Epifanio si collega alla tradizione eresiologica inaugurata da Giustino nel II secolo e proseguita da Ireneo e Ippolito, ma, vissuto nel IV secolo, scrive in un Impero ormai cristiano, nel periodo delle grandi controversie teologiche, nel corso delle quali l'intervento imperiale svolge un ruolo non trascurabile. Il Panarion è un vero e proprio trattato eresiologico, anche se nel corso del III e del IV secolo alcuni autori inseriscono nei loro scritti elenchi, più o meno lunghi, di eresie - basti pensare a Clemente d'Alessandria, Origene, Eusebio di Cesarea, Cirillo di Gerusalemme. L'opera, monumentale e ricca di documenti, si compone di tre libri, ripartiti in sette tomi, nei quali sono presentate e confutate ottanta tra eresie e scismi: il primo libro contiene tre tomi e quarantasei eresie (Barbarismo, Scitismo, Ellenismo, Giudaismo e Samaritanismo, con le rispettive suddivisioni, e le eresie sorte dopo l'incarnazione di Cristo, dai Simoniani ai Tazianei), il secondo due tomi e ventitré eresie (dagli Encratiti agli Ariani), il terzo due tomi e undici eresie (dagli Audiani ai Massaliani). Chiude il trattato "la difesa della retta fede e verità, che è rappresentata dalla santa, cattolica e apostolica Chiesa", in cui l'autore sintetizza i punti fondamentali della dottrina cattolica ortodossa - la Trinità, l'incarnazione di Cristo, la resurrezione dei morti, il giudizio eterno - e i principi istituzionali che reggono la Chiesa - la liturgia, le riunioni, i digiuni, le festività la vita dei fedeli.
In "On Augustine", Rowan Williams offers the fruits of his study of St Augustine over twenty five years of scholarly reflection. Though the literature on Augustine can seem endless, here Williams shows his own exceptional insight and the product is a book that will be valued by all as a major contribution to modern thought on this great philosopher and theologian.
Papa Francesco, in profonda sintonia con la tradizione dei Padri della Chiesa, non poteva indicarci un motto più appropriato per il Giubileo straordinario della misericordia: Misericordiosi come il Padre! L’invito a essere misericordiosi come il Padre (Lc 6,36) è stato tradotto dai Padri della Chiesa come un invito alla vera perfezione, alla radicalità evangelica, vocazione comune di tutti i cristiani, la vocazione comune alla santità (Lumen gentium 5,40). Questo libro ci permette di ripercorrere il cammino di misericordia della Chiesa delle origini e assaporare le molteplici declinazioni della misericordia nei testi omiletici, nei commentari biblici e nelle preghiere dei santi Padri.
Nell'ambito del cristianesimo primitivo, segnato dall'autorità indiscutibile di Paolo, la leadership femminile catalizza le tensioni interne alle Chiese e svela i meccanismi adottati per fare tacere le voci femminili che reclamano autonomia e possibilità di svolgere funzioni di autorità e di insegnamento. Due scritti del II secolo provenienti dall'Asia minore - le Lettere pastorali e gli Atti di Paolo e Tecla- riflettono i limiti sociali ed ecclesiali all'interno dei quali devono muoversi uomini e donne per poter essere "puri", a partire da abiti e ornamenti, e consentono di scoprire una resistenza femminile. Nel mondo antico, non tutte le donne, né tutte le comunità, si sono infatti arrese di fronte alle pressioni sociali e agli stereotipi culturali.
Personalità fra le più significative nella storia della Chiesa, fondatore dell'ordine monastico che ne ha preso il nome, Benedetto da Norcia (ca. 480-547) ha indirizzato in maniera decisiva la storia del monachesimo occidentale. Questo profilo ne ripercorre la vicenda, dalle fondazioni monastiche di Subiaco e Montecassino alla Regola che egli dettò per i monaci cassinesi. Sono inoltre illustrate le testimonianze liturgiche, iconografiche e letterarie del culto del santo nei secoli medievali e, infine, è affrontata la mai risolta contesa sul possesso delle sue reliquie.
"... Nel commento alle suppliche individuali, Cristo si rivela ancora una volta agli occhi del Vivariense, esemplare punto di incontro tra umano e divino: per questo il senso cristologico non è solo il senso dominante sugli altri, ma è anche punto di convergenza degli altri sensi, vale a dire il letterale, lo spirituale e l'anagogico. L'impressione che si ricava dalla lettura di queste pagine, grazie anche alla fluidità della lingua nella quale sono rese in traduzione, è quella di uno sguardo ampio sull'umanità e sulla sua storia, che diventano, così, "luoghi" nei quali la visita di Dio consente un continuo passaggio dalla morte, cui l'essere umano è condannato dal peccato originale, alla vita, il grande dono di Dio, misericors per eccellenza, il cui cuore tenero è rivolto verso i miseri. L'esperienza storica di Cristo diviene così chiave interpretativa della vicenda di ogni uomo e della vita nuova, alla quale egli è chiamato su questa terra nell'attesa di un compimento che arriverà di certo, sia pure in una dimensione metastorica, simbolicamente evocata dalla tradizionale immagine della Gerusalemme celeste...". (Dalla prefazione di Mons. Vincenzo Bertolone)
Nella raccolta antologica Le Beatitudini nel commento dei Padri Latini ritroviamo diversi maestri che con la loro passione e la loro sapienza accompagnano il credente nel tradurre la Parola nella propria vita: Ilario di Poitiers, Ambrogio, Cromazio di Aquileia, Girolamo, Agostino, Cassiano, Leone Magno, Cesario di Arles e Beda il Venerabile. Dopo una introduzione sostanziosa che dà le chiavi di lettura del linguaggio dei Padri e dei loro testi, si entra nella parte antologica tratta dalle loro opere - trattati spirituali, sermoni o commenti ai Vangeli di Matteo e Luca: brani talvolta brevi, ma densi di contenuto. Il testo, come tutti quelli della collana arricchito da indici scritturistico, dei nomi e analitico, è pensato non solo per gli studiosi di patristica e di esegesi biblica ma anche per religiosi e laici che intendano lasciarsi guidare da una riflessione approfondita sulla parola di Dio e "riscoprire" cosa significhi essere cristiani.
Le lettere, le conferenze e i documenti relativi alle sue opere costituiscono la testimonianza del generarsi del carisma vincenziano della carità. Il quinto volume pubblica la corrispondenza di S. Vincenzo de' Paoli dall'agosto 1653 al giugno 1656. Il piano complessivo dell'opera prevede la pubblicazione nella traduzione italiana dei 12 volumi dell'opera omnia pubblicata negli anni 1920-1921 da Pierre Coste.
La vita dei Padri del Giura con il suo titolo completo: Vita o Regola dei Santi Padri Romano, Lupicino ed Eugendo, abati dei monasteri del Giura è l'opera di un autore anonimo. Un'attenta lettura del testo porta, comunque, a diverse tracce dell'autore. Il biografo scrive con una buona conoscenza del luogo, delle condizioni di vita e delle particolari vicende del suo oggetto. Ciò porta alla conclusione che lui stesso abbia vissuto in uno dei monasteri del Giura. Il suo scritto, poco dopo la morte dell'abate Eugendo, si può collocare intorno al 520. Il tempo del racconto delle tre vite degli Abati copre un periodo di quasi 90 anni (Romano si ritirò nel Giura intorno al 453), dei quali gli ultimi 30 sono stati vissuti anche dall'autore. La compattezza di una comunità monastica, unita alla preoccupazione per la fedeltà ai primi periodi, consente di attribuire un elevato grado di credibilità a quanto scrive l'autore il quale, come agiografo, lo fa per edificare oltre che per informare. L'autore certamente conosceva i più importanti testi monastici, come la Vita Antonii di Atanasio nella sua forma latina, la Vita Martini di Sulpicio Severo, l'Historia monachorum nella versione di Rufino e altre serie di scritti della tradizione dei padri. Nel suo modo di scrivere l'autore rivela una buona capacità letteraria cosicché la Vita patrum jurensium è testimonianza della latinità del 6° secolo ed anche dell'educazione monastica del suo tempo.
Agostino è contemporaneo di ogni uomo. Egli, infatti, con la perspicacia dell’intelligenza e con l’esperienza sofferta, seppe interpretarne le inquietudini e le aspirazioni più segrete.
L’Autore ha estratto dalla biblioteca sconfinata del vescovo di Ippona testi pregevoli sul tema della verità nella sua dimensione metafisica e in quella morale.
Per usare una immagine allusiva a parecchi testi di Agostino, ha estratto pane fragrante dalla sua dispensa, sempre aperta per quanti hanno fame di verità.
Intorno all'anno 100 il cristianesimo si espande in modo vivace e diversificato. Appaiono scritti incompatibili con i Vangeli, si discute sull'Antico Testamento e la sua interpretazione, sulla data della Pasqua, sul ruolo dei profeti e dei vescovi, su quello dei movimenti profetici e spiritualisti. Questo quadro potenzialmente problematico e critico accompagna un secolo e mezzo di dibattiti che approderanno a un consenso sui libri riconosciuti come canonici e su una Bibbia composta da due testamenti. Quattro figure, in particolare, animano la riflessione e contribuiscono a sistematizzare il pensiero della Chiesa: Ireneo, che esercita una forte influenza sul cristianesimo dei primi secoli; Tertulliano, per l'innegabile rigore del suo pensiero; Clemente di Alessandria per la sua teologia della cultura, e Origene per la dimensione sorprendente della sua opera. Comprendere gli anni decisivi tra la fine del I secolo e la metà del III significa mettere in luce itemi e i problemi che accompagneranno il cristianesimo lungo tutta la sua storia.
Una singolare antologia con le riflessioni di alcuni Padri della Chiesa sulla questione delle migrazioni barbariche. Due momenti storici - il V sec. e il XXI - accomunabili nel fatto che entrambi obbligano i contemporanei di oggi, come quelli di allora, a confrontarsi con l'altro, con chi ha storia, tradizione, religione e cultura diverse. Le risposte che essi offrono possono suggerire anche a noi, nel nostro presente, un'interpretazione degli esodi di massa che non sia ispirata solo alla banalizzazione e alla chiusura, ma che sappia cogliere, negli avvenimenti odierni, una positività e un valore, così come seppero fare quegli antichi Padri tanti secoli fa.