partecipare alla vita pubblica.
Considerazioni da parte della Congregazione per la Dottrina della Fede che non contengono nuovi elementi dottrinali, ma intendono fornire alcune argomentazioni di carattere razionale, utili alla redazione di interventi più specifici da parte dei Vescovi secondo le situazioni particolari nelle diverse regioni del mondo: interventi destinati a proteggere e a promuovere la dignità del matrimonio, fondamento della famiglia, e la solidità della società, della quale questa istituzione è parte costitutiva.
In questa sua Lettera pastorale alla Diocesi di Novara per il 2003-2004, mons. Corti prende come punto di partenza l'esperienza di conversione di sant'Agostino. La domanda di fondo è: chi ha aiutato Agostino a diventare cristiano? Secondo mons. Corti, Agostino nel suo cammino di conversione, durato oltre 10 anni, ha incontrato cristiani a cui deve moltissimo: Ambrogio, Monica, Simpliciano, Ponticiano ecc. Tutti testimoni della fede di cui Agostino parla nelle Confessioni. Per questo, rileggere le Confessioni di Agostino può senz'altro aiutare i giovani. In modo particolare la sua vicenda conduce a considerare due aspetti fondamentali per la vita dei giovani: la ricerca della verità e l'esperienza degli affetti. Agostino ha scoperto la verità profonda sul senso della vita umana in Cristo, maestro e salvatore, e ha maturato l'esperienza affettiva compiendo un cammino verso quella libertà con cui Cristo ci ha liberati.
"Il volume raccoglie le riflessioni esegetico-pastorali scritte per l'"Osservatore Romano" da S.E. Mons. Crescenzio Sepe, all'epoca Segretario Generale del Comitato del Grande Giubileo dell'Anno 2000, a commento dei testi biblici delle festività dell'Anno Santo. Oltre ad essere un'abbondante miniera di riflessioni teologico-pastorali, il libro è un'eco fedele dell'evento giubilare, in quanto lascia trasparire quello che il Giubileo è stato per la Chiesa universale. Esso offre una lettura biblica contestualizzata della Parola di Dio attorno all'evento giubilare. Dai commenti traspare, infatti, l'impronta data dal Santo Padre al Grande Giubileo, e cioè l'incontro con l'amore misericordioso di Dio. Il volume, arricchito da diverse annotazioni teologiche e filosofiche, trova ispirazione nella Parola di Dio, nei Documenti del Magistero, e in alcuni testi dei Padri della Chiesa. I contenuti del libro vanno al di là dell'evento giubilare, per diventare patrimonio della Chiesa di oggi e di domani. Il volume, dunque, ha lo scopo di far rivivere l'eredità del Giubileo, dopo averla chiarita, approfondita ed applicata. Tra le righe, il lettore attento scorge una storia di Provvidenza, designata dallo Spirito Santo, il regista della Missione, che orienta la Chiesa sui sentieri del Terzo Millennio." (dall'introduzione di Mario Agnes, direttore de L'"Osservatore Romano")
La moltiplicazione dei mezzi di comunicazione e la loro accresciuta potenza possono favorire la conoscenza della verità e del bene dell’uomo. Purtroppo, il più delle volte, vengono viceversa usate in modo indiscriminato contro l’uomo e la verità. Da qualche anno, la Chiesa italiana ha messo mano con determinazione e senso profetico a questa sfida culturale: a partire dal convegno di Palermo (1995), sul versante dei media e su quello della cultura è stata tracciata una strada fatta di riflessione e iniziative concrete. Di ciò ha reso ampiamente testimonianza il convegno promosso dalla CEI il 7-9 novembre 2002, da cui scaturisce il volume.
Il termine “parabola”, proposto dal titolo, rimanda sia all’innovazione tecnologica nel campo della comunicazione, sia a uno dei linguaggi più usati da Gesù nel suo insegnamento: l’accostamento, volutamente intrigante, indica che la comunicazione del Vangelo non può essere pensata senza tenere conto dei nuovi linguaggi e della nuova cultura generata dai media.
Il volume affronta questioni nodali e propone contributi dei massimi esperti, nell’intento di sostenere il rinnovamento culturale del Paese valorizzando il patrimonio di tradizione e di capacità creativa dei cattolici italiani.
Questa Nota pastorale del Consiglio Episcopale Permanente della CEI porta a compimento un progetto avviato nel 1997 con un primo documento, dedicato al catecumenato degli adulti, e proseguito nel 1999 con una seconda nota riguardante l'iniziazione dei fanciulli e dei ragazzi dai sette ai quattordici anni. Il presente documento, diviso in quattro capitoli, dà indicazioni concrete sul modo di rapportarsi a quanti ritornano alla fede o chiedono il completamento della loro iniziazione cristiana. A tale scopo sollecita le comunità ecclesiali a istituire "cammini di ricerca e di ascolto di sé, percorsi di approfondimento e di esplicitazione delle domande 'profonde', veri e propri itinerari di riscoperta della fede". Si tratta di cammini molto diversi che devono tenere in considerazione le molteplici situazioni personali di chi si riaccosta alla Chiesa. È indispensabile, inoltre, secondo questa Nota che "le nostre comunità abbandonino le loro presunzioni? e si offrano come luoghi in cui ognuno è rispettato nelle sue scelte, non giudicato; aprano le loro braccia materne per offrirsi come espressione di libertà nella ricerca della fede".