In una piccola e spettrale città chiusa dentro mura che la separano dal resto del mondo, vivono abitanti privi dell'ombra e dei sentimenti, tranquilli al riparo di ogni emozione. Tra di loro, un nuovo arrivato ha il compito di leggere "i vecchi sogni" nel teschio degli unicorni, unici animali del luogo, cogliendo frammenti di memorie e di un'altra vita, di un'altra possibile dimensione. In parallelo, in un'asettica disumana e futuribile Tokyo, un uomo sarà coinvolto da uno scienziato tanto geniale quanto sconsiderato in un esperimento a rischio della vita che lo porterà a calarsi nei sottosuoli della città, in lugubri voragini animate da creature mostruose e maligne, metafore delle paure che agitano la coscienza di tutti. Ed è proprio lì, nel buio fondo della mente, che si troverà la chiave dell'enigma, la soluzione del mistero che lega i personaggi dei due mondi, che sono in realtà l'uno il riflesso dell'altro. Sarà possibile lo scambio tra le due dimensioni, il passaggio in entrambi i sensi, o il viaggio sarà senza ritorno?
Succede di sentirsi giù, ma si può provare ad adottare una nuova prospettiva e concentrarsi su poche cose semplici, ma importanti. Come fanno i panda, che da sempre convivono con un occhio nero come se qualcuno li avesse riempiti di botte fin dalla nascita, eppure sono gli animali più dolci e simpatici del mondo. Si scoprirà che studiare i problemi da una diversa angolazione - a testa in giù stando a cavalcioni su un ramo, per esempio, o con un amico fidato - spesso aiuta a trovare una soluzione. E che, in definitiva, un occhio nero non è davvero la fine del mondo. Ray G. Strobel è il fondatore dello Strobel Marketing Group e, dopo la crisi di mezza età, ha deciso di inventare la "filosofia dei panda", riuscendo così a raggiungere la serenità.
Nel 1519, l'esploratore Ferdinando Magellano si imbarca dalla Spagna accompagnato da cinque navi e da più di duecento uomini alla volta delle Isole delle Spezie, in cerca di una più rapida via d'accesso a quelle terre ricche di tesori che valevano più dell'oro. Per arrivarci compirà un lunghissimo viaggio tra gli oceani, e realizzerà un'impresa che rivoluzionerà la concezione geografica del mondo conosciuto: circumnavigare la terra per la prima volta nella Storia. Laurence Bergreen, offre al lettore il racconto di un'epopea rivoluzionaria e maestosa che ha cambiato la storia del mondo e il modo in cui gli esploratori avrebbero navigato sugli oceani da quel momento in poi. Una spettacolare odissea durata tre anni, in cui passione, avventura e dramma si intrecciano, dando luogo a un resoconto appassionante sul senso dell'esplorazione e della scoperta.
Il libro
Il famoso antropologo Ian Tattersall ripercorre l’albero evolutivo della specie umana, dai primi inizi della nostra famiglia zoologica, Hominidae, alla comparsa di Homo sapiens e poi alla rivoluzione agricola.
Con la consueta chiarezza Tattersall esplora un gran numero di argomenti, tra cui le prime forme artistiche conosciute, gli antichi riti di sepoltura, le probabili cause dell’estinzione dei neandertaliani, la relazione tra l’agricoltura e il cristianesimo e i misteri ancora irrisolti della coscienza umana.
L'autore
Ian Tattersall è il curatore della divisione di Antropologia dell’American Museum of Natural History di New York. Tra le sue molte pubblicazioni Il cammino dell’uomo (Garzanti 2004).
"Alla fine del mese di ottobre 1915, lo sterminio dei cristiani di Mardin sembrava essere concluso. Tuttavia un centinaio di persone vivevano ancora: erano vecchi, donne anziane, infermi. Il turco Bedreddin fu preso da zelo: 'Spazzateli via, e che non ne rimanga nemmeno uno'. Con questi cento sopravvissuti fece un convoglio che, deportato nel deserto, sparì per sempre". Mardin è una delle tante città dell'impero ottomano dove, durante la prima guerra mondiale, si è consumata la strage degli armeni e dei cristiani. Una violenza che ha segnato in profondità quelle regioni e che non è cessata: sono passati cento anni e la persecuzione in Medio Oriente continua. Anche oggi, a pochi chilometri da Mardin, oltre la frontiera turca, in Siria e in Iraq, si combatte con una crudeltà senza misura. Di nuovo, come allora, si assiste a deportazioni, massacri, sgozzamenti, rapimenti, vendita di donne e di bambini. Molti si chiedono: da dove viene tanta ferocia? Dal profondo di una religione, l'islam, o da una storia di convivenza difficile? Oggi, come ieri, si consuma una pagina della 'morte' dei cristiani d'Oriente.
È un grande falso storiografico quello della paura della fine del mondo in prossimità dell'avvento dell'anno Mille. Ma è indubbio che gli uomini di mille anni fa hanno dovuto vivere in mezzo alla fine del loro mondo: cambiamenti incessanti che hanno tarlato quel mondo, con aggiustamenti continui, che hanno inseguito la stabilizzazione ottenendola solo in apparenza. E alla fine hanno fatto esplodere il mondo e sono stati all'origine di mutamenti epocali, di lunghissimo periodo: la lotta fra Impero e Papato, la centralità dell'esperienza monastica, i primi germi dei regni d'Inghilterra e di Spagna, il movimento dei Comuni in Italia. Con l'allargamento progressivo dei confini del vecchio spazio europeo e con l'estensione delle aree di conoscenza, ad esempio l'"invenzione" della filosofia. Nel secolo XII sarebbe ormai molto difficile riconoscere le tracce del mondo di partenza, quello che si proponeva come la forma definitiva del mondo, e in realtà si cercava disperatamente di regolare perché garantisse la pace. Una crisi continua, popolata di soggetti nuovi, per cerniere successive da un passaggio all'altro che ha portato alle origini della modernità. Il tutto entro un'unica, grande cerniera: quella del passaggio dal mondo tardo-antico e primo-medievale a quello tardo-medievale e moderno, in cui i protagonisti cambiano o si moltiplicano. Tra Ottone III (1001) e Innocenzo III (1199) due secoli in cui quel mondo è finito, definitivamente relegato nel passato.
i ragazzi e l'uso dei media
La fine del mondo entra spesso nelle conversazioni e nelle paure di tutti, sollecitata da periodiche profezie e bislacche superstizioni così come da sconvolgimenti ambientali e diseguaglianze sociali. Questo libro, tuttavia, non intende relegare l’apocalisse a discorsi allarmisti o moralisti. Perché la fine del mondo, guardata da vicino, parla all’uomo dei suoi desideri più intimi. E può diventare «grazia» nella misura in cui ciascuno converte il suo sguardo all’essenziale e riscopre lo splendore e la forza della vita accolta come dono. Il filosofo francese traccia un’arte del vivere, per una sfida che ogni persona è chiamata a osare: decidersi a favore della vita e di essa prendere tutto, anche quello che, concludendola, la aprirà su qualcosa di più grande.
Destinatari
Tutti.
Autore
MARTIN STEFFENS, nato nel 1977 e padre di tre figli, insegna filosofia a Metz ed è autore di successo in Francia. Studioso del pensiero di Simone Weil, ha curato Simone Weil: 15 meditazioni (Gribaudi 2011). Di prossima pubblicazione presso le Edizioni Messaggero anche «Piccolo trattato sulla gioia».
Dieci milioni di morti, tre imperi secolari annientati, rivoluzioni, guerre civili, nuovi Stati, nuovi nazionalismi, nuove guerre. È la fine del primato europeo nel mondo. Sono queste le conseguenze dei due colpi sparati a Sarajevo il 28 giugno 1914. Un mese dopo esplode la guerra europea: in quattro anni, diventa la prima guerra mondiale. Nel continente che domina il mondo, la modernità trionfante della Belle Epoque si trasforma nella modernità massacrante di una guerra totale. La prima guerra mondiale lascia un marchio tragico nella coscienza umana: venti anni dopo, una seconda guerra mondiale, con cinquanta milioni di morti, lo rende indelebile. Gli storici interrogano la grande guerra: perché scoppiò, perché tanti milioni di soldati furono massacrati e perché altri milioni continuarono a combattere per tanto tempo? Conoscere la sua storia è la condizione per trovare una risposta. Emilio Gentile racconta con parole e immagini l'evento che ha dato origine all'epoca in cui viviamo.
Con il consueto stile provocatorio ed efficace Silvano Fausti parte dalla Parola, in questo caso la prima lettera di Paolo ai tessalonicesi, che analizza puntualmente, per condurre il lettore a una riflessione approfondita e affascinante sulle domande che ogni uomo si pone.
Intorno al 1140 il vescovo Irlandese Malachia profetizzò le successioni papali, sino al tempo in cui Pietro sarebbe ritornato sulla terra per riprendere le chiavi della Chiesa. Secondo alcuni queste profezie sono state scritte con la collaborazione ispirata di San Bernardo. Furono pubblicate per la prima volta dal benedettino Arnold Wion nel 1595 nel suo libro "Lignum Vitae". Quello che è strano è che, finora, la stragrande maggioranza di queste profezie si è avverata. Le profezie di Malachia si riferiscono per lo più al luogo di provenienza dei pontefici, allo stemma della famiglia o anche a eventi storici che caratterizzeranno il suo pontificato. Esse sono costituite da 111 motti latini che descrivono in maniera impressionante i 111 papi che si sarebbero avvicendati sul trono di Pietro dal 1143 fino alla fine dei tempi. Che pensare di questo singolare elenco di profezie? Siamo di fronte al divertissement di un monaco o, come suggerisce Vittorio Messori, siamo di fronte a qualche enigmatico "segnale" dall'alto?