Descrizione
La sfida che oggi si presenta alla coppia si sviluppa in due direzioni: affrontare una certa mentalità del mondo, secondo la quale l’amore deve essere vissuto in base a regole proprie e soggettive, e combattere, al suo interno, le tendenze egoistiche. La teologia, la morale e il diritto vengono percepiti distanti da un progetto che orienti le scelte profonde e la vita quotidiana. L’autore propone una lettura positiva e profonda degli insegnamenti della Chiesa, in sintonia e non in contraddizione con il vissuto emotivo che caratterizza la vita di coppia, accompagnandola a comprendere il tesoro che Dio, col matrimonio, ha messo nelle sue mani.
A una prima parte dedicata ai contenuti teologici e giuridici del matrimonio, segue l’approfondimento delle dinamiche intime, relazionali e pedagogiche della vita coniugale e genitoriale; il testo si conclude, nella terza parte, evidenziando l’importanza della famiglia nell’annuncio del Vangelo e nella testimonianza dell’amore di Dio.
Sommario
Prefazione. Introduzione. I. Origini e natura del matrimonio. II. Costruire un edificio santo. III. Gli sposi cristiani: icona del vangelo e testimoni d’amore nel mondo. Conclusioni. Bibliografia.
Note sull'autore
Angelo Spicuglia ha conseguito la laurea in Giurisprudenza all’Università degli studi di Catania e il dottorato in Diritto Canonico alla Pontificia Università Lateranense. Avvocato e docente di Scienze giuridiche ed economiche, già Difensore del Vincolo presso il Tribunale Ecclesiastico Metropolitano siracusano. Sposato e padre di due figli, è diacono permanente.
I testi raccolti in questo libro propongono le riflessioni dell'edizione 2019 di due giornate di studio che alcune realtà ecclesiali propongono ogni anno per condividere un cammino di ricerca e di approfondimento su questioni di attualità nella Chiesa. Si tratta della Pia Società San Gaetano, congregazione religiosa di preti e diaconi; della Famiglia di don Ottorino, che si ispira al carisma del venerabile don Ottorino Zanon (1915-1972); delle Suore Orsoline di Breganze, che hanno ispirato l'associazione «Presenza Donna»; delle teologhe italiane; della Comunità del diaconato in Italia (con l'appoggio del Coordinamento dei diaconi del Triveneto); della Diocesi di Vicenza.
Oggi l'adorazione, quando non è semplicemente ignorata dai cristiani, è spesso limitata al Santissimo Sacramento. Eppure, essa è una forma essenziale della preghiera e ne costituisce la base. In un'epoca di dialogo interreligioso, specialmente con i musulmani, ma anche di crescente indifferenza religiosa, è importante comprendere le radici anzitutto umane dell'adorazione, per poi disporsi ad ascoltare la Parola di Dio. Nell'Antico Testamento, l'adorazione è il primo comandamento dato a Israele. Nel Nuovo Testamento, Cristo lo porta a compimento. Infine, l'Apocalisse mostra come i santi del cielo vivano in un atto continuo di adorazione di Dio, mentre Satana predispone un'adorazione idolatrica per distogliere gli uomini dall'adorazione vera. Ci sembra dunque che l'adorazione debba avvolgere l'intera vita cristiana e che l'adorazione del Santissimo Sacramento possa effettivamente costituire un ottimo strumento per vivere sempre più dell'adorazione in spirito e verità.
Quanti matrimoni, iniziati con le più belle aspettative e una grande voglia di amarsi, sono diventati molto presto luoghi di indifferenza, se non addirittura di rifiuto o di fallimento? Di fronte a tutto questo non manca chi ritiene che l'impresa di costruire la vita matrimoniale sia destinata, sempre e in ogni caso, a essere frustrata. Ma sposi non si nasce, si diventa, ed è essenziale che le coppie siano consapevoli dei motivi che rendono difficile, ma non impossibile, la chiamata a essere sposi e che abbiano il coraggio di compiere scelte adeguate.
Il volume, a partire da una lettura del Sacramento della Penitenza alla luce della Scrittura e della ricca tradizione della Chiesa, si propone di delineare i contorni del Perdono di Dio in Cristo, da cui scaturisce l'appello al Perdono reciproco tra gli uomini. La relazione di Perdono è approfondita in modo articolato come cuore luminoso dell'esistenza credente, come ingresso in quegli orizzonti di vita nuova "liberata" dal male e dal peccato che scaturiscono dall'esperienza «della bellezza dell'amore salvifico di Dio manifestatosi in Gesù Cristo, morto e risorto» (Evangelii Gaudium 36).
Sacerdoti e sposi: insieme per testimoniare il Vangelo
La riflessione che Renzo Bonetti e Salvatore Bucolo propongono in queste pagine, apre una prospettiva inedita: i sacerdoti e gli sposi possono e devono testimoniare insieme la presenza viva, operante ed efficace di Gesù. L'Ordine e il Matrimonio sono, infatti, due sacramenti "complementari" ed essenziali per la vita della Chiesa poiché entrambi «hanno nell'amore di Cristo, che dona se stesso per la salvezza dell'umanità, la medesima radice; sono chiamati ad una missione comune: quella di testimoniare e rendere presente questo amore a servizio della comunità, per l'edificazione del Popolo di Dio» (Benedetto XVI).
Una sfida affascinante e un percorso concreto che ha un unico obiettivo: annunciare la fedeltà di Dio e la sua salvezza agli uomini del nostro tempo.
Accompagnare le coppie al matrimonio significa oggi fare i conti con situazioni complesse, con importanti differenze non solo riguardo all'età dei nubendi, ma alla natura stessa del loro legame: fidanzati, coppie che convivono, coppie già sposate civilmente o in cui uno dei partner è reduce da una precedente esperienza matrimoniale. Situazioni da cui gli Autori non prescindono nei temi proposti e nei suggerimenti metodologici offerti tappa dopo tappa. Inoltre alcuni temi del sussidio si prestano a essere trattati anche nella fase di accompagnamento, successiva alla celebrazione del sacramento, suggerendo possibilità di verifica e di consolidamento del legame sponsale e del ministero pubblico che da esso scaturisce, dentro e fuori la famiglia, verso la Chiesa e la società. Gli autori del sussidio sono i responsabili dell'Ufficio di Pastorale Familiare della diocesi di Perugia e Città della Pieve (Don Lorenzo Marazzani, Maria Rita Castellani e Gianluca Carloni). Con loro hanno collaborato nella redazione delle varie parti del percorso numerosi esperti di area e di dinamiche familiari, tra cui Carlo Rocchetta. La prefazione è di Gualtiero Bassetti, presidente CEI e Arcivescovo di Perugia.
I preti, lungo la storia, non hanno sempre avuto il medesimo compito. E anche oggi sono sollecitati a reinventarlo. Queste meditazioni offrono un aiuto a trovare i punti fermi da cui prendere le mosse, nell’attuale scenario, per scrivere una nuova storia di fedeltà.
Descrizione
Le diverse situazioni culturali ed ecclesiali hanno sempre sollecitato, nei secoli passati, un ripensamento del ministero presbiterale. In effetti sono le necessità della missione che modellano le forme del ministero, senza far loro perdere il dato fondamentale, riscontrabile nel Nuovo Testamento.
L’attuale congiuntura provoca a ripensare ulteriormente il modo di vivere il ministero. Non è più in discussione – come avveniva alcuni decenni or sono, subito dopo il Vaticano II – la figura dogmatica, bensì il rapporto tra l’esercizio del ministero e il modo di vivere la vita cristiana tipico dei ministri ordinati.
Le meditazioni offerte in questo libretto, frutto di un corso di esercizi spirituali, vorrebbero aiutare a comprendere come oggi il prete possa vivere la sua vita da cristiano senza farsi fagocitare da attività alienanti e da attese indebite.
Il rapporto sponsale Cristo-Chiesa costituisce per il Concilio Vaticano II (cf. SC 5) il legame sorgivo del dinamismo sacramentale. Il contributo del presente lavoro ci colloca nello sguardo a questo rapporto fondativo attraverso l'occhio sapiente di S. Agostino. Un lavoro che si rivela originale nell'indicare la simbologia sponsale non solo quale chiave di lettura privilegiata del rapporto Cristo-Chiesa, ma nel cogliere proprio in questo orizzonte simbolico la comprensione agostiniana del sacramentum, focalizzato nella significativa analisi dell'iniziazione cristiana.
Possono i grandi temi della teologia eucaristica essere colti in prospettiva unitaria a partire dalla forma celebrativa dell'Eucaristia? Se nella pre-sente stagione ecclesiale una tale domanda è sollecitata dalla riconsegna del Messale di Paolo VI nella terza edizione italiana, è tuttavia un interrogativo costante, o tale dovrebbe essere, per chi si interessa di teologia dell'Eucaristia, come an¬che della sua prassi liturgica e devozionale. Uno sguardo alla storia rivela notevoli oscillazioni nella comprensione dei vari aspetti del mistero eucaristico, trattati ora in modo coerente e organico, ora quasi autonomamente l'uno rispetto agli altri. I contributi raccolti nel volume intendono studiare l'impatto della nuova forma celebrativa scaturita dal Messale di Paolo VI sulla teologia eucaristica a partire dai principali temi della teologia sistematica. Il punto di osservazione è quello delle categorie classiche di presenza, sacrificio e comunione, per cogliere in un secondo mo¬men¬to l'apporto singolare della teologia liturgica a ciascuno di questi temi. Nel dialogo a due voci tra i teologi sistematici e i liturgisti è emersa la necessità che l'odierna teologia dell'Eucaristia integri sempre più nel suo pensiero la nuova forma rituale e il nuovo modo di pensare il sacra-mento a partire dalla sua concreta celebrazione.
Quale percezione abbiamo del mistero che viviamo nell'Eucarestia domenicale? L'Eucarestia è il vero gesto rivoluzionario che Gesù ha compiuto e lasciato alla sua Chiesa. In essa Egli ci mostra il volto di un Dio paradossale, la cui qualità non è l'onnipotenza, ma l'amore. Questo libro è una riflessione sul senso della celebrazione eucaristica, un aiuto a far scaturire e rimbalzare questo dono immenso attraverso una verifica da condurre con l'aiuto di domande a cui rispondere alla fine di ogni capitolo.
Si è più volte affermato che il concilio di Trento rappresenta uno spartiacque nella storia del matrimonio. Mentre sino ad allora, a tutela della libertà dei nubendi, per instaurare il vincolo era stato sufficiente lo scambio dei consensi, anche da solo a sola e senza pubblicità delle nozze - si trattava, nel caso, di matrimoni illeciti, ma rati -, con il decreto de reformatione matrimonii (1563) si stabilì infatti che ad validitatem era necessaria la presenza del curato e di due o tre testimoni. In particolare con riferimento alla vigenza del decreto tridentino solamente nelle parrocchie nelle quali lo si pubblicava, sulla base delle discussioni dottrinali dei canonisti e dei teologi e tenendo conto degli orientamenti giurisprudenziali della Sacra Congregazione del Concilio, con questa ricerca s'intende tuttavia mostrare che persistevano ampi spazi per mantenere in vita i matrimoni aformali dei secoli precedenti.