Volume 7, the last in this series, surveys Don Bosco’s life and activity in the late seventies and eighties, roughly his last dozen years. These are his mature, reflective years; they are also the years of his quasi-retirement, gradually giving way to his sunset years. With regard to content, the nine chapters of this survey may be grouped under four headings.
(1) Chapters 1-3 deal with the Society’s internal organization and the regulations developed for that purpose. They cover such topics as the Society’s division into “inspectorates” (provinces), Don Bosco’s report of 1879 to the Holy See, general conferences and General Chapters.
(2) Chapters 4-6 speak of a founder’s concerns over the qualities of candidates seeking admission into the Society, and over the salesian religious spirit of the confreres. They express Don Bosco’s severe judgments of discipline in the Oratory communities. Also Don Bosco’s reflective and educational writings of the period.
(3) Chapters 7 and 8 tell the story, on the basis of archival sources and eyewitness testimonies, of Don Bosco’s progressive physical decline over the years 1884-1887—years plagued by worsening illness and yet marked with indomitable resolve to undertake fatiguing journeys to visit and encourage confreres, cooperators and benefactors.
(4) Chapter 9 describes the difficult and protracted itinerary of the processes of Don Bosco’s beatification and canonization.
The series Don Bosco, History and Spirit consists of seven volumes. The first three volumes survey the life and times of John Melchior Bosco (“Don Bosco,” 1815-1888) up to 1864, with particular attention to nineteenth-century political, social and religious history. This survey looks at Don Bosco’s own education, at his spiritual and theological formation. It examines the growth of the work, and the founding and initial development of the Society of St. Francis de Sales.
The next four volumes describes Don Bosco’s life and work in the period following the unification of Italy. In this setting Don Bosco, History and Spirit discusses the institutional developments and organization of the Salesian Society. It examines the development of permanent structures to guarantee the continuance of the Salesian work, and discusses some of the founder’s insights and ideas.
L’opera intende proporre una ricerca storica dei fondamenti del Rorschach, ripercorrendo i molteplici contributi scientifici a partire dalla sua invenzione nei primi anni del ’900 fino agli status attuali, con l’obiettivo di:
– comprendere gli assunti che hanno generato le diverse forme del metodo psicanalitico-proiettivo europeo e del metodo strutturato nordamericano di Exner;
– comparare i due metodi sul piano epistemologico, metodologico, metateorico, statistico, per metterne in luce punti di forza e punti di debolezza;
– cogliere il retaggio comune del vasto sapere psicologico maturato da entrambi, nel corso di un secolo di riflessioni;
– intravedere spunti nuovi e una possibile linea di sviluppo nella cornice del paradigma antropologico-filosofico più attuale del pensiero europeo.
Tommaso Moro è certamente noto al pubblico più come umanista e autore dell’Utopia (1516) che come poeta in lingua inglese. Eppure è questa la prima immagine che ci forniscono di lui i Works del 1557 e che le biografie cinquecentesche tramandano come legata agli ultimi momenti della vita del martire londinese.Troppo spesso considerata quasi solo una curiosità, la lirica moreana ci restituisce, invece, una sintetica e brillante immagine del Tommaso Moro uomo e del suo pensiero.
destinatari
Un libro dedicato a un ampio pubblico.
l’autore
Thomas More (tommaso Moro), umanista e uomo politico, nasce a Londra il 7 febbraio 1477 (o 1478). Cancelliere del re Enrico VIII, si rifiuta di sottoscrivere il preambolo dell’“Atto di successione” che pone il sovrano a capo della Chiesa d’Inghilterra sottratta all’autorità papale.Viene perciò condannato a morte il 1° luglio 1535 e decapitato il 6 luglio. Il 19 maggio 1935 Pio XI lo proclama santo. Di Thomas More le Edizioni San Paolo hanno pubblicato Tutti gli epigrammi (1994) e Gesù al Getsemani. DeTristitia Christi (2001). Carlo M. Bajetta è professore ordinario di Letteratura inglese e preside della Facoltà di Lingue e Comunicazione presso l’Università della Valle d’Aosta. Ha collaborato con la Bibliographical Society britannica, alla nuova edizione del Dictionary of National Biography (2004) e alla recente edizione delle lettere di C.S. Lewis (2000-2006). È coordinatore nazionale per la Annual Bibliography of English Language and Literature, membro della European Association for the Study of English e della Bibliographical Society of the University ofVirginia.È vicepresidente dell’As- sociazione Italiana di Anglistica. Per San Paolo ha curato l’edizione italiana delle Lettere ai Bambini di C.S. Lewis (2009).
Nel corso di tutta la tradizione cristiana c’è un aspetto dell’amore di Gesù che sembra essere rimasto maggiormente in ombra, benché si tratti della tonalità più accesa: la «tonalità erotica».Volendo rappresentarla sulla scala cromatica si collocherebbe, infatti, senz’altro presso il rosso acceso della fiamma ardente. Questo tratto passionale dell’amore di Cristo è stato richiamato all’attenzione dei fedeli da Benedetto XVI, che lo ha audacemente nominato col termine di eros. Un eros passionale che rivela un’umanità straordinaria e mai abbastanza percepita e che ha portato il Figlio di Dio a unirsi a noi fino al punto di soffrire come proprie le conseguenze dei nostri delitti.
destinatari
Un ampio pubblico di religiosi e laici interessati ad approfondire un aspetto dimenticato della figura di Gesù.
L’autore Aristide Fumagalli, sacerdote dal 1991, ha conseguito il Dottorato in Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma. Insegna Teologia morale presso il Seminario Arcivescovile di Milano e la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale. Diversi sono i suoi libri presso le Edizioni San Paolo
Le Beatitudini pronunciate da Gesù ci svelano quale sia la vera felicità per ogni uomo. Preghiamo con le Beatitudini e scopriremo che la felicità si trova nell'amicizia con Dio, nell'amore ai fratelli, nella speranza, nella purezza e nella semplicità, nella ricerca della giustizia e della pace. Età di lettura: da 6 anni.
La violenza nasce come costruzione dell'io, ma non di un io colpevole, in quanto diviso dalle numerose contraddizioni che derivano dal mancare di speranza nella responsabile completezza. Almeno in parte, la violenza è quindi effetto di costruzione culturale, che chiude la libertà, e dà origine ad un meccanismo che la struttura e la perpetua, con obblighi incompresi che si devono abbandonare. La situazione conflittuale è difficile da sciogliersi ma allo stesso tempo contiene le vie stesse per trascenderla. Il cammino per le rinunce non porta avanti né indietro, ma verso l'interno, nella consapevolezza e la luce della necessità dell'amore.
I tre più bei libri di poesia per ragazzi di Roberto Piumini - "Io mi ricordo", "Quieto Patato", "Sole, scherzavo" - per la prima volta sono raccolti in un cofanetto regalo. Tre libri diversi e innovativi, in cui le parole saltano, scherzano, si cambiano e ci cambiano. Età di lettura: da 6 anni.
«Da noi nascondiamo la faccia. Il corpo, non conta. Il corpo va nudo sotto il sole, il biondo sole che arde di giorno, che arde la notte.
Da noi infatti non c’è notte. Ciò che chiamiamo notte lo è per comodità, quando l’amore va incontro agli innamorati, quando due corpi si stringono l’uno contro l’altro come due spighe di grano sotto lo stesso vento.
Anche quando fanno la notte, gli amanti non si mostrano la faccia. Proibito. Intoccabile. Impensabile.
Nessun volto allo scoperto, mai.
I corpi, la minuziosa contemplazione dei corpi, delle pieghe di una pelle, dei fremiti di una schiena, delle luci d’una mano, sì i corpi adempiono a meraviglia quella funzione di conoscere che da voi viene attribuita alle facce.»
“Non sono sicuro di credere in Dio: però lo amo.
E, per non amare un’idea di Dio,
provo ad amare coloro che mi stanno accanto”.
Dio è sempre al di là delle immagini e delle parole con cui gli uomini cercano di rappresentarlo; è un Dio nascosto, che si può conoscere ma non “sapere” fino in fondo. Eppure, per evocarlo, l’uomo ha bisogno di “dirlo”, e il modo in cui lo racconta non è indifferente: un Dio falsato porta a una falsa visione della vita. Come discernere, allora, tra le diverse rappresentazioni di Dio? Con un linguaggio semplice e chiaro, l’autore indica e approfondisce un criterio fondamentale: ogni descrizione di Dio che va contro l’uomo e la sua vita, che lo sminuisce o lo distrugge è falsa. Un Dio per l’uomo e degno di lui, infatti, non può essere altro che colui che aiuta l’uomo a divenire più umano e che lo libera da quanto lo disumanizza.
Jean-Marie Ploux (Guéret 1937), presbitero e teologo, è stato vicario generale della Mission de France. Ha condotto studi di arabo e islamistica, opera nella formazione ed è impegnato nel dialogo interreligioso e nell’ecumenismo.
Se i cristiani non sono “del mondo”, tuttavia non devono dimenticare di essere “nel mondo”: oggi, infatti, a loro è richiesto di ripensare la fede cristiana all’interno della cultura postmoderna, senza alcun appiattimento acritico su di essa, ma in un’apertura al dialogo e al confronto. Possiamo così scoprire che la chiesa, nel contesto del mondo attuale, è chiamata a essere umile: la sua umiltà si radica nell’umiltà stessa di Dio, che in Gesù Cristo si è compromesso con la terra e l’umanità, e le permette di essere il popolo di Dio animato dallo Spirito santo. La chiesa è umile perché consapevole di essere “in relazione” e “dalla relazione”, perché non deve imporre una verità totalizzante, ma vuole proporre una verità che apre alla libertà.
Roberto Repole (Torino 1967), presbitero, insegna ecclesiologia e teologia sistematica presso la Facoltà teologica di Torino. Ha indirizzato buona parte della sua ricerca al ripensamento della chiesa nell’orizzonte della cultura contemporanea.
“I cristiani non abitano città loro proprie,
abitano la città nella quale è stato dato loro in sorte di vivere”
(A Diogneto)
“Si edifica una chiesa in una città affinché essa sia Chiesa per quella città, perché la città è sempre la destinataria della presenza della chiesa e mai un semplice mezzo né un mero strumento. Non c’è chiesa senza città perché la salvezza di Dio in Cristo è sempre propter nos homines. Il messaggio biblico sulla città ci invita a pensare che progettare ed edificare una chiesa non è semplicemente dotare la comunità cristiana di un luogo di culto, ma significa trasformare in realtà l’idea che ogni chiesa è metafora della presenza della Chiesa di Dio nella città degli uomini” (Enzo Bianchi).
La Chiesa di fronte alle grandi trasformazioni oggi in atto nelle città è chiamata a non subire questo cambiamento ma a interpretarlo e valutarlo criticamente, rivelando lo stile della presenza dei cristiani nella società che è di vicinanza nella differenza e di presenza nella diaconia. È questo contesto sociale ed ecclesiale a fare da sfondo e da orizzonte al VII Convegno liturgico internazionale di Bose, di cui questo volume raccoglie i contributi, che ha affrontato dal punto di vista sociologico, storico, liturgico, teologico, architettonico e urbanistico il tema del rapporto tra Chiesa e città.