Quando trattarli da grandi e appellarsi alla loro intelligenza non dà alcun frutto, occorre giocare d'astuzia (senza malizia, però). Gli autori hanno quindi collezionato e organizzato una serie di consigli per la salvaguardia della specie dei genitori e il sabotaggio delle battaglie quotidiane. Applicando questi trucchetti, selezionati da stuoli di mamme e papà soddisfatti, scoprirete i vostri bambini più educati e bendisposti che mai. Nemmeno Mary Poppins vantava raggiri simili. Illuderlo di comandare renderà vostro figlio un soldatino, e le peggiori "torturine" si riveleranno giochi divertentissimi. Si pettinerà i capelli, mangerà tutto, (quasi) vorrà andare dal dottore, metterà a posto i suoi giocattoli e dirà di sì. Risultati garantiti da storie, finzioni, filastrocche e personaggi immaginari.
Sei una mamma in carriera? Di sicuro stai trascurando i tuoi doveri domestici. Se però rimani a casa, sei una presenza ingombrante e opprimente per i tuoi figli. Imponi loro regole e divieti severi? Cresceranno timidi e insicuri. Ma se non sai dirgli di no, a tredici anni spacceranno nel parchetto dietro casa. Insomma, qualsiasi scelta tu faccia, sei una cattiva mamma, destinata a fare i conti con il senso di inadeguatezza causato dal confronto con modelli inarrivabili: perché diciamolo, le supermamme, quelle che “I bimbi sono meravigliosi, la tata è un angelo e al lavoro mi danno molta fiducia” nella realtà non esistono.
Lo sa bene Ayelet Waldman, che, stanca dei sensi di colpa e delle ipocrisie, ha trovato il coraggio di chiedersi pubblicamente cosa vuol dire oggi essere madre, giungendo ad affermare sulle colonne del “New York Times” di amare il marito più dei propri figli. La pattuglia Anti-Cattiva Madre si è mobilitata all’istante, gettando la scrittrice sulla graticola dei blog e dei giornali.
Sono una cattiva mamma è la sua risposta provocatoria e spiazzante a tutte le accuse che le sono piovute addosso. Un libro spassoso e sincero sulle difficoltà e le mille contraddizioni che scandiscono le giornate di ogni madre. Perché l’unica cosa di cui i nostri figli hanno davvero bisogno è una mamma meravigliosamente imperfetta.
Ayelet Waldman (1964) è autrice di saggi e romanzi di successo. Il suo ultimo, controverso libro è Bad Mother, uscito negli Stati Uniti nel 2009. Vive a Berkeley col marito, lo scrittore Michael Chabon, e i loro quattro figli.
Il Dipartimento di Pedagogia dell'Università Cattolica dà conto in questo libro della propria presenza significativa e articolata nel contesto scientifico ed educativo contemporaneo. I diversi interventi qui riuniti, fanno memoria dei pedagogisti che sono stati gli iniziatori di un lungo e fruttuoso cammino e al tempo stesso presentano i più attuali orientamenti di una ricerca che costituisce senza dubbio una voce peculiare e di tutto rilievo nel dibattito pedagogico sulle emergenze educative.
Se il percorso di crescita dei figli mette in luce sempre più momenti di disagio dei ragazzi stessi, i genitori tentano di trovare a loro modo delle soluzioni alle difficoltà che incontrano. Questo testo propone riflessioni e spunti per alleggerire le fatiche educative vissute dalle famiglie di oggi.
SOMMARIO
I disagi dei figlie e le responsabilità della famiglia - Riappropiarsi del significato di famiglia - Ripensare il ruolo di genitore - Nuove difficoltà nella crescita - Come approcciare il disagio - Famiglie che non aiutano - Le dipendenze - Riflessioni per una buona prospettiva educativa.
Autore: Manuela Cantoia - Lorenzo Romeo - Stefano Besana
Collana: Alfabeto dell'educare
I videogiochi che sempre più catturano piccoli e grandi possono aiutare a sviluppare abilità utili se utilizzati in modi e tempi adeguati.
Ma come muoversi in questo mondo sempre più complesso? Come distinguere le tipologie di videogiochi e come fare acquisti mirati e sicuri? Infine, come gestire il complicato rapporto figli-videogiochi?
Questo libro fa chiarezza su caratteristiche ed effetti di questi giochi e fornisce criteri di valutazione per capire e condividere le esperienze videoludiche di bambini e ragazzi.
SOMMARIO
Giochi digitali: un modo diverso di giocare? - Scegliere i videogiochi - Vivere i videogiochi.
La libertà è ancora obiettivo valido dell'educazione? Chi è una persona veramente libera? La libertà annulla limiti e regole? In una società che non riflette più sulla libertà nell'illusione di possederla per diritto, educare alla libertà diventa una grande sfida: l'uomo non nasce libero, ma lo diventa con il sostegno e la guida di altri che - avendo già fatto questo cammino - possono aiutarlo a maturare il suo essere persona, educandolo all'autoconoscenza e alla capacità di scelta.
Un allievo con bisogni speciali e particolari come quello affetto da disturbo autistico può trovare nella scuola un ambiente idoneo per il suo sviluppo e per la sua integrazione sociale? Ha senso perseguire obiettivi di inclusione per un bambino che risulta poco attrezzato per vivere con gli altri, enfatizzando deficit a livello di interazione sociale, comunicazione sociale, comportamento e tipologia di interessi? Il volume intende dare risposta a tali quesiti di fondo e, adottando un approccio pragmatico e operativo, presenta numerose linee d'azione in grado di rendere l'esperienza scolastica degli allievi con autismo un'opportunità davvero importante di crescita e interazione. Certamente il progetto inclusivo riveste grande complessità e richiede un'alleanza significativa fra tutti gli attori chiamati ad intervenire: non solo il personale educativo, ma anche le famiglie, i servizi specialistici, gli enti locali, le associazioni. Progettazione, Organizzazione, Didattica speciale e Compagni sono le quattro parole chiave che identificano altrettanti percorsi di lavoro per centrare il bersaglio dell'integrazione.
Risultato di una ricerca svolta sul territorio nazionale, iul libro fotografa l'attività di volontariato a favore di adulti affetti da malattia grave.
Sono state prese in considerazione 24 associazioni di volontariato impegnate nell'aiuto a malati cronici, dislocate in zone diverse del Paese, in modo da rappresentare tutte le aree e le tipologie di realtà attive.
La condizione di giovinezza è capace di assumere il proprio tempo in modo inusuale, costruendo una sorta di identità generazionale nella danza, unica ed originale per ogni generazione, con il tempo e con le altre generazioni. Oggi questa costruzione pare faticosa e incerta: debole è il sentimento di futuro, debole la densità e la forza della consegna degli adulti. Quali percorsi prende la ricerca delle giovanissime e dei giovanissimi, il loro esercizio di abilità per vivere il proprio tempo, per intrecciare gli accadimenti della vita personale, le scelte e le transizioni biografiche in una storia tra storie? E nella connessione partecipe e nel distanziamento mitico dal tempo storico, dai tempi sociali? Il nostro pare essere "tempo opportuno" per riconquistare un respiro "di generazione in generazione", nel quale riprendere il rapporto profondo con la propria filialità, con la relazione all'altro, con la consegna di futuro e con la capacità di inizio. Questo chiede di guardare alla scuola come luogo antropologico, alla conoscenza come esperienza del tempo, alle modalità per ritrovare l'infanzia e, insieme, alla capacità di consegnare e di lasciare. Chiede un esercizio di pensiero, una capacità di presenza, una modalità di cittadinanza "per generazioni": è la ricerca di queste pagine, nate in luoghi diversi dell'incontro impegnativo tra le generazioni, e portatrici d'una prospettiva pedagogica ed etica, antropologica e politica.
Il libro presenta i principi teorici e le metodologie della prospettiva formativa che va sotto il nome di “apprendimento esperienziale” (Experiential Learning), una prospettiva che si è venuta significativamente diffondendo nel panorama della formazione degli adulti. Il testo nasce come esito di sperimentazioni e rielaborazioni teoriche condotte dall’autore nel corso degli ultimi anni, sia in ambito universitario sia nell’ambito della formazione degli adulti, nel lavoro sociale e nelle organizzazioni.
A differenza di qualsiasi altra specie vivente – tranne che per alcuni aspetti comuni di allevamento e di cura – l’essere umano è l’unico che attiva quella serie di comportamenti e modalità “assistenziali” che prendono il nome di educazione. E a fortiori, è pure l’unica specie che predispone di pensieri complessi e strutturati su tale procedura per riflettere criticamente o progettare quando vien facendo. Cioè, fa pedagogia. E l’ambiente familiare, con tutti i suoi elementi: dal clima relazionale-affettivo, agli stili educativi, ai rapporti intrafamiliari, alle caratteristiche personali dei genitori, ai valori trasmessi, rappresenta un luogo imprescindibile e necessario per lo svolgersi del processo educativo e si pone anche come condizione importante – seppur non determinante – per la crescita e la maturità umana.
Il volume è realizzato a partire dalla forte consapevolezza dell’imprescindibile esigenza di educare. E di educare in famiglia. Nella sua stesura abbiano tenuto presenti come in uno sfondo alcune caratteristiche dell’odierna complessità che ci parevano rilevanti per la compagine familiare. Nel primo capitolo si fa cenno, quasi in maniera introduttiva, all’importanza di avere come riferimento epistemologico la complessità nel trattare le interrelazione tra famiglia, minori e istituzioni educative. Nel secondo capitolo il riferimento è alla complessità multireligiosa, nel terzo, invece, alla complessità multiculturale; nel quarto, alla complessità relazionale all’interno dello stesso nucleo familiare. Nel quinto capitolo, infine, – proprio a motivo della società complessa in cui le famiglie si “muovono” per adempiere il loro fondamentale compito educativo – ci è sembrato utile delineare qualche considerazione sugli aspetti formativi legati al tema della promozione delle competenze genitoriali nel mondo contemporaneo.
La riflessione pedagogica avvalora la categoria della responsabilità, ne individua la rilevanza nei processi formativi. Lo sviluppo del rapporto con la teoria economica rappresenta uno tra gli ambiti euristici in cui considerare vincoli e opportunità di azioni socialmente responsabili per la creazione della civiltà futura. Il volume, con un intento esplorativo, compie una disamina critica sulla responsabilità sociale e sulle culture d'impresa, riconoscendone ambiguità e potenziali implicazioni per il discorso pedagogico; pone a tema la rilevanza del concetto di progettazione, individuando una stretta connessione tra lo sviluppo umano integrale, la formazione nei contesti organizzativi e V impresa della sostenibilità. La prima parte dell'elaborazione è centrata sulla rilevanza della responsabilità sociale d'impresa nel dibattito socioeconomico attuale, mentre la seconda parte è dedicata a una sua interpretazione pedagogica nella prospettiva della formazione della persona, alla luce della sostenibilità dello sviluppo. Nell'alveo delle scienze della formazione e dell'educazione, la pedagogia della responsabilità sociale dialoga con le discipline che si occupano di esaminare le culture imprenditoriali, identificando un ambito del discorso che ha per oggetto la riflessione sul rapporto tra formazione del capitale umano, economia civile e responsabilità sociale delle organizzazioni.