Il capolavoro di Augusto è stato imporre l'immagine di sé come vero e coerente erede e continuatore dell'opera di Cesare, ormai divinizzato, mentre in realtà la trasformava, se non nel suo contrario certo n altro . Questo libro recupera, attraverso fonti greche solo parzialmente esplorate, pagine cruciali dell'Autobiografia di Augusto, abilmente apologetica, scritta nel 25 a.C., quando egli aveva ormai definitivamente consolidato il suo potere monocratico, pur nella raffinata finzione di aver restaurato la repubblica.
L'amore di Giuseppe Sgarbi per al moglie Rina, scomparsa un anno fa, è di quelli che non si trovano più. E' stato un amore che ha dato pienezza, significato, profondità, valore e bellezza a una strada percorsa fianco a fianco negli anni, qui evocato in una "prosa piana, percorsa da echi e risonanze come ogni classicità" (Clausio Magris).
Dopo i successi di "Lungo l'argine del tempo" e "Non chiedere cosa sarà il futuro", in questa sorta di romanzo-elegia "Nino" Sgarbi racconta, in un delicato e appassionato dialogo a distanza, l'amore inesauribile per la sua sposa, compagna e anima di tutta una vita.
Chi è davvero Vladimir Putin? Un coraggiosso protagonista del nostro tempo, capace di condizionionare la politica internazionale, oppure l'ex colonnello del KGB non troppo avvezzo alla democrazia? Insomma, un "nuovo zar"? Per rispondere a questi e altri interrogativi, Gennaro Sangiuliano dedica al presidente della Federazione Russa, "l'uomo più potente dd mondo" secondo la rivista "Forbes", una biografia nella quale si ripercorrono le tappe più significative di una straordinaria avventura umana e politica. Personaggio enigmatico e complesso, Vladimir Vladimirovic Putin nasce a Leningrado (oggi San Pietroburgo) nel 1952, quando in URSS è ancora al potere Stalin. La sua è una famiglia di condizioni relativamente modeste: il padre è operaio specializzato, la madre presta servizio nella sede di un comando navale. Abitano in una kommunalka, una casa collettiva condivisa da più nuclei familiari. Biondiccio, piccolo di statura, gracile ma dotato di grande determinazione, "Volodja" cresce in piena Guerra fredda, lavorando per un lungo periodo nel KGB, il potente servizio segreto russo. Dopo la laurea in diritto internazionale, il matrimonio con la moglie Ljudmila nel 1983 e gli anni trascorsi a Dresda, nella DDR, la sua ascesa è rapida quanto sorprendente: già vicesindaco di Leningrado, dopo il crollo del Muro e la dissoluzione dell'Unione Sovietica diventa direttore dell'FSB, l'ex KGB, poi primo ministro della Federazione Russa, quindi Presidente...
Lorenzo de' Medici, detto il Magnifico (1449-92), è uno dei personaggi più rappresentativi della storia italiana. Nessun intellettuale, infatti, ebbe nelle proprie mani altrettanto potere e nessun uomo di governo fu così consapevole della propria cultura. Buon politico e mediocre banchiere, ottimo poeta e scadente stratega, Lorenzo diede prova in più occasioni di coraggio fisico e destrezza, ma ebbe anche un raffinato gusto per l'arte, e fu padrone di Firenze senza mai mostrarlo apertamente. Ricco, elegante, colto, sciupafemmine e ambiguo, capace di slanci generosi e, se necessario, di una buona dose di crudeltà, egli impersona pregi e difetti di un'età irripetibile. In questo libro, Giulio Busi segue Lorenzo nella sfera privata, negli amori e nelle amicizie, e lo accompagna nella sua ascesa alla ribalta della politica italiana e internazionale: la Firenze di Leonardo e del giovane Michelangelo, la Milano opulenta degli Sforza, la Roma degli intrighi pontifici, la Napoli florida di Ferrante d'Aragona, la Venezia dei traffici e dei sospetti. Attorno a Lorenzo, intanto, si muove la scena concitata del Quattrocento italiano. Tutti lo ammirano, alcuni lo odiano, qualcuno cerca di ucciderlo. Nel duomo di Firenze, nell'aprile 1478, i pugnali dei congiurati massacrano suo fratello Giuliano. Lui sfugge d'un soffio alla morte, e subito si abbandona a una vendetta implacabile. Uscirà dalla tormenta più forte, più solo, più Magnifico che mai.
Come quando all'improvviso ti piombano addosso le conseguenze di qualcosa che stai rinviando da tempo, gli "anta" colgono Jane di sorpresa, e impreparata. Nella sua casa, che divide con un figlio adolescente e un gatto, un giorno si guarda allo specchio e non si riconosce più. Come ci è finita lì? Dov'è andata la ventenne sognatrice e con il mondo ai suoi piedi? Con leggerezza, humour e una punta di nostalgia, Jane ripercorre la sua vita, il difficile rapporto con la famiglia, gli amori, il lavoro, la maternità, e in questi salti in avanti e all'indietro, cerca di ristabilire un equilibrio con se stessa alla soglia dei cinquant'anni, tra l'entusiasmo della gioventù e la saggezza che l'età richiede. Una riflessione a tratti lieve, a tratti profonda, che, se non cancella i segni del tempo, fa però ridere, pensare e guardarsi allo specchio in un altro modo.
Si calcola che in carriera abbia mosso calciatori per un valore di oltre un miliardo di euro. Tra i suoi clienti ci sono Cristiano Ronaldo, James Rodriguez, Diego Costa, Thiago Silva, José Mourinho. È il portoghese Jorge Mendes, l'uomo più potente del calcio globale. Osannato in patria, ammirato e temuto all'estero, Mendes nella ristrutturata economia globale del calcio è il principale interprete, uno dei principali punti di riferimento per una finanza internazionale che vede nel calcio il pilastro del settore economico cruciale del XXI secolo: l'Economia dell'Entertainment. E come accade per ogni grande assetto di finanza globale, ci sono aspetti meno noti che è necessario conoscere. A partire dallo stesso Jorge Mendes, raccontato in queste pagine con una sistematicità mai usata fin qui.
"Mentre mia madre moriva, io piano piano perdevo, insieme a lei, anche le braccia e le mani che mi sostenevano e mi accompagnavano ovunque." La morte di un genitore segna per tutti un momento di passaggio e lascia un senso di vuoto. A maggior ragione nel caso di Simona Atzori, ballerina e pittrice nata senza le braccia. Con Cosa ti manca per essere felice? Simona ha dato emozioni e coraggio a moltissimi lettori, che hanno amato il suo libro e partecipato in massa ai suoi incontri pubblici. "Mamma Tonina" era una grande protagonista di quelle pagine, asse portante e motore di questa vita straordinaria. Dalla sua malattia e dal dolore della sua scomparsa, Simona ha saputo trarre una forza inattesa per andare avanti: "Il mio compito era capire che un altro modo sarebbe stato possibile, e dimostrarglielo". Simona Atzori racconta con parole profondamente toccanti le emozioni del distacco: "Adesso mi manca disperatamente raccontarle le cose. Se non lo faccio, è come se non mi succedessero realmente. Così, le ho scritte. E le ho scritte proprio a lei. Per dirle di come sono passata attraverso il mio dolore, cercando di essere all'altezza del suo esempio". Dopo di te è la risposta alla preoccupazione radicale dei genitori: "Cosa ne sarà di mio figlio dopo di me? Chi lo proteggerà?". E la perdita di Simona diventa il simbolo estremo di tutti i lutti, un insegnamento ad affrontare la mancanza, a trovare un equilibrio anche senza le braccia che ci hanno sostenuto.
"Le zanzare erano fastidiose quella sera d'agosto. Avevo tra le mani un giornale illustrato d'automobilismo stampato a Torino. Me ne servivo per scacciarle. Improvvisamente Peppino, il grande amico della mia adolescenza, mi chiese: "Tu che cosa farai da grande?". Sotto la luce incerta di un lampione a gas della barriera daziaria di Modena gli additai una fotografia in prima pagina. "Raffaele De Palma" diceva la didascalia "ancora una volta protagonista a Indianapolis, la grande competizione americana." "Farò il corridore" risposi." Inizia così, dall'ambizioso sogno di un ragazzo, l'irripetibile avventura di Enzo Ferrari, come lui stesso racconta in questa sua autobiografia, uscita nei primi anni Sessanta, quando "il Drake" era già l'italiano più famoso al mondo, aggiornata nei due decenni successivi per edizioni private e rimasta quindi fino a oggi sconosciuta al grande pubblico. Con lo stile asciutto, stringato, quasi aforistico (celeberrimo il suo "Il secondo è il primo degli ultimi"), ben noto a chi lo conobbe, il pioniere dell'automobilismo sportivo italiano snocciola pareri, dati e - soprattutto ricordi. L'infanzia vissuta in un'Emilia di sapore già guareschiano, l'officina di carpentiere del padre, le corse a cui Enzo assiste da bambino tra Modena e Bologna, gli anni difficili della guerra, l'esordio da pilota nel 1919, le gare con l'Isotta Fraschini e l'Alfa Romeo.
La fondamentale biografia di Lutero a cura di Heinz Schilling unisce l'approccio rigoroso dello storico, fondato sui documenti e sulle più recenti ricerche in ambito archeologico, economico e sociologico, al taglio divulgativo, rendendo accessibile a un vasto pubblico la prima fase della Riforma nell'azione e nell'opera del suo iniziatore. "La nascita del mondo moderno verrebbe interpretata in modo errato se si ritenesse che, per la sua lotta contro le autorità, Lutero fosse un rivoluzionario e si valutasse come tendenza antimoderna la centralità che ebbe per lui la religione. Rafforzando la religione come forza originaria, indipendente, e consegnandole il mondo come spazio d'azione, Lutero liberò un dinamismo che contribuì in modo essenziale alla trasformazione in senso secolare dell'Europa della prima Età moderna e alla nascita della modernità vera e propria." (Heinz Schilling)
Napoli, 1952. Pablo Neruda è svegliato da un insistente bussare alla porta. Al poeta viene notificato un decreto di espulsione dall'Italia firmato dal ministro Scelba. Sarà accompagnato da due agenti a Roma per essere estradato in Svizzera. Nella stazione della capitale, il poeta è atteso da una folla nella quale si riconoscono i volti di Alberto Moravia, Elsa Morante, Renato Guttuso e Carlo Levi. Intimano alla polizia di lasciarlo in libertà. In mezzo a quella folla una donna, Matilde Urrutia, osserva e attende che si liberi anche il suo amore per Pablo. Dopo il clamore del mondo che lo celebra e vuole che viva la sua voce, la scena si sposta a Capri nella villa di Edwin Cerio, dove i due amanti danno profondità e splendore a una passione segreta, sconvolgente e imprevedibile. Vent'anni dopo, a Isla Negra, in Cile, durante il golpe di Pinochet, altri militari bussano alla porta di Neruda e Matilde per minacciarne la libertà. Due stagioni della vita di Pablo Neruda: la stagione dell'amore, delle speranze, di un mondo che si trasforma, e la stagione del buio, della violenza, della morte. Due stagioni raccontate in prima persona dalla voce del poeta e dalla voce di Matilde, due esistenze che raccontano la forza della vita e la grandezza dello stare al mondo, l'incanto civile della parola contro i poteri che la vorrebbero ottusa o distorta.
Il diario in prima persona di Charles de Foucauld, il beato fratel Carlo che scelse di vivere tra i poveri nel nulla del deserto, così come lo immagina uno scrittore di oggi. È l'operazione, coraggiosa e riuscita, compiuta qui da Pablo d'Ors, autore spagnolo di punta. D'Ors immagina il suo protagonista nel deserto del Sahara, pochi mesi prima di rimanere ucciso durante una scorreria nel dicembre del 1916, alle prese con il racconto della sua vita. Una vita di una ricchezza incredibile, avventurosa e avventuriera, che, sostenuta dalla scrittura limpida di d'Ors, diventa un racconto coinvolgente fino all'ultima pagina. Aristocratico di nascita, studente difficile, militare svogliato, esploratore di successo, frate trappista, apprendista giardiniere, matto del villaggio, povero tra i più poveri, amico degli arabi, lessicografo, grande mistico? Tutto questo è stato Charles de Foucauld, sempre in bilico ma sempre in equilibrio tra follia e santità, marginalità ed esemplarità. Il suo è stato un viaggio reale, lungo una vita, da Strasburgo alla trappa di Akbès in Siria, da Roma a Nazaret, da Parigi ai villaggi tuareg nel deserto sahariano; e insieme un viaggio interiore dentro le profondità vertiginose del silenzio e dell'oblio di sé per la conquista della felicità dell'illuminazione, fino alla visione che a tutto dà senso: "Preferisco l'ultimo posto rispetto al primo, la vita anonima a quella pubblica, l'essere umiliato al venir esaltato. Per questo motivo vedo spesso la gente del mondo camminare in senso contrario...".
Nato da un amore tra una contadina e un giovane notaio, Leonardo crebbe senza ricevere un'educazione regolare. Il padre infatti si rifiutò di legittimarlo. Se questa condizione di libertà dai doveri di un apprendimento rigido e codificato fu certo ragione di grande stimolo alla sua naturale creatività, è innegabile che fu per lui anche motivo di perenne sofferenza. Un'irrefrenabile volontà di riscatto lo portò a intraprendere imprese straordinarie e talvolta troppo ambiziose. Furono il desiderio di gloria e la passione ossessiva per la conoscenza a fargli cercare protezione presso i potenti: da Lorenzo il Magnifico a Ludovico Sforza, dai governatori francesi ai potenti della Signoria veneziana, dalla litigiosa Repubblica di Firenze a Roma, al cospetto di Michelangelo e Raffaello, fino ad arrivare in Francia presso Francesco I. Il mito, l'uomo, che nelle premesse ai suoi scritti si definì provocatoriamente "omo sanza lettere", può essere oggi decifrato dal restauro dei suoi grandi capolavori. L'analisi dell'opera pittorica, la comprensione del dettaglio della sua tecnica compositiva, sono infatti una chiave fondamentale per comprendere la personalità del genio. Insieme agli scritti 'scientifici' e a una ricca documentazione d'archivio, Antonio Forcellino riannoda la storia di Leonardo, di cui il mito ha talvolta messo in ombra la realtà spesso sofferente dell'uomo e del pittore.