La «spiritualità del corpo» invita a vedere e vivere il corpo non solo come un insieme di organi e tessuti, ma come un tempio sacro che ospita l'essenza spirituale. Coltivare questa prospettiva può portare a una vita più equilibrata, consapevole e spiritualmente arricchente. Le tecniche di stimolo al benessere psicofisico possono coinvolgere pratiche spirituali che cercano di armonizzare mente, corpo e spirito. La novità di questo libro è la Psicobioenergetica Quantistica Mindfulness, una metodica che cerca di rispondere con le sue tecniche al naturale e primitivo bisogno dell'uomo di liberare i disagi della mente e del corpo, riducendo lo stress psicofisico per favorire il naturale e salutare fluire dell'energia vitale.
Questo testo nasce come prodotto appassionato e creativo di diversi terapeuti che operano nei cinque continenti: ciò che li unisce è l'appartenenza militante a una rete internazionale di esperti in terapia della famiglia che condividono gli stessi principi, lo stesso approccio umanistico e multiculturale di fronte a tante storie di sofferenza, di perdita e di marginalità sociale. Filo conduttore del libro è il ruolo della famiglia come cerniera fondamentale tra l'individuo e la società e strumento dalle formidabili potenzialità di cura. Il testo si articola in cinque sezioni, che affrontano tematiche di clinica a indirizzo sistemico-familiare in bambini, adolescenti, coppie, lutti e traumi familiari e comunitari, e un'ultima e attuale parte che mette a fuoco le tematiche drammatiche di discriminazione sociale e culturale come conseguenza di guerre, migrazioni forzate e cambiamenti climatici. "La famiglia che cura" è un innovativo strumento per la terapia a indirizzo sistemico-familiare, il suo approccio mostra quanto la forza dei legami familiari possa essere un elemento di cura a prescindere dal contesto culturale nel quale un individuo è inserito.
Ci sono situazioni limite dove spesso i partner si presentano talmente in conflitto che anche durante la terapia manifestano totale assenza di connessione intima, disprezzo reciproco, senso di scoraggiamento e sfiducia verso la possibilità di cambiare la situazione. Queste coppie hanno spesso già provato senza successo diversi percorsi terapeutici e, quando decidono di darsi un'ultima possibilità, vogliono vedere già dalla prima seduta se gli si può offrire qualcosa di concreto per migliorare la loro situazione. Quale deve essere l'atteggiamento del terapeuta quando si trova a confronto con coppie il cui rapporto è ormai lacerato e la terapia diviene così carica di emozioni e aspettative? Peter Fraenkel presenta un approccio pratico, creativo e integrato che combina tecniche orientate all'azione per aiutare le coppie che vogliono concedere un'ultima possibilità alla loro relazione per imparare a gestire i conflitti, modulare le intense emozioni negative, sviluppare la compassione reciproca e ripristinare l'intimità e la connessione emotiva. "Coppie da salvare" è un testo fondamentale per gli psicoterapeuti che vogliono apprendere le tecniche per lo sviluppo di un'alleanza terapeutica collaborativa e efficace con le coppie in crisi.
Oggi la gravidanza è quasi sempre rappresentata come un evento gioioso e atteso, ma in alcuni casi può avere un’evoluzione estremamente dolorosa: l’aborto volontario.
Si tratta di un evento tragico, una soluzione violenta e mortifera, che da molte donne viene vissuto come un trauma.Alla morte fisica del bambino, infatti, corrisponde la morte di una parte della psiche della madre.
In questo libro gli autori parlano di aborto a partire dalle donne e dalle sofferenze che questa decisione spesso determina in loro e nell’ambiente che le circonda.
Destinatari
Donne,coppie,medici,sacerdoti,operatori sociali.
Autori
Tonino Cantelmi è psichiatra e psicoterapeuta. Dirige la Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo interpersonale di Roma. È presidente e fondatore dell’Associazione Psicologi e Psichiatri Cattolici. È professore universitario e autore di oltre duecento pubblicazioni scientifiche e di numerosi libri, tra cui:Amori difficili (San Paolo, 2007), Cattolici e psiche (San Paolo, 2008), L’immaginario prigioniero (Mondadori, 2009), Omossessualità e psicoterapie (Franco Angeli, 2010), Scusa se non ti chiamo (più) amore. Come scegliere il partner e vivere felici (San Paolo, 2010 con Michela Pensavalli) e Erosi dai media. Le trappole dell’ipersessualizzazione moderna (San Paolo, 2011 con Emiliano Lambiase, Stefano Lassi e Daniele Mugnaini). Cristina Cacace è psicologa, psicoterapeuta e ricercatrice presso l’Istituto di Psicoterapia Cognitivo Interpersonale. È membro dell’Associazione per l’EMDR in Italia. Con Tonino Cantelmi ha scritto Il libro nero del satanismo (San Paolo, 2007) e vanta numerose pubblicazioni scientifiche riguardanti i disturbi psichici conseguenti l’interruzione volontaria di gravidanza. elisabetta pittino è laureata in Giurisprudenza e specializzata in Bioetica. Consigliere Nazionale del Movimento per la Vita Italiano dal 2006; vice presidente di Federvita Lombardia dal 2009; membro del Laboratorio giuridico-Federvita Lombardia dal 2001. È autrice di oltre trenta articoli su temi bioetico-culturali relativi alla difesa della vita umana pubblicati su riviste e quotidiani.
Argomento di vendita
Un tema sempre tragicamente attuale.
La profonda conoscenza della materia da
parte degli autori.
Per emergere oggi bisogna essere straordinari, ma anche la "normalità" è quasi irraggiungibile a causa delle numerose sfide che genitori, educatori e ragazzi affrontano. La mercificazione delle relazioni soffoca il desiderio di una vita piena. Gli adolescenti, anestetizzati, non si ribellano né aspettano il ritorno di un eroe. La psicologia etichetta un disagio sempre più inafferrabile e la scuola riflette l'incapacità degli adulti di fare proposte efficaci. Tuttavia, esistono esperienze educative che recuperano un buon senso e un linguaggio nuovo per dialogare tra generazioni. I ragazzi non sono stupidi, svogliati... è la società che li rende tali. Perché vivano intensamente il loro desiderio, dobbiamo anzitutto non rinunciare al nostro.
Il libro tratta uno dei problemi che affliggono il mondo giovanile oggi: l’eccessiva aggressività di alcuni ragazzi che può sfociare anche nel #bullismo. Attraverso le esperienze di una ragazzina, quasi in forma di diario, il libro descrive il percorso proposto ai ragazzi per contrastare ogni forma di violenza e accrescere la coscienza del valore di sé e dei buoni rapporti di amicizia. Si crea così una “rete” di relazioni che tende a limitare i caratteri violenti e le espressioni aggressive.
Una descrizione puntuale della situazione giovanile attraversata da tensioni nei rapporti tra i ragazzi ma anche da solide amicizie che offrono una via di uscita per tutti. Le buone relazioni prevarranno su tutti gli sbandamenti.
Autore: Cecilia Galatolo Nata in Ancona il 17 aprile 1992. Diplomatasi al Liceo Classico Vittorio Emanuele II di Jesi (AN), ha proseguito gli studi nella facoltà di Comunicazione Istituzionale della Chiesa, presso la Pontificia Università della Santa Croce (Roma), dove si è laureata.
Noi non abbiamo un corpo, noi siamo un corpo, e non solo abbiamo una mente, ma siamo una mente. Anzi, di più: noi siamo un'unione inscindibile di corpo e mente. Perché il movimento è così vitale per il benessere olistico dell'uomo? Gli autori sono partiti da questo interrogativo per sottolineare come il benessere della persona e la sua stessa identità non possano prescindere dalla consapevolezza dell'importanza del movimento. Potremmo addirittura dire, parafrasando Cartesio, "mi muovo, dunque sono". Il tentativo di questo lavoro sarà di recuperare il reale fine del movimento, perché se è vero che esso permea la mente, allo stesso modo possiamo dire che le connessioni mente-corpo promosse dal movimento sono molteplici, affascinanti e in gran parte non ancora conosciute seppur presenti. L'importanza dell'intreccio inscindibile di corpo e mente -- intreccio che è la cifra dell'essere umano -- emerge in più ambiti di vita: evolutivo, affettivo, familiare, sportivo e professionale. Per trattare questo tema ogni capitolo seguirà questa modularità: una parte teorica esplicativa dei concetti, una esemplificativa nella quale ogni lettore si può riconoscere e una parte di rilancio ("Diamo corpo alle idee: ora tocca a te!"), utile per provare a mettere in pratica nella vita quotidiana i concetti espressi.
I Romani non avevano un nome preciso per indicare la gelosia: o meglio, ne avevano tanti. Dolore, ira, odio, sono termini con cui si parla di quella emozione che nella nostra mentalità è assimilabile alla gelosia. Ad esempio, è attraverso il lessico della rabbia che viene descritto il vissuto di Medea, tradita e abbandonata dal proprio compagno, mentre sono l'ira e la tristezza a sostanziare, nei testi dei poeti elegiaci, il loro inappagato desiderio di amore esclusivo. Poi, a un certo punto della loro storia, i Romani introducono nel loro vocabolario una parola greca, zelotypia, che avrà tanta fortuna nelle lingue moderne, diventando l'antenata della nostra "gelosia". Il libro indaga i contesti emotivi e i personaggi per i quali i Greci, prima, e i Romani, poi, trovarono utile usare questo termine così originale. Viene, inoltre, proposta una breve incursione nel testo biblico, dove parole della stessa famiglia descrivono la gelosia di un Dio che chiede di essere considerato l'unico e il solo.
In un mondo fortemente stimolato e frammentario i legami rischiano di essere superficiali e spezzarsi con leggerezza. Diviene allora urgente avere una chiara idea su chi siano la persona e la coppia, così come è fondamentale capire come costruire dinamiche fra le persone che resistano al tempo e che portino alla maturità. Il percorso di crescita affettiva nella coppia, durante il fidanzamento e poi nel matrimonio, è indispensabile per vivere in una realtà complessa come quella presente. Con questo libro ci si augura di gettare un po' di luce su tale complessità, in modo da far emergere sempre più la bellezza dello stare insieme come coppia e nel comprendere che la vocazione al matrimonio è la chiamata alla personale realtà familiare, cellula della più grande famiglia umana.
Dove sono finite oggi le nostre emozioni? Chiederselo non è un esercizio retorico, ma un interrogativo necessario. Viviamo in un mondo nel quale guerre, migrazioni epocali e nuove emergenze contribuiscono a creare un senso di precarietà, spingendoci a credere che le uniche modalità plausibili per sopravvivere siano la negazione e la paura. Solo che la prima ci condanna all'indifferenza, la seconda ci paralizza. In entrambi i casi, finiamo per relegarci in una solitudine che accomuna giovani e adulti, vecchi e bambini. Siamo all'età dell'atarassia, dell'insensibilità? Il rischio c'è, ed è sempre più concreto. Ai nostri giovani insegniamo a rimandare il momento di fare i conti con la vita vera. Li condanniamo a crescere fragili e spaesati. Rivendichiamo una scuola senza voti, riscriviamo per loro fiabe in nome del «politicamente corretto», privandoli della possibilità di far maturare le loro emozioni. Perché le nostre emozioni vanno allenate ogni giorno, ma, per crescerle e allevarle, occorre saperle sfidare, non negarle né rinunciarci. Preferiamo invece colmare quel vuoto emotivo con il cinismo e affidarci ciecamente ai nuovi prodotti dell'intelligenza artificiale, che minacciano di depotenziare le nostre capacità fisiche, cognitive ed emotive, la nostra meravigliosa imprevedibilità. La maggior parte di noi non è consapevole di questa diffusa anestesia dell'anima, ciascuno si limita a godere dei privilegi e del benessere materiale rinchiuso nel proprio bozzolo. Ignorando che in questo modo l'umanità intera rischia di imbarbarire. Ma, per chi lo volesse cercare, l'antidoto c'è. È l'empatia. Condividendo ricordi personali, incontri e riflessioni, Paolo Crepet ci esorta con passione a ribellarci all'indifferenza, a non aver paura delle nostre idee e neppure dei nostri inciampi. Ci invita a riappropriarci con audacia, quasi con sfrontatezza, delle nostre emozioni per tornare finalmente a «mordere il cielo».
I test psicodiagnostici costituiscono uno strumento decisivo per assicurare maggiore obiettività alle risposte che i professionisti della salute mentale devono fornire ai quesiti posti dalle diverse figure giuridiche che necessitano di perizie. Questo manuale risponde all'esigenza di dotare lo psicologo di un agile e aggiornato strumento per orientarsi nelle diverse tipologie di test utili al momento della perizia in tribunale. Il cuore dell'opera si sviluppa attorno ai test di personalità frequentemente utilizzati in tribunale come i cosiddetti Self-attribution. Sono poi presentati gli strumenti per la valutazione genitoriale al centro di perizie in casi di affidamento dei minori, e i test utilizzati in cause di divorzio e nelle consulenze sull’abuso e il maltrattamento, con particolare riferimento al TAT.
Le nostre difficoltà psicologiche, fisiche e spirituali nascono fondamentalmente da due sorgenti: la prima causa di sofferenza sono i traumi e le ferite interiori che riceviamo durante la nostra vita, specialmente da bambini e da adolescenti. La seconda causa di sofferenza sono le conseguenze su di noi delle azioni peccaminose del nostro albero genealogico.
Per la prima, questo testo presenta un cammino di guarigione biografica offerto dal medico e sacerdote camilliano Pietro Magliozzi, mentre per la seconda don Marcello Stanzione propone un cammino di sanazione delle ferite genetiche causate dagli errori degli antenati.