"Il volume XI/2011 della Pontificia Accademia di belle arti e lettere dei virtuosi al Pantheon è simbolicamente dedicato al sessantesimo di sacerdozio di Benedetto XVI. Si tratta di un riconoscimento ad una vita sacerdotale vissuta nella costante testimonianza del Vangelo di Cristo, ma anche un omaggio ad un maestro di pensiero, che, in diverse Università, e con diverse iniziative pastorali, ha formato numerose generazioni di teologi e filosofi. Come è tradizione di questa rivista di Arti e Lettere, che, dal 2000, esce con periodicità annuale, anche il numero XI/2011 raccoglie scritti di storia e critica d'arte e letteratura, restauro di opere d'arte, narrativa, poesia, immagini di opere d'arte contemporanea, di accademici e di corrispondenti esterni, tutti impegnati a contribuire all'evoluzione della civiltà nel comune culto della bellezza considerata pietra d'angolo di un nuovo umanesimo cristiano". (Vitaliano Tiberia)
Questo libro ci porta nel laboratorio di Elena Ferrante, ci permette di dare uno sguardo nei cassetti da cui sono usciti i suoi primi tre romanzi e poi i quattro capitoli dell'"Amica geniale", offrendo un esempio di passione assoluta per la scrittura. La scrittrice risponde a non poche delle domande che le hanno fatto i suoi lettori. Dice, per esempio, perché chi scrive un libro farebbe bene a tenersi in disparte e lasciare che il testo faccia il suo corso. Dice i pensieri e le ansie di quando un romanzo diventa film. Dice com'è complicato trovare risposte in pillole alle domande di un'intervista. Dice delle gioie, delle fatiche, delle angosce di chi narra una storia e poi la scopre insufficiente. Dice dei suoi rapporti con la psicoanalisi, con le città in cui è vissuta, con l'infanzia come magazzino di mille suggestioni e fantasie, con la maternità, con il femminismo. Il risultato è l'autoritratto di una scrittrice al lavoro.
Secondo i recenti Orientamenti pastorali dell'episcopato italiano, la scuola cattolica è riconosciuta senza ombra di dubbio come una realtà specificamente ecclesiale, ma non sempre ha una collocazione visibile nella pastorale diocesana. Questa situazione ha convinto il CSSC a dedicare il suo XIII Rapporto ad approfondire la relazione che dovrebbe esistere tra la pastorale ordinaria di una Chiesa locale e le scuole cattoliche che operano sul territorio. Il volume si articola in tre parti: premesse teoriche, ricerca sul campo e approfondimenti settoriali, a cui fa seguito una ricca appendice statistica. Come nei precedenti Rapporti, le conclusioni generali offrono una sintesi globale dei fondamenti, delle situazioni e delle proposte d'azione. Una novità di quest'anno è costituita dalla appendice che presenta le cifre della scuola cattolica e le principali linee di tendenza.
Come ogni anno, un appuntamento importante, e che tanta eco ottiene nei media: il Rapporto Caritas-Zancan su povertà ed esclusione sociale in Italia. Volume diviso in due parti, la prima delle quali, a cura della Fondazione Zancan, si occupa dei diritti che ai poveri dovrebbero spettare in forza della Costituzione e delle carte internazionali, e delle possibilità e responsabilità di cittadinanza e partecipazione alla vita pubblica che alle persone povere, come ad ogni persona, dovrebbero competere. Ma non a caso stiamo usando dei condizionali. La seconda parte, curata da Caritas Italiana, riflette l'esperienza sul campo della Chiesa. I dati sono aggiornati all'oggi, e ne esce una realtà inquietante. Un esercito silenzioso eppure sempre più percepibile che va affollandosi. Otto milioni di poveri, in Italia, e fra essi tre milioni di assolutamente poveri. E una soglia che si sposta all'indietro, quella delle persone a rischio di caduta nella povertà: quindici milioni, secondo Istat 2011. Certo, la crisi globale. Ma anche una seria difficoltà nazionale a gestire ragionevolmente le risorse. Risorse su una cui possibile più razionale gestione il Rapporto offre spunti e suggerimenti.
E' il calendario ufficiale, in lingua latina, che ordina le celebrazioni liturgiche della Messa e della Liturgia delle Ore.
Il volume è dedicato a questo manufatto architettonico che segna l'orizzonte con il suo inconfondibile profilo e costituisce una presenza che, più di ogni altro elemento urbano e architettonico, identifica non solo la Campagna Romana, ma anche gli insediamenti moderni e contemporanei della periferia a sud est della Capitale, come Cinecittà e il quartiere Tuscolano. Questi spettacolari ruderi, che si perdono nella lontananza come un'eco, alternando il pieno al vuoto, costituiscono tracce territoriali continue che pervengono alla scala geografica conferendo ad essa una dimensione eroica. Pensare una mostra sugli acquedotti romani, scrive l'ideatore e curatore della mostra Franco Purini, significa leggere, attraverso la loro capacità di costruire il paesaggio oltre la loro essenza tettonica e architettonica, la città di oggi nelle sue contraddizioni, nei suoi aspetti stabili e mutevoli, nella sua singolarità. Assieme a una pluralità di ambiti relativi alla città gli acquedotti romani suggeriscono una ulteriore sfera di contenuti che comprende i temi del frammento, della vastità, del tempo, dell'acqua, una risorsa che sta divenendo sempre più rara e preziosa, oggetto in questi ultimi anni di complesse strategie globali.
«Sin da ragazzo gli piaceva disegnare navi, vascelli alberati, cutter, brigantini, e più c'erano alberi e vele e sartie più godeva, specie a tratteggiare battaglie navali, le nuvolette che fanno i cannoni quando sparano.
- Mi piaceva disegnare il vento, - ha detto quasi commosso, come scoprisse qualcosa di sé che prima non sapeva. - Era un po' come disegnare la libertà, la forza. La vita. Rendere visibile l'invisibile».
«Il padre degli eroi», Emilio Salgari, è lo scrittore che ha infiammato generazioni di italiani creando centinaia di personaggi avventurosi sospinti dalla forza travolgente d'una eterna giovinezza. Ma il vero eroe è lui, il giornalista veronese appassionato di ciclismo e di scherma, pessimo scolaro e lettore onnivoro, che insegue tormentosi sogni di rivincita scrivendo romanzi d'appendice.
Nominato cavaliere dalla Regina Margherita perché sa «istruire dilettando», vive con la moglie, quattro figli e una pittoresca corte di animali in un caseggiato popolare ai piedi della collina torinese, sfiancato dai ritmi di un lavoro forsennato.
Chi è davvero l'uomo che tiene ad essere chiamato capitano, sostenendo d'aver navigato tutti i mari del mondo? Da dove prende il favoloso repertorio di piante e animali con cui ricrea l'essenza stessa dell'esotismo? Perché i suoi personaggi sono agitati da una ossessiva sete di vendetta?
A cent'anni dalla sua morte (un suicidio degno di un samurai) il romanzo di Ernesto Ferrero va oltre la biografia accostando documenti autentici e d'invenzione, e orchestrando le voci di un coro di testimoni: la moglie Ida, l'ex attrice da lui chiamata Aida, minacciata dalla follia; i figli, i vicini di casa, i pochi amici, i compagni di una bohème più sognata che praticata, esploratori, medici, giornalisti, pittori; ma soprattutto un'intrepida ragazza, Angiolina, che vorrebbe farsi insegnare da lui i segreti della scrittura e lo accompagna nell'ultimo viaggio con una tenera pietà tutta femminile.
Tra Verona, Venezia, Genova e la Torino di Lombroso e De Amicis si consuma il destino paradossale di un uomo solo, prigioniero dei mondi che lui stesso ha creato. La sua vicenda è strettamente intrecciata con le passioni di un'epoca lanciata nelle sue sfide tecnologiche: l'automobile, il cinema, i viaggi in pallone, i primi aerei, l'avveniristica Esposizione Universale che celebra i cinquant'anni dell'Unità d'Italia.
Il «forzato della penna» getta la sua morte in faccia a un mondo da cui si sente escluso.
Torna l’appuntamento di ogni anno con la catechesi dell’Arcivescovo tutti i martedì di Quaresima.
Il sussidio accompagna e segue l’ascolto, su Radio Marconi o su Telenova, raccogliendo i brani della Parola di Dio, le invocazioni, le preghiere e alcune domande per l’approfondimento e la condivisione nei gruppi parrocchiali.
Ogni incontro inizierà con la preghiera guidata dai monaci del monastero SS. Trinità di Dumenza. ll cardinale Tettamanzi proporrà poi la sua catechesi dialogando con un intervistatore.