Per quanto possa sembrare strano, Paul Auster e J. M. Coetzee non si erano mai conosciuti di persona. Quando nel 2008 finalmente si incontrano, tra i due nasce un'amicizia tanto improvvisa quanto profonda. Decidono così di rimanere in contatto nonostante la grande distanza fisica che li divide: Auster vive a Brooklyn e Coetzee in Australia. Ma lo faranno in modo assolutamente peculiare, almeno per il mondo d'oggi fatto di e-mail e social network: si scriveranno delle lettere. Opponendo al "tempo zero" della comunicazione digitale la lentezza ponderata della scrittura su carta, con i suoi ostacoli e le sue idiosincrasie (una lettera si può perdere, una mail no; una lettera si può interrompere e coprire più giorni, una mail di solito la si spedisce immediatamente; una lettera costa la fatica della mano che stringe la penna, dell'occhio che decifra la calligrafia...), Auster e Coetzee dischiudono uno spazio di riflessione e approfondimento sempre più raro. In questo carteggio, che ha l'ariosa disponibilità al caso e all'incontro dei migliori romanzi di Auster e la radicalità di pensiero dei libri di Coetzee, i due scrittori affrontano qualsiasi argomento si offra loro: la comune passione per lo sport, la natura del genio, la difficile arte di tenere in piedi un matrimonio, la crisi finanziaria e la situazione in Medio Oriente, quanto l'uso dei cellulari abbia influenzato la narrativa, l'avvento degli e-book... Ma è un altro l'argomento privilegiato dei loro scambi, l'amicizia.
Il Cantico dei Cantici, cioè il Cantico per eccellenza, celebra l'amore reciproco di un amato e di un'amata, che si raggiungono e si perdono, si cercano e si trovano. L'amato è chiamato «re» e «Salomone», cioè «il Pacifico»; l'amata è chiamata «la sulammita», «la pacificata», «colei che ha trovato pace». Le ammirate descrizioni fisiche, non lontane dalle consuetudini della poesia egizia, hanno indotto a considerare l'opera una raccolta di canti d'amore o un repertorio di circostanza per i matrimoni. Lo stupore creato dal linguaggio passionale, le interpretazioni più divergenti e i dubbi sulla sua canonicità non hanno impedito al Cantico di essere celebrato come uno dei testi più poetici della Bibbia.Del Cantico dei cantici il volume propone: il testo della Bibbia CEI 2008 con introduzione e note dalla Bibbia di Gerusalemme; per l'ebraico il testo masoretico della Biblia Hebraica Stuttgartensia che riporta il Codex Leningradensis B19A(L), datato circa 1008; la versione interlineare in lingua italiana eseguita a calco, che cerca di privilegiare il più possibile gli aspetti morfologico-sintattici del testo ebraico, anche a scapito, in alcuni casi, della semantica. Va letta da destra a sinistra seguendo la direzione dell'ebraico. Diversi i neologismi creati per rendere meglio il senso originario.Lo strumento consente anche a chi non conosce o conosce solo parzialmente le lingue antiche di cogliere le specificità e il ritmo del libro biblico, per una fruizione più piena di un contenuto che non è solo testo sacro ma anche opera letteraria. Questo testo, come gli altri della stessa collana, è adatto anche a un pubblico laico.
Rivista mensile n. 11/novembre 2008. Tutti i discorsi e i documenti del Pontefice nel mese di novembre 2008.
Rivista quadrimestrale n. 35-36/2008 della Pontificia Università Lateranense. Numero Speciale: Le sfide di Ratisbona. Fede, ragione, ricerca e dialogo.
Rivista semestrale, n. 1-2/2008.Questo numero è dedicato al XXV anniversario della promulgazione del Codice di Diritto Canonico.
Questa rivista nasce come espressione di una particolare sensibilità di cui l'Istituto Superiore di Scienze Religiose di L'Aquila si è fatto carico. E' il delicato e profondo rapporto che c'è tra fede e ragione.
Il catalogo presenta le tre differenti mostre organizzate nel 2008 a San Vito al Tagliamento e Pordenone. "Nodo_Rete" raccoglie opere e installazioni di alcuni giovani artisti italiani e internazionali intorno ad una polarità chiave della sensibilità contemporanea: la "rete" e il "nodo". Attraverso un percorso di confronti tra le diverse esperienze dell'arte delle ultime generazioni, la mostra ambisce a descrivere una delle strutture che definiscono, soprattutto dopo lo sviluppo di internet, le più disparate, e talora problematiche, forme di comunicazione. Un progetto di ricostruzione di carattere storico è, invece, "La flagranza dell'immagine" il cui intento è quello di raccontare le vicende che hanno portato alcuni artisti friulani degli anni Ottanta a differenti forme di ritorno alla pittura figurativa, in linea con quanto, nel corso degli stessi anni, andava maturando a livello internazionale "In sesto", infine, si interroga sulla necessità di un discorso critico che sappia misurarsi con il problema del lungo periodo nella creatività di un artista attraverso il lavoro di tre autori di lunga e significativa esperienza, accomunati dalla continuità nella ricerca personale.