La Basilica di Santa Cecilia sorge nel cuore della vecchia Trastevere, un angolo di meditazione nel quartiere romano conosciuto come il più festaiolo e mondano di tutti. Santa Cecilia era fin dall'antichità una delle martiri il cui culto veniva praticato maggiormente dalla comunità cristiana. Nel IX secolo avviene la costruzione del primo nucleo dell'attuale basilica, ampliato nel Medioevo con l'edificazione del portico, del campanile, dell'ala destra del convento e del chiostro. I primi restauri avvennero tra il 1540 ed il 1724, facendone uno dei siti di arte cristiana più importanti di Roma. Nel tempo è sempre stata luogo d'asilo e di accoglienza, per malati e afflitti, e di asilo per i fuggitivi dal vicino ghetto, durante l'occupazione tedesca. L'importanza artistica della basilica è motivata da numerose opere, quali il ciborio di Arnolfo da Cambio, le pitture di Pietro Cavallini e Guido Reni, ed il capolavoro di Stefano Maderno, la scultura raffigurante la santa nel momento della morte. I restauri degli ultimi decenni fanno ormai parte della storia della basilica e del monastero. Il volume illustra la storia e le opere, presentando anche un approfondimento e fotografie inedite sull'area archeologica, da poco restituita al pubblico e arricchita dalla scoperta di un battistero del V secolo.
Il titolo del testo in lingua inglese, costituisce un omaggio dell'autrice agli artisti stranieri di cui sono riportati i brani integrali nella versione bilingue italiano-inglese.
L'irresistibile richiamo delle mirabilia urbis ha acceso la fantasia di poeti, pittori, storiografi, architetti che, non di rado, giunti a Roma, decidevano di restarvi, definitivamente conquistati dal fascino di una città unica al mondo.
Quello che la felice vena pittorica e la sapiente tecnica di Danièle Ohnheiser ha raffigurato, è infatti il ritratto di una Roma che alberga nell'immaginario collettivo. Nei chiaroscuri, nelle velature azzurrine ed opache, nelle tenui sfumature dal rosa all'ocra che ombreggiano le facciate delle chiese e dei palazzi, nella luce trasparente che inonda le piazze ed illumina le cupole ed i tetti, Danièle Ohnheiser ci restituisce, di Roma, il volto e l'atmosfera che più le appartengono.
Quando, nel 1420, papa Martino V potè finalmente prendere possesso del trono di Pietro, entrò in una Roma che le cronache descrivono spopolata e degradata, con i maggiori edifici monumentali in rovina. Da quel giorno prese avvio un grandioso processo di rinascita politica e culturale che consentì alla città di riacquistare il suo antico ruolo universale, facendo leva sull'autorità spirituale garantita ai papi, oltre che sullo splendore materiale di una civiltà artistica che non esitò a stabilire una gara d'emulazione con la passata magnificenza della Roma classica. Non fu, tuttavia, un processo privo di contraddizioni. La rinascita dell'antico, lo sfarzo della corte papale, il nepotismo sfrenato, i programmi urbanistici e architettonici improntati al gusto del colossale, finirono per minarne la credibilità spirituale, dando esca alla drammatica lacerazione dello scisma protestante. Il sacco vandalico del 1527, il Concilio di Trento, la vittoria di Lepanto contro la minaccia turca segnarono un lungo periodo prima di crisi e poi di riscossa. Si apriva così una nuova stagione di rilancio del ruolo della città, all'insegna di un programmatico trionfalismo scandito da gigantesche imprese edilizie e da una miriade di iniziative in campo artistico. All'alba del XVII secolo, la nascente Roma barocca si apprestava a riaffermare, accanto al suo indiscusso ruolo di capitale del cattolicesimo, quella capacità di irradiare in tutta Europa i suoi modelli urbanistici e culturali.
Il volume, dedicato al ciclo pittorico dei Santi Quattro Coronati a Roma, illustra un capolavoro del XIII secolo, inedito al pubblico e mostrato ora per la prima volta. La possibilità di ammirare oggi gli splendidi affreschi, ritrovati nell'Aula gotica della basilica, è dovuta infatti a una lunga e impegnativa campagna di restauri, curata dalla storica dell'arte Andreina Draghi della Soprintendenza per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico del Lazio, che ha portato alla sorprendente scoperta, aprendo nuove strade interpretative e nuovi punti di vista sulla cultura artistica operante a Roma nel corso del Duecento. Il volume, oltre a rendere conto dell'eccellente lavoro di restauro e dei contributi relativi alle diverse discipline, offre una mappatura completa degli affreschi presenti nel ciclo e un'analisi storico-critica sia dei contenuti iconografici, sia delle scelte stilistiche e tecniche, riscrivendo un intero capitolo dell'arte italiana nell'età medievale. Il complesso monumentale dei Santi Quattro Coronati è custodito dalla fine del XVI secolo dalla Comunità delle Monache Agostiniane e, pur essendo vicino alla chiesa di San Clemente e poco lontano dalla basilica di San Giovanni in Laterano, resta a margine degli usuali itinerari turistici.
Il volume, oltre a ospitare un saggio dell'archeologo tedesco Paul Zanker sulla storia dell'Ara Pacis - la cui costruzione fu decretata dal Senato romano nel 13 a.C. per onorare il ritorno vittorioso di Augusto dopo gli anni di permanenza nelle province di Gallia e di Spagna -, presenta i contributi critici di studiosi e architetti italiani volti a cogliere non solo i caratteri di eccellenza dell'opera architettonica dell'americano Meier, ma a inquadrare la costruzione del nuovo museo dell'Ara Pacis all'interno del dibattito architettonico romano, e più in generale italiano.
Un grande ritratto di Roma, ricco di sorprese e novità, nel quale Corrado Augias racconta il volto segreto della capitale e le molte storie che hanno contribuito a renderla unica e immortale. Dalla rozzezza dei suoi primi abitanti (un gruppo di manigoldi capitanati da Romolo) alla gloria del Rinascimento, dalla sregolatezza di Nerone alla tenebrosa genialità di Caravaggio, dal fascino di Lucrezia Borgia - "la più bella dama di Roma" alle avventure del palazzo di Montecitorio, questa cavalcata nel tempo, che si chiude con le "illusioni" di Cinecittà e la costruzione del nuovo quartiere dell'Eur, darà al lettore un'interpretazione dell'unica città "antica" che da ventisette secoli continua a essere protagonista della storia.
Il complesso romano di San Paolo fuori le mura è un caso paradigmatico del divenire di un edificio che, pur profondamente mutato nel tempo, continua a trasmettere il suo specifico e riconoscibile messaggio di intrinseca, persistente, validità e unità concettuale.
"Se qualcuno ha inventato la Roma che oggi ci affascina, questi SOflo Bernini e Borromini. E stata la loro passione, il loro modo di vedere a consegnarci la Roma esuberante di chiese di travertino e le ampie piazze di granito. La Roma dalle cupole imponenti che si protendono verso Dio e gli alti palazzi che esaltano la forza dell'uomo. La storia di questi due uomini - le loro eccezionali carriere e la grande rivalità che si sviluppò tra loro - e una storia di ambizione e di desiderio. di antagonismo e di speranza. È il racconto contraddittorio di come un artista fioriva abbracciando il mondo, mentre l'altro appassiva allontanandosene. È la storia del loro antagonismo e della superba architettura che ne nacque e che, quasi quattro secoli dopo essere stata costruita, ha ancora il potere di stupire."