L'attuale stagione pastorale è una opportunità preziosa, una risorsa o kairòs, per riscoprire l'originalità dell'annuncio e l'affidabilità della proposta cristiana a condizione di operare un'adeguata rilettura delle fonti e un aggiornamento delle sue pratiche. Non è solo una riflessione su missione, evangelizzazione e comunicazione della fede; ma, più in profondità, una rilettura della teologia tutta a partire dalla "novità" conciliare. Con la conseguenza di un ripensamento delle scelte che guidano l'agire delle comunità cristiane.
Che cosa è la fede e che cosa significa credere? Lo scopo di questa pubblicazione è di introdurre il lettore in una riflessione che possa dare a pensare e invitare a oltrepassare le strettoie delle solite espressioni di moda. Si cercherà di prendere spunto dal contesto culturale in cui viviamo, facendo per così dire il punto e il contrappunto a partire da una serie di riserve e problemi posti al credere nell'età moderna e postmoderna. Ne scaturisce una teologia che pensa una fede "differente", posta a debita distanza dalle enfasi di modelli interpretativi troppo rigidi e assolutistici, e che viene descritta nella sua provocante dimensione dubitante e pellegrina.
Un libro che incrocia analisi del vissuto religioso dell'uomo di oggi e riflessione attorno alle immutabili dinamiche della "ricerca" e dell'atto di fede. Sono pagine che con piglio accattivante e linguaggio accessibile anche ai non addetti ai lavori ragionano di fede, bellezza, santità, infinito, verità, destino, cuore, inquietudine, gioia, razionalità ed irrazionale, individuo e comunità, trionfalismo e umiltà, rivoluzione e conversione, parola e silenzio di Dio, crisi e riforme della Chiesa. Innumerevoli le citazioni dagli scritti e dai discorsi di Joseph Ratzinger, che forniscono all'opera la sua intima e vera ossatura.
La fede è insieme dono, protesta, fiducia. È la grande affermazione della dignità dell'essere umano che rifiuta di ridurre l'universo a quel che i suoi sensi percepiscono. La fede è sempre una miscela di luce e oscurità. Credere è essere fedeli nelle tenebre a quel che si è visto nella luce.La fede è la protesta dell'evangelo contro tutte le oscurità, gli idoli e le illusioni del nostro mondo. È la fiducia che non si sbaglia mai a scegliere l'umiltà, a tenere le mani aperte, a lasciarsi guidare sulla strada di un amore più grande.
Raccolta dei documenti del magistero pontificio e conciliare (dal 1939 al 2012) sul tema della nuova evangelizzazione. I mutamenti culturali, sociali ed ecclesiali avvenuti negli ultimi decenni impongono un nuovo modo di annunciare il Vangelo, pertanto la Chiesa ha sentinto il bisogno di fornire gli strumenti necessari per iniziare questo processo di nuova evangelizzazione, come intuito già da Giovanni Paolo II che per primo utilizzò questa estpressione. Benedetto XVI ha istituito, il 21 settembre 2010, il Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione.
Nell’anno che papa Benedetto XVI ha dedicato «ad un’autentica e rinnovata conversione al Signore» per i Gruppi di ascolto della Parola si apre un’occasione favorevole per «confessare la fede nel Signore Risorto… nelle nostre case e presso le nostre famiglie» (Porta Fidei, 3).
Il percorso biblico si lascia così guidare dalle pagine del Vangelo di Marco, che hanno al centro la rivelazione e la scoperta dell’identità di Gesù. Marco non si limita a rivelare a poco a poco il mistero cristiano ma conduce il lettore a scoprire le proprie paure, la propria ignoranza, le proprie resistenze, fino a lasciarsi illuminare dal Vangelo, imparando a seguire Gesù. Si tratta di un vero e proprio itinerario che comprende varie tappe, in cui si mescolano oscurità e luce. Così, la preghiera che potrà sgorgare dal cuore sarà simile a quella del padre del figlio epilettico: «Signore, credo; aiuta la mia incredulità» (Mc 9, 24)
È questa la chiave che apre ad un incontro fecondo nei Gruppi di ascolto: interrogarsi insieme, esortarsi a vicenda, senza dare mai per scontata la comprensione del mistero di Cristo, il quale è sempre più grande di ogni nostra parola e della capacità di comprendere.
«Imparare a credere» è l’invito che attraverso questo volume Benedetto XVI rivolge a ogni persona all’inizio dell’Anno della Fede, un’occasione importante per ascoltare quella sete interiore di una “grande speranza- che tutti portiamo nel cuore e mettersi in cammino. Il Papa, in questo volume accoglie le domande di senso e le incertezze del domani, oggi così diffuse, specie tra i giovani. Indica quindi, in una seconda parte, il possibile itinerario della ricerca di fede, dando riferimento e “compagni di viaggio” utili e validi. Il pontefice poi analizza le difficoltà del credere dipingendo un quadro vivido e particolarmente realistico della nostra società. Nella quarta e ultima parte, infine, offre ai lettori le risposte della fede , capaci di soddisfare gli interrogativi e di rianimare la fiducia della comunità cristiane a volte segnate dalla stanchezza e dallo scoraggiamento.
Riflessioni sul tema della missione, dell'evangelizazione e della "nuova evangelizazione". Evangelizzare significa portare una notizia nuova, gratuita, oltre le attese dell'uomo, e al tempo stesso talmente umana che quando la incontri fa impallidire ciò che prima cercavi. Scritto in occasione dell'imminente Sinodo dei vescovi (Città del Vaticano, 7-28 ottobre 2012) che avrà per titolo Nova evangelizatio ad christianam fidem tradendam ovvero "La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana".
Nell'ottica dell'Anno della fede indetto da Benedetto XVI e che inizierà nell'ottobre prossimo, questo libro si pone nella scia dell'insegnamento del Vaticano II per riandare alla genuinità dei Vangeli e affermare la semplicità e la radicalità della fede in una prospettiva essenzialmente pratica. "Soprattutto vorremmo far risuonare nel nostro oggi le esigenze evangeliche circa la sequela di Cristo, vorremmo ridire la radicalità cristiana, perché solo dei cristiani convinti e appassionati, risoluti e miti, forti dell'umiltà di chi si sente cercatore umile e povero, possono far risplendere la luce di Cristo".
Occasione per ripensare la fede in una società plurale, il dialogo interreligioso è oggi diventato un impegno irreversibile per i cristiani. Come Dio stesso per primo è entrato in dialogo con l’umanità, così la chiesa è a servizio dell’unità del genere umano. In pagine di ampio respiro, l’autore introduce anche i non specialisti alle forme e soprattutto allo spirito del dialogo, offrendone al contempo il fondamento teologico. I cristiani sono invitati ad assumere uno stile evangelico di dialogo, nella ricerca di un’intelligenza rinnovata delle proprie ragioni di vita: potranno così dire altrimenti ciò che da sempre li anima. Potranno dirlo per sé e per la chiesa, perché saranno stati in grado di dirlo ad altri. È questo il cuore dello “spirito di Assisi”.
Jean-Marie Ploux (Guéret 1937), presbitero e teologo, è stato vicario generale della Mission de France. Ha condotto studi di arabo e islamistica, opera nella formazione ed è impegnato nel dialogo interreligioso e nell’ecumenismo. Presso le nostre edizioni ha recentemente pubblicato Dio non è quel che credi.
Le più belle preghiere
dalle varie tradizioni cristiane
“Signore Gesù, guardaci!
Vedi, siamo tutti pellegrini di Emmaus,
siamo tutti uomini che faticano
nell'oscurità della sera.
E anche i nostri cuori sono vigliacchi.
Vieni sulla nostra strada,
brucia il cuore anche a noi.
Entra con noi a sederti al nostro fuoco,
affinché, esultanti di una gioia trionfale,
ci rialziamo a nostra volta
per correre a rivelare la gioia
a ogni uomo nel mondo,
nell’amore, per sempre,
fino al nostro ultimo respiro”.
(abbé Pierre)
Un’inedita raccolta di preghiere rivolte a Gesù Cristo, provenienti da tutte le tradizioni ecclesiali e da ogni epoca, per alimentare la nostra vita spirituale. La scelta comprende sia preghiere liturgiche sia invocazioni libere, che ricoprono i principali movimenti della preghiera, dalla lode alla supplica. I testi qui presentati sono innanzitutto preghiere, parole rivolte a Cristo e alcune poesie su di lui, raccolte nell’ultimo capitolo.
“Non sono sicuro di credere in Dio: però lo amo.
E, per non amare un’idea di Dio,
provo ad amare coloro che mi stanno accanto”.
Dio è sempre al di là delle immagini e delle parole con cui gli uomini cercano di rappresentarlo; è un Dio nascosto, che si può conoscere ma non “sapere” fino in fondo. Eppure, per evocarlo, l’uomo ha bisogno di “dirlo”, e il modo in cui lo racconta non è indifferente: un Dio falsato porta a una falsa visione della vita. Come discernere, allora, tra le diverse rappresentazioni di Dio? Con un linguaggio semplice e chiaro, l’autore indica e approfondisce un criterio fondamentale: ogni descrizione di Dio che va contro l’uomo e la sua vita, che lo sminuisce o lo distrugge è falsa. Un Dio per l’uomo e degno di lui, infatti, non può essere altro che colui che aiuta l’uomo a divenire più umano e che lo libera da quanto lo disumanizza.
Jean-Marie Ploux (Guéret 1937), presbitero e teologo, è stato vicario generale della Mission de France. Ha condotto studi di arabo e islamistica, opera nella formazione ed è impegnato nel dialogo interreligioso e nell’ecumenismo.