Nell'epoca del terrorismo globale le credenze religiose sembrano particolarmente legate a forme di violenza. La stagione del nuovo ateismo ha infatti sostenuto che la religione avvelena ogni cosa. Sul banco degli imputati è finito il monoteismo con tutti i suoi difensori che è considerato una sorta di premessa alla violenza religiosa di cui c'è traccia abbondante anche nella Bibbia. Il cristianesimo, come fede monoteistica non sfugge a questa serie di accuse, al punto che sono state proposte molte strategie apologetiche tra cui spicca il tentativo di rintracciare una cesura tra Bibbia ebraica e Nuovo Testamento. Ma la domanda torna sorgere sempre prepotentemente: Il Dio della Bibbia è un Dio violento? L'autore di questo volume, già docente di Antico Testamento affronta il tema in tre capitoli: 1. Dio è coerente? 2. Monoteismo e violenza 3. La Bibbia: una risposta alla violenza?
L'uscita dall'Egitto è l'evento in assoluto più importante della storia antica d'Israele, quello che si è impresso con più forza nella sua memoria collettiva. A questa memoria Alberto Mello fa fede nell'avvicinarsi al testo dell'Esodo, al di là delle circostanze storiche più o meno probabili o delle prove archeologiche che si possono addurre. L'Esodo, infatti, può essere affrontato anche senza ricorrere all'ipotesi documentaria. Una lettura forse più ingenua dal punto di vista scientifico, ma secondo l'Autore più efficace sul piano esistenziale. Il suo obiettivo è infatti una interpretazione dell'Esodo (limitata ad alcuni passi) volutamente semplice, secondo le modalità dell'esegesi pre-moderna e la pratica degli antichi commentatori, sia ebrei che cristiani. Una immersione nel testo che consenta anche a noi oggi di chiederci: qual è il mio Egitto, la mia schiavitù? Come uscirne? Qual è la mia terra promessa, la mia libertà?
Il volume fornisce - attraverso un lavoro di esegesi scientifico e approfondito, e tuttavia ben comprensibile per ogni tipo di lettore - un quadro di come sia affrontato il problema e delle problematiche del racconto biblico. Per l'Antico Testamento l'analisi ha affrontato la storia di Giuseppe (Gen 37-50), il quale deve vivere tante situazioni anche molto dolorose. Alla fine Giuseppe loda Dio (che mai interviene direttamente nel racconto), perché grazie a tutto ciò che gli è accaduto egli può salvare la sua famiglia. Il libro di Giuditta inscena lo scontro tra due divinità: il Dio di Israele e il re Nabucodonosor, la cui adorazione è incompatibile con Dio. Alla fine, Israele ottiene la vittoria per mano di una donna, Giuditta, la quale - sola - si mostra saggia e timorata di Dio. Per il Nuovo Testamento si è visto che, all'inizio, viene proclamata la fede nella risurrezione del Cristo. I racconti nascono in seguito, per mostrare meglio il grande dono di fatto da Dio, con la evidenza che ogni evangelista sottolinea aspetti diversi, a seconda della propria visione teologica.
Nella prospettiva dell'alleanza biblica, la trascendenza di Dio è libertà di amare l'uomo gratuitamente costituendolo soggettività responsabile.
Ogni anno, in queste quattro settimane che ci separano dal Natale, i testi liturgici ci ricordano che Cristo "viene incontro a noi in ogni luogo e in ogni tempo perché lo accogliamo nella fede e testimoniamo nell'amore la beata speranza del suo regno". In queste pagine ho raccolto delle brevi riflessioni sui vangeli feriali del tempo di Avvento. È un sussidio che prende le mosse dalla richiesta di sacerdoti, religiosi e fedeli laici, desiderosi di vivere l'anno liturgico con tutte le sue ricchezze. La meditazione quotidiana della Parola di Dio ci aiuti ad andare incontro al Cristo che viene.
Alberto Mello rilegge il terzo e il quarto libro della Bibbia con la scrupolosa adesione di un esegeta moderno e li interpreta convinto che la Scrittura riceva il suo vero senso in una lettura simbolica e spirituale. Il libro dei "Numeri" e del "Levitico" sono incentrati sulla santità di Dio, che si definisce certo come trascendenza, separazione, alterità, ma soprattutto, in maniera positiva, come potenza vitale e come esigenza morale. Questo libro fa seguito ai due precedenti sulla Genesi e sull'Esodo - dal titolo "Il Dio di Abramo" e "Il Dio degli Ebrei" - pubblicate in questa stessa collana.
Molti oggi pensano spontaneamente Satana come un piccolo demone rosso con le corna, una coda appuntita e un forcone in mano. Questa visione del diavolo, in realtà, si è sviluppata nel corso di molti secoli e sarebbe risultata estranea agli autori dell'Antico Testamento, dove la figura dell'Avversario fa la sua prima comparsa. I primi testi che menzionano Satana - anzi, nell'Antico Testamento si dice sempre «il Satana» - lo ritraggono come un agente di Dio incaricato di fare giustizia dei malfattori. Nel corso del tempo, però, quella figura evolve e viene considerata più come un nemico di Dio che come sua longa manus. Alla fine questa mutazione, su Satana ricadrà la colpa di tutta una serie di problemi. Ryan Stokes spiega magistralmente lo sviluppo della tradizione su Satana nelle Scritture ebraiche e nella letteratura del primo giudaismo, descrivendo i processi interpretativi e creativi che hanno trasformato un agente di Dio nell'arcinemico del Bene. Esplora come l'idea di una figura celeste quale Satana sia stata innestata nel problema del male e sia stata caricata della colpa di tutto ciò che va storto nel mondo. Svela le molteplici sfumature di fenomeni quali la tentazione, il peccato e il male potenzialmente fatale che, sin dai tempi antichi, hanno afflitto l'umanità. E che ancora oggi sono tra noi. Si tratta di una monografia scientifica sulla storia delle credenze su Satana: questa indagine aggiorna in modo importante i lavori preesistenti, soprattutto per quanto riguarda la comparsa della figura di Satana nel contesto precristiano. Prefazione di John J. Collins.
L'autore commenta alcuni testi del vangelo secondo Giovanni, offrendo suggestive meditazioni. Un viaggio attraverso le domande di Gesù nel Vangelo secondo Giovanni, che fa immergere nelle profondità di un dialogo divino che attraversa i secoli e raggiunge le corde più intime dell'essere dell'uomo. Le parole del Maestro possono scavare nel terreno fertile della coscienza, seminando interrogativi che sfidano, consolano e rivelano il mistero. Le domande di Gesù spronano a non accontentarsi delle risposte facili, a resistere alla tentazione di chiudere la mente dinanzi all'inaspettato; ci insegnano che nella danza incerta tra la luce e le tenebre, si trova spesso la vera essenza della nostra relazione con il divino.
A partire dalle vicende di Abramo, Isacco e Giacobbe - le tre figure più paradigmatiche dell'Antico Testamento, modelli imperfetti di una umanità in cui è possibile riconoscersi - si snodano le riflessioni raccolte in questo libro. Nella forma del racconto più che dell'indagine esegetica, ma sempre aderente al testo biblico, Alberto Mello invita a entrare in una nuova confidenza con l'umanità dei Patriarchi. Abramo, Isacco e Giacobbe mostrano così il loro fascino e ancor più la loro imperfezione; questo è il modo attraverso cui il Dio unico e personale della Genesi si rivela, con caratteristiche e modalità diverse che sono rilette nella prospettiva delle tre virtù teologali: fede, speranza e amore. Un'esperienza di unità nella diversità, non confinata alla religione premosaica, ma con precise ricadute nella vita del credente di ogni tempo e di ogni uomo e donna che si riconosca parte della discendenza abramica.
In questo libro Donald Carson si pone l'obiettivo di raggiungere coloro che desiderano conoscere meglio la trama della rivelazione biblica. In ognuno dei quattordici capitoli l'autore focalizza la sua attenzione su uno o più testi della Bibbia, li spiega e li collega al contesto immediato e poi ne rintraccia i fili che li collegano alla figura di Gesù Cristo. Non è necessaria una preliminare e profonda conoscenza della Bibbia per seguire l'autore; ciò che è indispensabile è avere una Bibbia a portata di mano, aprirla e prepararsi a usarla, per rintracciare il Dio che c'è e ritrovarsi all'interno del suo disegno.
«La Misericordia di Dio è la sola cosa incrollabile della vita, il vero punto di Archimede» (S. Kierkegaard). Questo libro, in cui l’autore ha saputo trasfondere sia la sua scienza di biblista sia l’esperienza di pastore, sviluppa il tema della misericordia di Dio come si rivela nell’Antico e nel Nuovo Testamento, per poi passare a esporre ciò che la Bibbia dice a proposito della misericordia che l’uomo deve nutrire in cuore. Leggendo questo testo scopriremo il volto di Dio «ricco in Misericordia» oltre ogni nostra aspettativa.