Il libro raccoglie i saggi di Gioacchino Volpe pubblicati tra il 1907 e il 1912, e poi raccolti dall'autore in volume nel 1922. Attraverso l'analisi dell'eresia dei Patari, delle esperienze dei Valdesi, del grande movimento francescano e di altri fenomeni religiosi presenti in Italia tra l'inizio del secondo millennio e il Trecento, l'autore mette sotto osservazione quello che a suo modo di vedere fu soprattutto un cambiamento radicale di indirizzi sociali e politici, uno straordinario scontro di poteri tra coloro che attraverso l'innovazione religiosa forzarono i termini dei vecchi assetti e dei vecchi rapporti di forza, e coloro che rappresentarono, attorno all'istituzione cattolica e al potere papale, le istanze di ordine di quella società.
Strappato al suo ambiente naturale, ai suoi affetti, l'uomo esiliato, allontanato per forza dal suo paese, vive una condizione di indicibile sofferenza. Ma lo spaesamento può fondare un'esperienza positiva. Permette di non confondere l'ideale con il reale, la natura con la cultura. L'uomo spaesato, per poco che riesca a superare il risentimento che nasce dal rispetto e dall'ostilità di cui è fatto oggetto, scoprirà la curiosità e praticherà la tolleranza. La sua presenza tra gli "autoctoni" eserciterà a sua volta un benefico effetto spiazzante.
Andare bene a scuola: un merito personale o un successo dell'istituzione? Aspettative, motivazioni e risultati di chi sta al di là e al di qua della cattedra. Il volume fa il punto rispetto a una molteplicità di obiettivi, alle risorse a disposizione per raggiungerli e alle modalità con cui la scuola italiana riesce a svolgere i suoi compiti.
L'uso intensivo delle conoscenze nella produzione e l'aumento delle interdipendenze tra mercati locali e globali stanno radicalmente trasformando il panorama economico mondiale. Si tratta di tendenze epocali che sono oggi descritte da due termini chiave: globalizzazione e innovazione. I due fenomeni si rafforzano a vicenda, in un circolo, spesso virtuoso, altre volte vizioso, che modifica perennemente la struttura industriale. Il volume mostra come la globalizzazione e i processi innovativi contemporanei non abbiano ridotto il ruolo delle politiche economiche nazionali che, al contrario, sono quanto mai necessarie per garantire lo sviluppo di lungo periodo.
"Pinocchio", il libro più diffuso e tradotto nel mondo dopo la Bibbia e il Corano, è stato sottoposto nel corso di un secolo a interpretazioni numerosissime e molto diverse, da quelle pedagogiche e letterarie a quelle storico-politiche, semiologiche, psicoanalitiche ed esoteriche. Questo saggio cerca di dimostrare che è possibile rileggere oggi in modo innovativo il capolavoro di Collodi, facendone risaltare il carattere archetipico e insieme di grande attualità. L'esplorazione avviene con un approccio inconsueto e un metodo originale, ai bordi tra scienze sociali e critica letteraria, e sviluppa una continua attenzione al testo e alla sua sotterranea valenza simbolica e poetica. Singolare è la prospettiva interpretativa, che sottolinea l'ipotesi di Pinocchio come campione della velocità, con i significati e le implicazioni del suo continuo correre e saltare. Quattro gli argomenti fondamentali affrontati: il tempo, visto tra l'altro nei rimandi tra passato, presente e futuro; lo spazio e il territorio; il denaro, esaminato nella sua relazione con la fame e con il lavoro; la morte e la salvezza, con il richiamo ai temi della violenza, dei valori e delle virtù. Dopo un raffronto tra "Pinocchio" e "Il piccolo principe di Saint-Exupéry", il saggio si conclude ponendo in evidenza gli elementi lirici del racconto collodiano e ne indica in Pinocchio stesso, sorprendentemente, il polo poetico fondamentale.