Meister Eckhart (1260-1327) è una delle figure chiave del tardo Medioevo tedesco, di quel mondo affascinante e pochissimo conosciuto, indicato solitamente col nome di "mistica tedesca". Questo libro di Ruh è il risultato di ricerche durate più di un decennio. Vi è ritratto Eckhart nelle sue vesti di domenicano, poi investito di importanti cariche religiose, apprezzato Magister all'Università di Parigi, predicatore e pastore d'anime in un tempo percorso da fermenti e tensioni spesso contraddittorie. Vediamo Eckhart ugualmente a suo agio tra gli intellettuali e le persone pie, tra le monache mistiche e visionarie, tra le beghine perseguitate dall'Inquisizione. Al centro del libro c'è un'attenta analisi testuale delle opere latine e tedesche di Eckhart; per la prima volta si vedono con chiarezza le ragioni intrinseche della sua riflessione, la parabola del suo pensiero teologico-spirituale, gli ascendenti e le linee di sviluppo di una speculazione che ebbe il coraggio dell'intelligenza e che si mosse verso posizioni di vertiginosa radicalità, dove il razionalismo più ardito coincide con gli abissi della visione mistica. Nel 1327 il pensiero di Eckhart venne condannato dal tribunale dell'Inquisizione e il grande Magister morì poco dopo l'infamante processo. Ciò non impedì al suo pensiero di esercitare una influenza profonda e prolungata, spesso per vie sommerse e trasversali. Questo libro fa rivivere, nella sua interezza di uomo e pensatore, una straordinaria figura di intellettuale, proiettandola sullo sfondo di quel mondo mosso e variegato che è il tardo Medioevo tedesco.
Il MISTERO BRILLA DI LUCE INACCESSIBILE La spiritualità di Pier Damiani
"Pier Damiani concepiva la vita cristiana soprattutto come una guerra continua contro il mondo e i suoi vizi, per cui era opportuno, secondo il suo insegnamento, indossare le virtù come corazze necessarie al combattimento, tenendo alto il vessillo della propria fede. La crescita nella vita virtuosa era per lui frutto di un quotidiano esercizio (ascesi), inteso come sforzo prolungato che doveva durare nel tempo, essendo il santo cristiano un arruolato a vita nella militia Christi. La sequela di Cristo significava, semplicemente, per lui, caricare sulle proprie spalle lo stesso legno della croce attraverso cui Gesù ottenne il suo paradossale trionfo. A 950 anni dalla morte e a conclusione della pubblicazione dell'Opera Omnia, la figura di Pier Damiani e oggi restituita all'attenzione degli studiosi e di un vasto pubblico nella sua complessa originalità ed eredità spirituale" (dall'introduzione).
Guido Innocenzo Gargano, monaco camaldolese, docente di Teologia dogmatica, Storia dell’esegesi biblica e Patrologia, ha diretto la traduzione in italiano dell’Opera Omnia di Pier Damiani. Della sua vasta produzione scientifica, particolare notorietà hanno le numerose pubblicazioni di iniziazione alla lectio divina e gli approfondimenti di preghiera sapienziale, condotti anche attraverso programmi televisivi.
Per la UUP ha pubblicato in due volumi Lezioni di Teologia Trinitaria: 1. Modi di contemplare il mistero (2014); 2. Dalla "lex orandi" alla "lex credendi" (2015). Ha trattato una originale proposta di dialogo tra testo e immagini nel volume Dalla "lectio divina" alla contemplazione delle icone (2021).
La Regola di San Benedetto come testo fondativo del monachesimo di ogni tempo e luogo, capace di raccogliere e armonizzare esperienze diverse.
Un imbuto che raccoglie, incanala, integra e armonizza testi ed esperienze monastiche diverse: così padre Benoît Standaert definisce la Regola di san Benedetto, testo fondativo per il monachesimo di ogni tempo e latitudine. Dopo una vita trascorsa a “ruminare” queste pagine, assaporandole nel silenzio, scrutandole nella preghiera e intercettandone ogni suggestione nella vita monastica, l’Autore consegna anche al pubblico di lingua italiana il proprio Commentario. La sfida è far parlare l’antico con lo sguardo rivolto all’oggi. Questa è infatti il valore della Regola: restare sempre attuale e feconda, come una secolare fonte di acqua viva.
«La Filocalia in edizione integrale in Italia. Uno dei classici più noti e prestigiosi della letteratura e della spiritualità del mondo grecoorientale e slavo ortodosso» (L’Osservatore Romano). «Libro fondamentale della spiritualità bizantina, unico libro di lettura, accanto al-la Bibbia, dei monaci ortodossi, è una collezione di intuizioni folgoranti, di parabole colme di stupore, di schegge di pensiero, di preghiere mistiche, di annotazioni pittoresche» (Famiglia Cristiana).
Opera, in due volumi, di ampio respiro e di altissimo valore esegetico, l'unica dedicata dal vescovo di Milano a un libro del Nuovo Testamento. Edizione bilingue latino-italiano.
Il "Commento al Cantico dei Cantici" di Nilo di Ancira è il più antico commento greco completo a questo libro biblico, mentre gli altri commenti giunti fino a noi si fermano prima della fine. Eredita le prestigiose tradizioni esegetiche di Origene, Gregorio di Nissa e Evagrio Pontico. Nella sua esegesi Nilo fa una sorta di romanzo la cui eroina è una prostituta che sceglie di cambiare vita per diventare degna delle nozze con il re. Essa è figura metaforica dell'anima umana e dei suoi moti interiori. Composto tra la fine del IV secolo e l'inizio del V secolo, tratta diversi temi della vita spirituale la cui mira è la comunione di vita con Dio. Il Cantico è una profezia dell'unione del Verbo eterno con l'anima umana, che si realizza nella storia della salvezza mediante la morte e risurrezione di Gesù Cristo ed è resa a noi contemporanea attraverso la liturgia della Pasqua e del battesimo. Nelle ultime pagine Nilo presenta la persona umana completamente partecipe della luce e della gioia di Cristo glorioso asceso alla destra del Padre. Testo critico di Marie-Gabrielle Guérard. Introduzione, traduzione e note di Maria Benedetta Artioli.
Storia Ecclesiastica, l'opera cui è legata la fama di Eusebio e alla cui stesura lo scrittore dedicò venticinque anni di instancabile lavoro, non è concepita come un'esposizione continua ed ordinata dello sviluppo della Chiesa attraverso le tappe più importanti della sua storia, ma come una raccolta di materiale dell'antichità cristiana, che Eusebio dispose secondo il criterio cronologico. Suo scopo infatti è di "mettere per iscritto le successioni dei santi apostoli, i tempi trascorsi a partire da quelli del nostro Salvatore", per tracciare - attraverso l'esposizione di questi documenti, spesso di valore inestimabile - un'apologia storica del cristianesimo, genere di cui Eusebio è considerato l'inventore. Tradotta in siriaco, armeno, copto e in latino, l'opera ha conosciuto da subito una vasta diffusione e ad essa si ispirarono, nella struttura e nel metodo, molte storie della Chiesa.
Il testo fondamentale della piu grande mistica del XIII secolo. Opera in 2 volumi.
AL DE ORATIONE" VA RICONOSCIUTA LA POSIZIONE PIU`EMINENTE FRA GLI SCRITTI EVAGRIANI DI NATURA DOTTRINALE E PIU`SPECIFICATAMENTE MISTICA. LA PRESENTE TRADUZIONE PERMETTE A TUTTI DI ACCOSTARSENE. "
Prima assoluta traduzione italiana con testo armeno a fronte di alcuni scritti di Eliseo, accomunati dal tema cristologico. Sono meditazioni e omelie su episodi della vita di Gesù. L’interesse teologico è dovuto al fatto che questi testi ci tramandano uno dei pochi esempi della cristologia armena più antica, precedente allo scoppio delle polemiche post-calcedonesi del VI secolo. Questi scritti costituiscono, inoltre, una testimonianza evidente della ricca e profonda spiritualità armena. L’analisi stilistica e il confronto linguistico hanno permesso di restituire a Eliseo anche uno splendido testo Sulla risurrezione di Lazzaro, finora pubblicato tra le opere di Mambre.
Centrale nell'analisi di questo Commento del Crisostomo è l'interpretazione e il senso da dare alla sofferenza di Giobbe. Il Crisostomo esclude che si possa leggere in chiave retributiva. Egli è infatti al di sopra di qualsiasi peccato per il quale Dio avrebbe potuto punirlo. Quindi, per mezzo della figura di Giobbe, il padre antiocheno esprime una forma di pedagogia divina attraverso la quale tutti devono apprendere dalla sofferenza di Giobbe. Accanto al tema dell'edificazione, e come intrecciate ad esso, ricorrono nel commento biblico altre questioni alle quali il Padre della Chiesa si sforza di rispondere, come la presenza del male, la prosperità dell'empio, il distacco dai beni, il pericolo delle ricchezze, l'educazione dei giovani.
Questo poema russo è, contemporaneamente, fiaba poetica e trattato spirituale. Il pellegrino, risoluto a procedere per villaggi e foreste, alla ricerca del significato delle parole dell'apostolo Paolo "Pregate senza intermissione", viene soccorso da uno starets che, come fosse il genio della fiaba, gli consegna la "formula magica" - l'antica invocazione del Nome di Cristo - e due talismani, un libro e un rosario. L'autore di questi racconti è ignoto. Secondo la tradizione sarebbe un contadino della provincia di Orel che, al ritorno dalla Terra Santa, si sarebbe fermato sul monte Athos per scrivere la storia del suo viaggio