Il mondo stesso, dice il Papa nel suo Messaggio per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, è un tessuto e le storie che gli uomini raccontano sono i fili di questo tessuto messo sempre a dura prova. Per intrecciare di nuovo forti legami è quindi necessario che questi 'animali narranti' che sono gli uomini riprendano a frequentare l'antica arte del racconto. Questa ripresa è urgente per rinforzare le identità oggi smarrite, sia quelle personali che quelle comunitarie. Un popolo ha bisogno di una narrazione, che le generazioni si parlino e raccontino reciprocamente le proprie storie. Sulle pagine de L'Osservatore Romano, sono stati pubblicati ben quarantaquattro testi 'provocati' dalla lettura di quel Messaggio. A intervenire soprattutto artisti, per lo più scrittori, ma anche giornalisti, saggisti, teologi. Tutti hanno letto il testo del Papa e hanno voluto contribuire con la loro riflessione a creare, appunto, un intreccio, un 'tessuto' più ampio e variegato che arricchisse il testo originale. [...]Alla fine entrambe le parti, il Papa e i suoi commentatori, grazie a questo libro conversano tra di loro e con noi, con ciascuno dei lettori che «entrerà all'interno di questo dialogo e lo proseguirà nella sua vita quotidiana». (Dall'introduzione di Andrea Monda)
L'allarme per un ipotetico ritorno del fascismo guarda nella direzione sbagliata. L'attenzione degli allarmati democratici si concentra sui segnali più vistosi: gesti identitari (saluti romani, croci celtiche), violenze fisiche, manifestazioni di odio razziale. Si tratta di fenomeni esecrabili, ma appunto perché plateali forse meno pericolosi rispetto a quelli meno immediatamente evidenti: i movimenti politici che, pur ripudiando il ricorso alla violenza agita sul piano fisico (ma non su quello verbale) e pur muovendosi all'interno delle regole del gioco democratico, manifestano chiari caratteri ereditari del fascismo novecentesco. Sono quei partiti - spesso difficilmente riconducibili alle categorie di destra e sinistra - che vengono convenzionalmente definiti come populisti o sovranisti. Mentre i nostalgici dichiarati del nazifascismo non sono che un fenomeno di nicchia, i populisti europei e americani discendono, consapevolmente o inconsapevolmente, non dal Mussolini fondatore del partito fascista ma dal Mussolini che per primo intuisce i meccanismi della seduzione politica nella società di massa. Dopo anni dedicati a un corpo a corpo storico e letterario con i protagonisti del fascismo novecentesco, Scurati si solleva sopra quella materia bruciante e in queste pagine ne individua con limpida precisione le leggi e le eterne insidie, consegnandoci un testo fondamentale per affrontare l'epoca inquieta che stiamo attraversando.
Il libro raccoglie poesie inedite di Alda Merini, scritte in quasi vent'anni, scelte e introdotte da Alberto Casiraghy. Vi sono tutti i temi della grande poetessa milanese: l'amore e la passione, l'amicizia e la pazzia. E forse mai come in questa raccolta c'è anche una vena ironica che corrisponde alla gioia che le dava il suo migliore amico.
Questo calendario, che puoi appendere alla parete o semplicemente appoggiare sulla tua scrivania, ti offre l'opportunità di vivere un intero anno con le più belle frasi di santa Faustina Kowalska, tratte dal suo famoso Diario "La misericordia divina nella mia anima". Sul fronte: - le frasi più significative del Diario della Santa; parole infiammate d'amore che ruotano attorno al mistero della divina misericordia; - l'elenco di tre santi che la Chiesa ricorda in quella data. Sul retro: - un calendario liturgico completo che, oltre alle indicazioni delle letture della Messa, riporta il brano del Vangelo del giorno; le indicazioni per la liturgia delle ore; - il santo che la Chiesa festeggia; il grado delle celebrazioni liturgiche: solennità, festa, memoria, memoria facoltativa.
L'autore riannoda i fili dell'avventura umana e religiosa di Chiara d'Assisi che sul giaciglio, prima di lasciare questo mondo, ricostruisce la sua storia di vita che lungo l'arco esistenziale l'ha legata a Francesco, il figlio del ricco mercante Bernardone. Dal racconto si evince il fascino che la figura di Francesco ha esercitato sulla badessa di san Damiano che nel momento cruciale della scelta di vita non esita alla rinuncia dei beni terreni pur di seguire il poverello, per stare al suo fianco nel tendere la mano ai derelitti, la schiera dei destinatari dei diritti negati. Una storia intrigante che a distanza di secoli rivendica la sua sconcertante attualità.
Don Paolo è dal 2007 l'arcivescovo cattolico di Mosca. Una diocesi vastissima e composita che comprende al suo interno anche un caleidoscopio di nazionalità, fra cui la comunità armena, quella coreana, quella vietnamita, e via dicendo. Dentro il perimetro della Russia, tutto è di più: più chilometri da percorrere, più lingue, più incroci di culture e vissuti. Più bellezza da condividere ma anche, a volte, più timore nel testimoniare ciò che si crede. Perché quando si è minoranza si è più fragili. Quando si è minoranza l'identità viene sollecitata ogni giorno e ogni giorno sei chiamato a verificarne la consistenza, che è Cristo stesso. Mediante questo libro mons. Pezzi, si racconta a Riccardo Maccioni, per la prima volta dal principio. Intrecciando in queste pagine al vissuto personale, umano e missionario, fatti e valutazioni sull'attualità e il futuro della Chiesa, della Russia e con esse, necessariamente, del mondo intero.
Giovanni Paolo II, protagonista per più di un quarto di secolo sulla scena mondiale, è stato definito il papa slavo, colui che ha dato il colpo di grazia all’Unione Sovietica e al suo impero, l’uomo del secolo.
Più semplicemente, egli riteneva di aver ricevuto il compito di introdurre la Chiesa nel nuovo millennio. Questo era il senso del suo viaggio condotto, secondo la sua convinzione, dal filo invisibile della Provvidenza. Questa guida nascosta l’aveva sottratto alla guerra e alle deportazioni di cui erano caduti vittima tanti suoi compagni; l’aveva chiamato alla vita sacerdotale; l’aveva scelto come vescovo e come papa.Ancora nel 1981 questo scudo di grazia l’aveva protetto in occasione dell’attentato in piazza San Pietro. Una volta ristabilito, Giovanni Paolo II ampliò ulteriormente il suo raggio d’azione.Al servizio della Chiesa cattolica, egli si impegnò a favorire l’unione tra i cristiani, l’amicizia con l’ebraismo, il dialogo tra le religioni, la pace nel mondo.Al termine della sua vita, consumato dalla dedizione, commosse il mondo con la sua sofferenza.
L’opera di Andrea Riccardi, storico e fondatore della Comunità di Sant’Egidio che conobbe e collaborò a lungo con il papa polacco, è la prima vera biografia scritta su base scientifica e testimoniale di un papa che ancora vive nel ricordo di credenti e non credenti.
Andrea Riccardi è ordinario di Storia contemporanea presso la Terza Università di Roma e fondatore della Comunità di Sant’Egidio. Presso le Edizioni San Paolo ha pubblicato: Le politiche della Chiesa (1997); Vescovi d’Italia. Storie e profili del Novecento (2000), Dio non ha paura. La forza del Vangelo in un mondo che cambia (2003), La pace preventiva. Speranze e ragioni in un mondo di conflitti (2004) e ha curato Il sogno di un tempo nuovo. Lettere di Giorgio La Pira a Giovanni XXIII (2009).
«L'Ucraina sta invadendo la Russia su mandato dell'«Occidente collettivo». Potessimo radiografare la mente di Putin, vi leggeremmo questa paradossale carta del fronte bellico. Sineddoche geopolitica che dipinge russe quattro regioni ucraine di cui nessuna totalmente controllata da Mosca. E che il giorno dopo l'annessione già perdevano altri pezzi. Rappresentazione d'un fallimento che potrebbe sfociare nella liquidazione del presidente e forse dello Stato di cui si concepiva amministratore a vita. O nella guerra atomica che Putin scatenerebbe per impedirlo. Spettro che il Cremlino evoca nella speranza che la Casa Bianca accetti di negoziare un compromesso altrimenti improbabile. [...]» (dall'editoriale "Valzer per nessuno").
La vita spirituale ha bisogno di tempi lunghi e modi specifici per allenarsi: la scuola del chiostro è il luogo perfetto per imparare, rivolta a tutti.
Questo volume è nato dall'affetto riconoscente di alcuni "figli spirituali" di don Giovanni Lanfranco, che hanno sentito il bisogno o accolto l'invito a mettere per iscritto, a breve distanza dalla sua morte, ricordi significativi del loro padre spirituale, per farne emergere un abbozzo del suo non comune profilo spirituale-pastorale. A comporne il mosaico hanno contribuito tutte le componenti del Popolo di Dio: vescovi, preti, un prossimo diacono permanente, suore, laici e laiche, due coppie di sposi. L'appellativo che ha accompagnato la figura di don Lanfranco è quello di padre spirituale: prima dei chierici nel Seminario Maggiore di Rivoli (1954-1974); ministero (con quello di confessore) proseguito ufficialmente fino al 1980 nel Seminario, tornato a Torino, e continuato di fatto sino alla fine del secolo scorso, poi, con il rientro a Savigliano, soltanto rivolto ai preti, ai laici e ai consacrati, fino agli ultimi giorni della sua esistenza terrena, conclusasi il 2 luglio 2012. Da queste pagine emerge una sorpresa: se don Lanfranco fu padre spirituale per obbedienza all'arcivescovo Fossati dal 1954, fu soprattutto e prima ancora un contemplativo e un eremita per vocazione - ossia un uomo di preghiera, anzi un "uomo fatto preghiera" -, vocazione confermata ufficialmente nel 1972 dall'arcivescovo Pellegrino, al quale aveva chiesto il mandato di essere "prete diocesano eremita". Dall'amore assoluto e incondizionato, come eremita, per il suo Signore, scaturì una dedizione totale e senza riserve (anche durante la dolorosa malattia) al ministero presbiterale della direzione spirituale, della confessione e dell'esorcismo, sentendosi sempre, a pieno titolo, prete diocesano della Chiesa di Torino.
Pura fantasia o vivo contatto con Dio quello che l'autrice ha vissuto e narra in questo libro? Solo la fede può dare senso a questa esperienza che ha avuto la sua origine da un intenso bisogno di Dio. Aprendo la porta del nostro cuore umano, Egli riversa in noi tutto l'Amore del suo cuore dando inizio all'intimo colloquio che fa della preghiera una viva ed efficace esperienza dell'Amore divino. La preghiera assume allora la sua forma più pura perché è Dio stesso che prende l'iniziativa creando un rapporto invisibile e sottile con la sua creatura come "il mormorio di un vento leggero" (1 Re 19,12) che parlò ad Elia. Questo libro può essere un aiuto prezioso per tutte quelle persone che stanno perdendo il senso della vita e, sfiduciate e deluse dall'amore umano, sono alla ricerca di Dio. Nella seconda parte dell'Opera, l'autrice continua quel dialogo spirituale iniziato in "Perle di spirito" offrendo al lettore altre "Perle d'Amore".