Il Pentateuco è un "cantiere sempre aperto", come dimostrano ampiamente gli studi biblici degli ultimi decenni. Lo stato dei lavori viene illustrato da questo volume attraverso alcuni sondaggi che prendono in esame aspetti letterari, storici e teologici. Ad aspetti più propriamente letterari si riferiscono i capitoli I, II e V, dedicati a Genesi 1-11, a Genesi 2-3 e ad alcuni problemi di fondo che riguardano il libro dell'Esodo. Ad aspetti letterari che chiamano direttamente in causa problemi storici è invece dedicato il capitolo IV sulle genealogie nella Genesi. Temi più propriamente teologici sono proposti nel capitolo III sull'uomo e la sua dignità nella Bibbia, e nel capitolo VI sulla distinzione tra diritto e legge, un tema che attraversa tutta la Scrittura, ma che diventa fondamentale per la corretta lettura dei grandi blocchi legislativi presenti all'interno del Pentateuco.
Questa edizione quadriforme del primo e del secondo libro dei Re, utile per recepire il testo biblico in lingua originale e affrontare le difficoltà delle lingue antiche, propone: il testo ebraico masoretico (TM) della Biblia Hebraica Stuttgartensia, basato prevalentemente sul Codex Leningradensis B19A, datato circa 1008; il testo greco nella versione dei Settanta (LXX) di Rahlfs, basata prevalentemente sul Codex Vaticanus (B) risalente al IV secolo dopo Cristo; il testo latino della Nova Vulgata, redatta nel post-concilio e normativa per la liturgia cattolica; il testo della Bibbia CEI 2008, normativo per la liturgia italiana, con paralleli essenziali a margine e segnalazione dei termini difformi dall’ebraico; la traduzione interlineare italiana di ebraico e greco, eseguita a calco e orientata a privilegiare gli aspetti morfologico-sintattici del testo originale.
La triplice sequenza del titolo del libro, scritto da uno dei maggiori biblisti internazionali, implica un convincimento: per comprendere la creazione non si deve tenere conto solo di un evento all'ora zero, ma anche di un racconto mitico - quello narrato nei primi undici capitoli della Genesi - che assume come tema l'infiltrazione del male in un mondo originariamente buono.
La prima creazione non può essere dissociata dalla sequenza degli avvenimenti che conducono al diluvio come de-creazione, a cui fa seguito una nuova creazione promessa e realizzata da Dio. Limitarsi alla prima equivale ad abbandonare, senza un'adeguata spiegazione, il mondo in cui viviamo, scaturito dal cataclisma, un mondo danneggiato e tuttavia intatto.
Per illustrare questo tema complesso e al tempo stesso essenziale per la riflessione biblica, teologica e filosofica, l'autore analizza meticolosamente il testo della Genesi affrontando in modo esemplare i problemi linguistici e storico-critici tradizionali sollevati dalla ricerca accademica moderna. Il significato viene illustrato facendo ricorso non solo ad altre pagine bibliche e alla letteratura del Vicino Oriente antico, ma anche a quella rabbinica, patristica e medievale oltre che alle opere di Omero, Esiodo, Platone, Shakespeare, Donne, Cowper, Nietzsche e Barth.
Sommario
Sigle e abbreviazioni. Prefazione. 1. Umanità: la prima fase. 2. In principio. 3. Il racconto dell'uomo, della donna e del serpente. 4. Caino e Abele: il mistero di un omicidio. 5. Enoc e il suo tempo. 6. Il cataclisma. 7. La nuova umanità. 8. Da Sem ad Abramo, dal mito alla storia. Epilogo. Verso una teologia biblica della creazione. Bibliografia. Indice degli autori. Indice delle materie.
Note sull'autore
JOSEPH BLENKINSOPP è professore emerito di Studi biblici alla University of Notre Dame, negli Stati Uniti. Membro di prestigiose associazioni - Society of Biblical Literature, Society for the Study of the Old Testament, Catholic Biblical Association, European Association of Biblical Studies - è autore di numerosi studi, tradotti anche in cinese, giapponese, spagnolo e tedesco, fra cui: Il Pentateuco. Introduzione ai primi cinque libri della Bibbia, Queriniana, Brescia 1996; Storia della profezia in Israele, Queriniana, Brescia 1997; Tesori vecchi e nuovi. Saggi sulla teologia del Pentateuco, Paideia, Brescia 2008.
Come trasmettere la saggezza accumulata durante tutta una vita? Come assicurarsi che un'opera valida sia continuata e non tralasciata, poi abbandonata e consegnata all'oblio? Il problema di ciò che sopravvive alla nostra scomparsa e si trasmette da una generazione all'altra è ancora più acuto nel caso della successione di un fondatore. La posta in gioco è elevata poiché il futuro di tutta la catena dipende dalla solidità del primo anello. Przemyslaw Adam Wisniewski affronta il problema in un campo ben preciso della letteratura veterotestamentaria, il sacerdozio, un'istituzione che cresce d'importanza soprattutto quando scompare la monarchia e la speranza della sua restaurazione. Interrogarsi sulla successione di Aronne significa pertanto porre una domanda fondamentale a proposito del sacerdozio nell'Antico Testamento. Il libro si legge come un vero giallo. In effetti, tutto sembrava indicare che la successione di Aronne dovesse svolgersi secondo copione. Il racconto dell'Esodo lascia presagire che i successori di Aronne saranno i suoi figli, nell'ordine di nascita: il primogenito Nadab con il secondogenito Abiu. Accade, però, un evento inaspettato: la misteriosa sparizione dei due eredi predestinati alla successione. Muoiono entrambi, bruciati dal fuoco dell'altare mentre offrono incenso a Yhwh. È stato un semplice incidente? O il racconto prova a coprire, anzi, giustificare il loro allontanamento? Chi approfitta di questa scomparsa? E perché il successore di Aronne diventa il terzogenito Eleazaro? Dopo un'inchiesta minuziosa, Przemyslaw Adam Wisniewski riesce a dipanare la matassa di un caso intrigante.