Fra Benigno, con rigore e competenza e con la sua consueta chiarezza espositiva, ci presenta un testo interessante, ben documentato, scorrevole e di immediata comprensione, che offre validi spunti di riflessione e utili indicazioni a quanti vivono il matrimonio come sacramento prezioso da coltivare per crescere nell’amore e vivere in santità. Un monito agli sposi a vivere cristianamente il loro matrimonio perché hanno un tesoro da custodire, per il quale devono intraprendere un combattimento spirituale da cui usciranno vincitori solo se si lasceranno guidare e plasmare dall’amore di Dio.
Il libro, che riporta in sequenza i casi più eclatanti di attacco al matrimonio da parte del maligno, trattati da fra Benigno durante la sua ventennale esperienza di esorcista, ribadisce, se ancora ci fossero dubbi, che il diavolo esiste, eccome se esiste! e opera soprattutto contro il matrimonio verso cui nutre un odio profondo. In sintesi il libro è, a mio avviso, un invito infaticabile alla conversione e a vivere e crescere in santità, “fil rouge” che accomuna tutte le pubblicazioni di fra Benigno.
Negli ultimi anni si sta insinuando sempre più nel credo personale di molti cattolici la convinzione che l’Inferno sia una pura invenzione e che, se mai dovesse esistere realmente, sarebbe completamente vuoto. Le Sacre Scritture, i grandi santi e le apparizioni mariane ci confermano invece che angeli e demoni esistono: l’Inferno c’è ed è pieno di inquilini, demoni e anime di poveri peccatori, ma fortunatamente anche gli Angeli sono presenze reali, custodi di ogni uomo e di ogni nazione del mondo, sulla cui assistenza l’uomo può contare per combattere il demonio e il male.
Note sull'autore
Vincenzo Speziale e` nato nel 1950 a Serradifalco (CL). Dopo il diploma di ragioneria, e` entrato all’Accademia Militare di Modena e, in seguito all’incontro illuminante con un sacerdote che gli ha fatto conoscere Fatima, ha iniziato una nuova vita spirituale, collaborando con Radio Maria sotto la direzione di don Mario Galbiati. Da allora ha cominciato anche a scrivere, pubblicando diverse opere su santi e beati. Di tanto in tanto tiene conferenze su Fatima.
Il tema teologico della possessione diabolica alla luce dell'esperienza del famosissimo esorcista Padre Amorth.
Il male non dorme mai, è questo il forte messaggio che Mons. Micalef vuole dare con questo scritto, mettendo in guardia tutta l'umanità. Oggi viviamo in un periodo buio, e il buio è l'assenza di luce, e la luce è Dio. Lucifero, l'angelo più bello di tutto il creato, con orgoglio e presunzione si ribellò all'obbedienza verso Dio creando l'Inferno. Gesù disse ai suoi discepoli: «Io vidi Lucifero e i suoi angeli precipitare dal cielo come una folgore e formare una grande voragine». L'inferno, dunque, esiste questo non lo dice soltanto la Chiesa, ma i Santi, come: Santa Gemma Gargani, San Giovanni Bosco, Santa Faustina Kowalska, e i tre fanciulli di Fatima che lo videro con i loro stessi occhi...
Nell’epoca moderna, e soprattutto a partire dall’Illuminismo, riscontriamo una serie di tentativi sistematici tesi a mettere in discussione l’esistenza del diavolo. Anche alcuni teologi, prima i protestanti e poi i cattolici, hanno contribuito alla negazione della sua esistenza.
Notevole per la dottrina cristiana sulla demonologia è stato l’intervento di Paolo VI nel suo discorso del 15 novembre 1972: «Esce dal quadro dell’insegnamento biblico ed ecclesiastico chi si rifiuta di riconoscerla [la terribile, misteriosa e paurosa realtà del demonio] esistente, ovvero chi ne fa un principio a sé stante, non avente essa pure, come ogni creatura, origine da Dio; oppure la spiega come una pseudo-realtà, una personificazione concettuale e fantastica delle cause ignote dei nostri malanni».
Nella Bibbia non si parla del diavolo se non per annunciare la vittoria di Gesù su di lui a favore dell’intera umanità. Con ciò si rivela che il discorso su Satana non è e non deve essere una sorta di informazione, in sé inutile e dannosa, sul diavolo medesimo, bensì un approfondimento, riguardante il mistero dell’uomo e di Gesù.
In questo testo, don Marcello Stanzione, angelologo di fama internazionale, ci offre i profili di 30 mistici che nella loro esperienza cristiana hanno incontrato il demoniaco e lo hanno descritto nei particolari, a volte superando l’abisso delle più tormentose possessioni.
Un uomo posseduto da uno spirito impuro cominciò a gridare: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto per rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». È il primo miracolo che troviamo nel vangelo secondo Marco: la guarigione di un indemoniato nella sinagoga di Cafarnao. Risanata l'interiorità turbata resta tra la folla, e in noi, lo stupore per quel gesto compiuto con autorità. Chi è Gesù? Chi è colui che comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono? L'evangelista Marco presenta Gesù come un Maestro che insegna con autorità, che viene non a rovinarci, ma a redimerci. A «guarire» la visione di un Dio in concorrenza con l'uomo, la supponenza dell'indemoniato, per vivere un cristianesimo di relazione e non di superficialità, dramma del nostro occidente. In un linguaggio semplice e accurato, con dovizia di riferimenti bibliografici, l'autore presenta il vangelo secondo Marco con fedeltà alla struttura del testo: portare il discepolo a scoprire la messianicità di Gesù; dimostrare la sua identità nella novità della sua persona che sceglie liberamente di sacrificarsi sulla croce dove verrà riconosciuto come Figlio di Dio. L'opera ci conduce nel mistero di Dio e ci sollecita a passare da una visione tiepida della fede a una evangelica, a meravigliarci davanti all'azione di Dio e, come dice Papa Francesco, a «svegliarci dal sonno dell'indifferenza e dalla vanità, dall'incapacità di instaurare rapporti genuinamente umani, di farsi carico del fratello solo, abbandonato o malato».
È il 23 dicembre 1834 quando due gesuiti bussano a una porta di via di Sant'Anna. Sono stati chiamati al capezzale di una giovane donna «ritenuta ossessa», Veronica Hamerani, per liberarla dagli assalti del demonio. Inizia così questa vicenda inquietante, di cui la storica Fernanda Alfieri compie un'accuratissima ricostruzione partendo dal ritrovamento di un manoscritto nell'Archivio generale della Compagnia di Gesù. È il diario che gli esorcisti hanno tenuto durante i mesi in cui si è protratto il rito: non solo è un racconto disturbante, in cui "il diavolo", tra violenti improperi e battute in romanesco, prende direttamente la parola, ma è anche la testimonianza straordinariamente viva delle tensioni di un'epoca. Da una parte lo sguardo della Chiesa, la convinzione che il Maligno abbia preso possesso del corpo della ragazza e la volontà di riportarlo, quel corpo, sotto il proprio controllo; dall'altra quello della medicina che vede le convulsioni di Veronica come una malattia curabile, l'isteria. Dall'anziano padre Kohlmann, che aveva attraversato i continenti, fuggendo dalla Francia in Rivoluzione e approdando, attraverso l'Impero russo, negli Stati Uniti, e ogni volta vedendo il mondo, il suo mondo di antico regime, distrutto da un tempo presente ingovernabile; al giovane malinconico padre Manera, il più colto e dubbioso (e se la ragazza stesse solo fingendo?) E poi i medici, la famiglia, il Vaticano, la Roma papalina, tesa tra la superstizione e la modernità, fra la chiusura e il cosmopolitismo. Tutti sguardi e volontà di controllo che si stringono intorno al corpo di Veronica. Lo scrutano, lo misurano, lo interpretano. Lo zittiscono. A questo corpo conteso, a questo nome cancellato, a questa parola sottratta, Fernanda Alfieri restituisce la dignità di una storia. "Veronica e il diavolo" è uno spaccato affascinante e perturbante della nostra storia, del nostro rapporto con la scienza e col soprannaturale, dell'intreccio violento fra saperi e poteri.
Stuzzicare l'interesse di chi non crede portandolo a ragionare su un mondo a lui ignoto ma per nulla assurdo, ed esporre serenamente a chi crede un tema spesso trascurato o snobbato da certa teologia e predicazione che impone così alla fede cristiana una deriva intellettualistica e moralistica: ecco i due fini di queste pagine. La morte del diavolo accompagna, accelera o addirittura precede la morte di Dio. Il nostro modesto ragionare tratteggia una figura molto simile a quella della copertina: un soggetto personale davvero esistente, potente, inquietante, astuto, che osserva attentamente l'uomo per trascinarlo nel suo regno di malvagità e di orgogliosa solitudine. Un soggetto, tuttavia, che non merita di essere assecondato e, ancora meno, celebrato: il suo sguardo, per quanto ostile, punta intimorito e rassegnato verso l'alto e lascia trasparire la consapevolezza della creatura decaduta, ormai perdente e vinta, sapendo che gli resta poco tempo (Apocalisse 12,12).
"Non aver paura, popolo mio. Non ti abbandonerò, ricorda che sono con te fino alla fine dei tempi; obbedite alle mie istruzioni e mettetele in pratica; e vi assicuro che niente o nessuno, nessun virus, nessuna peste, nessuna catastrofe, nessuna carestia o qualsiasi altra calamità potranno toccarvi. Recitate con fede il mio Rosario della Misericordia, chiedete la mia protezione e non temete: i miei raggi di Misericordia vi proteggeranno e vi custodiranno da ogni male e da ogni pericolo".
«Non è una questione di professioni di fede, di teologie o di superstizione. Più semplicemente, angeli e diavoli entrano in gioco ogni qual volta ci imbattiamo in esempi di bene e di male, di virtù e di peccato, di obbedienza e di ribellione, alla stregua di figure, o maschere, utilizzate dal nostro pensiero per interpretare la realtà secondo uno schema dualistico. Bianco e nero, luce e ombra, paradiso e inferno...». Eterni simboli del bene e del male, rappresentazioni della virtù e del peccato, angeli e diavoli sono i contrappesi della bilancia che tiene in equilibrio la Creazione. Nell'immaginario comune, gli uni sono vestiti di luce e associati alle sfere celesti, gli altri avvolti di caligine e legati al mondo sublunare; i primi votati all'obbedienza, i secondi alla ribellione. Tuttavia non è sempre così, talvolta le loro caratteristiche sembrano quasi scambiarsi, sollevando profondi interrogativi. È più ribelle Satana, che rese il genere umano consapevole di sé attraverso il peccato originale, oppure l'arcangelo Michele, a un certo punto divenuto «quasi Dio»? È più obbediente l'angelo che svelò a Nicolas Flamel i segreti dell'alchimia o il diavolo che fece l'accordo con Teofilo? Da un lato l'ineffabilità della grazia, dall'altro l'odore dello zolfo: una sfida che appassiona l'uomo fin dalla notte dei tempi. Simoni ce la racconta, e la illustra con i suoi disegni.
«Quando avevo 14 anni ho consegnato la mia vita a Lucifero. L’ho fatto liberamente, senza essere forzata. Dopo, però, non mi è stato più possibile farlo senza coercizione».
Può succedere che qualcuno decida di andare all’inferno a fare compagnia al principe delle tenebre pensando di stare meglio. Oppure per qualche presunto profitto. L’inferno c’è ed è a un passo! Che sia una località o uno stato non è molto importante. Di sicuro i demoni più che all’inferno sono essi stessi l’inferno. Sentite il lezzo di questi messaggi: «Astaroth verrà evocato da noi. Allora tremerete!». «Oh grande potere perso, torna a me col serpente, brucia la loro casa, consuma i loro corpi con la malattia. Astaroth vi punirà. Noi vi sacrificheremo al nostro unico padrone, al quale abbiamo dato il nostro sangue». Sono goliardate fantasiose un po’ horror di ciarlatani o vere e proprie evocazioni sataniche fatte dai «figli di Belial», come la Bibbia chiama maghi e streghe?
Cristo Gesù è «disceso agli inferi». Lo proclamiamo nel Credo più antico che conosciamo. Nell’ultimo segmento del suo ministero terreno – durante la sepoltura – Egli porta a termine la sua opera di evangelizzazione e di liberazione nelle solitudini demoniache. Lui, «il più forte», scende agli inferi, entra nella casa del «forte» e gli strappa il bottino. La sua vittoria ci riguarda e ci coinvolge. Il «Ministero dell’Esorcismo» prolunga l’evento pasquale di Gesù Cristo, quando abbiamo il coraggio di scendere nell’inferno dei nostri fratelli per donare anche a loro il Vangelo. Non è questione di esorcismi rituali, che pure celebriamo vigorosamente, quanto di annunciare e accogliere Lui nelle situazioni infernali dell’esistenza.
“Discesa agli inferi. Esperienze di un esorcista“, di don Silvio Zonin, è una raccolta ragionata di esperienze di vita vissuta che mira a dare speranza. A quanti sono tribolati dal Maligno e a chi ha il compito e il dono di aiutarli a nome della Chiesa. Possessioni, ossessioni, vessazioni, infestazioni, privazioni e persecuzioni, sono occasioni di santificazione, se accettate coraggiosamente, come fu per la Beata Eustochio o San Giovanni Calabria. Perché Cristo ha vinto la morte, il peccato e il Maligno.
“Se non facciamo l’esperienza della disperazione e della perdizione – almeno per un attimo – non sappiamo cosa significhi salvezza. La salvezza la si conosce quando si è perduti, la liberazione la si conosce quando si hanno addosso le catene e ci si trova rinchiusi in un carcere senza via di uscita; la guarigione la si conosce quando si è malati a un passo dalla morte. Non si può conoscere la risurrezione se prima non siamo entrati nel buio della morte. Non si può conoscere il paradiso se prima non si è conosciuto l’inferno” (don Silvio Zonin).
Leggi la biografia > Zonin Silvio
La coscienza è la nostra salvezza, perché ci avvicina a Dio, ci fa agire in modo da costruire ogni giorno un legame forte con lui. Proprio per questo il demonio il demonio cerca in tutti i modi di annebbiare la coscienza dei figli di Dio e la distrae continuamente in cose futili e solo apparentemente gratificanti. Per non cadere nei suoi inganni, è dunque importante conoscere la funzione della coscienza e sapere cosa fare per mantenerla viva e vigile.
Note sull'autore
Simone Morabito è uno dei più noti medici chirurghi viventi per la sua scoperta del cosiddetto medico elettronico (sistema brevettato per porre diagnosi cliniche con l’ausilio del computer). Laureato in medicina e chirurgia con 110/110 e lode accademica a 24 anni nel 1960, è specialista in psichiatria, neurologia, psicoterapia e pediatria e ricercatore presso le Università degli Studi di Stato nella Clinica delle Malattie Nervose e Mentali. Ha ottenuto l’ottimo servizio come ricercatore neuropsichiatra (titolo accademico di Stato). Per la sua scoperta di un package elettronico per la diagnosi clinica in medicina e chirurgia, l’Istituto delle Scienze di Parigi ha inoltrato un dossier scientifico per l’assegnazione del premio Nobel.