Questo studio si propone di presentare Divo Barsotti come un uomo "dentro il Concilio". Si tratta di una sfida per niente facile in quanto Barsotti è stato spesso - e lo è tuttora - considerato da più parti come un uomo fuori dal Concilio o perlomeno come uno che, se per un certo periodo vi è stato dentro, si è successivamente chiamato fuori. Si ha dunque a che fare con un autore che va conosciuto e accolto nella sua complessità, di fronte al quale è necessario stare bene attenti a non estrapolare con troppa facilità certe affermazioni dal loro contesto, per non cadere nell'errore di bollarlo come un nostalgico conservatore o, al contrario, come un rivoluzionario o addirittura un anarchico.
Scrive p. Serafino Tognetti nella introduzione di questo testo: "Finalmente un libro che parla bene dei preti". Abbiamo anche noi i nostri eroi. Come possono questi uomini di Dio stare ore ed ore in confessionale, spendersi dalla mattina alla sera, donarsi senza risparmiarsi un attimo senza ricevere nulla in cambio, se non li spingesse uno sconsiderato amore per Dio e per le anime? Questi sono i nostri eroi, i nostri santi e amati sacerdoti. L'autrice ne ha incontrati tre, ed è rimasta folgorata. I tre sacerdoti che le hanno dato Dio, ossia la vita vera, non potevano rimanere mute realtà rattrappite da chiudere nel cassetto dei ricordi. No: essi sono la Chiesa viva che pulsa e che è presente nelle nostre strade, checché se ne dica e benché si tenti di offuscarla ostentando in continuazione solo la parte oscura. Don Rodolfo, don Luigi, don Divo, sono tre giganti che hanno segnato l'anima di Mariadele Orioli. Di due di loro si sta occupando anche la Chiesa per vagliarne le virtù, al fine di proporli come santi da canonizzare. Non possiamo che ringraziare commossi l'autrice, che ci fa conoscere lati dei tre che non conoscevamo: l'umiltà potente di don Rodolfo, l'identificazione col Cristo di don Luigi nel ministero della confessione, l'epistolario personale e straordinario di lei con don Divo Barsotti, grande mistico contemporaneo. Sono perle che escono dall'esperienza puramente personale di Mariadele Orioli e divengono ricchezza per tutta la Chiesa.
La vita di Divo Barsotti (Palaia [PI], 25 aprile 1914 - Settignano [FI], 15 febbraio 2006) ha compreso quasi tutto il Novecento e si è affacciata sul nuovo millennio. A un decennio dalla sua morte, la sua figura di sacerdote, mistico e letterato è stata illuminata dalla ristampa di molte sue opere e da uno studio biografico "interno" alla Comunità dei Figli di Dio da lui fondata, mentre incominciano ad apparire anche studi su periodi e aspetti specifici della sua vita. L'autrice propone una biografia più agile, che sempre rispettando la completezza dell'informazione si centri sul valorizzare la sua identità di uomo di fede e di scrittore, vedendolo anche dall'"esterno" della sua Comunità, dentro la temperie del suo secolo XX.
L'Opera e' composta da tre volumi raccolti in cofanetto. Che vita e' stata quella di don Divo Barsotti? Cosa dice all'uomo moderno? Quale testimonianza ci lascia in eredita'? Dopo un'accurata analisi della sua vita e della sua formazione, del suo pensiero teologico, della sua antropologia e dell'attualita' di Barsotti per la teologia contemporanea, l'autore si e' soffermato sulla possibilita' dell'uomo di divenire simile a Dio pur rimanendo creatura. Attraverso la lettura e l'analisi dei quattordici inediti riordinati in ordine cronologico dal 1950 al 1988, con delle introduzioni di sintesi, l'autore ci restituisce tutta la limpidezza e creativita' delle parole e la genialita' delle ispirate intuizioni di don Divo Barsotti sul tema della divinizzazione.
Il carteggio tra Divo Barsotti e Giuseppe Dossetti si snoda per oltre quarant'anni, dai primi anni cinquanta a metà degli anni novanta del Novecento, e testimonia l'evolversi del rapporto tra l'inquieto sacerdote pisano e uno dei protagonisti più originali della vita politica, istituzionale e religiosa del Novecento italiano. Nelle lettere emergono i problemi che attraversano le loro vite, la storia del paese e le vicende della Chiesa italiana: domande sull'autenticità e sulla fedeltà alle proprie scelte, sulle difficoltà di relazione con la Chiesa degli anni '50, sui possibili modi di essere cristiani nel tempo e nella storia, sui profondi bisogni di rinnovamento e di riforma ecclesiale. Spesso il discorso si allarga ed emerge la ricca trama di contatti e avvenimenti in cui si inserisce il loro rapporto: la vita politica nazionale da cui Dossetti è uscito, lasciando una complessa e discussa eredità; la vivacissima Firenze degli anni '50 e '60, con Giorgio La Pira e molti altri; la vita locale, politica ed ecclesiale di Bologna. Anche i grandi fatti della storia internazionale sono presenti: la guerra del Vietnam, la tensione tra i due blocchi, occidentale e sovietico, le questioni mediorientali e il conflitto israelo-palestinese. Le lettere rappresentano così il racconto di due vite, attraverso cui rileggere alcune delle questioni cruciali della fede cristiana e della società italiana del secolo scorso. Questioni che, a ben vedere, giungono fino ai nostri giorni.
Don Divo Barsotti nella sua lunga vita ha avuto molti contatti con svariate persone di ogni livello sociale e culturale. Per la prima volta, dal suo immenso epistolario, vengono qui pubblicate alcune lettere, la cui caratteristica è di trattare la direzione spirituale. Si ha così modo di entrare nel profondo dell'interiorità di don Divo e di coloro che a lui si affidavano per essere accompagnati nella ricerca di Dio. L'occasione della pubblicazione è legata al centenario della sua nascita, avvenuta il 25 aprile 1914.
Dei molti diari che Don Divo Barsotti ha scritto durante la sua lunga vita, questo, che copre gli anni dal 1973 al 1975, è uno dei più interessanti perché incentrato sulla figura di Cristo. Egli già scriveva in un precedente diario: "Tutta la vita è solo rapporto col Cristo ed Egli è la sola Realtà". Cristo assume quindi ne L'attesa la statura di centro, di Assoluto, di Trascendente incondizionato. Egli è "la mèta", non "la via". Cristo è Dio ed esiste un'unica via per giungere all'Amore: l'amore. Per giungere a Dio, per realizzare la prima unione con Lui è necessario passare per il deserto del nulla - vedere "sprofondare la Chiesa nel vuoto", sopportare il "silenzio di Dio", portare "il male del mondo" - ma soprattutto fare il vuoto nell'uomo con le sue passioni devastanti.
"Le pagine barsottiane raccolte in questo volume sono dedicate ad alcuni letterati italiani del '900: Italo Svevo, Luigi Pirandello, Cesare Pavese, Aldo Palazzeschi, Tornasi di Lampedusa, Clemente Rebora ed Eugenio Montale. Barsotti, come osserva Massimo Naro, ha vissuto una profonda sintonia con questi scrittori (e con tanti altri), 'portandosi sempre appresso i loro libri e custodendo dentro di sé l'eco della loro parola, come una sorta di viatico: nella loro scrittura letteraria rintracciava le formulazioni più efficaci anche delle sue interiori domande, dei suoi personali 'perché', mentre pure si rendeva conto di dover discernere il senso autentico - quasi sempre implicito, quasi mai dichiarato - dei loro dubbi, delle loro rivendicazioni, dei loro appelli. Leggerli e interpretarli, [...] significava per lui rintracciare il mondo e ritrovarsi nel mondo. Ma non per indugiare su quella soglia, che anzi - sentiva con impellenza di dover oltrepassare. Si trattava per lui di risonare quelle umane parole all'orecchio di Dio: solo così esse sarebbero state finalmente dotate di senso, davvero ascoltate e capite." (dalla Presentazione di Massimo Naro)
Per l'autore di questo libro, don Divo Barsotti, fondatore della "Comunità dei figli di Dio", la Messa è vita e il Mistero Eucaristico è un atto sempre nuovo, vissuto, preparato, sentito come incontro vivo e drammatico con Gesù Cristo e il suo Sacrificio che ci riscatta, atto di amore che ci fa partecipi della vita divina, mistero nuziale e compimento della vita cristiana del battezzato. La vita di don Barsotti era tutta tesa verso la Messa, e da questa poi si dipana per lo sviluppo della sua azione, della sua giornata e della sua missione. E questo d'altronde è il carisma della famiglia religiosa di monaci da lui costituita nel 1946, formata da laici consacrati e religiosi il cui impegno è vivere la radicalità battesimale con i mezzi che sono propri della grande tradizione monastica."Nella Messa c'è tutto!" era solito dire don Divo ai suoi giovani monaci. E davvero da ogni pagina del volume appare evidente che l'autore è un uomo "rapito" dal Mistero del Padre e di Cristo nell'Eucaristia.