Le famose Losungen, testi biblici e meditazioni giornaliere, preparate ogni anno, a partire dal 1731, dalla Chiesa evangelica dei Fratelli Moravi (Unità dei Fratelli di Herrnhut). La presente edizione, tradotta e adattata per il lettore italiano, è la 293a. Introduzione di Paolo Ricca. In appendice il Lezionario comune riveduto (Revised Common Lectionary) per il 2023.
Celso Costantini (1876-1958) è una figura geniale oggi riscoperta. Integrò profili diversi e di assoluto rilievo. Fu pastore esemplare, scultore rinomato, scrittore fecondo, protagonista nell'arte sacra del secolo XX. Durante le due guerre mondiali fu insigne operatore di carità e pace riuscendo a salvare molte vite, dai "figli della guerra" a personaggi come Alcide De Gasperi. Amministratore apostolico di Fiume, fronteggiò Gabriele D'Annunzio evitando un bagno di sangue alla città martoriata. Primo delegato apostolico in Cina, vi compì gesta indelebili. Convocò e presiedette il Primo - finora unico - Concilio Cinese a Shanghai nel 1924. Accompagnò a Roma i primi sei vescovi autoctoni per essere consacrati dal Papa e da lui stesso nel 1926. Fondò il primo istituto religioso clericale indigeno nel 1927. Inaugurò L'Azione Cattolica Cinese nel 1928. Diede vita all'Università cattolica di Pechino. Sviluppò un intenso dialogo con le autorità politiche, sfociato nelle piene relazioni diplomatiche tra Santa Sede e Cina. Nel 1946 rinunciò a ricevere la porpora a favore del primo Cardinale cinese. Da segretario del dicastero missionario della Curia romana dal 1935 al 1952, incentivò la decolonizzazione religiosa, promosse il clero indigeno e favorì l'inculturazione cristiana nei paesi di recente evangelizzazione. Divenuto Cardinale Cancelliere di Santa Romana Chiesa, fu tra i più stretti collaboratori di Papa Pio XII nell'ideare una casa comune europea, nel sostenere un ordine mondiale giusto e benefico e nel costruire un "ponte" stabile tra l'Oriente e l'Occidente del pianeta.
Nell'attuale società plurale sembrano convivere e confrontarsi due «mondi»: quello dello spazio laico e quello dello spazio religioso. Il grande rischio è l'irrigidimento. Le religioni rischiano l'integralismo e lo spazio laico rischia una neutralità che esclude per principio le religioni. Questi due atteggiamenti non portano da nessuna parte. Sono sterili. Abbiamo bisogno che religioni e spazio laico entrino in dialogo; anzi, abbiamo bisogno di un'autocomprensione che ci renda adeguati ai giorni che stiamo vivendo, sia nello spazio laico che nello spazio religioso. L'orizzonte che si apre è amplissimo. E si preannuncia estremamente fecondo. Occorre pertanto dare l'avvio a una riflessione comune e partecipata, che possa progressivamente approfondirsi e rivelare strade nuove e promettenti. L'intenzione di questo testo è quella di stimolare un ripensamento del rapporto fra religione/i e spazio laico. Un ripensamento che produce anche una revisione della forma di entrambi. Desideriamo aprire questo cammino per amore della società di domani. Con l'intento di dare un piccolo contributo alla civiltà nuova che sta nascendo. In che modo le religioni possono diventare minoranze generative nella società? Come ripensare la laicità dentro una società plurale in cui permane un'intensa ricerca spirituale? Quale educazione adottare per formare uomini e donne capaci di abitare una nuova civiltà?
Commissionato nella seconda metà del Cinquecento da Federico III del Palatinato, il "Catechismo di Heidelberg" è un classico della fede riformata, di cui offre uno dei compendi meglio riusciti. Illustrando con rara chiarezza che cos'è il cristianesimo, il suo rigoroso discorso teologico è tuttavia animato - cosa assai rara in un catechismo - da un afflato di viva pietà. Ritraducendolo in toto e commentandone con ampiezza ciascuno dei 129 articoli, il teologo Paolo Ricca ne fa concretamente il proprio «testamento spirituale».
L'inviolabilità ma anche caricarlo di una responsabilità che mai aveva conosciuto nelle epoche precedenti. In ciò la modernità manifesta una profonda solidarietà con la sua antica radice cristiana. E tuttavia la storia degli ultimi secoli sembra indicare l'opposto. L'illuminismo, lo stato liberale, la libertà di coscienza, i diritti civili, l'autodeterminazione dell'individuo hanno incontrato nella chiesa un implacabile avversario. Ma se la modernità è l'erede secolarizzato della religione cristiana, come spiegare quel conflitto? In che cosa consiste la sfida reciproca fra modernità e cristianesimo? Ora che l'attuale epoca post-secolare sembra rimettere in discussione il rapido esaurirsi della religione, è necessario ritornare a riflettere sull'irrisolto problema della trascendenza e sulla sua affrettata rimozione.
"L'insegnamento del disprezzo" (1962) è un'opera nella quale Jules Isaac torna sul tema delle radici cristiane dell'antisemitismo. Nel 1960 il suo "grido di angoscia" aveva raggiunto i vertici della Chiesa di Roma e dal suo incontro con Giovanni XXIII era nata l'idea di un documento che si sarebbe poi trasformato in "Nostra Aetate" (1965), la Dichiarazione del Concilio Vaticano II che ha dato inizio al dialogo ebraico-cristiano e interreligioso. Con quest'opera, che segue "Gesù e Israele" (1948) e "Genesi dell'antisemitismo" (1956), lo storico francese continua quella che per oltre vent'anni ha considerato la missione della sua vita, ovvero correggere l'insegnamento del disprezzo per trasformarlo nell'insegnamento della stima. Prefazione di Marco Cassuto Morselli.
Il sacramento dell'altare è stato costantemente al centro della riflessione di Lutero tanto da diventare il tema a cui ha dedicato più scritti. In un primo momento Lutero è impegnato in una profonda polemica con gli abusi a cui la chiesa cattolica aveva sottoposto il sacramento. Con l'emergere dell'ala più radicale della Riforma (in particolare Zwingli e Ecolampadio) - che sosteneva un'interpretazione simbolica delle parole dell'istituzione e negava che il corpo e il sangue di Cristo fossero fisicamente presenti nel sacramento - Lutero metterà sempre più a tema il realismo della presenza del corpo e sangue di Cristo in forma fisica nel sacramento, la negazione della quale compromette non solo il senso della Cena ma dell'intero evangelo. I testi qui raccolti, tutti inediti in italiano, aiutano a capire la progressiva messa a fuoco del carattere corporeo della presenza di Cristo soprattutto a motivo dello scontro insanabile con coloro che Lutero chiama fanatici, che darà vita ad una frattura nel mondo della Riforma durata molto a lungo. Il volume raccoglie i seguenti testi: Sul ricevere il sacramento sotto entrambe le specie (1522), Sull'adorazione del sacramento (1523); Sermone sul sacramento del corpo e del sangue di Cristo contro lo spirito fanatico (1526), Le parole di Cristo "questo è il mio corpo ... ecc. " restano ancora salde contro i fanatici (1527); Breve confessione sul Santo Sacramento (1544).
La Riforma del XVI secolo è, fondamentalmente, un poderoso sforzo di alfabetizzazione bi-blica del popolo cristiano: i Riformatori vogliono aiutare i membri della chiesa di Cristo a maturare una fede personale adulta, responsabile, critica. L'Enchiridion, o Piccolo Catechi-smo, e il Catechismo tedesco o Grande Catechismo, entrambi del 1529, sono concepiti in questa prospettiva. Il Piccolo Catechismo, mediante un vigoroso impegno di sintesi, e un'architettura interna as-sai curata, presenta in poche pagine quello che un cristiano o una cristiana devono sapere: i Comandamenti, il Credo, il Padre nostro, il significato del battesimo, della confessione dei peccati e della Cena del Signore. Pochi testi come questo hanno contribuito a plasmare la fe-de evangelica e a diffonderla non solo in Germania ma in Europa. Già nel xvi secolo venne tradotto in molte lingue compresa quella italiana. La presente è la seconda edizione aggiornata con l'aggiunta del testo originale tedesco a fronte. Inoltre il testo dell'Enchiridion è corredato dall'aggiunta del Libretto sul matrimonio e del Libretto sul battesimo, qui presentati in italiano per la prima volta.
La Riforma del XVI secolo è, fondamentalmente, un poderoso sforzo di alfabetizzazione biblica del popolo cristiano: i Riformatori vogliono aiutare i membri della chiesa di Cristo a maturare una fede personale adulta, responsabile, critica. L'Enchiridion, o Piccolo Catechismo, e il Catechismo tedesco o Grande Catechismo, entrambi del 1529, sono concepiti in questa prospettiva. Il Grande Catechismo costituisce una riflessione articolata sui Comandamenti, il Credo, il Padre nostro, il significato del battesimo, della confessione dei peccati e della Cena del Signore, e dunque espone in forma organica il pensiero di Lutero sugli elementi centrali della fede cristiana. Nel 1555, Olimpia Morato, nobildonna italiana di sentimenti evangelici, chiedeva a Pier Paolo Vergerio di tradurre il libro in italiano, ritenendo che potesse essere di grande utilità «ai nostri italici, specialmente alla gioventù». Vergerio non poté esaudire la richiesta. Quella che qui presentiamo è la prima traduzione del Grande Catechismo in lingua italiana. La presente è la seconda edizione aggiornata con l'aggiunta del testo originale tedesco a fronte.
Che ruolo gioca la religione in Medio Oriente? Quanta importanza rivestono le divisioni confessionali nei conflitti mediorientali? Una parte della storiografia, amplificata nelle sue posizioni da una campagna mediatica divenuta sempre più pervasiva dopo l'11 settembre, ritiene che il Medio Oriente sia una regione pre-moderna nella quale la religione costituisce il principale elemento identitario e che l'islam sia la chiave per comprendere le cause di conflitti ritenuti non a caso "atavici". Il presente volume affronta questi temi e ambisce a dimostrare come il Medio Oriente sia una terra decisamente più laica di quanto non si creda. I tre casi di studio di cui il testo si occupa - il conflitto israelo-palestinese, ormai più che centenario; gli scontri in Libano da metà Ottocento a fine Novecento; la rivalità tra Iran e Arabia Saudita, con le sue ricadute nelle guerre civili di Yemen e Siria - mettono in luce come la causa alla base di tali conflitti non sia affatto la religione. Le divisioni confessionali, pur presenti, sono solo una delle fratture esistenti e mai la più rilevante.