Un romanzo pirotecnico corredato da una galleria di personaggi bizzarri, che come un crescendo rossiniano comincia in sordina per poi evolversi in una serie di rocambolesche avventure fino al ritrovamento dell’agognato tesoro. Ma quale?
«Come nella maggior parte dei miei romanzi, almeno ... i primi, La Follia Mazzarino si diverte a giocare con la Storia, simboleggiata giustappunto dalla Follia Mazzarino: i protagonisti partono alla ricerca di un tesoro, dispongono di una mappa cifrata, si perdono in gallerie sotterranee... In questo senso La Follia Mazzarino può apparire come un romanzo di formazione, solare e ludico. Io invece lo considero il mio romanzo più personale. Mi piace che abbia l’eleganza di mascherare la propria crudeltà e la gravità del destino disperato di Colin, il protagonista adolescente che non può fidarsi degli adulti, con una caccia al tesoro piena di sviluppi. (…) Ho un affetto particolare per la leggerezza di questo romanzo turbato da un intreccio da incubo. Mi piace l’idea che possa essere ancora più inclassificabile degli altri miei libri e che diventi di fatto un libro intergenerazionale, avventuroso e intrigante per un pubblico giovane, sensuale e crudele per un pubblico adulto».
Michel Bussi
L'autore
Michel Bussi
Michel Bussi è l’autore francese di gialli attualmente più venduto oltralpe. È nato in Normandia, dove sono ambientati diversi suoi romanzi e dove ha insegnato geografia all’Università di Rouen. Ninfee nere (Edizioni E/O 2016) è stato il romanzo giallo che nel 2011, anno della sua pubblicazione in Francia, ha avuto il maggior numero di premi: Prix Polar Michel Lebrun, Grand Prix Gustave Flaubert, Prix polar méditerranéen, Prix des lecteurs du festival Polar de Cognac, Prix Goutte de Sang d’encre de Vienne. Nel 2016 le Edizioni E/O hanno pubblicato Tempo assassino, nel 2017 Non lasciare la mia mano e Mai dimenticare e nel 2018 Il quaderno rosso e La doppia madre.
Sylvie ha diciassette anni ed è bella, procace, con un seno magnifico che eccita gli uomini e che la sera le piace guardare allo specchio, "afferrare a piene mani". Marie, invece, che ha un anno più dell'amica e insieme a lei è stata assunta come domestica alla pensione Les Ondines, è brutta ... e strabica, timida e un po' tonta; già a scuola, da piccola, le compagne "le giravano al largo, dicendo che il suo sguardo aveva un influsso malefico". Ma, di quello che passa per la testa di Sylvie, Marie intuisce tutto. Sa perché si spoglia davanti alla finestra aperta con la luce accesa, e sa anche che se Louis, il figlio ritardato ed epilettico della vecchia donna di servizio, si è impiccato la colpa è stata di Sylvie. Avida e sensuale, pronta a ogni bassezza per ottenere ciò che vuole, Sylvie lascerà il quartiere miserabile del paesino dov'è nata, e vivrà negli agi. Marie, che appartiene alla razza delle creature "segnate dalla malasorte", affronterà l'esistenza mediocre a cui è destinata. Più di vent'anni dopo le due donne si rincontreranno, a Parigi. Marie sarà di nuovo la schiava adorante di colei che odia, e la aiuterà persino a ereditare i milioni dell'uomo che da anni la mantiene. Ma riuscirà anche, finalmente, a ribaltare i ruoli e a prendersi una crudele rivincita.
«Da sei mesi a questa parte, ogni giorno, di mia spontanea volontà, passo alcune ore davanti al computer a scrivere di ciò che mi fa più paura di qualsiasi altra cosa: la morte di un figlio per i suoi genitori, quella di una giovane madre per i suoi figli e suo marito. La vita ha fatto di me ... il testimone di queste due sciagure, l'una dopo l'altra, e mi ha incaricato - o almeno io ho capito così - di raccontarle...». Il caso ha infatti voluto che Emmanuel Carrère fosse in vacanza nello Sri Lanka quando lo tsunami ha devastato le coste del Pacifico, e che si trovasse ad accompagnare una giovane coppia di connazionali lungo le penosissime incombenze pratiche necessarie per ritrovare il corpo della figlia di quattro anni; e che, pochi mesi dopo, gli accadesse di seguire un'altra vicenda dolorosa, quella che porterà alla morte per cancro la sorella della sua compagna. C'è un solo modo per ricevere il dolore degli altri: farlo diventare il proprio dolore. Questo è il compito che si assume Carrère, riuscendo a scrivere, senza mai cadere nell'enfasi, ma mettendo a fuoco con la precisione ossessiva di un reporter ogni minimo particolare, uno dei suoi libri più «scandalosi» - e proprio per questo più amati dai lettori.
Controcorrente, tipica espressione dello spirito decadente, avvia la transizione alla complessità e alle inquietudini del gusto letterario moderno. Il protagonista, rifiutando l'insostenibile mediocrità del mondo contemporaneo, si ritira in una sorta di squisita clausura, popolata di sogni, ... di profumi esotici e di artificiose bellezze, alla quale deve poi rinunciare a causa di profondi turbamenti psichici. Con largo anticipo rispetto ai temi scottanti di Là-bas, Huysmans lascia emergere la sua curiosità nei confronti delle scienze occulte e ci dà un assaggio della ricchezza dell'arte, del suo potere anestetizzante; ci mostra quale sia la sua visione della vita, della bellezza che vi risiede, per poi aprirci gli occhi e indurci a constatare quanto tutto questo non abbia valore di fronte all'oscurità che scorge nell'anima dell'uomo.
In poche parole: L’avventura di un nobile per salvare la figlia sullo sfondo della Rivoluzione francese e della guerra della Vandea.
La sanguinosa guerra di Vandea è al centro di questo romanzo di Jules Verne, ambientato durante il Terrore del 1793 e vero e proprio unicumnella produzione ... letteraria dell’autore. Se infatti Verne passa alla storia per i suoi “viaggi straordinari” e per le invenzioni tecnologiche, Il conte di Chanteleine rappresenta la sua presa di posizione a supporto dei contadini vandeani legati alla tradizione cattolica, alla nobiltà e alla monarchia. Racconta la storia di un nobile che, dopo aver condotto la ribellione contro il governo della Francia rivoluzionaria, si ritrova la casa distrutta e la moglie uccisa dalla folla: gli resta solo la figlia, la cui vita deve salvare dalla minaccia della ghigliottina. Un’epopea a tinte fosche, da cui traspare l’odio antireligioso e spietato di un regime, quello del Terrore, che vedeva in ogni credente, non importa se inerme, donna o bambino, un avversario da eliminare.
Tutti i giorni, a Parigi, Juliette prende il metrò: stessa ora, stessa linea. Quando non è troppo assorta in un romanzo, ama perdersi a osservare i lettori intorno a lei: il collezionista di libri rari, la studentessa di matematica, la ragazza che piange a pagina 247. Li guarda con curiosità, ... come se dai loro gusti letterari potesse entrare in qualche modo nella loro vita e dare colore alla sua, così monotona, così prevedibile. Fino al giorno in cui decide all'improvviso di scendere qualche fermata prima e fare una strada diversa dal solito per andare al lavoro: un cambio di percorso che segnerà la sua vita oltre ogni aspettativa. Perché in quelle strade sconosciute incontrerà Soliman, che vive circondato di vecchi volumi ed è convinto che un libro, se donato alla persona giusta, può cambiare il corso del destino. Grazie ai consigli e alla saggezza di Soliman, e all'esuberanza della sua figlioletta Zaïde, Juliette compirà un viaggio incredibile alla scoperta dei romanzi e di se stessa, che stravolgerà i suoi orizzonti per sempre.
La ragazza che leggeva nel metrò è una favola moderna sulla magia dei romanzi e la poesia delle piccole cose. Una storia incantevole, piena di luce e ottimismo, che conquisterà lettori di ogni tipo: chi legge in treno, sbirciando da sopra la spalla del vicino, in pausa pranzo oppure nella solitudine della propria casa, su una poltrona comoda o tra le bolle della vasca da bagno.
Michel Djerzinski e Bruno Clément sono fratellastri e sembrano essere accomunati unicamente dall'abbandono della madre. Michel è uno scienziato dedito alla biologia molecolare e vicino al Nobel. Un uomo che ha dedicato la sua esistenza agli studi scientifici che lo hanno portato all'isolamento ... e all'impermeabilità a qualunque emozione. Il suo sogno è riuscire a clonare gli esseri umani così da poter garantire a essi una vita perfetta. Bruno è un insegnante, attirato dal sesso in modo morboso, costretto dalla malattia a entrare e uscire dalle cliniche psichiatriche. Sia la morbosità patologica di Bruno sia l'asettica razionalità di Michel sono il risultato dell'ambiente che li circonda: un mondo fatto di solitudini e dominato dal caso in cui i desideri sembrano scaturire dagli spot pubblicitari. Nella descrizione di questo quadro apocalittico, nell'aridità di questa umanità scarnificata si intravedono scenari futuri dai risvolti inquietanti. Uno sguardo disincantato sul corpo agonizzante della civiltà occidentale che ricorda scrittori d'oltreoceano come DeLillo, Carver, D.F. Wallace e T.C. Boyle.
Vent'anni fa, un'estate in Riviera, una di quelle estati che segnano la vita per sempre. Elio ha diciassette anni, e per lui sono appena iniziate le vacanze nella splendida villa di famiglia nel Ponente ligure. Figlio di un professore universitario, musicista sensibile, decisamente colto per ... la sua età, il ragazzo aspetta come ogni anno "l'ospite dell'estate, l'ennesima scocciatura": uno studente in arrivo da New York per lavorare alla sua tesi di post dottorato. Ma Oliver, il giovane americano, conquista tutti con la sua bellezza e i modi disinvolti. Anche Elio ne è irretito. I due condividono, oltre alle origini ebraiche, molte passioni: discutono di film, libri, fanno passeggiate e corse in bici. E tra loro nasce un desiderio inesorabile quanto inatteso, vissuto fino in fondo, dalla sofferenza all'estasi. "Chiamami col tuo nome" è la storia di un paradiso scoperto e già perduto, una meditazione proustiana sul tempo e sul desiderio, una domanda che resta aperta finché Elio e Oliver si ritroveranno un giorno a confessare a se stessi che "questa cosa che quasi non fu mai ancora ci tenta".
Prima di inventare i suoi alter ego, prima di cucirsi addosso una vita da leggenda, Romain Gary aveva inventato l'unica cosa che aveva perso per sempre: un padre. È la fine di gennaio del 1925, a Vilna, e Roman Kacew è un bambino di dieci anni, gracile ma pieno di vita, che guarda il mondo disperato ... degli adulti con stupore e senso di attesa. Che cosa succederà alla mamma Nina? Lei ha perso il lavoro di modista, il marito l'ha lasciata per un'altra, i creditori le stanno portando via tutto e sente che quella città, e specialmente il ghetto ebraico che tutti chiamano la Gerusalemme del nord, le sta stretta. Il suo sogno è partire per Parigi, dove forse qualcuno vorrà ancora i suoi bellissimi cappelli. Il suo sogno è partire con Roman, il figlio amatissimo, l'unico affetto che le rimane. E che cosa succederà al padre Arieh, che vive già con l'altra e non ha un lavoro stabile per provvedere a nessuno? Roman non lo sa e allora fa quello che farebbe qualunque bambino: inventa una storia. Scrive la leggenda di un padre famoso, da portare con sé nel suo viaggio verso un'esistenza tutta nuova. Quella che trasforma il piccolo Roman nel grande Romain Gary. Laurent Seksik scava nelle vite dei personaggi che racconta, per restituire non tanto una verità biografica, quanto le ragioni e i sentimenti alla base della personalità di un grande scrittore.
«Alle cinque ero là, come gli altri giorni... Stavo mandando giù un sandwich, e intanto mi guardavo intorno distrattamente... E a un tratto ho notato una donna che mi osservava sorridendo... «Non sono un dongiovanni, mi creda... Mi è sempre bastata mia moglie... «Ma quella lì... Mi sono subito ... chiesto che ci facesse in un locale così popolare... Le capita di andare al cinema, no?... Ha presente le dive americane, le vamp, come le chiamano?... «Be', dottore, avevo davanti agli occhi una vamp!...».
Scritto tra Capri e Sorrento nel 1938, "Il colpo di grazia" evoca un episodio di guerra civile avvenuto in Curlandia all'epoca dei putsch tedeschi contro il regime bolscevico, intorno al 1919-21. È una vicenda autentica, riferita all'autrice da un intimo amico del protagonista maschile. Romanzo ... di sottile, sconcertante ambiguità, "Il colpo di grazia" chiama il lettore a collaborare per sottrarre gli avvenimenti narrati da Eric von Lhomond, e specialmente l'immagine che egli propone di sé, a una deformazione che s'inscrive interamente nei rapporti complicati dell'amore e dell'odio. Eric è un aristocratico che patisce la sconfitta della Germania come il crollo del mondo materiale e ideologico in cui si è formato: non gli resta che difendere il castello in cui vive con un amico, Conrad de Reval, e la sorella di questi, Sophie. Il dramma che si svolge fra i tre personaggi, e che si concluderà con un evento tragico dovuto alla ferocia delle guerre partigiane, ricalca l'aneddoto della donna che si offre e dell'uomo che si nega per attaccamento all'amico. Ma il tema centrale del libro è la solidarietà di destino tra esseri sottoposti alle stesse privazioni e agli stessi pericoli, un'intimità e somiglianza più forti dei conflitti della passione carnale o della fedeltà politiche, più forti persino dei rancori del desiderio frustrato o della vanità ferita.
Pubblicato per la prima volta in francese nel Dialogue de l’histoire et de l’ame charnelle, la meditazione qui offerta da Péguy sulla Passione di Cristo rappresenta un momento apicale della letteratura spirituale. Nonostante l’affezione alla vicenda, l’autore non risparmia decise bordate agli ... stereotipi e agli schemi teologici del suo tempo. Senza mai cedere al pietismo o a un certo “dolorismo” tipico di inizio secolo, la meditazione di Péguy sugli ultimi momenti della vita terrena di Gesù prende le mosse da alcune considerazioni sulla depressione e la nevrastenia che risultano di particolare attualità. Con grande naturalezza, si stabilisce un sottile legame tra la sofferenza del vivere contemporaneo e l’angoscia di Gesù nel Getsemani nel momento in cui fu colto dai tormenti di una morte annunciata. Il mistero dell’Incarnazione assume così tutto il suo spessore e la sua densità: lo stesso figlio di Dio ha conosciuto la paura dinanzi alla propria finitezza. A testimonianza di come Dio si sia fatto uomo sino alla più tragica conseguenza.