È una fiaba delicata e profonda, provocatoria e ricca di speranza. Narra, nello stesso tempo, storie di fragilità e di forza nei legami familiari, di pregiudizi e di emarginazione sociale nei confronti dei più deboli, come pure di violenza e di cura verso la natura. L'essere umano e il creato sono tra loro in completa sinergia, nel bene e nel male. Si tratta di un sistema interconnesso, che ritrova redenzione nella semplicità e nella piccolezza, in ciò che i più trascurano o addirittura scartano. La fragilità, spesso occultata o negata, diventa motivo di vero cambiamento, di riscatto esistenziale. Tra i temi principali: abbandono e accoglienza; resilienza e bellezza; la possibilità di costruire un mondo diverso; il lavoro e le passioni della vita; il significato di amare.
Al centro delle "Notti bianche" - racconto pubblicato per la prima volta nel 1848 - c'è un sognatore, un giovane che vive una vita tutta sua, avulsa dalla realtà, fatta di chimere, fantasticherie, impalpabili emozioni. Nelle calde notti senza tramonto di una Pietroburgo estiva e deserta, il timido e notturno protagonista, triste vittima della vita urbana, vagabonda senza meta per la città fra palazzi e canali, e sogna a occhi aperti. Proverà a inseguire l'amore: quello della bella e appassionata Nasten'ka, che però ama, desidera, attende un altro. Così, dopo quattro notti di esaltata eccitazione, l'ultimo mattino porta con sé un amaro risveglio: il disincanto di un addio. Introduzione di Fausto Malcovati.
Un medico in pensione scopre nel bosco delle ossa umane. È il cadavere di un bambino. Michela Gambino della scientifica di Aosta, nel privato tanto fantasiosamente paranoica da far sentire Rocco Schiavone spesso e volentieri in un reparto psichiatrico, ma straordinariamente competente, riesce a determinare i principali dettagli: circa dieci anni, morte per strangolamento, probabile violenza. L'esame dei reperti, un'indagine complessa e piena di ostacoli, permette infine di arrivare a un nome e a una data: Mirko, scomparso sei anni prima. La madre, una donna sola, non si era mai rassegnata. L'ultima volta era stato visto seduto su un muretto, vicino alla scuola dopo le lezioni, in attesa apparentemente di qualcuno. Un cold case per il vicequestore Schiavone, che lo prende non come la solita rottura di decimo livello, ma con dolente compassione, e con il disgusto di dover avere a che fare con i codici segreti di un mondo disumano. Un'indagine che lo costringe alla logica, a un procedere sistematico, a decifrare messaggi e indizi provenienti da ambienti sotterra-nei. E a collaborare strettamente con i colleghi e i sottoposti, dei quali conosce sempre più da vicino le vite private: gli amori spericolati di Antonio, il naufragio di Italo, le recenti sistemazioni senti-mentali di Casella e di Deruta, persino l'inattesa sensibilità di D'Intino, le fissazioni in fondo comiche dei due del laboratorio. Lo circondano gli echi del passato di cui il fantasma di Marina, la moglie uccisa, è il palpitante commento. Si accorge sempre più di essere inadeguato ad altri amori. È come se la solitudine stesse diventando l'esigente compagna di cui non si può fare a meno. Questa è l'indagine forse più crudele di Rocco Schiavone.
Concupiscenza libraria ce lo ha confermato: la recensione, «minimo mostriciattolo», può trasformarsi in una magnifica narrazione che ha come personaggi «le parole di un libro», in letteratura sulla letteratura o, se vogliamo, in uno specifico genere letterario, magari ambiguo, arbitrario, «impuro», persino irresponsabile, ma capace di svelare quell’«immagine segreta», quello «strato sotterraneo» in cui risiede la grandezza di un libro. Occorre, certo, che il recensore sia un «animale passionale» e soprattutto uno scrittore, giacché «recensire è scrivere». Inveterato bibliomane, Manganelli ha frequentato i più diversi autori: ma a quali in particolare riservava la sua devozione? Quali considerava «complici di libertà»? E ancora: quale idea della letteratura tale costellazione proietta? Lo scopriremo grazie a questa raccolta, che completa Concupiscenza libraria: «... è una prima approssimazione di ciò che cerco: un luogo insieme notturno e labirintico» leggiamo a proposito di Borges. Un luogo unico, dunque, irripetibile, inimitabile: un «incantesimo che agisce in guise occulte tanto che il così detto scrittore non ne sa, non ne saprà mai nulla». Esattamente ciò che troviamo in Dickens, Yeats, Savinio, Nabokov, Borges, Landolfi, Calvino, Calasso. Qualcosa di oscuro, elusivo, enigmatico, lontano anni luce dal «languore affettuoso», dal compiacimento di certi autori pensosi, virtuosi e saggi: «Ora, non è facile tollerare un saggio, non è facile lottare con un uomo comprensivo e antico:» ammette riferendosi a Carlo Levi «ma almeno in letteratura, si può».
Questa raccolta di racconti lunghi, pubblicata nel 1933, ci regala una serie di scorci soprattutto sul pensiero dell'autore. Così, il protagonista di "Il romanzo di don Sandalio, giocatore di scacchi", non è altro che un personaggio visto dall'esterno, la cui vita interiore ci sfugge: è una non-narrazione sull'altro che sottolinea come le altre persone restino comunque un enigma. Nell'ironico "Un pover'uomo ricco o il sentimento comico della vita", ci viene invece presentato l'esatto speculare di quella che è la vita autentica, cioè la vita agonica, che continua a lottare e a sforzarsi nel sentimento tragico che la caratterizza. Un discorso differente lo si deve fare per "Una storia d'amore": aggiunto in extremis, il racconto prende spunto da un episodio autobiografico e sembra essere un tentativo di esplorare una realtà alternativa, determinata dal cambiamento di un particolare rispetto alla vita dell'autore. Ma è "San Manuel Bueno, martire", il romanzo principale della raccolta e l'unico a essere citato nel titolo. La sua importanza è sottolineata già nel Prologo, dove Unamuno confessò d'avere «la coscienza di aver messo in esso tutto il mio sentimento tragico della vita quotidiana».
Una famiglia americana, gli Hildebrandt, all'inizio dei tumultuosi anni Settanta: un microcosmo di sogni, paure, rivalità e sensi di colpa. Da una parte l'imperativo antico della legge morale, dall'altra la vita degli esseri umani, emozionante, spaventosa e ingovernabile. Ancora una volta, con l'ironia e l'empatia che sono la cifra della sua letteratura, Jonathan Franzen racconta una storia unica e insieme universale, sullo sfondo di un paese che non ha mai smesso di rifondare i propri miti. Sono i giorni dell'Avvento dell'anno 1971, a New Prospect, Chicago, ma la famiglia Hildebrandt non sembra ansiosa di festeggiare il Natale. Russ, pastore di una chiesa locale, desidera un unico regalo: passare qualche ora in compagnia di Frances Cottrell, una giovane, adorabile parrocchiana che mette a dura prova la sua fede e il suo matrimonio. Sua moglie Marion sa che i tempi turbolenti non garantiscono la stabilità coniugale, e teme che i brutti segreti che ha sempre nascosto a Russ stiano per venire a galla. Rifiutando il pacifismo del padre, Clem, il figlio più grande, vuole partire volontario per il Vietnam, non perché non sia lui stesso pacifista, ma perché non sopporta di essere un ragazzo bianco privilegiato. Sua sorella Becky, la ragazza più popolare della scuola, sta cercando di attirare l'attenzione di Dio e insieme quella di un giovane cantante folk, Tanner Evans, il primo che a New Prospect si è fatto crescere i capelli e ha iniziato a indossare pantaloni a zampa d'elefante. Per impressionare Tanner e irritare suo padre, Becky è entrata in un gruppo giovanile, Crossroads, animato da un altro pastore, Rick Ambrose, figura carismatica e manipolatrice, e bestia nera di Russ. Del gruppo fa parte anche il terzo figlio, Perry, un adolescente problematico e geniale, che per Natale ha deciso di smetterla per sempre con la marijuana e diventare un bravo ragazzo: ma non sempre i buoni propositi producono i risultati voluti. Da Natale fino alla Pasqua successiva, ognuno degli Hildebrandt sognerà per sé una vita diversa, un nuovo amore o un antico amore ritrovato, o una qualche sostanza stupefacente che metta a tacere i campanelli d'allarme. Il matrimonio di Russ e Marion era iniziato vent'anni prima, per entrambi nel segno della rinascita dopo una caduta. Ora un'eredità sgradita, scritta nei geni, chiede d'essere riscossa, riducendo in cenere sogni e speranze. Richiedendo lo sforzo di tutti per una nuova, difficile rifondazione. "Crossroads" è un romanzo intenso e trascinante, a tratti comico, a tratti drammatico e pieno di dolore, che segna il ritorno di Franzen nel cuore del cuore del paese, il Midwest delle Correzioni.
L'Iguana, il piú feroce fra i serial killer, è scappato. La notizia è di quelle che fanno davvero paura: ora la sua ossessione potrebbe essere vendicarsi della poliziotta che lo aveva arrestato. Torna Grazia Negro. E con lei Simone, il ragazzo cieco di Almost Blue. «Credo di aver sentito un rumore. È come quando ti accorgi che qualcuno sta parlando da un po' ma non hai capito cos'ha detto perché non stavi ascoltando. Da qualche parte, perso nella memoria, ho il ricordo di un suono, sempre più lontano e indistinto, come un sogno dopo il risveglio. Ma c'era, l'ho sentito. C'è qualcuno qui con me». Bologna, Ospedale Maggiore. Grazia Negro è ancora stordita dall'anestesia per il cesareo eppure sorride. Finalmente, a dispetto di tutto, è quello che ha scoperto di voler essere: una madre. Basta con le indagini, basta con i morti, basta con la caccia ai mostri. È felice. Ma un attimo dopo capisce che qualcosa non va. Un'infermiera le porta via la culla con le gemelle appena partorite, mentre un agente spinge il suo letto fuori dalla stanza. L'Iguana, il pazzo assassino che anni prima aveva preso di mira gli studenti dell'università, è scomparso dalla struttura psichiatrica in cui era detenuto, lasciando due morti dietro di sé. Era stata Grazia a catturarlo. Per questo trasferiscono lei e le bambine in un luogo segreto. E per questo conducono lí anche Simone, il suo ex compagno, il giovane non vedente che l'aveva aiutata nell'indagine. Però non è sufficiente. Ci sono zone buie, in questa storia, che nascondono sorprese molto pericolose. Nessuna fra le persone coinvolte nel caso è al sicuro.
Nel suo gruppo di amiche, Gloria è sempre stata la più equilibrata, tanto che in vent'anni non ha mai messo in discussione il rassicurante rapporto con il suo Sergio. Finché l'infarto che ha colpito suo padre non le ha fatto incontrare Bruno Arconati, un affascinante cardiochirurgo che ha salvato la vita del genitore, ma ha complicato la sua, perché i due si piacciono e si desiderano. Per quanto Gloria si sforzi di prendere le distanze da lui, il destino ha deciso altrimenti e le serve il bel chirurgo su un vassoio d'argento durante un congresso medico. Gloria riuscirà a respingerlo? A complicare la sua situazione e quella delle sue amiche del cuore, sulla scena mondiale si presenta un virus feroce che semina morte e dolore, e non risparmierà neppure un protagonista di questa storia. Per fortuna, la voglia di vivere ha il sopravvento. Andreina sta per diventare mamma, ma non ha ancora deciso se svelarlo al padre del bambino, un manager americano ignaro della sua gravidanza. Mentre Maria Sole, la più giovane e sprovveduta del gruppo, dopo il naufragio del suo matrimonio conosce finalmente l'amore, quello vero. E Carlotta, la brillante avvocatessa che ha vissuto mille avventure sentimentali senza prendersi troppo sul serio, sbalordirà le amiche con una rivelazione clamorosa. A dimostrazione che l'amore fa miracoli. Dopo "Festa di famiglia" e "Segreti e ipocrisie", le quattro giovani protagoniste vanno incontro a nuovi batticuori, in un romanzo brillante che rispecchia la realtà e i sentimenti delle donne di oggi.
Con la sua prosa leggera ed eloquente Sibylle Lewitscharoff ci accompagna dalle profondità infernali fino alle altezze sospirate del paradiso. Protagonista principale nel suo romanzo è infatti la più famosa Commedia della letteratura mondiale attorno a cui ruotano le vicende di 34 dantisti provenienti da tutto il mondo e di un trascinante narratore, tanto ossessionato dalla materialità e dalla razionalità da essere sconvolto nel dover fare i conti anche solo con la parola «miracolo», figurarsi con le sue implicazioni.
Gottlieb Elsheimer, narratore delle vicende e unico tra i suoi colleghi a non essere destinato al paradiso, si trova infatti a ricercare, tra le lezioni del convegno più bello mai vissuto, una spiegazione per il misterioso fenomeno manifestatosi nel giorno di Pentecoste, esattamente nel momento in cui il suono a festa delle campane di San Pietro ha raggiunto l’antica sala dei Cavalieri di Malta, sull’Aventino, sede del convegno. Inizia così il nostro viaggio nel mondo di Dante, mistico ma intriso di realismo, un mondo che sembra avere un effetto esaltante quasi psicotropo sui colleghi riuniti e che dirige la realtà del narratore verso un cambiamento imminente e inspiegabile.
In un percorso ideale che va dalla torre di Babele al Cenacolo, mescolando i piani narrativi e attingendo, nella costruzione quasi cabalistica dei riferimenti, a teorie letterarie, teologiche e filosofiche Lewitscharoff ci regala un romanzo intriso di ironia e meraviglia, una narrazione che ci porta a investigare il miracolo della conoscenza e dell’immaginazione che svela le effimere differenze tra realtà e creazione poetica.
«Oh Consuelo tornerò presto a disegnare dappertutto dei piccoli principi… Dov’è la mia Consuelo?». Antoine a Consuelo «Ti amo e amo il mondo dei nostri sogni, amo il mondo del piccolo principe, ci vado a passeggio». Consuelo ad Antoine
Buenos Aires, settembre 1930. Il conte Antoine de Saint-Exupéry ha già pubblicato i primi romanzi, ma la sua vita è dedicata al volo: esperto aviatore, dirige a Buenos Aires la linea aeropostale Argentina-Francia, inaugurando nuove rotte in tutta l’America Latina. È in questo ruolo che conosce la giovane Consuelo Suncín Sandoval. Scrittrice, giornalista, scultrice e pittrice, Consuelo è uno spirito libero, al limite dello scandalo: a poco meno di trent’anni ha già un divorzio e due matrimoni alle spalle. Molti la descrivono come un vulcano, dalla cui forza vitale Antoine de Saint-Exupéry rimane affascinato. Tra i due, immediatamente, esplode la passione. La loro relazione turbolenta, fatta di continue separazioni e commoventi ricongiungimenti, darà vita a una delle più belle corrispondenze d’amore del XX secolo. La vita della coppia sarà tutt’altro che semplice: il loro amore è continua-mente messo alla prova dalle lunghe fughe di «Tonio» e dal desiderio di libertà di Consuelo, ma a unirli è la comune capacità di immaginare storie e creare mondi popolati di stelle, piccoli animali e ogni genere di tesori. La promessa reciproca di un amore incondizionato permetterà loro di sopportare l’inquietudine e la lontananza, quando Saint-Exupéry deciderà di arruolarsi volontario nella seconda guerra mondiale. Tonio è consapevole dei rischi che corre e sa che potrebbe non tornare più, mentre Consuelo non smetterà mai di credere al ritorno del suo principe volante. Poco prima dell’incidente nel quale perderà la vita, lo scrittore aviatore aveva pubblicato a New York il libro destinato a diventare il suo più grande successo: una fiaba sognante e delicata nella quale un giovane principe compare magicamente davanti a un aviatore in panne, in mezzo al deserto del Sahara. L’immaginario è lo stesso che troviamo nel lessico amoroso di queste lettere inedite, che svelano in controluce la realtà dietro la fantasia, permettendoci di vedere Il Piccolo Principe come la più bella lettera d’amore di Tonio a Consuelo, del principe alla sua rosa.
La vita ad Amsterdam scorre serena per la piccola Jacqueline. Un giorno però qualcosa inizia a cambiare. Nella sua classe si vanno aggiungendo nuovi compagni: fuggono dal loro Paese, la Germania, dove non sono più al sicuro. Allo scoppio della guerra i tedeschi occupano l'Olanda, Jacqueline è costretta a portare una stella gialla sul cappotto e a cambiare scuola. È lì, al Liceo Ebraico, che nel 1941 incontra Anne Frank e nel giro di pochi giorni diventano grandi amiche. Le due ragazze sono inseparabili, fino a quando Anne, all'improvviso, scompare insieme alla sua famiglia. Anche se Jacqueline e Anne non si rincontreranno mai più, l'amicizia rimarrà, più forte di qualsiasi altra cosa. Solo dopo la fine della guerra, Jacqueline riceverà la lettera d'addio che Anne le aveva inviato e aveva concluso scrivendo: «Spero che, quando ci rivedremo, rimarremo per sempre "migliori- amiche». Firmato: «La tua "migliore- amica Anne». Età di lettura: da 8 anni.