L'amore è inseparabile dall'umore. Tante coppie non resistono ai colpi seri della vita perché non sanno concepire la loro vita come un gioco. Chi è invece realista e lucido, sa riconoscere la forza del ludico nella propria vita e in quella della persona amata. Come ogni gioco, l'amore ha le sue regole e i suoi trucchi. Questo libro ne offre dieci coniugando psicologia, umore, spiritualità ed esperienza. Un libro per chi si prepara al matrimonio, per chi si trova impreparato nel matrimonio, per chi deve preparare altri al matrimonio.
La Prima Lettera di Giovanni esprime perfettamente la novità della Rivelazione e della vita cristiana fondata sulla persona di Gesù. Per questa ragione non si può ridurre il cristianesimo a una filosofia, un'idea o una pratica sociale: solo l'incontro con il Risorto, persona vera e ardente d'amore, può rinfrescare e rinnovare l'esistenza del singolo e della comunità, riconducendola alla sua autentica sorgente. Proprio nel rinnegamento di questo elemento fondamentale e nella manipolazione della Parola a proprio uso e consumo, Giovanni intravede le sembianze dell'Anticristo, che grazie a numerosi complici si sostituisce alla verità di Cristo.
La più ardente aspirazione del giovane Agostino era quella di "cercare razionalmente la verità", come egli dichiara nelle Retractationes, "su ciò che più intensamente desiderava conoscere". Nascono da qui i Soliloqui, nei quali egli rivolge domande e risposte a sé stesso, "quasi che io e la mia ragione fossimo due realtà distinte, mentre ero presente io solo". Dialogo, dunque, come in Platone, e ricerca della verità. Brevi e incompiuti, i Soliloqui, dei quali la Fondazione Valla presenta l'edizione di Manlio Simonetti, ardono però di passione intellettuale e rivelano il fondamento stesso del pensiero di Agostino, che all'inizio del Libro II invoca: Deus semper idem, noverit me, noverit te, "Dio che sei sempre lo stesso, possa io conoscere me e conoscere te". È stata chiamata, questa preghiera, il "postulato primario di Agostino", un pronunciamento su sé stesso e su Dio: "su sé stesso in quanto dichiara ciò che egli farà con la propria mente"; e su sé stesso e Dio in quanto dichiara la ragion d'essere fondamentale di ogni "fare" di questo tipo: "che ogni intelletto creato esiste soltanto per scoprire il Creatore e dilettarsi in lui". Ecco perché i Soliloqui si aprono con una preghiera di "inusitate dimensioni" e di straordinaria magnificenza che è inno di lode e invocazione.
Proposta formativa che l’Azione cattolica italiana offre agli educatori di Gruppi di giovanissimi (15-18 anni) per l’accompagnamento del cammino di gruppo e personale. Il sussidio è pensato a partire dall’esortazione di Gesù: "Andate dunque" (Mt 28,16-20). Questo invito ci chiama, insieme ai giovanissimi, a vivere i luoghi della quotidianità con lo slancio giusto, senza tirarsi indietro. Ai tre elementi che scandiscono questo percorso, Motivazione, Prossimità, Protagonismo, quest’anno si affiancano proposte e materiali per vivere i tempi forti con un’attenzione particolare.
Completano la guida tre Dossier pensati per sostenere la formazione degli educatori su alcune tematiche affrontate insieme ai giovanissimi. Molti altri materiali caricati online sul portale materialiguide.azionecattolica.it arricchiscono il sussidio con proposte di attività, approfondimenti e contenuti multimediali. La Guida è venduta insieme al Testo personale Il primo passo
Poster cm 24 x 34 in carta lucida Santo Giovanni XXIII.
È possibile congetturare che i Sette Arcangeli svolgano un "ministero di accompagnamento" esercitato per ogni uomo, accanto a quello dell'Angelo custode? Certo è che in questo gruppo San Raffaele occupa per costante tradizione il terzo posto. E il suo merito principale è soprattutto quello di avere riconosciuto l'autorità mariana senza se e senza ma.
Chaghigà significa letteralmente "festività", "festeggiamento". La Torà (Es. 23,16-17 e Deut. 16,16-17) prescrive che, in tre occasioni all'anno (Pèsach, Shavu'òt e Sukkòt), tutto il popolo debba recarsi in pellegrinaggio al Tempio di Gerusalemme. La Torà regolamenta con precisione i sacrifici pubblici da compiersi in queste occasioni. Aggiunge anche che il pellegrino, singolarmente, non doveva presentarsi a mani vuote, ma doveva portare delle offerte; non dice però chiaramente quali fossero queste offerte. Il primo argomento affrontato in questo trattato è appunto la definizione dei tipi di offerte da portare, essenzialmente dei sacrifici. Nel primo capitolo del trattato si discute sulla natura di questi sacrifici, sull'estensione del loro obbligo alle varie categorie di persone e sul tempo in cui essi dovevano essere offerti; su come regolarsi in base alle proprie condizioni economiche e al numero dei commensali; sui tempi in cui i vari sacrifici dovevano essere presentati nel corso della festa. Alla fine, si svolgono importanti considerazioni sui rapporti tra le regole consolidate e le loro fonti bibliche, che in alcuni casi possono essere molto limitate. I vari argomenti trattati, essenzialmente giuridici, offrono l'occasione a ampie e notevoli divagazioni aggadiche, racconti e aneddoti. La particolarità che rende famoso questo trattato è però nel secondo capitolo, in cui, prendendo spunto da argomenti delicati che è bene siano insegnati a un pubblico selezionato, si apre una parentesi fondamentale che raccoglie una serie di insegnamenti sulla mistica ebraica e rappresenta uno dei nuclei più antichi a nostra disposizione su questo argomento. Proprio in ossequio al principio che certi argomenti debbano essere trattati con discrezione, gli insegnamenti sono solo in apparenza comprensibili ed è molto più ciò che si nasconde di ciò che viene rivelato. Vi sono comunque delle storie affascinanti come quelle che riguardano i destini drammatici dei Maestri entrati nel Pardès (il "giardino" della mistica), da rabbì Aqivà uscito indenne, a Elishà ben Avuyà, detto Achèr, "l'Altro". Si passa quindi all'introduzione di un problema che occuperà tutto il terzo capitolo. La presentazione al Tempio e il consumo della carne sacrificale richiedeva l'attenta osservanza delle regole di purità. Nell'ambito delle famiglie rabbiniche e di un pubblico ristretto a esse collegate si era consolidata una tradizione di rigorosa osservanza delle regole di purità, da applicare anche nell'alimentazione profana. Coloro che seguivano queste regole (tra di loro si chiamavano chaverìm, "colleghi") dovevano necessariamente staccarsi dal popolo che, benché non disattento, non era puntigliosamente scrupoloso rispetto a tutti i dettagli e non dava totali garanzie di affidabilità. Durante i pellegrinaggi, quando tutto il popolo si riuniva insieme e circolavano merci e recipienti, questi problemi diventavano comuni e urgenti. Di tutto questo si occupa l'ultimo capitolo, con un esame attento di alcune regole speciali di purità e con una casistica su oggetti e beni. In sostanza, il trattato Chaghigà, malgrado le sue ridotte dimensioni, è molto vario per gli argomenti trattati e per diversi livelli di difficoltà. Piuttosto difficile sia per la materia trattata che per la finezza delle discussioni nell'ultimo capitolo, eminentemente giuridico; seducente per le divagazioni aggadiche del primo capitolo e per la materia mistica del secondo; comunque importante e solo apparentemente semplice nelle parti giuridiche del primo e secondo capitolo. Una ricchezza variegata distribuita in, relativamente, poche pagine.
In questo volume Luis Alonso Schökel - noto per la grande capacità che dimostra nell'esposizione letteraria e poetica del testo biblico - illustra i capitoli della Genesi che trattano dell'incontro fra persone raggruppandoli sotto tre figure salienti: Abramo, Giacobbe e Giuseppe. Di ciascuna pericope si fornisce una breve presentazione, una traduzione peculiare e integrale, brevi note di commento alla traduzione e riflessioni sulle risonanze del tema. Opera di un grande specialista e sperimentato comunicatore, il volume è accessibile a chiunque sia interessato alla pregnanza della letteratura biblica.
Blister libretto di preghiere più rosario.
Papa Francesco ha deciso di consacrare la III Domenica del Tempo Ordinario alla riflessione sulla Parola di Dio. Il Concilio Ecumenico Vaticano II aveva già esortato tutti i cristiani a nutrirsi quotidianamente della Parola e a pregare con essa.
La Costituzione dogmatica Dei Verbum, il documento fondamentale nel quale la Chiesa ha espresso la sua visione sulla Parola di Dio, rimane valida anche cinquant’anni dopo la sua promulgazione.
La società è cambiata radicalmente in questi ultimi anni. «A problemi nuovi, soluzioni nuove», ripete la gente. Invece, sant’Ambrogio afferma: «Cristo e la Scrittura divina sono il rimedio a ogni disgusto e il solo rifugio nelle tentazioni».
Quando la parola di Dio raggiunge l’uomo, questi ne viene trasfigurato: Dio ritorna a camminare sulle strade dell’umanità e la terra diventa il giardino di delizie. «Quando si legge la divina Scrittura, Dio torna a passeggiare nel Paradiso terrestre», afferma lo stesso sant’Ambrogio.
Ildegarda di Bingen, santa e dottore della Chiesa, oltre ad essere stata una grande mistica fu anche una donna di immensa cultura.
Nel suo corpus di scritti dedicati alla medicina, fornisce tutta una serie di indicazioni per condurre una vita sana iniziando innanzitutto dalla moderazione e da una corretta alimentazione.
Questo libro raccoglie alcuni utili consigli della santa sui cibi ideali per una buona alimentazione, concentrando l’attenzione in particolar modo sul farro
“il migliore dei cereali”.
Consigli tutti da mettere in pratica con centinaia di ricette!