Fenomeni come le illusioni, le distorsioni e tutte le altre forme di errore mentale ci rivelano il modo di funzionare della mente. Fare di questi malfunzionamenti il fuoco tematico per ciascuno dei campi tradizionalmente trattati in un testo di psicologia generale comporta almeno due vantaggi: fornisce un filo conduttore concettuale tra i capitoli sulle normali funzioni psicologiche (come la memoria, la percezione e l'emozione) e stimola gli studenti a concepire la mente come una soluzione adattativa ai problemi che gli esseri umani si trovano ad affrontare, poiché gli errori si verificano soprattutto per il funzionamento irregolare di meccanismi che di norma si basano sull'adattamento. Inoltre, come sa ogni bambino, per capire come funziona un giocattolo basta romperlo. La mente disturbata è una finestra sul funzionamento psicologico normale: i comportamenti sociali inappropriati dei soggetti autistici ci mostrano come gli esseri umani riescano di norma ad avere interazioni soddisfacenti; la depressione ci rivela come la maggioranza delle persone riesca ad affrontare con efficacia le perdite e i dolori della vita; i comportamenti antisociali ci mostrano come la maggior parte delle persone riesca a condurre una vita relativamente pacifica, all'insegna dell'autocontrollo.
Il volume si propone da un lato come guida alle principali teorie organizzative elaborate nell'ambito della sociologia dell'organizzazione, con lo scopo di trarne considerazioni utili per i contesti specifici in cui lavorano i "professionisti del sociale"; da un altro lato, come contributo ad un orientamento di servizio sociale trasformativo, cioè capace di orientare al cambiamento anche le organizzazioni attraverso cui si realizzano servizi e interventi per i cittadini. Il libro si presta ad essere utilizzato come manuale per gli studenti dei corsi di studi universitari in Servizio sociale e come strumento di ulteriore competenza per i professionisti impegnati nei servizi sociali, per l'adozione di pratiche organizzative congruenti ed efficaci.
La società attuale manca di espressioni efficaci di riconoscimento e valorizzazione delle persone. Nonostante leggi e regole, di fatto siamo tutti esseri spersonalizzati, schegge di un mondo frammentato che isola, suscita sentimenti di impotenza, ci fa sentire tutti egualmente inadeguati. Attingendo anche al proprio percorso individuale di ragazzo cresciuto a Chicago in una casa d'accoglienza, Sennett affronta il tema della deprivazione e del riscatto, della diseguaglianza e delle varie istituzioni preposte al Welfare, e mostra come solo il rispetto sia in grado di restituire a ciascuno un'identità accettabile. Pur prendendo atto che le persone non sono uguali, che talune hanno più talento di altre, che talune sono più dipendenti e meritevoli di compassione, il vero rispetto - quello suscettibile di riverberarsi nella vita collettiva - consiste nell'incoraggiare ciascuno a dare il meglio di sé secondo e capacità.
Le difficoltà del welfare si associano oggi ad una crisi economica che si è rivelata in tutta la sua drammaticità, coinvolgendo l'intero pianeta e mettendo in discussione l'attuale sistema di sviluppo. In questo contesto è sempre più evidente la necessità di legare politiche di welfare, che diano centralità al cittadino, con interventi tesi ad assicurare sviluppo, non solo economico, ma anche culturale, sociale ed etico. In tale prospettiva i periodi di crisi possono essere interpretati come grandi occasioni per attivare innovazione finalizzata al bene comune della qualità della vita. Il libro si propone di essere uno strumento per orientare, in senso innovativo, i sistemi di governance tesi a promuovere una responsabilizzazione competente del territorio. Il percorso metodologico fa riferimento ad una "innovazione sociale partecipata", che si fonda su una coordinata integrazione di investimenti individuali e collettivi, e ad una pianificazione sociale tesa a rendere protagonisti i cittadini e le organizzazioni del territorio. Il testo, che propone elementi teorici, strumenti metodologici ed esemplificazioni concrete, si rivolge ad amministratori, operatori socio-sanitari, responsabili di organizzazioni profit, non profit e volontari per promuovere un'alleanza per l'innovazione e la qualità della vita.
Il libro, frutto di un lavoro di ricerca trentennale, offre una descrizione, organizzata in una introduzione ed in due parti successive, di un modello di Pedagogia Sociale che, pur ribadendo l'appartenenza alla tradizione pedagogica italiana, cerca di stabilire un rapporto fecondo con la tradizione tedesca in cui la pedagogia sociale è nata e si è affermata.
L'assistente sociale è tenuto a scrivere per obblighi lavorativi una documentazione che annovera diverse tipologie testuali (espositive, interpretative, descrittive e argomentative) che impongono distinte e diversificate modalità di stesura. Questo volume si propone di fornire strumenti e tecniche che supportino e orientino nella redazione dei documenti richiesti. Dopo una sezione propedeutica, nella quale i testi di servizio sociale vengono inquadrati nell'ambito della scrittura giuridico-amministrativa e in cui vengono illustrati gli strumenti di scrittura e i metodi linguistici di base, l'analisi viene focalizzata su presentazione e analisi del caso, relazioni per la supervisione, quindi su relazioni di richiesta, di aggiornamento e di valutazione. Ogni testo è presentato nella sua versione originale - ovviamente epurato, nel rispetto del diritto alla privacy, di ogni riferimento che potesse consentire l'individuazione di persone o di circostanze - e corredato di un apparato che comprende l'analisi linguistica, la correzione preliminare, la segnalazione delle lacune informative e la proposta di riscrittura.
Quali sono gli scopi del servizio sociale? Quale il suo "oggetto" privilegiato di studio e di intervento? Quali le sue funzioni nell'attuale realtà sociale e istituzionale? Questi alcuni degli interrogativi cui il libro dà risposta. Il volume è stato pensato non solo come supporto didattico per gli studenti che si accingono ad iniziare il percorso curricolare previsto per la formazione al servizio sociale, ma anche per chi desideri rafforzare motivazioni e professionalità in quanto docente, formatore, operatore assistente sociale e di professionalità attigue.
Il libro presenta "un modo di ragionare" sulla devianza e sulle modalità con cui viene esercitato il controllo sociale e ha lo scopo di sviluppare negli studenti sia la capacità di analizzare i fenomeni devianti, adottando una prospettiva sociologica che metta in discussione le interpretazioni di senso comune, sia la capacità di valutare quali siano le rappresentazioni sociali e i modelli di spiegazione della devianza alla base delle diverse politiche di intervento.
La solidarietà è uno dei termini più indagati dalla ricerca sociologica ma trae la sua origine in un tempo ben più lontano rispetto all'affermazione di questa scienza sociale. Il volume ripercorre sinteticamente le tappe salienti dell'evoluzione nell'uso del termine proposto dai sociologi più noti per giungere al nostro tempo, nel quale la realtà di tutti i giorni - fatta di minacce terroristiche, guerre interetniche, conflitti religiosi, aumento generalizzato della povertà, deterioramento dell'ambiente ed altri fenomeni non propriamente positivi - interpella ogni uomo sull'opportunità della riscoperta del significato più vero di solidarietà. Questa non va confusa con il pietismo o la volontà di offrire un aiuto a chi versa in una situazione di disagio; la solidarietà è assunzione personale e collettiva di responsabilità reciproche per il conseguimento del bene comune che scaturisce dal vivere insieme riconoscendo l'altro che ci è di fronte non come un concorrente o addirittura un potenziale nemico ma piuttosto come l'essere con il quale, entrando in relazione, è possibile sperimentare la creazione di un contesto reciprocamente arricchente. In questo incontro tra persone la solidarietà trova le sue forme di concretizzazione più feconde sulle quali provare ad edificare un nuovo ordine sociale.
Il volume è il primo di una serie di tre manuali dedicata agli strumenti dell'indagine sociale. Questo manuale di base guida lo studente, ma anche il ricercatore, a un approccio pragmatico alla ricerca, attento a costruire costantemente e insieme a problematizzare l'integrazione fra modelli teorici e applicazioni pratiche. La presentazione dei vari temi e procedure segue, di conseguenza, un ordine inconsueto, corrispondente alla sequenza di problemi e decisioni che il ricercatore si trova ad affrontare: nella prima parte le finalità e il progetto d'indagine, poi l'operazionalizzazione dei modelli teorici in strumenti, quindi la selezione dei casi; nella seconda, la scelta dei tipi di rilevazione; nella terza, le procedure di analisi quali-quantitativa dei dati.
Invece di proporre la storia del pensiero organizzativo secondo una ricostruzione cronologica, necessariamente lunga e laboriosa, Bonazzi individua cinque aree tematiche o filoni di pensiero che nel loro insieme formano un quadro essenziale ma completo di quanto è stato detto in questo campo di studi. Oltre che informare, il volume riesce pienamente nell'intento di suggerire confronti, interpretazioni, connessioni con altre discipline, spunti per ragionare a tutto campo.
La valutazione di oggetti, situazioni, eventi, persone e gruppi ricopre un ruolo fondamentale nell'esperienza umana, poiché articola una relazione tra l'individuo e il suo mondo sociale. Gli psicologi sociali hanno riassunto questo aspetto della conoscenza con il termine di "atteggiamento", alla base dello studio della psicologia sociale stessa. Il volume, partendo dal dibattito sulla definizione del costrutto che ha caratterizzato la prima fase di interesse per gli atteggiamenti da parte della psicologia sociale, traccia una serie di delimitazioni concettuali rispetto a termini che nel senso comune possono essere utilizzati come sinonimi (preferenze, opinioni, valori). Il volume si rivolge principalmente agli studenti universitari.