Il teatro è forma di espressione e rappresentazione culturale di una comunità. Per i suoi elementi essenziali - chi lo agisce e chi vi partecipa -, il teatro richiede la presenza dello spettatore e rende condivisibile il vissuto che lega il primo al secondo. Partendo da queste considerazioni, il volume inquadra il fenomeno teatrale all'interno della sala della comunità, tenendo conto delle sue peculiarità di luogo culturale e pastorale in cui nascono gruppi teatrali amatoriali e dove si ospitano compagnie di professionisti, definendo una proposta di tipo umano e culturale unica. Nelle pagine finali, inoltre, si traccia un vademecum essenziale per chi opera nelle sale della comunità, indicando i principali adempimenti burocratici e amministrativi e suggerendo strategie di programmazione, comunicazione e promozione dell'attività teatrale.
Durante l'Anno Paolino sono state trasmesse dalla Radio Vaticana una serie di meditazioni di Mons. Waldemar Turek, intitolate "Sulle tracce dell'Apostolo" delle genti con le quali il sacerdote polacco ripercorreva il cammino spirituale di Paolo richiamandosi non solo alle Sacre Scritture, ma anche ai numerosi viaggi compiuti nei luoghi legati alla vita dell'Apostolo (Turchia, Grecia, Malta, Italia). Tali audizioni radiofoniche vengono qui pubblicate con lo scopo di fornire ai fedeli uno strumento per intraprendere un viaggio spirituale in compagnia dell'Apostolo delle genti e vivere così il tempo di Quaresima con maggiore intensità.
Il 4 dicembre del 1968 usciva nelle edicole italiane il primo nume- ro del nuovo quotidiano cattolico nazionale "Avvenire", nato dalla fusione tra due importanti testate preesistenti, "L'Italia", edito a Milano, e "L'Avvenire d'Italia", pubblicato a Bologna. La fondazione del quotidiano dei cattolici italiani non fu solo un evento di rilievo nel panorama della stampa nazionale, ma rappresentò una pagina, ancora quasi sconosciuta, nella storia della Chiesa italiana. La ferma volontà di Paolo VI, autentico fondatore del giornale, si scontrò in quella circostanza con le reazioni perplesse e diffidenti di quasi tutto l'episcopato nazionale. Contrarietà ed ostacoli giunsero soprattutto dalle principali diocesi interessate dalla fusione dei due quotidiani che diedero vita ad "Avvenire": Milano, che editava "L'Italia", e Bologna, ove aveva sede "L'Avvenire d'Italia". Alla luce della documentazione esaminata, in maggior parte inedita, è ora possibile ricostruire la complessa e per molti versi sorprendente vicenda che ha condotto alla nascita di "Avvenire" e all'affermazione del giornale cattolico durante gli anni del pontificato di Paolo VI, il quale non fece mai mancare la sua fiducia e il suo sostegno al quotidiano, ritenendolo un indispensabile strumento di evangelizzazione.
Oggi l'Asia ci sfida con le sue culture, le sue religioni, le sue sproporzioni, con la sua forte potenza economica in mezzo a molta povertà. Nel tracciare un grande affresco di luci e ombre di quello che è stato definito il "secolo asiatico", il volume pubblicato in occasione dell'anniversario dalla fondazione dell'Agenzia giornalistica AsiaNews ripercorre le tappe attraverso cui le pagine web di AsiaNews sono divenute sempre più una fonte indispensabile di informazione sulla vita sociale, politica, economica e religiosa in Asia. Con il messaggio di Papa Francesco ad AsiaNews.
In occasione del 50° anniversario dell'Inter Mirifica (Decreto conciliare sui mezzi della comunicazione sociale), il presente volume ripercorre la storia della comunicazione vaticana dal Concilio fino ai giorni nostri. I cinque secoli di storia della comunicazione infatti, dalla stampa di Gutenberg fino al Concilio, non valgono in termini di innovazione e progresso, questi ultimi 50 anni culminati nell'era digitale, periodo che ha visto protagonista nella fase più recente Papa Francesco, dimostrando una grande apertura ai nuovi media e ai social network. Grazie alla rilettura dell'Inter Mirifica, l'autore propone dunque questo lungo e suggestivo percorso attraverso la comunicazione della Chiesa.
È il 22 ottobre del 1983 quando Giovanni Paolo II, con rescritto personale, istituisce il Centro Televisivo Vaticano. In trent'anni di storia lo sviluppo dei media ha segnato le tappe del cammino del CTV che, accanto alla propria opera professionale di documentazione e produzione, ha saputo individuare significativi momenti di formazione, adattandosi al cambiamento del profilo tradizionale della sua audience. Il presente volume ripercorre e analizza il ruolo del CTV nell'ultimo trentennio e si avvale dei contributi di accademici, giornalisti ed esperti del settore: Giuseppe Busani, Barbara Castelli, Alessandro Di Bussolo, Ruggero Eugeni, Enrique Fuster, Aldo Grasso, padre Federico Lombardi, Fiona Mitchell, Cecilia Penati, Paolo Peverini, Roberto Romolo, Thomas Rosica, Federico Ruozzi. Da approcci diversi - e di respiro internazionale - viene ripercorso il ruolo storico del CTV tra contesto mediale, aspetti socio-culturali ed elementi di storia della Chiesa, sottolineando così il successo ma anche la grande responsabilità del Centro Televisivo Vaticano nel raccontare il Papa e le attività della Santa Sede.
Fin dagli albori la sfera del sacro ha avuto un rapporto profondo con la rappresentazione scenica, rapporto che la religione cristiana ha esplicitato ulteriormente, per la sua intrinseca natura di esperienza di fede nel Dio che si è fatto uomo. Erede di una ricca tradizione, la produzione teatrale ispirata ai temi della spiritualità conosce oggi un momento di grande fecondità e si apre a nuove prospettive, come attestano gli approfondimenti e le esperienze raccolte in questo volume. Un contributo di riflessione che viene ad affiancare il crescente successo del progetto "I Teatri del Sacro".
Mentre si moltiplicano gli interrogativi sulla società della dell’informazione, questo libro invita ad attingere al cristianesimo per uno sguardo nuovo sul comunicare. Lo fa gettando luce sulle riflessioni e sulle pratiche comunicative delle tre grandi confessioni cristiane, a partire dalle Scritture, dai Padri della Chiesa e
dalla concezione di fede della persona umana. Per aiutare a scoprire che prendersi cura dell’altro significa anzitutto interrogarsi sulla validità, la pertinenza e la legittimità della propria comunicazione, prendendo come riferimento l’altro e non se stessi.
L'autore
Christophe levalois è sacerdote ortodosso della parrocchia di Saint-Séraphin-de-Sarov, a Parigi. Docente, è caporedattore del sito d’informazione www.orthodoxie.com e membro della commissione «Media e informazione» dell’Assemblea dei vescovi ortodossi di Francia.
La questione dell'etica del cinema riguarda il delicato rapporto tra la narrazione e l'interpretazione, la possibilità di cooperazione nel testo e la previsione di uno spazio vuoto, quello della libera responsabilità dello spettatore. E' questa attenzione verso la coscienza del pubblico a distinguere il buon cinema da quello cattivo. Muovendo dagli apporti della psicologia, della sociologia, della semiologia e dell'etica della comunicazione, l'analisi proposta concentra l'attenzione sullo spettatore e sulla libertà concessa allo sguardo spettatoriale. Nel testo la riflessione si arricchisce di un focus sulle questioni di grande impatto nel dibattito etico con cui il cinema si è confrontato negli ultimi venti anni. La rassegna di opere analizzate dimostra come ogni questione (anche l'eutanasia e l'aborto) possa, e debba, essere rappresentata dal cinema evitando l'insincerità, la superficialità e la manipolazione ideologica.
Il concetto di rete è oggi di moda: lo vediamo utilizzato nei più variegati contesti, dall’economia alla sociologia, dalla comunicazione all’antropologia, dalla matematica alla filosofia.
A partire dalla teoria sociologica di Manuel Castells, questo saggio si chiede se sia possibile ipotizzare una relazione tra Chiesa cattolica e società in rete, cercando di individuarne le condizioni di coesistenza, tra sfide
e possibilità, rischi e opportunità. I temi affrontati esprimono l’attualità dell’indagine svolta dall’autore: il virtuale e il reale; le nuove concezioni dello spazio e del tempo; la questione dell’identità; l’antropologia e la religiosità in rete; le comunità virtuali; le sfide per la Chiesa.
L'autore
Darlei Zanon è religioso paolino brasiliano, discendente di emigranti veneti. Laureato in Filosofia presso la Pontifícia Università Cattolica di Campinas e in Teologia presso la Facoltà gesuitica di Belo Horizonte, ha conseguito il master in Comunicazione, Cultura e Tecnologie dell’Informazione presso l’ISCTE-Università di Lisbona.
Uno studio teologico e filosofico che attinge alle recenti teorie linguistiche, per una prospettiva di etica della comunicazione.
Ripensare il modo con cui - in un contesto rinnovato e dai contorni fragili - si possono individuare modalità proprie per comunicare la fede: è il tema centrale della riflessione dell’Autore.
Poiché trasmettere la parola di Dio nella società di oggi è un’enorme sfida, coloro che sono chiamati a questo devono «formarsi», per essere persone di relazione e di comunicazione, capaci di incarnarsi nelle situazioni che vivono, competenti nell’utilizzo del linguaggio il più espressivo possibile che traduca la complessità del messaggio in tutte le sue sfumature. «Formarsi» ai differenti livelli con una formazione propriamente catechetica, una formazione comunicativa e una formazione spirituale.
L’ultimo capitolo del libro affronta l’attività catechetica rivolta all’universo giovanile contemporaneo, ai cosiddetti nativi digitali, attivi sui social network e sui blog, abituati a chattare e a interagire via webcam. Nello specifico, l’Autore richiama due consolidate esperienze catechetiche e formative: l’Azione Cattolica dei Ragazzi (ACR) e lo scautismo.
«... È necessario conoscere bene che cosa Gesù ha annunciato; con che stile personale ha incontrato i suoi interlocutori; e con quali mezzi espressivi ha tradotto il contenuto del suo messaggio in un linguaggio adeguato agli ascoltatori». (dall’Introduzione)
Autori
Luciano Paolucci Bedini, sacerdote dell’arcidiocesi di Ancona-Osimo, licenziato in Teologia pastorale e Catechetica all’Università Salesiana di Roma. Per lunghi anni è stato direttore dell’Ufficio catechistico diocesano, regionale e anche assistente ecclesiastico regionale dell’Agesci Marche. Attualmente è Rettore del Pontificio Seminario regionale marchigiano «Pio XI», direttore del Centro regionale Vocazioni delle Marche e docente di Teologia pastorale e catechetica presso l’Istituto Teologico Marchigiano e l’ISSR di Ancona.