«Sono nato in una casa senza porte. La sua forma è sempre stata quella di una U, che è una lettera simile alla O ma non è chiusa, permette di uscire ed entrare, abbraccia e tiene. Proprio come la mia casa, che accoglieva tutti quelli che vi entravano e uscivano a piacimento, come è nella tradizione africana.»
Un ragazzo di quindici anni si mette in viaggio dalla Costa d’Avorio per raggiungere l’Europa. Il suo nome è Kader Diabate. In questo libro ci racconta la fuga da casa e l’attraversamento del deserto, l’incarcerazione in Libia e il viaggio nel Mediterraneo, fino all’arrivo in Italia. Ma soprattutto ci racconta la sua voglia di libertà e la sua ribellione contro l’arroganza e l’ingiustizia degli uomini. Perché la sofferenza vissuta è diventata il carburante per alimentare la sua lotta pacifica, nutrita dalla passione per i libri e la cultura. Oggi Kader ha poco più di vent’anni. È un attivista per i diritti umani che rivendica la propria appartenenza a un popolo che non è solo quello d’origine ma anche quello di cui fanno parte tutti gli uomini e le donne privati dei propri diritti. Ha deciso di affidare la sua storia alla penna di un insegnante scrittore, Giancarlo Visitilli.
La fortuna di Mattia si chiama Zaccaria. È suo nonno. Un tipo alto, magro, con i baffi e un vocione che fa tremare i vetri alle finestre. Da quando è venuto a vivere in casa del nipote, dividendo con lui la camera da letto perché altro posto non c'è, le cose sono cambiate da così a così. Per Mattia la noiosa vita di figlio unico è come se avesse ingranato la quarta e... via nei boschi a imparare i versi degli uccelli e il modo che usano gli alberi per comunicare fra di loro, a cercare castagne o a raccogliere ciliegie arrampicati sui rami. E la sera, aspettando di addormentarsi, il suono della voce del nonno che racconta storie incredibili di luoghi e persone mai sentiti prima. Un paradiso! con un sacco di verde intorno e un cielo sempre azzurro. Una mattina, però, quando si sveglia, Zaccaria non sembra più lo stesso. È serio, nervoso, e non si capisce di cosa stia parlando. La diagnosi del medico non lascia dubbi: non si può più tenerlo lì. E per Mattia il mondo intero sembra crollare di colpo. Possibile che il nonno sia così grave e non si tratti invece di uno dei suoi scherzi? Oppure è entrato in una realtà tutta nuova che si apre solo davanti agli occhi di chi la sa vedere? Con "Sotto un cielo sempre azzurro" Andrea Vitali ci porta nel luogo più intimo della sua fantasia. Ammicca, invitandoci a seguirlo dietro cancelli invisibili ma che cigolano davvero, in quello spazio della nostra mente in cui conserviamo la parte più vitale di noi stessi ma che spesso crediamo non sia più possibile raggiungere, quando invece non sarebbe così difficile scoprire la meraviglia che ci circonda, soprattutto in ciò che chiamiamo follia solo perché abbiamo paura di guardare il vero nascosto in ogni cosa. In appendice al romanzo, il racconto "Sui matti non piove mai".
Pochi lo sanno, ma nell'autunno del 1848 giovani in ogni parte d'Italia lasciarono lavoro e famiglie e si misero in marcia, destinazione Roma. Andavano a difendere l'insurrezione popolare che da lì a pochi mesi avrebbe visto nascere la Repubblica Romana, crocevia di idee democratiche e diritti civili quasi impensabili per la società del tempo. La quotidianità di quella manciata di mesi fu però molto lontana dalla retorica con cui certa Storiografia oggi li restituisce. Le strade in cui si batterono Mazzini, Garibaldi e Mameli erano ingombre di spazzatura e povertà, e con l'arrivo dei volontari si gonfiarono di grandi afflati e ancor più gratuiti assassini. A cavalcare la rivolta ci furono in pari misura eroi e banditi, visionari e faccendieri, gente di pistola, di mano e di coltello ma anche tante persone semplici, sprovveduti idealisti che rischiarono la vita inconsapevoli del ruolo che stavano avendo nella storia. Proprio come Folco, immaginario panettiere che arriva a Roma alla vigilia dei tumulti e diventa testimone di ogni più turpe nefandezza l'uomo sia capace ma anche di ogni suo più elevato slancio. E così, mentre fuori dalla città tuonano i cannoni della restaurazione, e il passato cerca di soffocare il presente per disinnescare il futuro, Folco si rende conto che, pur non capendo fino in fondo quel che succede intorno a lui, respira un'aria nuova, la sensazione, mai provata, di fare parte di qualcosa di pulito...
Nella Lucania aspra e selvaggia, alle pendici del cratere del Vulture, una donna dà alla luce due bambine, e muore poco dopo. È la terra, che durante il parto trema fin quasi a risvegliare il vulcano addormentato, a nutrire le piccole e a tenerle in vita, trasmettendo loro un'ancestrale conoscenza segreta, la capacità di vibrare in risonanza con energie profonde e misteriose. Ma sin dall'inizio, per Eva e Anna, questo dono porta con sé l'ombra della maledizione: le bambine finiscono in orfanotrofio, dove sono costrette a vivere indicibili orrori e sono additate come streghe dalle suore per via dei loro capelli, lunghi e rossi come fiamme. Nell'aspetto Eva e Anna sono identiche, ma in realtà sono molto diverse, come il fuoco e l'acqua: tanto Eva è ribelle e istintiva, quanto Anna è mite e remissiva. Il loro potere si orienterà di conseguenza: Anna diventerà una guaritrice al servizio di chi soffre ed Eva una sensitiva capace di comunicare con le anime dei morti ma anche di scatenare distruzione. Il destino le separerà e le porterà a percorrere strade differenti, mettendo a dura prova il legame che le unisce. A Matera, molti anni più tardi, l'adolescente Angelica, nipote di Eva cresciuta però da Anna, è vittima di bullismo da parte dei compagni di scuola. Sensibilissima ma timida e introversa, è la preda perfetta della ferocia dei coetanei, che la chiamano "la svitata". Quando Angelica scopre di avere gli stessi poteri della nonna, da cui ha ereditato anche i capelli rossi, finisce nel vortice di un gioco mortale. Riuscirà a sottrarsi al destino e a far convivere in sé la potenza distruttiva del fuoco e la forza di guarigione dell'acqua?
Tre storie diverse, la stessa città - Roma, all'inizio degli anni Ottanta - e lo stesso destino: smettere di essere soltanto figli, diventare genitori. Eppure Luciana, Valentina, Cecilia non sono certe di volerlo, si sentono fragili, insofferenti. Così come sono confusi, distanti, presi dai loro sogni i padri. Si può tornare indietro, fare finta di niente, rinunciare a un evento che si impone con prepotenza assoluta? Luciana lavora in un giornale che sta per chiudere. Corre, è sempre in ritardo, l'uomo che ama è lontano, lei lo chiama l'Irlandese per via dei capelli rossi. Valentina ha diciassette anni, va alle superiori ed è convinta che da grande farà la psicologa. Appena si è accorta di essere incinta, ha smesso di parlare con Ermes, il ragazzo con cui è stata per qualche mese e che adesso fa l'indifferente, ma forse è solo una maschera. Cecilia vive fra una casa occupata e la strada, porta un caschetto rosa e tiene al guinzaglio un cane. Una sera torna da Gaetano, alla tavola calda in cui lavora: non vuole nulla da lui, se non un ultimo favore. A osservarli c'è lo sguardo partecipe di un io che li segue nel tempo cruciale della trasformazione. Un giro di pochi mesi, una primavera che diventa estate. Tra bandiere che sventolano festose, manifesti elettorali che sbiadiscono al sole e volantini che parlano di una ragazza scomparsa, le speranze italiane somigliano a inganni. Poi ecco che una nuova vita arriva e qualcosa si svela. "Lontano dagli occhi" è una dichiarazione d'amore al potere della letteratura, alla sua capacità di avvicinare verità altrimenti inaccessibili. Ricostruendo con la forza immaginifica della narrazione l'incognita di una nascita, le ragioni di una lontananza, Paolo Di Paolo arriva a rovesciare la distanza dal cuore suggerita dal titolo. Una storia sul peso delle radici, su come diventiamo noi stessi.
È l'ennesimo 31 dicembre, e Benedetta lo trascorre con gli amici della storica compagnia di via Gonzaga, gli stessi amici che, negli anni Ottanta, passavano i pomeriggi seduti sui motorini a fumare e a scambiarsi pettegolezzi, e che ora sono dei quarantenni alle prese con divorzi, figli ingestibili, botulino e sindrome di Peter Pan. Ma quello che, a distanza di trent'anni, accomuna ancora quei «ragazzi» è l'aspettativa di un sabato sera diverso dal solito in cui, forse, succederà qualcosa di speciale: un bacio, un incontro, una svolta. Un senso di attesa che non li ha mai abbandonati e che adesso si traduce in un messaggio sul telefonino che tarda ad arrivare. Un messaggio che potrebbe riannodare il filo di un amore che non si è mai spezzato nonostante il tempo e la distanza, che forse era quello giusto e che torna a far battere il cuore nell'era dei social, quando spunte blu, playlist e selfie hanno preso il posto di lettere struggenti, musicassette e foto sbiadite dalle lacrime. Una nostalgia del passato difficile da lasciare andare perché significherebbe rassegnarsi a un mondo complicato, competitivo e senza punti di riferimento, che niente ha a che vedere con quello scandito dai tramonti e dal suono della chitarra intorno a un falò. Fino al giorno in cui qualcosa cambia davvero. Il sabato diverso dagli altri arriva. L'inatteso accade. La vita sorprende. E allora bisogna trovare il coraggio di abbandonare la scialuppa e avventurarsi a nuoto nel mare della maturità, quella vera.
Sette famiglie, sette sovrani, sei città: questa è l'Italia del XV secolo, dilaniata da guerre, intrighi e tradimenti, governata da signori talvolta lungimiranti, ma molto spesso assetati di potere e dall'indole sanguinaria. A Milano, Filippo Maria, l'ultimo dei Visconti, in assenza di figli maschi cerca di garantire la propria discendenza dando in sposa la giovanissima figlia a Francesco Sforza, promettente uomo d'arme. Intanto trama contro il nemico giurato, Venezia, tentando di corromperne il capitano generale, il conte di Carmagnola. Ma i Condulmer non temono gli attacchi: smascherano il complotto e riescono a imporre sul soglio di Pietro proprio un veneziano, che diverrà papa con il nome di Eugenio IV. Tuttavia il duca milanese troverà alleati anche a Roma: sono i rappresentanti della famiglia Colonna, ostili al papa che viene da Venezia e decisi a cacciarlo dalla città. Solo l'aiuto dei Medici riesce a scongiurare la morte del pontefice, costretto però a un esilio forzato a Firenze. E mentre nel sud dell'Italia si fa sempre più cruenta la guerra tra angioini e aragonesi, il destino della penisola italica è sempre più avvolto nell'incertezza...
Tra le mura di palazzo Sinagra giace il cadavere di un agente immobiliare, Antonello Ribba. Chi l'ha ucciso? Difficile essere sicuri di qualcosa, in un luogo popolato di antichi fantasmi come i Sassi di Matera. Tutto sembra inafferrabile, da quelle parti perfino la speculazione edilizia assume contorni quasi kafkiani. Quel che è certo è che ci sono in ballo sentimenti estremi, nei quali la nostrapPiemme si identifica pericolosamente. Ma se il suo tribunale interno la dichiara colpevole, e lei si sente per un attimo un'Anna Karenina in salsa materana... non ha nessuna intenzione di gettarsi sotto un treno! In un palazzo disabitato dalle parti di via del Riscatto, nell'inquietante stanza rossa decorata con i vizi capitali, viene trovato il cadavere di un agente immobiliare. L'indagine questa volta si snoda proprio nel cuore dei Sassi, fra antichi monasteri, madonne bizantine, grotte e mura seicentesche. Al quarto appuntamento, Imma Tataranni è piú insofferente e peggio vestita che mai. Con lei ritroviamo la colorata tribú che sempre l'accompagna. La suocera, che giocherà un ruolo nell'indagine, sperando di conquistare terreno nella Matera bene. La cognata, che sente i fantasmi. E il marito Pietro, che ha tanta pazienza, ma prima o poi la potrebbe perdere. Come in una partita a poker, la piemme materana in tacco dodici dovrà capire, fra i tanti sospettati, chi è che bluffa. Ma anche tenere a bada il bel maresciallo Calogiuri, che sentendosi trattato come un toy boy le fa imbarazzanti scenate di gelosia. Per non parlare di sua figlia Valentina, che abbraccia ideologie estreme, e potrebbe mettere nei guai anche lei. In una Matera sospesa fra riscatto e speculazione edilizia, c'è chi si abbandona all'autocelebrazione, e chi sviluppa per la stessa un'antipatia tale da poter indurre all'omicidio...
«Intellettuale di tipo nuovo» per Italo Calvino, Rocco Scotellaro «in modo forse più completo d'ogni altro s'era avvicinato all'ideale d'uomo che la gioventù della Resistenza conteneva potenzialmente in sé», perché «impegnato sul fronte più avanzato della lotta sociale e sul piano più qualificato della cultura letteraria nazionale.» Una profonda contraddizione sentimentale, che rispecchia quella della società, solca la poesia di Scotellaro e diventa motivo ricorrente dell'intera opera oltre che motore della sua attività: il contrasto tra infanzia e maturità, rassegnazione e insofferenza, paese e città, mondo contadino e modernità, amore e disamore. I suoi interessi spaziano dall'economia alla cultura popolare, all'organizzazione sindacale; la scrittura si muove tra poesia, narrativa, inchiesta antropologica, giornalismo e cinema. Con apporto di inediti significativi, questo volume dà conto di tutte le facce di un'opera intensa e poliedrica, che alla metà degli anni Cinquanta fu banco di prova della discussione - politica, oltre che letteraria - sulla questione meridionale. E anche nel rilievo dato dal poeta «delle Lucanie del mondo» al valore dell'armonia tra uomo e natura insito nella civiltà contadina risulta evidente la dirompente attualità del suo messaggio.
I viaggi spaziali, gli eroi del cosmo, il sogno di Marte: la più grande avventura del XXI secolo, quella che infiammò le menti e l'immaginario mondiale non solo di quegli anni, raccontata in presa diretta nei reportage di una straordinaria testimone, che intervistò scienziati, medici, scrittori, fisici e tecnici e visse fianco a fianco con i primi astronauti, «queste creature di fantascienza che dalla provincia volano direttamente nel cosmo». Una raccolta di articoli in cui Oriana non racconta solo la Luna, ma i pionieri dello spazio che furono suoi amici, uomini prima tutto, ritratti anche nei loro momenti di normale e placida quotidianità. Ci sono poi anche gli aspetti "eccezionali", le missioni indimenticabili e la speranza di trovare vita oltre la Terra, così come avevano immaginato scrittori visionari prima che lo spazio, ultima frontiera, diventasse realmente raggiungibile. Una testimonianza sull'avventura più grande del secolo, narrata da una donna che ne fu parte, e non solo come spettatrice.
Un omaggio al grande scrittore siciliano, un itinerario nel suo universo umano e artistico condotto attraverso le parole e i ricordi di importanti scrittori, giornalisti, personalità del mondo della cultura e dello spettacolo.
Andrea Camilleri, in quasi cinquant’anni di attività, ha esplorato forme espressive diverse – dalla poesia alla narrativa, dalla drammaturgia alla sceneggiatura per il cinema e la televisione –, riuscendo a incidere più di altri sul costume, il dibattito culturale e l’immaginario di un intero Paese. Ci ha lasciato una produzione letteraria straordinaria, personaggi e storie indimenticabili approdati con successo anche in tv, una lingua nuova, magnifica, e uno sguardo sempre acuto sulla realtà.
Ogni contributo della raccolta esplora un territorio, un campo semantico dell’ “arcipelago Camilleri” – dalla Sicilia alla Storia, dall’Eros alla Mafia e molto altro – e ci accompagna in un viaggio alla scoperta di uno degli uomini più rappresentativi e amati del nostro tempo.
Contributi di Paolo Di Paolo, Giancarlo De Cataldo, Stefano Massini,Piero Melati, Marino Niola, Stefano Salis, Giovanni De Luna, Valentina Farinaccio, Elvira Seminara, Lirio Abbate e altri.
In un futuro non troppo lontano fatto di cyborg e veicoli volanti, la Chiesa cattolica è cambiata, trasformata da una riforma interreligiosa e umanitaria che ha vietato il segno della croce e la preghiera alla Madonna in nome dell’ecumenismo, della tolleranza e della fratellanza universale. La teologia è smart, proliferano i papi emeriti che si ritirano a vita privata, la basilica di San Pietro è divenuta il Tempio Numero Uno, i preti possono sposarsi con altri uomini e si sono visti riconosciuto canonicamente il diritto ad avere dei figli. Il nuovo corso della Chiesa del dialogo e della misericordia nasconde però un volto spietato e crudele: da qui nasce l’alleanza tra un monsignore, un giornalista e il comandante delle guardie svizzere per rovesciare una situazione ormai intollerabile. Riuscirà questo “piccolo gregge” di fedeli, alle soglie di un nuovo conclave, a combattere la buona battaglia e salvare la vera fede sulla terra?