Un nuovo vocabolario per la spiritualità di oggi. Dalla A di Amore alla Z di Zero, passando per Dio, Giuda, Quarantena, Occidente, Peccato, Vergogna. Un prete eremita e un poeta si gettano a capofitto nel vocabolario, risignificando parole consunte dall'uso e svuotate, ridotte a ricamo televisivo, a sentimentalismo stantio o ad atto di guerra. Giocando all'alfabeto, Davide Brullo e Alessandro Deho', da inadatti e ingenui, con la ferocia dei felici, percorrono le estremità del sacro, guardando là dove non si deve, nei luoghi oscuri, ostili del Vangelo, nelle stimmate del nulla. In questo Nuovo Alfabeto del Sacro si entra a piedi nudi, con le candele sui polsi. Certi che varcare la soglia di alcune parole è un atto di disobbedienza, di libertà.
Mentre in Germania trionfa il nazionalsocialismo e la chiesa ufficiale si piega al volere di Hitler, Bonhoeffer tiene corsi di teologia pastorale, tra cui uno di omiletica, presso il seminario clande-stino di Finkenwalde, dove la chiesa confessante tedesca prepara alla resistenza i suoi pastori. In questo corso, Bonhoeffer riprende gli elementi costitutivi dell'omiletica, che è direttamente le-gata alla Parola spiegata e annunciata, alla viva vox dell'evangelo che si fa strada in mezzo alle parole umane, costituendo il centro del culto. Se questa disciplina avvia il predicatore all'arte del discorso e della parola, Bonhoeffer ci ricorda tuttavia che la sua sorgente è in Dio e non nelle doti umane.
Questo Compendio è indirizzato innanzitutto a coloro che debbano affrontare lo studio del Diritto ecclesiastico in vista delle prove orali in occasione di concorsi pubblici ed esami di abilitazione professionale. In particolare, il Curatore e gli Autori hanno prestato massima attenzione ad agevolare l'apprendimento della materia innestando i contenuti della c.d. parte speciale su un’ampia trattazione della c.d. parte generale (disciplina costituzionale e sistema delle fonti), che di solito presenta le maggiori difficoltà per lo studente.
Al contempo, si è scelto di trattare non solo i temi "classici"
del Diritto ecclesiastico, ma anche argomenti più recenti, così da fornire un quadro il più possibile completo e attuale della materia.
Sommario
"IO SONO SOLO UN RAGAZZO"
Meditando sui giovani con i re Davide e Salomone
IL CONCETTO "MITICO" DI POPOLO
Papa Francesco lettore di Dostoevskij
CRISI UMANITARIE E RIFUGIATI
Prospettive religiose e princìpi etici
LA "NET NEUTRALITY"
LO STATO DELLA COREA
Tra incontri storici e altalene diplomatiche
Santa Gemma Galgani è una delle sante più straordinarie della storia della Chiesa. Visse sulla propria pelle la Passione di Gesù Cristo, dalle ferite a piedi, mani e costato alla flagellazione, dalla corona di spine al sudore di sangue. Ebbe inoltre una relazione personale molto stretta con Gesù, con la Vergine e con San Gabriele dell'Addolorata, che le apparivano con frequenza. Anche il demonio le appariva frequentemente. Dio lasciava che la tentasse, perché Gemma potesse così ottenere più meriti nel suo cammino verso di lui.
Morì a 25 anni, piena di meriti e santità.
Come si è sviluppata la semiotica della comunicazione pubblicitaria? Quali testi analizza, e quali strumenti usa? Con quali potenzialità, e con quali limiti? La semiotica ha solo capacità descrittive o può intervenire anche nella fase produttiva di un progetto pubblicitario? Qual'è il valore aggiunto che la semiotica può portare all'uomo di marketing? Nel tentativo di rispondere a queste domande, il libro nella prima parte ripercorre le fasi attraverso le quali si è sviluppata la semiotica della comunicazione pubblicitaria, dai primi tentativi di delineare una retorica della pubblicità fino all'uso degli strumenti della semiotica generativa; nella seconda parte descrive gli sviluppi più attuali: il controllo della coerenza comunicativa nell'ambito di una semiotica della marca, la semiotica del consumo, la sociosemiotica del discorso pubblicitario.
La Chiesa di oggi sembra in cerca di un varco per il futuro. Mossa dal potente impulso riformatore di papa Francesco, diventa sempre più consapevole della necessità di un cambiamento al proprio interno per essere all'altezza di quanto richiestole dal vangelo di Gesù. Ma quali priorità deve assumere? Quali nodi deve sciogliere? Che forma dare all'istituzione ecclesiastica perché non finisca con l'oscurare il volto del Dio di Gesù, ma riprenda quell'arte di tenere accesa la luce della fiamma evangelica che sa attirare moltitudini? Sono le domande a cui la riflessione di Giuliano Zanchi offre una risposta lucida e persuasiva. Molto va ripensato delle figure che popolano la Chiesa: quella del laico, ancora in posizione subordinata rispetto al clero; quella della donna, marginale nei processi decisionali; quella del prete stesso, il cui profilo è diventato precario e incerto. Ma perché il vangelo possa parlare alla storia è necessaria anzitutto l'esistenza di una comunità. La testimonianza credente può darsi nel mondo solo grazie a una comunità di uomini e di donne che danno alla loro vita la forma del vangelo, solo attraverso il loro laborioso esercizio di quotidiana fraternità che si fa largo nei gesti di costruzione della città, della storia, della convivenza umana. Questa è la posta in gioco della presenza dei cristiani nel mondo. A questo essi servono.
L'opera e stata elaborata da Rufino attingendo a ricordi personali, poiche egli fu in grado di viaggiare e di osservare molto e di conoscere molti personaggi da cui trasse informazioni dirette.
SOMMARIO
ATTUALITA' E MESSAGGI CELESTI - Ci saranno grandi pandemie
UOMINI E DONNE DI FEDE - La venerabile Luigia Tincani: esempio di profonda fede, scienza e sapienza
APPARIZIONI - Le apparizioni di San Giuseppe
APPARIZIONI - Rosa Mistica e il santuario di Fontanelle di Montichiari
APPARIZIONI - Le apparizioni mariane nel santuario Madonna del Sasso, Bibbiena
MISTICI - Rhode Wise: storia di una mistica americana
DEMONOLOGIA - Gesù esorcista e redentore
MESSAGGI
DEVOZIONI - Quindici e ancora quindici - seconda parte
APPROFONDIMENTI - I quattro facili passaggi per vivere nella Divina Volontà
SANTI - San Nunzio Sulprizio. Un santo per la nostra gioventù
CATERINA BARTOLOTTA - Tempi di conversione. Intervista - prima parte
ANGELI - Renato Baron e gli angeli
GHIAIE DI BONATE - I ricordi di Nunziata - seconda parte
Le grandi distopie immaginate da Orwell o da Huxley esprimevano la propria visione degli orrori del mondo solido-moderno abitato da produttori e soldati irreggimentati e ossessionati dall'ordine. Essi credevano nei sarti su misura, cioè nella possibilità di confezionare un futuro su ordinazione. Temevano gli errori di misurazione, i tagli scadenti o la corruzione dei sarti, ma non pensavano certo che le sartorie potessero fallire e scomparire. Le distopie del presente rappresentano un mondo in cui i sarti non ci sono più, in cui ci si crea da sé il proprio futuro che nessuno controlla, né vuole o sa controllare. In un mondo come questo non può che crescere lo scoramento e il disfattismo, l'incapacità di agire e la sensazione di essere condannati a soccombere. Eppure, secondo Bauman, questa è soltanto la descrizione di quello che stiamo vivendo. Non è vero che è «sempre la stessa storia»: il futuro non si deduce dal presente, il futuro non è un destino. Ancora una volta Zygmunt Bauman illumina, legge, interpreta e traduce ogni piega del tempo che viviamo.
La formazione a una sana funzione genitoriale non può ridursi a un semplice "addestramento" poiché la genitorialità non è un compito ma è, innanzitutto, un modo di essere. Nella relazione di un genitore col figlio (come anche di un educatore o di un insegante con l'alunno) si attivano sentimenti profondi e schemi operativi mentali che, se non riconosciuti e gestiti, rendono inutile ogni percorso formativo di tipo cognitivo ovvero basato esclusivamente sul compito. Il testo propone pertanto un approccio psicosociale complesso alla formazione dei genitori, centrato sul riconoscimento dei bisogni evolutivi dei figli e sulla tutela dei bambini e ragazzi da esperienze sfavorevoli. I genitori sono essi stessi soggetti bisognevoli di cure, affinché acquisiscano la capacità di prendersi cura dei loro figli; essi sono infatti custodi di un potenziale generativo che è insito in loro e che, con un'opportuna formazione relazionale, è possibile riattivare.