Un classico della spiritualità del Cinquecento che insegna a combattere le seduzioni del male e a esercitare la libera volontà individuale sulla strada dell'ascesi.
La scala del paradiso, uno dei più grandi classici della tradizione bizantina, delinea un vero e proprio itinerario di perfezione, irto di difficoltà e di ostacoli, di tranelli e di insidie, ma anche di incontri straordinari, di maestri spirituali e discepoli degni di imitazione e di ricordo. Attraverso i trenta gradini (capitoli), che descrivono la difficile ascesi, il monaco impara la necessità della penitenza e del discernimento e, guidato dal padre spirituale, supera le difficoltà percorrendo gradatamente questo itinerario spirituale che conduce alla imitazione del Cristo morto e risorto. Si tratta di un testo straordinario, capace di parlare ancora oggi a monaci e laici. Sintesi di quanto la tradizione monastica ha precedentemente elaborato, è al contempo un'opera originale, nella sua ricchezza di insegnamenti spirituali, che passano ora attraverso argomentazioni teoriche, ora attraverso aneddoti gustosi, ora attraverso veri e propri ritratti di santità.
Nell’ampio panorama degli scritti basiliani, le Omelie diverse rappresentano un importante esempio di quel genere di omiletica morale verso la quale anche gli altri Padri Cappadoci mostrarono sempre un vivo interesse. Nel volume si intende proporre la traduzione con le note dei discorsi genuini di Basilio (eccetto le omelie agiografiche, già pubblicate nel vol. 147 della presente Collana, il Panegirico per il martire Barlaam, non autentico, e il Discorso ai giovani, che esula per vari motivi dal resto della raccolta). I diciotto discorsi, che attestano ed esemplificano nel modo migliore la reale e costante attività di predicazione da parte del grande vescovo di Cesarea, offrono un ricchissimo quadro storico-culturale, fondamentale per la comprensione dell’ambiente e della società cappadoce del secolo IV d.C.: precetti ed esortazioni a pratiche di vita cristiana, condanna delle ricchezze, elogi della povertà, biasimo del vizio ed encomio della virtù sono soltanto un fugace abbozzo della numerosità di spunti che questi testi continuano a fornire anche a distanza dei tanti secoli che da essi ci separano.
La Comunità monastica di Bose, in collaborazione con le chiese ortodosse, ha organizzato il XXVIII Convegno ecumenico di spiritualità ortodossa. Questo volume ne presenta gli Atti in tutta la loro ricchezza di contenuti, mettendo in luce i molteplici aspetti dell'insegnamento spirituale di Isacco di Ninive, padre della chiesa siriaca, che continua a toccare il cuore di tanti credenti e a essere ancor oggi una fonte inesauribile di ispirazione per la vita cristiana.
Per incarnare e concretizzare il vangelo nella storia, nella realtà nella quale il Signore ci ha chiamato a vivere, dobbiamo darci delle regole, regole per poter vivere la comunione, per coordinare le membra del corpo che è la comunità cristiana; ma regole, ordinamenti, statuti, per quanto necessari, sono sempre tutti subordinati alla grande regola del vangelo: per Basilio, infatti, l'unica regola del cristiano sono le Scritture. Viene qui presentata una nuova edizione italiana dei testi che sono all'origine del monachesimo cenobitico: la tradizione ha dato loro il titolo di "Regole", ma in realtà sono solo le risposte a domande poste dai monaci a Basilio in occasione delle sue visite alle comunità da lui fondate.
Eusebio, autore della celebre Storia ecclesiastica, agli inizi del IV secolo compose un’opera esegetica intitolata Domande e risposte sui Vangeli: parzialmente perduta – ma diversi tipi di florilegi ne riportano lunghi frammenti –, essa ha il merito di affrontare problemi spesso incontrati dal lettore attento dei Vangeli senza reticenze. Le domande sono precise ed Eusebio non le elude, di fatto offrendo al lettore un’autentica lezione di esegesi, data da uno dei più grandi studiosi dell’antichità cristiana.
Si è sempre ripetuto che nell'antichità la donna era senza parola. Si denuncia l'oppressione a cui era sottoposta, e lo scarso peso che sempre ha avuto e che ancora la caratterizza nella chiesa oggi. Immergendosi però in un ascolto più attento, in una ricerca più approfondita, si possono scoprire tracce femminili nella chiesa nel corso della storia. Ecco l'intento di questa raccolta, nella quale abbiamo lasciato parlare proprio le donne: monache vissute tra il IV e il VI secolo in diverse regioni di occidente e di oriente. Si tratta a volte di brevi frasi, racconti di semplici gesti, letti collocandoli all'interno del loro contesto e liberandoli dai pregiudizi di cui sono stati caricati: essi sono preziosi frammenti di una sapienza femminile da riscoprire.
ll volume esamina la formazione del pensiero cristiano nel mondo antico, a partire dalla predicazione evangelica e apostolica, allorquando la società cristiana, staccatasi oramai definitivamente dalle sue origini ebraiche, è proiettata con sempre maggiore interesse alla diffusione e alla “conquista” del mondo pagano circostante. Per una tale conquista i contatti - anche se frequentemente polemici - con la cultura greca e latina sono essenziali. Come si attua la formazione di una letteratura, di un diritto e di una legislazione romano-cristiana, così sorge anche un pensiero cristiano nel contatto con la filosofia greca. Parlare di “pensiero cristiano” significa volersi distinguere dal concetto più generale di “patristica”, per concentrarsi su di un ambito di ricerca e di problemi specifico e definito. Per questo motivo il presente volume giunge senza soluzione di continuità fino al pensiero medievale, latino e bizantino. Si è ritenuto necessario aggiungere una ricca copia di testi, che costituiscono un’antologia mai tentata fino a ora, affinché il lettore possa avere un diretto contatto con il pensiero cristiano dei primi secoli.
Claudio Moreschini ha insegnato Letteratura Latina e Letteratura Cristiana Antica all’Università di Pisa, e attualmente è uno dei docenti nel corso di scienze religiose dell’Istituto Patristico Augustiniano di Roma. Autore di più di trecento pubblicazioni scientifiche e divulgative, ha rivolto la sua attenzione soprattutto al mondo tardo antico, pagano e cristiano, dei secoli II-VI, e ha pubblicato edizioni critiche di testi cristiani (Tertulliano, Cipriano, Gregorio di Nazianzo) e pagani (Apuleio e Boezio) presso editori internazionali (Les Belles Lettres, Oxford University Press, Brepols e Teubner). Oltre che di numerosi articoli su riviste specializzate, è autore di saggi su Apuleio filosofo, Gregorio di Nazianzo e i Padri Cappadoci, Boezio.
Dai Padri della Chiesa un prezioso aiuto per la comprensione e il commento della Sacra Scrittura. Con questo II tomo si completa il commento alla Genesi.
L'interpretazione del Cantico dei Cantici da parte di san Bonaventura argomento che, fino ad oggi, non è mai stato trattato in modo esteso e approfondito. Questo volume di Vincenzo Battaglia si cimenta in tale impresa, prendendo in esame le citazioni reperibili nel tracciato argomentativo della maggior parte delle opere composte da Bonaventura, a cominciare dalla sua attività come baccelliere biblico a Parigi fino all'epilogo della sua produzione magisteriale coincidente con le Collationes in Hexaëmeron.
I contesto dell'indagine come evidenziato dal sottotitolo del saggio, desunto da un brano molto significativo dell' Itinerarium mentis in Deum è costituito dall'esperienza affettiva che, nelle opere del maestro francescano, si presenta, al contempo, come dottrina, metodo, fulcro e approdo della vita spirituale. L'esito di questa puntuale ricerca di Vincenzo Battaglia valorizza l'acquisizione della sapienza contemplativa e amorosa nel dinamismo ascensivo dell'unione con lo Sposo diletto, il Signore Gesù, totus desiderabilis. Nell'elevarsi al di sopra di sé, la mens sperimenta infatti tutta l'efficacia della mediazione di Cristo, il quale in questa ascesa è via e porta, è scala e veicolo, come il propiziatorio collocato sopra l'arca di Dio e il sacramento nascosto nei secoli.
Il volume, curato da E. Cattaneo, mette in risalto come fin dalle origini la Chiesa ha visto nascere al suo interno una molteplicità di ministeri a servizio delle comunità. Alcuni suscitati direttamente dallo Spirito; altri si riallacciavano, nello stesso Spirito, al mandato che Cristo aveva affidato agli Apostoli. Altri ancora rispondevano a esigenze più concrete e pratiche. In questo modo la Chiesa, comunità fraterna, cresceva e si strutturava sotto la guida dei pastori, non senza conoscere prove dolorose e tensioni al proprio interno. Tale è la realtà viva che si rivela dai testi patristici dei primi tre secoli presentati in questo volume. La loro lettura è indispensabile ancora oggi per cogliere la forte spiritualità del ministero e le sue esigenze, sempre valide.