Con il passare degli anni la figura di Joseph Ratzinger - Benedetto XVI come docente, teologo e Pontefice è sempre più luminosa. Questo volume che segue gli snodi della sua vita è un invito alla scoperta del suo ricchissimo pensiero, che spazia dai grandi temi affrontati dal Concilio Vaticano II, alla minaccia della contemporanea "dittatura del relativismo", al laboratorio intellettuale delle sue Encicliche: è un percorso che sottolinea il nucleo del suo Magistero che ha sempre ricordato l'importanza del dialogo tra la fede e la ragione per avvicinarsi a Dio.
Le indipetae (da Indias petentes) sono le lettere che i gesuiti europei inviavano al loro Superiore Generale per chiedere di partire per le missioni d'oltremare, le «Indie». Conservate negli archivi della Compagnia di Gesù, sono oltre 24.000, scritte tra il 1560 e il 1960, e sono nello stesso tempo lettere amministrative e spirituali, pubbliche e private. I giovani gesuiti cercavano di convincere il Superiore che Dio li aveva chiamati due volte: prima ad abbandonare il mondo, per entrare nell'ordine, e poi a lasciare le loro città e attraversare l'oceano, per dedicarsi alle missioni nelle terre lontane. A partire da queste lettere Emanuele Colombo compone una storia globale della vocazione, delle suggestioni culturali che l'hanno sorretta, dei sogni e dell'immaginario che l'hanno alimentata. Il libro si conclude nel Novecento quando, dopo quattrocento anni, la consuetudine di scrivere indipetae cominciò a declinare.
L'Istituto Serafico di Assisi nacque nel 1871, a favore di ciechi e sordomuti, ad iniziativa del francescano San Ludovico da Casoria. Si è venuto specializzando con gli anni nella cura di ragazzi affetti da gravi disabilità. Si distingue per la professionalità ma anche per l'atmosfera di amore che assicura ad ospiti in cura, alle loro famiglie e a quanti lo frequentano. Quest'anno (2021) ha ricevuto dal Santuario della Spogliazione il Premio Internazionale Francesco di Assisi e Carlo Acutis per un'economia della fraternità. Vive del sostegno pubblico e della generosità di quanti ne condividono la missione. I disegni del libro sono tutti della mano dei ragazzi del Serafico: artisti dell'essenziale. L'autore dedica questo libro in particolare a loro - "fragili da abbracciare e maestri di abbraccio".
Negli Ottanta e Novanta, monsignor Giuseppe Colombo (1923-2005) ebbe occasione, più volte, di predicare corsi di esercizi spirituali ai Vescovi di varie Conferenze Episcopali dell'Italia Settentrionale (Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte e Triveneto). Scelse come tema il cristocentrismo, nella convinzione che la teologia, in quanto «comprensione riflessa, motivata, argomentata e, in questo senso, critica della fede», è utile «in tutti gli ambiti, non soltanto nell'ambito della scuola, ma anche nell'ambito della vita» e, perciò, anche nella «pratica della fede». Ne nacquero dieci meditazioni di carattere teorico e pratico che vengono pubblicate per la prima volta in occasione del centenario della sua nascita.
Il pontificato di Papa Francesco ha proiettato la Chiesa in avanti, in uscita verso le periferie geografiche ed esistenziali, un ospedale da campo pronto ad accogliere le domande di coloro che sono più lontani. E le risposte? Perché tardano ad arrivare? Quanto la Chiesa, nonostante gli sforzi, è lontana dalla realtà? I giovani, le famiglie, le donne, i lavoratori, gli anziani: perché la Chiesa parla solo ad alcuni di essi? In alcune aree geografiche (Europa, Nord America) la pratica religiosa continua a scendere, in altre (America Latina, Africa) è insidiata da nuove chiese e confessioni. Chi si fa carico di questa emergenza? L'apertura ai laici e alle donne è reale o solo "di facciata"? L'inizio e la fine della vita, la cura della vecchiaia e le nuove frontiere della medicina. La Chiesa oggi è in grado di dare risposte ai nuovi interrogativi? Ingrao risponde a queste domande con l'aiuto di esperti e di personalità, espressione di varie sensibilità, vicine e lontane dalla Chiesa, perché il silenzio è la peggiore risposta agli interrogativi che salgono dal presente e ipotecano il futuro della cristianità. Prefazione di Alessandro Zaccuri.
Alla morte di Pio IV, il domenicano Antonio Ghislieri (1504-1572), il 7 gennaio 1566, è eletto all'unanimità a succedergli al soglio pontificio, prendendo il nome di Pio V. Si impegna da subito su vari fronti: riformare la Chiesa applicando le direttive del Concilio di Trento; custodire e difendere l'ortodossia della fede contro l'eresia; mantenere la pace tra gli Stati cristiani e allontanare la minaccia dell'invasione turca; promuovere la diffusione del Vangelo nelle terre di missione.
Il clericalismo, definito da Papa Francesco una 2piaga nella Chiesa" che raccoglie nuovi seguaci non solo tra i preti ma anche tra i laici, è in forte aumento. Un sistema viziato tutto da comprendere. Senza indignarsi perché a suo modo risponde a delle attese, calma delle tensioni, rassicura incertezze, semplifica la complessità. L'autore, parroco e psicoterapeuta, dopo aver descritto la bellezza del sacerdozio vissuto come grazia e servizio, elenca i limiti e i pericoli del clericalismo sempre più diffuso non solo tra i preti ma anche tra i laici. E conclude con una serie di suggerimenti per contrastarlo.
Prima schiavo, poi banchiere, poi condannato ai lavori forzati in Sardegna, graziato, ammesso nel clero, divenuto segretario di Papa Zefirino e infine Vescovo di Roma, ucciso in un tumulto popolare anticristiano: è la rocambolesca vicenda umana di Papa Callisto, venerato come martire dalla Chiesa Romana. Tuttavia un'opera pubblicata nel 1851 e attribuita a Origene, intitolata confutazione di tutte le eresie, include tra gli eretici proprio la figura di Callisto. Come valutare quest'accusa? Il volume risponde in un'accurata rivisitazione della figura di papa Callisto sotto gli aspetti: storici, dottrinali e disciplinari, dando un prezioso contributo alla storia della chiesa tra fine II e inizio III secolo.
Per quasi quarant'anni l'ambasciatore honduregno Alejandro Valladares è stato uno degli amici più stretti del Cardinale Oscar Andrés Rodríguez Maradiaga, colui che sarebbe diventato il vice di Papa Francesco e che si sarebbe impegnato a riformare il Vaticano. In "Sacri tradimenti" la vedova di Valladares rivela l'inquietante rete di corruzione finanziaria e morale emersa dopo la scomparsa dei risparmi familiari di una vita a seguito degli investimenti fasulli suggeriti dal Cardinale: un affare che si è esteso fino ai più alti vertici del Vaticano e allo stesso Papa Francesco. Martha Alegría de Valladares denuncia l'impunità di Maradiaga e chiede giustizia, sia per se stessa che per le innumerevoli vittime della corruzione clericale.
Frati Predicatori, abitualmente detti Domenicani, ricevono la conferma ufficiale da papa Onorio III nel 1216. Hanno una sorprendente fioritura fino alla Peste nera che sconvolse l'Europa intorno al 1338. Pochi anni prima il papa aveva abbandonato Roma, per rifugiarsi in una città più sicura, Avignone. Ciò avrebbe comportato non pochi problemi, primo tra tutti gli scismi ripetuti. I Domenicani dovranno prendere posizione sia per l'uno che per l'altro papa. A ciò si aggiunse il coraggioso tentativo di riformare dal di dentro la vita religiosa, tentativo che ebbe come protagonisti una laica, Caterina da Siena, e un frate, Raimondo da Capua. Tutti questi eventi della vita religiosa sono presentati illustrando anche l'interessante contesto culturale e artistico che condurrà al rinascimento, e quello politico-sociale in continua evoluzione, segnato dal sorgere di una nuova concezione del vivere, l'umanesimo.
Quando il Cardinale Ratzinger divenne Papa Benedetto XVI dovette imparare a farsi amare, ad aprirsi al pubblico, a dialogare col mondo. La prova non fu deludente. La sua timidezza piacque. Durante il suo pontificato ha dato tesori di teologia, di spiritualità, di santità. Ci sono state anche scelte infelici: uomini e tempistiche non sempre indovinate. Come Mosè giungerà al fiume Giordano e non entrerà nella terra promessa, guardando dal monte Nebo la terra santa, così Benedetto XVI, illuminato dalla grazia di Dio, lascerà il pontificato che, non può definirsi un fallimento ma un'«Incompiuta».
Nel luglio 1823 la basilica paleocristiana di San Paolo fuori le mura a Roma, una delle chiese più importanti del cristianesimo, fu distrutta da un incendio. La Chiesa romana, provata dalle perdite e dalle umiliazioni inflitte dalla Rivoluzione francese e da Napoleone, e dal susseguente trionfo dell'ordine liberale in Europa occidentale, decise di usare la ricostruzione come simbolo di restaurazione papale e di rinascita cattolica: dopo un dibattito controverso che avrebbe dominato per due anni la scena culturale romana, si scelse di intraprendere una ambiziosissima ricostruzione precisa dell'edificio distrutto, resa possibile grazie alla prima campagna di raccolta fondi veramente globale nella storia del mondo. Questo volume, centrato su una nuova analisi archivistica, propone non solo nuove prospettive sulla modernità architettonica europea e il posto di Roma in questo contesto, ma getta un nuovo sguardo sulla storia della città e della Chiesa attraverso il periodo della Repubblica Romana del 1848-49 fino alla grande rinascita mariana dei decenni dopo il 1850.