La Casa della Luce è un orfanotrofio fondato dalla ricca e munifica vedova di guerra Lele Varre, in cui i bambini sono seguiti dai premurosi insegnanti Luigi Boca e Miss Rumble. Quando un fantomatico Signor X intenzionato a mettere le mani sulle sue ricchezze comincia a ricattarla, la Signora Varre è costretta a chiudere la Casa e si ritrova in giro per mezza Europa braccata dai misteriosi Uomini in Grigio, un'organizzazione che fa capo al Signor X. Ad aiutare la vedova è il piccolo Mario, uno dei trovatelli dell'orfanotrofio, carissimo alla donna, e destinato a finire insieme a lei in un vortice di avventure, inganni e camuffamenti, fino al colpo di scena finale. Pubblicato a puntate nel 1935 sulla rivista pe r ragazzi "Il NoveIlno", "Gli uomini in grigio" è in assoluto il primo romanzo di Giorgio Scerbanenco, scritto per i lettori più giovani ma imperdibile per tutti i cultori del noir e per i fedelissimi del grande maestro. Con un intervento di Cecilia Scerbanenco, la postfazione di Luca Crovi e le illustrazioni di Peppo Bianchessi.
Nel 1967 Manganelli dirige la serie italiana di una collana Einaudi. A preoccuparlo è la veste grafica, che con il suo opaco grigio rende i volumetti simili ad "antichi, nobili epitaffi": "E si veda il bell'egualitarismo del procedimento, che pareggia miopi, presbiti, ipermetropi, daltonici ed astigmatici in una comune, edificante inettitudine a leggervi alcunché" commenta. Basterà questo passaggio di una comunicazione "di servizio" per far capire che tipo di consulente editoriale sia stato Manganelli: eccentrico e brillante, sempre pronto a sfoderare uno humour di volta in volta giocoso, paradossale, corrosivo. Ma non ci si inganni: Manganelli è stato un editor (e traduttore) tutt'altro che sedizioso: disciplinatissimo, piuttosto, duttile e minuzioso. Un editor capace di progettare collane e costruire libri, suggerire titoli, periziare traduzioni con estroso rigore: "... qualche volta la traduttrice tende a dar più colore di quanto non competa a questa gelida carne..." scrive di una Ivy Compton-Burnett che gli era stata sottoposta. Ma capace soprattutto di stendere pareri di lettura e risvolti dove astratto furore dello stile, schietta idiosincrasia e verve beffarda celano una micidiale precisione di giudizio: "La sua pagina sa di virtuosa varichina, i suoi periodi vanno in giro con le calze ciondoloni..." (qui la vittima è Doris Lessing). Una precisione, tuttavia, che nel rifiuto sempre si premura di spogliarsi di ogni drasticità: "Il mio parere è negativo, ma senza ira".
Apparso per la prima volta nel 1979, "Centuria" viene ripresentato in un'edizione che affianca agli originali "cento piccoli romanzi fiume" non solo trentuno "altre centurie", ma anche sette racconti scartati da Manganelli nel corso dell' elaborazione dell'opera. Arricchisce il volume il saggio che Italo Calvino scrisse nel 1985 per presentare al pubblico francese la traduzione di "Centuria".
Il progetto europeo è duramente scosso nei suoi fondamenti ideali, nelle sue politiche, nelle sue istituzioni. Conati neonazionalistici, rozzi tentativi di ristabilire barriere ai confini, arroccamenti retorici nelle presunte vecchie identità - ecco quello che sotto le bandiere dell'euroscetticismo e del populismo si diffonde nei paesi dell'Unione. In questo contesto, Giorgio Napolitano continua instancabilmente a riportare il dibattito alla radice delle ragioni di un europeismo convinto. Se è importante riconoscere le difficoltà attuali del progetto europeo, infatti, non si deve cadere nella tentazione di farne tabula rasa né di cedere al catastrofismo. "Se davvero la prova suprema di vocazione e visione politica la si dà, la si dà ritentando ogni volta l'impossibile. Ebbene, quello di un'Europa sempre più unita è precisamente l'impossibile che dobbiamo ritentare con tutte le nostre forze. E se si pensa al mondo che cambia e ribolle attorno a noi, viene spontaneo chiedersi: Europa, se non ora, quando?" Il Presidente emerito raccoglie in questo volume quattro ampi interventi pubblici in diverse sedi in cui scandisce le tappe della costruzione europea, suggerendone le nuove motivazioni dettate dal cambiamento mondiale. Apre la raccolta un'introduzione in cui Napolitano ripercorre il suo cammino da posizioni distanti dall'adesione italiana al processo di integrazione a una graduale, piena identificazione con la prospettiva dell'unità dell'Europa.
Nonostante le Invasioni longobarde, unna, normanna, franca, gota la presenza bizantina in Italia è durata oltre cinque secoli. Queste pagine ci guidano attraverso le meravigliose testimonianze materiali che fra il 535 e il 1071 i bizantini, portatori di quella cultura greca che feconderà il grande slancio umanistico, lasciarono sull'intero territorio italiano. Un viaggio che si snoda dall'lstria a Venezia (formatasi per l' appunto sotto lo dominazione bizantina nell'isola di Rialto), al Nord-Ovest (Milano, Genova), per soffermarsi sulla prestigiosa Ravenna e infine dispiegarsi nell'Italia centrale (Perugia, Roma), il Sud (Napoli, Salento, Matera, Calabria) e le isole (Messina, Palermo, Siracusa, Cagliari).
Questo libro raccoglie le esperienze di viaggio, gli appunti e le "letture indiane" che vanno dal 1987 ai giorni nostri di uno scrittore, Giorgio Montefoschi, che dall'India è stato folgorato fin dal primo istante in cui ci ha messo piede, e che in India non smette di voler ritornare. Perché trent'anni non sono pochi, ma neppure tanti per una realtà che, pur rimanendo fedele alla sua sapienza millenaria, è in continuo mutamento e non finisce mai di regalare emozioni e sorprese. La Delhi dei grandi viali alberati progettati dagli inglesi e quella del più tumultuoso mercato popolare del mondo; la Calcutta colta, antica e modernissima nella quale rifulge l'opera di Madre Teresa; le languide campagne del Bengala; gli oscuri templi del Tamil Nadu; e Benares, il luogo di ogni rinascita... ma anche le sante e gli asceti; la poesia e la natura; la musica e la danza; il fasto e la miseria; la sessualità e l'amore: non c'è pagina del libro che, insieme all'urgenza di vedere, conoscere e raccontare, non riveli la forza di una "necessità spirituale". Che è poi il vero bagaglio di ogni viaggiatore per vocazione, quello che parte alla scoperta del mondo e di sé.
Esiste ancora la letteratura italiana? Qualche "apocalittico" dice di no. Qualche "continuista" dice di sì: si nasconde in angoli remoti e refrattari all'attuale italiano mediatico, che è una cattiva traduzione da un cattivo inglese. A differenza del banco dell'ortolano, dove il carciofo e il tarocco di origine protetta fanno bella mostra di sé, in libreria si trova, comunque, pochissima letteratura italiana "biologica". Che fare? In "Lettere non italiane" si discutono alcune tesi classiche nel dibattito tra apocalittici e continuisti, anche alla luce della possibile sopravvivenza e addirittura della mera esistenza storica del romanzo italiano oggi. D'altra parte, di alcuni grandi e solitari scrittori contemporanei (da La Capria a Biamonti ad Atzeni) si considera la lampante continuità con i difficili padri novecenteschi: una porta socchiusa a un riaffluire di voci familiari, un segnale di resistenza e di attesa, secondo il principio che in ogni tempo una lingua e una nazione esistono solo se esiste una letteratura, si interrompono se si interrompe la letteratura.
Oggi il Medio Oriente è distrutto dall'indifferenza verso la dignità dell'uomo, i suoi diritti e la sua libertà. Il germe del fondamentalismo cancella la cura verso il fratello e bestemmia Dio in nome di un'ideologia. Altra strada non ci può essere, per evitare il baratro, se non quella della conversione del cuore. Questo libro raccoglie le testimonianze di personalità note della cultura e dello spettacolo, uomini di religione o semplici credenti, per i quali Gerusalemme ha lasciato un segno indelebile. Ciascuno dalla propria angolatura, cercano di interpretare la tensione per la pace sempre presente nel cuore di chi ama la Terra Santa, in un puzzle di voci quanto mai variegato e stimolante; ognuna è una "nota" originale nella sinfonia della fede che risuona a Gerusalemme. Un libro che, in tempi difficili, quando il dialogo, invece della guerra, potrebbe apparire come una strada inutile e "scomoda", incoraggia all'ascolto dell'altro, unico presupposto alla vera pace. L'incontro con la Terra Santa nelle parole di: Moni Ovadia, Dominique Lapierre, Giancarlo Bregantini, Andrea Bocelli, Albert Vanhoye, Riccardo Di Segni, Luigino Bruni, Bruno Forte, Abraham Skorka, Marko Rupnik, Leonardo Sandri, Lucetta Scaraffia, Antonio Mazzi, Ermanno Olmi, Alessandro Brustenghi, Michael Perry, Ernesto Olivero, Domenico Quirico, Angelo Bagnasco, Raniero Cantalamessa.
Carlo Maria Martini ci accompagna verso il santo Natale con la saggezza e la profondità delle sue parole. Sette brevissime meditazioni per 4 settimane - con una ripresa alla fine di ogni settimana e uno spazio per scrivere le proprie riflessioni personali -, così da offrire al lettore e devoto un piccolo diario dell’anima con cui pregare e meditare.
Il libro di preghiere è un'edizione elegante e a caratteri grandi, per favorirne la lettura. Offre naturalmente la versione aggiornata del Padre Nostro e del Gloria, delle Litanie Lauretane e unisce alle classiche preghiere cristiane di ogni giorno anche le più recenti entrate nella pietà popolare per volontà di papa Francesco. Contiene anche il rito della Messa secondo le disposizioni del nuovo Messale. Testo a due colori con semplici ed eleganti decorazioni.