Quali erano le discipline note a Dante? e in che misura? quanta influenza ebbero queste conoscenze nella stesura della Divina Commedia? L'universo del sapere medievale era veramente privo di conoscenze scientifiche come crediamo oggi? A questi interrogativi risponde il volume che si propone di fare il punto su un aspetto, il rapporto con la scienza appunto, ancora poco studiato della scrittura dantesca. Dalla geografia all'astronomia e all'astrologia, dall'alchimia alle conoscenze naturalistiche, dalla logica alla matematica, via via scienze ancora oggi viventi e altre ormai dimenticate si alternano nella ricostruzione dell'universo scientifico di Dante Alighieri.
«Si accorge di qualcosa, Klaus Eichmann? Si accorge che il cosiddetto "problema Eichmann" non è un problema di ieri? Che esso non appartiene al passato? Che non abbiamo alcun motivo - e le eccezioni sono veramente molto poche - di essere presuntuosi nei confronti del passato? Si accorge che noi tutti, proprio come Lei, abbiamo a che fare con qualcosa che è troppo grande per noi? Che tutti noi accantoniamo il pensiero del troppo grande e della nostra non-libertà nei confronti del troppo grande? Che tutti noi quindi siamo ugualmente figli di Eichmann! O perlomeno figli del mondo eichmanniano?», così scriveva nel 1964 Günther Anders al figlio di Adolf Eichmann, il principale responsabile del trasporto degli ebrei nei campi di sterminio nazisti, sviscerando il problema sempre tragicamente attuale della responsabilità individuale nel mondo delle macchine. Günther Anders nacque nel 1902 a Breslavia. Nel 1923 si laureò con Edmund Husserl, nel 1933 fuggì a Parigi e nel 1936, separatosi dalla moglie Hannah Arendt, andò in esilio negli Stati Uniti. Nel 1950 tornò in Europa e si stabilì a Vienna, dove visse fino al 1992, anno della sua morte.
Il libro introduce nel dibattito italiano il tema finora poco conosciuto dell'ecofemminismo.
I risultati di una vasta ricerca nazionale condotta su oltre 10.000 adolescenti dai 14 ai 19 anni. L'attenzione dei ricercatori è localizzata sui processi che conducono alla formazione dell'identità.
L'educazione sessuale comprende qualche cosa di più della pura e semplice istruzione. Gli adulti in contatto con i minori e con i giovani dovrebbero esserne persuasi. Ciò non provoca disistima delle informazioni scientifiche: sono anzi indispensabili, per avviare un discorso rivolto alla totalità dell'educando. Fermarsi però alle sole delucidazioni tecniche e strumentali vuol dire rendergli un servizio a metà, dato che, dall'adolescenza in poi, egli è alla ricerca di significati, comincia a porsi quesiti proiettati oltre il presente, relativi cioè al senso da attribuire all'amore, al matrimonio, alla famiglia. Codesti interrogativi attendono una risposta, associata a chiarimenti sui temi del suo sviluppo psicofisico. Occorre quindi guardarsi dall'errore di reputare autosufficiente l'istruzione sessuale, quasi che potesse soddisfare tutte le istanze del discepolo, appianare le sue difficoltà, indicare fini e metodi educativi. Infatti, quand'anche si riuscisse a precisare l'importanza dei fattori genetici e psicosociali, il problema formativo rimane ancora lontano dall'essere affrontato. Scrisse in proposito M. Peretti: "l'educazione è attività giustificata in nome di quei valori, che permettono di delineare la migliore forma della personalità, mai riducibile a funzioni, ma espressa da disposizioni e da contenuti che sostanziano la condotta e l'azione personali".