Questo testo nasce dal desiderio di accompagnare i genitori nell’avventura che ha inizio con la nascita di un figlio fino ai suoi primi due anni di vita. Dalla “fusione amorosa” del tempo dell’allattamento, c’è spazio a poco a poco per piccoli oggetti, come il ciuccio, il peluche o la copertina, simboli dell’amore che li lega, ma anche rappresentanti del mondo che li circonda.
Nello spazio creativo del gioco, il bambino scopre se stesso e getta le basi per una prima autonomia. E poi ancora lo svezzamento, la mamma che riprende il lavoro, l’ingresso al nido: tante esperienze si concentrano nei primi due anni del piccolo, che si affaccia al mondo sotto lo sguardo amorevole della sua famiglia.
Un adulto attivo da molti anni tra i giovani si racconta e illumina il loro mondo. Insegnante di religione nelle scuole superiori, counselor, professionista, educatore: l'autore deve tutto ad un rapporto quotidiano e appassionato con il mondo dei nostri figli che crescono.
Nella prima parte del libro racconta la sua autobiografia professionale e personale e mostra come il mondo giovanile ci metta tutti alla prova: carenze personali e relazionali pongono in crisi l'educatore fino a costringerlo ad affrontare le sue profondità psicologiche e spirituali. Con indicazioni concrete di come si possono sviluppare le proprie competenze in questo campo.
Nella seconda parte incontriamo casi concreti attraverso il racconto di momenti reali, accaduti a scuola, e incontri nella professione di counselor: adolescenti e giovanissimi diventano reali, non problemi da risolvere, ma persone da amare.
A Napoli esiste una buona pratica, quella del "caffè sospeso": lasciare un caffè pagato in regalo al prossimo che verrà. Pensare oltre se stessi, pensare a cosa si lascia per il futuro è il primo passo per lavorare bene in gruppo. Questo volume pratico e dinamico, perfetto per il "team building" nelle attività più varie, aiuta a riscoprire la dinamica del "fare insieme", dalla creazione dei primi legami alla scoperta del valore unico che ogni individuo può dare alla comunità. Con schede di autovalutazione per lo stress e il rischio di burnout, per comprendere il clima dell'ambiente di lavoro, per costruire un percorso di crescita personale nel proprio gruppo.
Quarantatré esperti, di ventuno università italiane, hanno contribuito alla stesura di questo Dizionario di pedagogia speciale, opera unica nel suo genere in Italia, che propone i punti fermi di un sapere scientifico dalle profonde ricadute sul piano educativo e didattico e offre un supporto epistemologico al duro lavoro quotidiano di educatori, insegnanti, dirigenti, genitori. L’inclusione delle persone con disabilità e con problemi e le azioni per garantire a tutti una qualità di vita ottimale si basano su una condivisione di idee, di concetti, di metodologie, di esperienze, di procedure valide e consolidate. Il lettore, accostandosi alle voci di questo Dizionario, ha la possibilità di confrontarsi con pensieri e definizioni da tradurre, concretamente, in un rapporto educativo che assicuri crescita e benessere alle persone, soprattutto a quelle che presentano necessità particolari, complesse e, appunto, “speciali”.
«Viviamo in un'epoca in cui bisogna agire, se non vogliamo assistere alla rovina totale di questa generazione», avvertiva don Bosco. E oggi come allora è necessario ripartire dalle basi. Questo libro presenta prima di tutto, in sintesi, i principi del sistema educativo salesiano, con osservazioni sulle sue origini e sul profilo degli educatori in rapporto ai giovani, alle istituzioni educative e ai metodi usati. In un secondo momento questo modello viene declinato nelle realtà salesiane: oltre all'oratorio le scuole, i centri di formazione professionale e le nuove realtà di aggregazione giovanile. Una proposta di riflessione e aggiornamento per gli educatori salesiani, così da dare nuovo slancio alla loro opera, ma anche per tutti gli educatori che ancora non conoscono don Bosco.
«La scuola deve essere un po' meglio della società che la circonda, se no cosa ci sta a fare?». Un maestro, i suoi piccoli alunni, un paese umbro di duemila anime e il mondo che irrompe con le sue tempeste dentro un'avventura pedagogica innovativa. L'attrito, lo scontro a volte, tra una educazione improntata all'apertura e la società in cui si diffondono con energia inattesa diffidenza, rancore e odio verso chi arriva: «Come educare alla convivenza quando nuovi veleni si diffondono nel piccolo villaggio in cui abitiamo e, ancor più, nel grande villaggio mediatico planetario nel quale siamo immersi?». E al fondo l'amarezza con cui si avverte che ciò che unisce, acquieta e rallegra è troppo debole spesso, e che il sospetto può vincerla sull'attitudine amichevole e curiosa verso ciò che è insolito e sorprendente. Il maestro Franco Lorenzoni nei suoi libri racconta il tempo quotidiano delle classi elementari dove insegna. Lo fa unendo il diario di esperienze didattiche vive, ricche di continui dialoghi tra bambine e bambini, con una grande quantità di storie e ritratti individuali. Al centro delle cronache de "I bambini ci guardano" c'è la scoperta del dramma dell'emigrazione, suscitata dalla foto del piccolo Aylan, trovato esanime sulla spiaggia di un'isola greca, evocata in classe da una bambina. A partire da quella immagine e da una ricerca rigorosa intorno ai dati del migrare oggi, la classe allarga il lavoro e la riflessione su violenza, guerra e discriminazioni nella storia, confrontandosi anche con l'arrivo in paese e la controversa ospitalità di una decina di profughi. Ed è presente in questo libro una piega riflessiva di intimo bilancio. La radicalità della crisi pubblico-privata, emersa prepotentemente in questi anni, è esposta nella maniera giocosa, semplice ed elementare, con cui i bambini scoprono le carte del mondo.
L'autrice intreccia l'esperienza scolastica e la vita cristiana, ne scova i legami e la stretta relazione. Da qui il ricorrente e preciso richiamo ai testi biblici che illuminano le esperienze, anche le più piccole, dell'avventura formativa. Un viaggio straordinario, una traversata che ci arricchisce e ci trasforma.
Per te che credi che non sempre dove c’è alcol c’è festa! Per te che ami trasgredire! Per te che dici: Alcol? No, grazie! Per Te che vuoi sapere e capire.
Tutta la vita e l’opera di Don Bosco è indirizzata verso un obiettivo: educare i giovani alla santità. Questo libro presenta don Bosco come educatore, attraverso le testimonianze dei suoi ragazzi e dei salesiani che vissero al suo fianco. Il testo è scandito dai temi su cui Don Bosco ha fondato il suo stile educativo: fiducia in Dio e nella Provvidenza, umiltà, povertà, preghiera, accoglienza, pazienza, devozione mariana, prudenza, amore per il prossimo. Ogni capitolo è composto da tre parti: il racconto dei testimoni, domande per riflettere e una ''proposta d’azione''.
Uno strumento prezioso per tutti gli educatori, che si rivolge sia ai corsi di laurea in Scienze della formazione sia ai professionisti del settore.
L’educazione non è più, se mai lo è stata, riconducibile esclusivamente ai luoghi e ai tempi della famiglia e della scuola. La formazione e l’educazione avvengono in una molteplicità di situazioni quotidiane che coinvolgono le persone per tutta la durata della loro esistenza. Accanto alla formazione che si svolge nei contesti istituzionali e ufficiali esiste un’educazione informale e diffusa con modalità e contenuti di apprendimento che possono essere anche contrastanti. L’educazione sociale comprende quindi gli aspetti informali delle esperienze riconosciute ‘ufficialmente’ come educative (la scuola e la famiglia), ma anche i mezzi di comunicazione di massa, i gruppi dei pari, le associazioni, le Chiese. E ancora, l’assetto urbanistico e l’organizzazione territoriale dei quartieri, le migrazioni, le trasformazioni dei ruoli connessi alle appartenenze di genere, le trasformazioni del lavoro, il web. Tali esperienze educative sono fondamentali in termini di quantità e contraddittorietà di apprendimento prodotto; fare l’educatore oggi – a qualunque livello – implica tener conto di questa complessità. Tramma analizza alcuni degli aspetti più significativi dell’educazione sociale dal secondo dopoguerra a oggi: uno sguardo storico sociale che evidenzia quanto, decennio dopo decennio, nella contemporaneità la formazione delle persone sia avvenuta e avvenga in misura sempre più rilevante negli ambiti informali. Il libro è destinato in primo luogo agli studenti dei corsi di laurea in Scienze dell’educazione ma può essere un prezioso arricchimento per pedagogisti ed educatori professionisti, per insegnanti e per tutti i lettori non specialistici che hanno a cuore il tema della formazione.
I fondamenti della didattica in 32 voci collegate da un filo rosso epistemologico e pedagogico. La natura organica e sistematica delle argomentazioni rende questo volume uno strumento chiaro e di collaudata comodità d'uso professionale. Un'opera particolarmente adatta per la formazione in ingresso e in servizio dei docenti, nonché per tutti gli studenti dei corsi di laurea in scienze della formazione e dell'educazione che vogliono confrontarsi in modo critico con termini, metodi ed esperienze decisivi per la qualità dell'apprendimento e dell'insegnamento.
Nell’educare prende forma il legame: è ormai tempo di tornare a pensare la relazione educativa fuori dalla sua forma istituita e strutturata. È tempo di pensare l’educare come tempo dell’incontro. Sono due le dinamiche – quella dell’affidamento reciproco e quella della rideclinazione della storia di vita – che avvicinano la relazione educativa alla relazione di cura.
Il libro nasce dalla presenza in diversi contesti ed esperienze sociali ed educative, da scambi e dialoghi con operatori della cura e della formazione, provando a raccontare la particolare tessitura di vita e di futuro incontrata in queste occasioni.