Il dramma dei bambini-soldato in Uganda e in Sierra Leone, raccontati dal giornalista e missionario fondatore della MISNA, la Missionary Service News Agency, la più importante agenzia di informazione e controinformazione sulle aree più depresse del mondo. Uganda e Sierra Leone sono due realtà segnate da un comune denominatore: la sofferenza inferta su un'umanità ancora imberbe, con un'inusitata voglia di vivere che rende le loro storie ancora più agghiaccianti.
Sia gli apologeti che i detrattori della globalizzazione hanno un'idea eccessivamente monolitica del fenomeno e non ne colgono le dinamiche complesse che possono avere esiti positivi o negativi a seconda di come sono governate. In questo volume uno dei più noti ed apprezzati studiosi del settore esamina le diverse sfere - dell'economia, della politica, del diritto e della sicurezza collettiva - che sono state intaccate dal cambiamento globale per delineare un'agenda democratica delle cose da fare. David Held insegna Scienza della politica alla London School of Economics and Political Science.
Lo Yoga e l'infanzia sono universi che combaciano con caratteristiche simili come la semplicità, l'apertura al cambiamento e all'apprendimento, la ricerca costante di verità sempre più profonde.. Prima è un pesce, poi un leone, una tigre, una farfalla... e da queste forme viventi trae le energie necessarie per affrontare la vita incessante che scorre nel sangue. Questo originale manuale si rivela, in definitiva, nella lettura ma soprattutto nell'applicazione, un utile strumento per aiutare educatori e genitori a inoltrarsi nel mondo interiore dei loro bambini. E quindi anche di se stessi.
Il Presidente della Repubblica direbbe: "questo è un libro dedicato agli italiani". E' infatti rivolto a chi crede che le regole e la legalità siano valori educativi da coltivare e far crescere con fiducia e continuità. Il libro è il primo manuale del genere in Italia e necessita di educatori "sufficientemente imperfetti", che vogliano sperimentare, con i ragazzi, che si cresce, anzi si diviene grandi davvero, quando si diventa capaci di accettare i limiti e le regole. Fino a concorrere, quando necessario, attivamente, da protagonisti, al loro cambiamento.
Le promesse dei Paesi ricchi per l'eliminazione della fame e della povertà nei Paesi poveri hanno una lunga storia. Il primo a impegnarsi fu John Kennedy nel 60, poi fu la volta di Henry Kissinger. Negli anni 80 è l'Unicef a pronunciarsi a favore dell'educazione per tutti i bambini del mondo entro il 2000, e nella decade successiva l'Alto Commissariato per i rifugiati e l'Organizzazione mondiale della sanità predicono casa e cure mediche per tutti entro la fine del millennio. Tutte promesse non mantenute. L'ultima grande promessa è quella di fine 2000 quando i capi di Stato delle Nazioni Unite hanno sottoscritto la Dichiarazione del Millennio, assumendosi impegni precisi per il raggiungimento di 8 obiettivi, molto puntuali e concreti, per l'eliminazione entro il 2015 della povertà e di tutte le cause che impediscono lo sviluppo nei Paesi poveri. L'Assemblea generale dell'Onu ha l'obbligo di controllare lo stato di avanzamento dei lavori con cadenza quinquennale. Il 2005 è quindi la prima tappa. Ma non occorre attendere il verdetto dell'Assemblea per sapere che siamo ancora molto in ritardo.
Un sudanese cerca di spiegare a un bambino curdo com'è fatta l'Africa; un serbo s'innamora di un'italiana e scopre che la sua vita in Italia non è poi tanto diversa da quella che conduceva nel suo Paese; una donna armena viene privata della propria lingua; un curdo insegue dappertutto la democrazia come fosse una chimera; una donna colombiana è costretta a scappare perché vede in faccia alcuni guerriglieri. Sono queste alcune lancinanti testimonianze di rifugiati in Italia; persone costrette dalla violenza, dalla crudeltà, dall'ingiustizia a fuggire, molto spesso di notte, in paesi lontani occidentali; costrette a lasciare tutto, dalla famiglia ai ricordi alla propria terra.
Nel giugno 2003 si è svolto un pellegrinaggio in Terra Santa organizzato dall’Ufficio per l’ecumenismo della Diocesi di Milano e dal Consiglio delle Chiese di Milano al quale hanno partecipato rappresentanti di 11 chiese cristiane (tra cui i cardinali Martini e Tettamanzi) oltre a giornalisti e fedeli. L’autrice, giornalista al seguito del pellegrinaggio, ha potuto incontrare realtà di dialogo e convivenza tra palestinesi e israeliani che operano sul territorio da tempo. Oltre a interviste a uomini e donne che lavorano per costruire la pace, l’autrice mostra com’è la vita quotidiana a Gerusalemme, la convivenza dei suoi abitanti con il “muro”, le molteplici realtà di dialogo e convivenza tra israeliani e palestinesi che, giorno dopo giorno, resistono al prevalere della violenza e delle armi. Notizie preziose e di speranza, difficilmente reperibili e normalmente ignorate dall’informazione standardizzata che ci arriva sul Medio Oriente.
La globalizzazione è stata la protagonista indiscussa del passaggio di secolo. I no global la sfidano nelle piazze d'Europa, i democratici americani sono sedotti dal protezionismo economico e una galassia di sigle e movimenti chiede drastiche riforme. Per rispondere a quest'offensiva Bhagwati sostiene tutte le argomentazioni più significative a favore del libero commercio e ridimensiona molte di quelle a sfavore. Analizza il movimento antiglobalizzazione, le sue motivazioni e le sue paure; considera le implicazioni sociali della globalizzazione e ne esamina gli aspetti economici; tratteggia i cambiamenti istituzionali nazionali e internazionali necessari per migliorarne gli effetti.
Questo libro e un invito a estendere le prassi eco-compatibili e a fare pressione sulle forze politiche e sulla societa civile affinche si rendano consapevoli della reali necessita