Il 29 ottobre del 1787 veniva rappresentato a Praga il dramma giocoso in due atti intitolato "Il dissoluto punito", musica di Wolfgang Amadeus Mozart su libretto di Lorenzo Da Ponte, basato su un mito popolare rappresentato in teatro e in musica e divenuto per antonomasia il ritratto del libertino impunito. Ma tutti i Don Juan che precedettero quello mozartiano - da Tirso de Molina a Molière (per non dire di quelli che lo seguirono, da Balzac a Baudelaire a Brecht) - convergono e derivano dalla figura che giganteggia nelle parole e nella musica di quel "Dissoluto punito" di Praga. Al quale mise mano anche un suo doppio e alter ego come Giacomo Casanova, presente anch'egli quella sera magica in cui Don Giovanni trovava la sua definitiva e insuperata collocazione nell'orizzonte dei miti moderni. Questo saggio racconta la cronaca di quei giorni in cui Mozart, Da Ponte e Casanova si radunano e si attraggono intorno alla figura di Don Juan, a cui finalmente, come in un'alchimia prodigiosa, Praga fa da fonte battesimale e l'ultimo dei grandi miti moderni celebra la sua apoteosi e la sua nascita.
La Collana "I Compendi d'Autore" si indirizza agli studenti universitari, ai candidati a concorsi pubblici o ad esami di abilitazione professionale e in generale a tutti coloro che si apprestano ad affrontare una prova orale. In questa edizione si è proceduto ad un rinnovamento radicale dei volumi al fine di soddisfare al meglio le esigenze di chi ha poco tempo a disposizione per preparare la prova e incontra difficoltà per l'elevato numero di nozioni (anche di materie diverse tra loro) da memorizzare.
Giovanni, detto Giova, ha quasi cinque anni e tanti modi per addormentarsi: c'è la filastrocca matta della mamma, la storia buffa del papà, la nanna-pancia delle nonne, la musica che viene dal nonno e le parole di un'amica speciale. E tu, quale nanna preferisci? Età di lettura: da 5 anni.
La norma giuridica è l'elemento base del diritto. Non ne è certo l'unico elemento (il diritto non è solo un insieme di norme), ma che nel fenomeno giuridico le attività di produzione e di applicazione di norme giuridiche abbiano un ruolo centrale è cosa difficilmente contestabile, anche da parte di chi non aderisca ad un approccio filosofico-giuridico specificamente "normativistico". Dal fatto che il ruolo centrale della norma all'interno del fenomeno giuridico sia cosa ovvia non deriva però che siano altrettanto ovvie e pacifiche varie questioni che riguardano la struttura, l'esistenza e l'applicazione delle norme giuridiche; anzi, è spesso proprio quello status di ovvietà a rendere poco visibili tali questioni e le loro interne complicazioni. Questo libro intende allora offrire una trattazione critica e accessibile alle questioni più importanti di teoria della norma giuridica, quali: la definizione della norma, il rapporto tra norma e interpretazione, i diversi tipi di norme giuridiche (con particolare riferimento alla assai dibattuta distinzione tra regole e principi), i vari criteri di valutazione delle norme giuridiche (validità, efficacia ed effettività, giustizia, certezza, applicabilità), la strutturazione gerarchica delle norme giuridiche e le conseguenze di essa per l'interpretazione e l'applicazione del diritto.
I pensieri qui raccolti sono perle di saggezza evangelica e umana, attraverso le quali papa Luciani accompagna il lettore ogni giorno dell'anno. Vi è racchiuso il grande cuore di padre, di pastore e di «postino di Dio» del pontefice bellunese che tanto amò Dio e gli uomini. Queste pagine potrebbero anche essere chiamate, con una immagine a lui cara, «briciole di catechesi». Il linguaggio, decisamente semplice, recapita la buona novella della speranza, dell'amore, della fraternità e della pace dello spirito.
…nel giro di tre anni i matrimoni in parrocchia si sono dimezzati, dopo che da tempo la tendenza era in netto ribasso.
Chi osa, per prudenza affronta la convivenza come la possibilità di una verifica ultima, che può durare indefinitamente.
Si ha paura, la vita è dura, piena di dubbi.
Vale ancora la pena sposarsi, investire fatica e soldi per una illusione?
Parlare ancora di matrimonio?
Oppure dobbiamo rassegnarci al lento, inarrestabile declino di un relitto del passato?
Questo libretto vivace, frizzante, ironico, eppure denso, teologicamente solido ma non noioso, intriso di storie vere, straordinarie storie d’amore, Love stories,
testimonia una luminosa bellezza che non ha paragone con l’istintività sentimentale che sta distruggendo la nostra vita e le nostre famiglie.
Alla domanda "che cos'è la filosofia" - una questione che si pone tardi e di cui si può parlare solo fra amici - Agamben, in questo libro che è in qualche modo una summa del suo pensiero, non risponde direttamente, ma attraverso cinque saggi, ciascuno dei quali presenta una sorta di emblema: la Voce, il Dicibile, l'Esigenza, il Proemio, la Musa. In ognuno dei testi, secondo un gesto che definisce il metodo di Agamben, l'indagine archeologica e quella teorica si intrecciano strettamente: alla paziente ricostruzione del modo in cui è stato inventato il concetto di lingua, fa riscontro il tentativo di restituire il pensiero al suo luogo nella voce; a una inedita interpretazione dell'idea platonica, corrisponde una lucida situazione del rapporto fra filosofia e scienza e della crisi decisiva che entrambe stanno attraversando nel nostro tempo. E, alla fine, la scrittura filosofica - un problema sul quale Agamben non ha mai cessato di riflettere - assume la forma di un proemio a un'opera che deve restare non scritta.
In Italia esistono diffusi malintesi sul concetto di Destra, per cui molti cittadini, che pure condividono i principali valori di questo orientamento (meritocrazia, rispetto della legge, dignità della famiglia ecc.), sono esitanti a riconoscersi in esso. Ma cosa è stata in realtà, cosa è auspicabile che diventi in futuro la Destra? In questo saggio, Giorgio Corigliano traccia un sintetico excursus sull'effettivo ruolo della Destra dalla realizzazione dell'Unità a oggi e delinea il profilo di una Destra ideale, di stampo europeo, offrendo quindi al lettore l'opportunità di verificare le proprie opinioni alla luce di uno studio storico obiettivo e approfondito.
Nuovi gruppi, movimenti e comunità religiose nel cattolicesimo italiano hanno seguaci e detrattori, raccolgono consenso e disprezzo, suscitano entusiasmo e diffidenza. L'accusa più frequente che viene mossa loro è di essere delle "sétte". C'è qualcosa di vero in questo giudizio? Per non cadere in valutazioni sommarie spesso poco documentate e motivate, questo saggio cerca di individuare le ragioni in base alle quali accogliere o respingere determinate prassi all'interno delle nuove aggregazioni ecclesiali. Un esercizio di vigilanza e di discernimento più che mai necessario nell'attuale stagione ecclesiale che vede frammentarsi e ricomporsi il cattolicesimo - non solo italiano - in una miriade di gruppi e movimenti.
"Caro Zeus, da dove cominciare? Prima di conoscerti per me i cani erano come i nani da giardino. M'ero appena preso una nuova casa con giardino e così ho pensato bene di comprarmi un cane, un po' per fare da guardia - non si sa mai, no? - e un po' per giocarci ogni tanto. Tutto pensavo, meno che mi avresti cambiato per sempre la vita." Giorgio Panariello racconta in una lettera la meravigliosa esperienza d'amore con il suo cane, Zeus. Meravigliosa perché composta di gioia, conoscenza reciproca, figuracce in mezzo alla via, tenerezze, qualche parola magica e tanto altro ancora. D'amore perché solo l'amore ha la forza di cambiare i connotati della nostra esistenza. Insieme alla lettera del grande attore toscano, questo libro raccoglie una selezione fra quelle giunte in risposta all'appello della Lega Nazionale per la Difesa del Cane e che raccontano le tante sfumature che può assumere il rapporto tra una persona e il suo cane. C'è lo studente fuorisede che si porta il suo alano e quindi fatica il triplo a trovare una stanza con uso cuccia; la signora che sente che la sua cagnetta sta per partorire e, senza pensarci un secondo, molla i colleghi di lavoro per correre ad assisterla; il ricordo di una bambina che trovò il suo amico del cuore come regalo di Natale, il più importante. E tante altre meravigliose follie che sembreranno incredibili solo a chi non ha mai avuto e amato un cane. C'è un mondo intero che ha allungato una mano verso una zampa ricevendone uno strattone di vivificante amore.
Nel lungo tratto di tempo che dall'apparizione in Egitto dei primi rotoli di papiro si spinge fino alla produzione dei libri a stampa nel XV secolo, la lettura ha conosciuto in Occidente una delle sue svolte principali nel diverso modo di accostarsi ai testi introdotto dal cristianesimo rispetto all'antichità tra quarto e quinto secolo. Le Confessioni di sant'Agostino ne costituiscono la chiave di volta. Nel tratto di strada percorso da questo primo volume - dal terzo millennio avanti Cristo ai primi del Cinquecento - si dipana la lunga storia del libro, visto come specchio della mente e strumento dì lettura, cioè di dialogo tra gli uomini. Un manufatto che nel corso del tempo, pur mantenendo la sua identità dialogica, ha conosciuto molte metamorfosi nella configurazione testuale e nell'abito esterno: dalla forma di rotolo a quella di codice; dal papiro alla pergamena e dalla pergamena alla carta; dalla scrittura manuale a quella stampata. È in seguito approdato al libro industriale del XIX secolo e al libro elettronico di questi ultimi decenni, con forme testuali e modalità di lettura affatto nuove.
Piero Cavallero è stato il protagonista di una vicenda che fu celeberrima negli anni sessanta. Figlio di uno dei quartieri più proletari della Torino operaia, giovane carismatico e politicizzato, comunista e ancor più a sinistra dei comunisti, Cavallero divenne il rapinatore di banche più famoso d'Italia. Fu catturato nel corso della sua ultima rapina, in una caccia all'uomo spietata e tragica, durante la quale per le vie di Milano ci furono diversi conflitti a fuoco, il ferimento di decine di persone e la morte di tre passanti. Ma dietro questo scenario, che a posteriori sembra quello di un western o di un poliziesco americano, c'è un pezzo di storia d'Italia. Dietro a Cavallero c'è una generazione che aveva visto esaurirsi la carica della lotta partigiana nel perbenismo dell'Italia democristiana. E dietro alla violenza metropolitana della banda di rapinatori si scorge il profilo della lotta armata che verrà. Nel 1968, il giornalista Giorgio Bocca, anche lui arrivato dal Piemonte a Milano per lavorare al "Giorno", comincia la sua inchiesta su Cavallero "come non t'aspetti. Con Anita, la moglie del bandito. È riuscito a farsi aprire la porta. A differenza degli altri giornalisti, che non hanno bussato, e non ci hanno parlato", come puntualizza Piero Colaprico nella prefazione che accompagna questa nuova edizione.