In questo saggio Umberto Curi prova a rispondere a interrogativi che intercettano problemi ineludibili, eppure trascurati in nome di una malintesa laicità intellettuale. Può accadere che si discuta delle radici culturali dell'Europa, o delle implicazioni politiche dell'integralismo religioso, senza neppure sfiorare il presupposto che ne è alla base, vale a dire quel nucleo teorico decisivo che è costituito dal modo in cui si parla di Dio. Così, proprio quando l'emergenza climatica e le prospettive di armi di distruzione di massa mettono in discussione la sopravvivenza del genere umano, il dibattito si arresta alle soglie della questione che più di ogni altra coincide con una fondamentale richiesta di senso. Già nella più antica definizione di teologia, risalente a Platone, è possibile individuare una distinzione fra due diverse modalità di intendere il lógos riferito a Dio, e cioè non solo come parola su Dio - inevitabilmente esposta al rischio di una pur involontaria blasfemia - ma come parola di Dio, rispetto alla quale si impone la necessità di un rigoroso, e insieme umile, lavoro di interpretazione. Lontano dall'apologetica confessionale o ideologica, Curi offre qui un serrato confronto con alcuni punti nodali della tradizione giudaico-cristiana e l'approfondimento di concetti particolarmente densi, come il perdono e il dolore, la misericordia e la speranza, la libertà e la verità.
Perché scrivere ancora di Dio? Della necessità della Sua esistenza? E, soprattutto, per chi scriverlo? Sono le domande che si è posto l'Autore, domande alle quali è urgente offrire una risposta. Nella società moderna in molti sono ormai totalmente estranei o indifferenti alle tematiche religiose, persone di ogni classe culturale, economica e sociale che nemmeno si pongono più il problema dell'esistenza di un Creatore, che vivono solo in funzione dell'oggi guidate da passioni o dall'illusione tecnico-scientista. Ma i destinatari di queste pagine sono anche quei credenti che di fronte alle sfide culturali e valoriali in cui sono immersi, talvolta faticano a "dare ragione" della loro fedeltà al messaggio evangelico, perché impreparati o solo superficialmente edotti sulle verità della fede. Ecco quindi che un libro sull'esistenza di Dio si dimostra, ancora una volta, estremamente utile a chiunque voglia scommettere sul senso ultimo della propria esistenza.
Questo libro intende offrire (agli studenti, ma non solo) un'introduzione all'universo della teologia, presentando il patrimonio contenutistico, linguistico, storico e speculativo della fede cristiana, e precisando altresì il peculiare profilo di sapere della fede (intellectus fidei). Da qui le tappe del percorso: la vicenda semantica del termine teologia e le principali correnti teologiche che hanno caratterizzato le varie epoche. Poi l'analisi del linguaggio teologico, sempre sospeso tra parola e silenzio, linguaggio letterale e simbolico; infine il rapporto tra teologia e verità: i percorsi filosofico e teologico confluiscono nel Cristo, via, verità e vita. Dal Cristo, in cui sono nascosti i tesori della scienza e della sapienza, la teologia si dirama nelle varie discipline. La teologia è la parola che il pensiero umano dice a Dio e su Dio sulla base della parola che Dio dice nella storia, in modo definitivo in Cristo. Un percorso che permette di riconoscere la verità e la bellezza della sentenza di Walter Benjamin: "O si pensa teologicamente, o non si pensa abbastanza".
La ricerca si propone come una riflessione interdisciplinare circa la relazione, “fondante e fondamentale”, tra Teologia del Diritto canonico e Antropologia (in relazione al fenomeno dell’atto di fede e della dimensione giuridica) con la finalità di cogliere aspetti teologici e fondamentali per un approccio al Diritto canonico utile ad una comprensione arricchita del fenomeno giuridico, antropologicamente e culturalmente inteso, presente nella comunità ecclesiale: aspetto che sembra poter offrire nuovi spunti alla prassi ecclesiale.
Umberto Rosario Del Giudice (Napoli 1973), dopo la specializzazione in Liturgia presso l’ILP di Padova, consegue il dottorato in Teologia presso la FTL (2009) dove è stato docente incaricato di munus sanctificandi comparato. Con la presente tesi consegue anche il dottorato in Ius canonicum. È docente incaricato di IRC e di alcuni corsi presso la PFTIM (Napoli) e iscritto all’Albo degli Avvocati presso il Tribunale Ecclesiastico Interdiocesano Partenopeo e di Appello.
Il percorso teologico contenuto in questo volume, partendo dal rinnovamento del teologare operato dal concilio Vaticano II e da alcuni dei principali teologi del '900 (H. de Lubac, Y.-M. Congar, H. U. von Balthasar, K. Rahner, J. Ratzinger), riprendendo alcuni percorsi filosofici (S. Kierkegaard, in particolare), intende ripensare i dati fondamentali, al fine di rendere teologicamente ragione del sorprendente mostrarsi, dirsi e darsi definitivo di Dio/Agape nella singolarità dell'evento cristologico.
Profonda riflessione sullo Spirito Santo; dall'analisi biblica e teologica sulla presenza dello Spirito Santo risulta che lo Spirito e la fonte di ogni conoscenza su Dio.